Collegati con noi

Cronache

Phishing e Vishing, le nuove frontiere della truffa on line, ecco i consigli per evitare di farvi abboccare e svuotare il conto corrente

Pubblicato

del

Il mondo delle truffe sul web è un pozzo senza fondo. Vengono inventati nuovi metodi per carpire dati sensibili o rubare denaro agli utenti con mille stratagemmi. Non passa giorno che le nostre caselle email non siano inondate di poco credibili richieste di invio di denaro da parte di altrettanto poco credibili belle e giovani ragazze dell’est.

Oppure di ben più sofisticati messaggi da parte di finte banche e società che gestiscono carte di credito e ci invitano a confermare i nostri dati, per poi sottrarci somme di denaro: il cosiddetto phishing online. Oppure, e questa è una delle truffe più recenti e pericolose, può capitare persino di ricevere una chiamata al telefono. Si tratta del cosiddetto “Vishing”, termine inglese che unisce le due parole “Voice” e “Phishing”. Un tipo di phishing che non viaggia via email, ma via telefono. Lo scopo, però, è esattamente lo stesso: ottenere il numero della nostra carta di credito, la data di scadenza e il codice di sicurezza, per poter poi usare la carta a nostro nome e sottrarci del denaro.

 Molto spesso i truffatori conoscono alcuni dati della nostra carta, come il numero e la data di scadenza. Riescono a trovarli violando i sistemi di sicurezza di e-commerce o altri siti sui quali compriamo beni o servizi. La truffa vera e propria inizia con una telefonata da parte di una finta istituzione finanziaria: “Crediamo che lei sia rimasta vittima di una truffa durante una transazione con la sua carta di credito. È questo il suo numero di carta di credito?”. Quando sentiamo che dall’altra parte del telefono sanno il nostro numero di carta, quasi spontaneamente, abbocchiamo e rispondiamo “Sì, è questo il numero“. Confermiamo anche la data di scadenza, che i truffatori già conoscono. Quello che invece sappiamo solo noi è il terzo dato necessario ad eseguire una transazione con carta di credito (o di debito, come le carte ricaricabili): il codice di sicurezza di 3 cifre. Ma quando ci chiedono di girare la carta e leggere il codice, per confermare che stanno parlando con il reale possessore della carta, molto spesso siamo già caduti nella truffa e inconsciamente gli diamo anche l’ultimo dato di cui hanno bisogno per sottrarci i soldi.

È molto importante non fornire a chi ci chiama alcun dato, anche se dall’altra parte sanno quasi tutto della nostra carta. Per non cadere nella truffa bisogna appuntare il numero da cui ci stanno chiamando e interrompere subito la telefonata. Poi dobbiamo contattare la banca o la società che ha emesso la carta di credito e parlare con l’assistenza. Se la telefonata di cui sospettiamo è partita da un loro ufficio ne sono sicuramente al corrente, perché queste chiamate vengono tutte registrate e tracciate. Nel giro di pochi minuti, così, potremo evitare di essere truffati e fornire a chi gestisce la nostra carta di credito il numero di telefono di chi ci ha chiamato per truffarci. Lo stesso numero lo daremo, successivamente, alla Polizia Postale per iniziare le indagini sui truffatori. Se la telefonata proviene da un numero anonimo, invece, non c’è alcun dubbio: ci chiamano per truffarci.

Advertisement

Cronache

“Appalti truccati”, il generale dei carabinieri Liporace resta agli arresti domiciliari

Pubblicato

del

Il Tribunale del Riesame di Milano ha respinto il ricorso presentato dai difensori e ha confermato le misure degli arresti domiciliari al generale dell’Arma Oreste Liporace e all’imprenditore Ennio De Vellis, indagati nell’inchiesta per corruzione coordinata dal pm Paolo Storari e condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano su presunti appalti truccati in cambio di tangenti e regali.

Liporace e De Vellis, indagati a vario titolo per i reati di traffico di influenze illecite, emissione di fatture per operazioni inesistenti, corruzione e turbata libertà degli incanti, si erano difesi nell’interrogatorio di garanzia, respingendo le accuse. A quanto emerso dalle indagini, grazie a loro gli imprenditori William e Massimiliano Fabbro (indagati e che hanno collaborato) avrebbero ottenuto, fino al 2021, i servizi di pulizia, anche della piscina, della caserma di Velletri in cui Liporace era comandante reggimento Allievi Marescialli e Brigadieri.

Quest’ultimo avrebbe ottenuto in cambio 22mila euro, borse Louis Vuitton, noleggi auto e biglietti per lo stadio Olimpico e per la Scala di Milano. Davanti al gip Domenico Santoro, avrebbe parlato di un frequente “scambio di regali” che aveva con i fratelli Fabbro. Nella stessa occasione, De Vellis aveva sostenuto di non avere avuto alcun ruolo negli appalti della caserma, respingendo poi anche l’accusa di traffico di influenze illecite in relazione ad appalti del Dis (Dipartimento informazioni e sicurezza) e sminuendo il suo rapporto con Lorenzo Quinzi, da gennaio scorso capo del dipartimento per gli affari generali e la digitalizzazione del Ministero delle Infrastrutture, indagato per corruzione e turbativa.

Continua a leggere

Cronache

Maestra adescava minori su chat per avere rapporti sessuali, condannata a 7 anni e 3 mesi

Pubblicato

del

Una maestra 47enne di scuola elementare è stata condannata dal Tribunale di Bari a 7 anni e 3 mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 75mila euro con l’accusa di aver adescato sui social e nelle chat minorenni con i quali avrebbe avuto rapporti sessuali in un b&b nel centro di Bari, facendosi filmare. La notizia è riportata dalla Gazzetta del Mezzogiorno. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 4 anni.

La donna, che si faceva chiamare zia Martina, finì agli arresti domiciliari nel dicembre del 2021 quando insegnava in una scuola del nord Italia e fu sospesa dall’incarico. Risponde di due episodi di produzione di materiale pedopornografico e di una presunta vicenda di corruzione di minorenne. Il Tribunale ha disposto nei suoi confronti l’interdizione dai pubblici uffici e da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado o servizio in istituzioni e strutture pubbliche e private frequentate da minori, oltre alla misura di sicurezza del divieto di avvicinamento a luoghi frequentati da minori e di svolgere lavori che prevedano un contatto abituale con minorenni per la durata di un anno dopo aver scontato della condanna.

L’imputata è stata assolta ‘perché il fatto non sussiste’ da una ulteriore contestazione di corruzione di minorenne, relativa ad un presunto video di natura erotica con un adolescente. Le indagini partirono in seguito alle denunce presentate ai carabinieri dai genitori delle presunte vittime.

Continua a leggere

Cronache

Addio a José Alberti, fu la prima guida di Maradona a Napoli

Pubblicato

del

José Alberti, la prima guida di Diego Armando Maradona a Napoli, è scomparso ieri all’età di 82 anni. Alberti, nato a Buenos Aires, non era solo l’interprete del Pibe de Oro, ma anche un amico e una figura di riferimento che ha accolto Maradona nella sua famiglia, facendogli conoscere le bellezze della città e la passione calcistica dei suoi abitanti.

Sbarcato in Italia negli anni ’60 per giocare nel settore giovanile della Juventus, Alberti si stabilì a Napoli dopo aver firmato per l’Internapoli. La sua carriera lo portò poi a diventare allenatore in diverse squadre di provincia. Ma fu il suo ruolo nella trattativa per portare Maradona a Napoli che lo rese indimenticabile. Omar Sivori, che aveva chiuso la carriera a Napoli, contattò Alberti per incontrare Jorge Cyterszipiler, il manager di Maradona. Questa missione segreta mirava a far conoscere la città a Diego, che sarebbe stato acquistato da Ferlaino per 13,5 miliardi di lire.

Alberti era presente al San Paolo il 5 luglio 1984, il giorno della presentazione di Maradona. Tradusse le domande dei cronisti di tutto il mondo e suggerì a Maradona alcune parole in italiano per salutare i nuovi tifosi. La sua famiglia, composta dalla moglie Mariagrazia e dai figli Andrea ed Emilia (campionessa di pallanuoto), divenne un punto di riferimento per Diego e la sua compagna Claudia.

José Alberti e Maradona condividevano una forte amicizia. Alberti, nato il 26 ottobre, festeggiava spesso i compleanni con Diego, brindando insieme in luoghi come “La Cueva”, il locale che Alberti aveva aperto a Riva Fiorita. Anche dopo il ritiro, Alberti rimase nel mondo del calcio come consulente per club italiani e argentini.

Cinque anni fa, José Alberti ebbe l’onore di abbracciare Papa Francesco in Vaticano. Il pontefice, tifoso del San Lorenzo, squadra in cui Alberti aveva giocato, ricordava con affetto quei tempi.

I funerali di José Alberti si terranno oggi alle ore 11 nella Chiesa Santa Maria di Bellavista a Posillipo. La sua scomparsa lascia un vuoto nel cuore di chi lo ha conosciuto e di tutti i tifosi napoletani che ricordano con affetto il suo contributo nell’arrivo del più grande calciatore di tutti i tempi a Napoli.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto