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Ozil sposa miss Turchia, Erdogan testimone sul Bosforo

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La cornice è quella ideale per i rotocalchi: calciatore famoso sposa miss nell’incantevole scenario di un hotel extra-lusso sulle rive del Bosforo. Ma quando c’e’ di mezzo Recep Tayyip Erdogan, tutto assume un tratto politico. Tanto più se il giocatore in questione, il tedesco di origini turche Mesut Ozil, è già stato al centro di accese polemiche proprio per la sua relazione privilegiata con il presidente. Oltre la cronaca rosa, non potevano quindi passare inosservate le nozze da sogno celebrate ieri sera a Istanbul tra la stella dell’Arsenal e l’attrice e modella Amine Gulse, miss Turchia nel 2014. Testimoni, uno per parte, il capo dello stato e la first lady Emine. Felice ed emozionata, la coppia ne ha accolto gli auguri di prosperita’ davanti al jet-set locale e internazionale, insieme alle lodi per la loro generosita’: i regali di matrimonio dei tifosi sono stati dirottati verso opere benefiche, insieme a una massiccia donazione alla Mezzaluna Rossa turca: mentre al Four Seasons si festeggiavano i novelli sposi, veniva reso noto che a 15 mila turchi e profughi siriani era stata offerta una cena. La parabola di avvicinamento del calciatore al presidente non e’ pero’ avvenuta senza incidenti.

Tutto e’ cominciato con una foto tra maglie con dedica e sorrisi, durante una visita di Erdogan a Londra. Oltre a Ozil, compariva Ilkay Gundogan, centrocampista tedesco del Manchester City, anche lui con radici nella Mezzaluna, e l’attaccante turco Cenk Tosun. Un episodio che alla vigilia del Mondiale dello scorso anno – e delle elezioni presidenziali in Turchia – scateno’ dure polemiche in Germania, e non solo tra i tifosi. Irritata per lo spot pro-Erdogan reagi’ persino la cancelliera Angela Merkel. E dopo l’eliminazione dalla competizione arrivo’ l’addio tra i veleni di Ozil alla nazionale, con cui 4 anni prima si era laureato campione del mondo: “Sono un tedesco quando vinciamo, ma un immigrato quando perdiamo”, scrisse in un lungo j’accuse contro il presidente federale Reinhard Grindel e il “razzismo” di cui si sentiva vittima. E naturalmente a difenderlo a spada tratta arrivo’ proprio Erdogan, che da grande appassionato di calcio non ne ha mai trascurato il potenziale propagandistico. Gia’ nel referendum presidenzialista del 2017 scateno’ polemiche l’appoggio manifestatogli da Arda Turan, all’epoca stella del Barcellona. Ora la scelta di Ozil di volerlo come testimone, su cui il portavoce di Merkel ha espresso “delusione”. E anche stavolta l’incontro ha assunto un connotato politico, visto che tra due settimane a Istanbul si torna a votare per le comunali, dopo il contestato annullamento dell’elezione a sindaco del candidato dell’opposizione Ekrem Imamoglu. Tutto questo mentre si rafforzano le voci di un passaggio del 30enne fantasista dall’Arsenal al Basaksehir, il club di Istanbul ritenuto vicinissimo al governo. Per Erdogan, lo spot elettorale perfetto.

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Bistecche da 300 euro e Fantacalcio: il presidente della Fipm Fabrizio Bittner squalificato per 20 mesi

Il presidente della Federazione Italiana Pentathlon Moderno Fabrizio Bittner squalificato per 20 mesi: spese non rendicontate per oltre 20mila euro. Tra gli scontrini contestati anche una cena da 291 euro.

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Due bistecche da sogno, una da 115 euro e l’altra da 153 euro, hanno innescato un effetto valanga che rischia di travolgere la carriera di Fabrizio Bittner (foto Imagoeconomica), presidente della Federazione Italiana Pentathlon Moderno (Fipm). Il conto di 291,60 euro in un ristorante vip vicino al Colosseo è solo la punta di un iceberg da oltre 80 mila euro di spese contestate. Di queste, 20 mila sono considerate non giustificate dal Tribunale Federale, che ha inflitto a Bittner una squalifica di 20 mesi, una delle più dure mai emesse in ambito sportivo federale.

La difesa: “Spese di rappresentanza”

Autosospesosi anche dal ruolo di Responsabile Sport di Forza Italia, Bittner ha provato a difendersi parlando di spese istituzionali sostenute nell’esercizio del suo ruolo:

«Rappresento la federazione e ho sostenuto incontri importanti. Se ho superato i limiti previsti, restituirò l’eccesso».

Secondo il regolamento, ogni pasto non dovrebbe superare i 50 euro. Bittner ha spiegato che la cena contestata si è svolta con un consigliere federale, il cui nome non ha voluto rivelare. E sulle famose bistecche?

«Francamente non ricordo, ma il vino era così caro che lo abbiamo pagato di tasca nostra».

Il conto: dal Bistrot Cannavacciuolo al Fantacalcio

L’indagine interna ha portato alla luce un lungo elenco di spese considerate fuori norma:

  • cene di lusso,

  • pranzi in ristoranti stellati,

  • iPhone da 1.800 euro,

  • iscrizioni al Fantacalcio,

  • abbonamenti a iTunes,

  • prelievi di contante definiti “anticipi di rimborso spese”.

Lo scontro con Pierluigi Giancamilli, rivale elettorale e oggi accusatore, ha fatto esplodere il caso. Secondo Bittner, tutto nasce da una «vendetta politica»:

«Giancamilli non ha mai obiettato prima, lo fa ora per ripicca. Ma se non mi vogliono più, me ne andrò».

Precedenti nella Fipm

Non è la prima volta che la Fipm finisce nella bufera. L’ex presidente Lucio Felicita, già radiato dal Coni, ha portato fino in Cassazione la condanna a otto anni per abuso d’ufficio, corruzione e peculato.

«Il mio caso è completamente diverso» precisa Bittner. Ma intanto il rischio di radiazione e di un procedimento penale resta sul tavolo, in attesa del giudizio d’appello e della pronuncia del Coni.

Un destino incerto, che dipende anche da quanto i giudici riterranno “istituzionale” un filettino di Wagyu giapponese da 115 euro.

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Lorenzo Insigne torna in Italia: “Sogno ancora la Nazionale, voglio restare e giocare in Europa”

Dopo tre anni in Canada, Lorenzo Insigne torna in Italia e sogna l’azzurro della Nazionale: “Aspetto la chiamata giusta, restare in Europa è la priorità. Con Sarri sarebbe un onore”.

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Tre anni lontano da casa, a Toronto, in Canada. Ora Lorenzo Insigne è tornato. E lo ha fatto con le idee chiare: restare in Italia, tornare protagonista in Europa e riconquistare la maglia azzurra della Nazionale. Lo ha raccontato in un’intervista a Il Mattino rilasciata ieri all’aeroporto di Fiumicino, appena atterrato da oltreoceano.

“Sto bene, pronto per una nuova sfida”

«Sto molto bene. Contento e sereno del mio rientro», ha esordito Insigne, sorridente e abbronzato, circondato da fan e ragazzini che non hanno perso l’occasione per un selfie. Nessuna nostalgia per Toronto, ma solo gratitudine per l’esperienza: «A livello calcistico non è andata come sognavo, ma ho conosciuto persone fantastiche. È stata un’esperienza importante».

Il sogno azzurro e il rapporto con Gattuso

La priorità per Insigne è chiara: «La maglia azzurra l’ho sempre sognata da bambino. Spero di tornare presto in Nazionale, ma prima devo fare bene nella mia nuova avventura». Parole cariche di stima anche per Gattuso, nuovo commissario tecnico: «Con lui ho un grande rapporto, ci sentiamo ancora. È una persona squisita. Farà bene».

Napoli nel cuore e il legame con Mertens e Hamsik

L’ex capitano azzurro non dimentica le sue radici e i compagni di una vita: «Sono felicissimo per i successi del Napoli, ho festeggiato a Toronto con i miei cari. Marek (Hamsik) è stato il mio capitano, gli auguro tutto il meglio. E con Dries (Mertens) ho condiviso tanto, l’ho anche aiutato a diventare il capocannoniere del Napoli!».

Lazio? “Con Sarri sarebbe un onore”

Quanto al futuro, Insigne lascia ogni decisione al suo agente, ma chiarisce le sue intenzioni: «Voglio restare in Italia, ho una voglia matta di tornare a giocare in Europa». Le voci sulla Lazio lo lusingano, anche se ammette: «Il blocco del mercato complica tutto. Ma tornare con Sarri sarebbe un onore. Prima di decidere bisogna sempre sedersi a tavolino».

L’attesa della chiamata giusta

Il telefono è acceso, la suoneria al massimo. Insigne aspetta quella chiamata giusta che potrebbe riportarlo sotto i riflettori del calcio italiano. Intanto, si concede qualche giorno di vacanza con la famiglia. Ma il richiamo dell’azzurro, stavolta, è più forte che mai.

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Osimhen, countdown Napoli: clausola a 75 milioni valida fino al 10 luglio. Al Hilal e Galatasaray ci provano

Osimhen teme di restare senza squadra: la clausola da 75 milioni scade il 10 luglio. Al Hilal e Galatasaray in pressing, ma il Napoli non fa sconti. Attesa per la scelta del nigeriano.

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Osimhen teme di restare senza squadra: la clausola da 75 milioni scade il 10 luglio. Al Hilal e Galatasaray in pressing, ma il Le lancette corrono e Victor Osimhen comincia a sentire il peso del tempo. Il 10 luglio è la data chiave: entro questa scadenza i club interessati potranno esercitare la clausola rescissoria da 75 milioni di euro presente nel contratto dell’attaccante nigeriano con il Napoli. Oltre quel termine, lo scenario cambierà, e il futuro del bomber sarà tutto da riscrivere.

Al Hilal e Galatasaray in pressing, ma il Napoli non molla

Il Napoli ha ribadito più volte la propria posizione: nessuno sconto sulla clausola. Le uniche due offerte concrete attese entro il termine sono quella dell’Al Hilal, pronto a pagare l’intera cifra richiesta e a offrire 40 milioni a stagione al giocatore, e quella del Galatasaray, che si spinge fino a 60 milioni più bonus. Ma la proposta turca non soddisfa De Laurentiis, che vuole l’intero importo in un’unica soluzione.

Osimhen, dal canto suo, ha preso tempo. Non ha chiuso la porta al Galatasaray e ha frenato con l’Al Hilal, consapevole che le opzioni europee non si sono ancora concretizzate.

Manchester United e l’ostacolo ingaggio

Il domino delle punte in Europa si è attivato con il trasferimento di Gyökeres all’Arsenal. Il Manchester United ha sondato la disponibilità del giocatore, facendo sapere di poter pagare la clausola, ma si è arenato sull’ingaggio: i Red Devils chiedono un taglio alle richieste economiche del calciatore, che attualmente guadagna circa 12 milioni netti l’anno.

L’idea Osimhen continua ad affascinare, ma al momento non ci sono contatti concreti. Si attende una mossa formale che però potrebbe non arrivare in tempo.

Il Napoli aspetta, ma si prepara

Il Napoli non ha fretta e osserva l’evolversi della situazione. Ha ancora una clausola per prolungare l’accordo fino al 2027, un’opzione che potrebbe rafforzare la propria posizione nei prossimi colloqui. Intanto, a Castel Volturno si lavora per il raduno previsto tra pochi giorni e Osimhen potrebbe essere convocato se non sarà trovato un accordo prima.

Da parte sua, Victor vorrebbe evitare un’altra estate da separato in casa. L’obiettivo è trovare una nuova squadra prima dell’inizio del ritiro, ma il tempo stringe e l’ansia cresce. Ora la palla è nei piedi dell’attaccante nigeriano: tra clausole, trattative e strategie, il futuro è tutto da decidere.

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