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Onda sovranista dal Regno Unito, sfonda il Brexit Party di Nigel Farage che archivia la May

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Arriva dal Regno Unito – che in teoria dall’Ue avrebbe dovuto essere gia’ fuori a tre anni dal referendum del 2016 – la grande ondata sovranista di queste elezioni Europee 2019. Il nuovo Brexit Party di Nigel Farage fa il botto stando alle prime proiezioni della Bbc con un 32% di voti. Mentre si avviano a un crollo catastrofico, con un record negativo di appena l’8%, i conservatori dell’ormai dimissionaria Theresa May, in piena crisi di leadership. E arretra pesantemente, attorno al 15%, il Labour di Jeremy Corbyn, in mezzo al guado su dossier Brexit, che si ritrova sorpassato al secondo posto dagli europeisti Libdem (20% circa). Sul fronte dei pro Remain irriducibili – aggrappati alla richiesta di una rivincita referendaria – crescono pure i Verdi, meglio dei conservatori all’11%. Mentre delude Change Uk, neonata forza centrista formata da un’improvvisata fusione di transfughi di Tory e Labour e si consolidano semmai nei rispettivi territori gli indipendentisti scozzesi dell’Snp e gallesi di Plaid Cymru: ostili al divorzio da Bruxelles, favorevoli a quello da Londra.

 

I risultati, arrivati a scoppio ritardato sull’isola, dove in effetti si e’ votato giovedi’ 23, ma con scrutinio congelato fino alla chiusura delle urne in tutti gli altri 27 Paesi, sono il frutto in effetti di un contesto molto particolare e per certi versi casuale. Trattandosi di una consultazione segnata da un’affluenza storicamente molto piu’ bassa rispetto al voto nazionale (quest’anno solo in leggera ascesa attorno al 37%), dal sistema di voto proporzionale totalmente diverso rispetto a quello nazionale e da un contesto monotematico: sullo sfondo di quella polarizzazione ‘Brexit si’-Brexit no’ che l’impasse parlamentare sulla ratifica dell’addio all’unione mantiene viva. Una consultazione destinata comunque a condizionare nelle prossime settimane la corsa alla successione di Theresa May alla guida del partito conservatore e poi del governo. E a rafforzare inevitabilmente le chance dei candidati euroscettici, Boris Johnson in testa, dato il salasso di voti Tory verso Farage. La delusione viene del resto a galla pure per Labour, dalle cui file John McDonnell, cancelliere dello Scacchiere ombra (e braccio destro di Corbyn, che proprio oggi compiva 70 anni), aveva evocato ancor prima dell’apertura delle urne “una bella legnata”. Nel partito salgono le voci di chi chiede al leader di schierarsi a questo punto decisamente in favore di un secondo referendum sulla Brexit, tanto piu’ di fronte allo scenario del possibile ingresso a fine luglio a Downing Street al posto della May di un premier “brexiteer estremista” non alieno all’idea di un traumatico divorzio no deal dall’Ue. Anche se l’epilogo piu’ immediato dei prossimi mesi potrebbe essere alla fin fine quella di elezioni nazionali anticipate nel Regno: nelle quali il sistema del maggioritario secco e dei collegi uninominali diventerebbe davvero una prova di equilibrismo per un partito costretto a rivolgersi grosso modo a due terzi di elettori tradizionali europeisti e a un terzo di pro Brexit.

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Dazi e migranti, i primi sei mesi di Trump alla Casa Bianca

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Il caso Jeffrey Epstein rovina la festa di Donald Trump, che celebra il 20 luglio i primi sei mesi della sua presidenza. Un semestre in cui ha cercato di mantenere le sue promesse elettorali, dai migranti al taglio del tasse, ma rovinato nelle ultime settimane dall’esplosione dello scandalo dell’ex finanziere morto in carcere che sta facendo tremare la sua fedelissima ministra della Giustizia Pam Bondi. Da gennaio Trump ha tirato dritto su tutte le sue priorità, fra le quali la grazia ai rivoltosi del 6 gennaio. Ha lanciato anche un’aggressiva campagna contro i migranti nel tentativo di portare a termine la maggiore deportazione della storia, come promesso durante la campagna elettorale.

E si è speso con forza per far approvare al Congresso il suo ‘big beautiful bill’, il budget contenete la riduzione delle tasse e l’abolizione delle imposte su mance e straordinari. Il presidente ha inoltre portato avanti la battaglia dei dazi, che da anni predica siano uno strumento essenziale. Nel nome dell’America First ha ridisegnato anche il ruolo dell’America nel mondo, facendo affidamento sul segretario di stato Marco Rubio. Le ultime settimane sono però state turbolente con il caso Epstein che ha spinto il movimento Maga per la prima volta a criticarlo, e la casa Bianca costretta ad ammettere che il presidente soffre di insufficienza venosa dopo che una foto delle caviglie gonfie di Trump è divenuta virale.

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Si dimette ceo del video a concerto dei Coldplay divenuto virale

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L’amministratore delegato di Astronomer Andy Byron si è dimesso dopo che un video divenuto virale lo ha ripreso al concerto dei Coldplay con Kristin Cabot, la responsabile del personale della società. Byron e Cabot sono entrambi sposati. Il consiglio di amministrazione di Astronomer ha accettato le dimissioni e si è impegnato ad avviare la ricerca di un nuovo numero uno.

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Almeno 20 droni russi su Odessa, un morto

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Almeno una persona è stata uccisa e altre tre sono rimaste ferite la notte scorsa in seguito ad un massiccio attacco delle forze russe con una ventina di droni su Odessa, nell’Ucraina meridionale: lo hanno reso noto il sindaco della città, Gennady Trukhanov, e il capo dell’amministrazione militare regionale, Oleg Kiper. Nell’attacco, riporta Ukrainska Pravda, sono stati danneggiati alcuni condominii e uno è andato a fuoco. Secondo le informazioni finora disponibili, 5 persone sono state tratte in salvo dagli appartamenti in fiamme. Il Servizio di emergenza nazionale ha precisato che la vittima era una donna, riferisce Rbc-Ucraina.

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