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Milano

Ricatto del sindaco di Milano: Governo metta soldi e ci indichi come città candidata alle Olimpiadi

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La candidatura di Milano, Cortina e Torino alle Olimpiadi 2026 non è cosa fatta e non è manco scontata. Milano certo ci prova. E lo fa con i suoi modi. Con l’arroganza della città che tutto può se solo vuole. Il sindaco della città della Madonnina tutta d’oro che la illumina da mane a sera, Giuseppe detto Beppe Sala, al Governo gialloverde M5S-Lega non ha rivolto una preghiera ma imposto un aut aut. Il premier Giuseppe Conte o chi per lui deve dire a strettissimo giro al sindaco di Milano (lo chiede Sala) se l’Italia vuole presentare una candidatura unitaria in cui compaiano le tre località e in quale ordine saranno indicate le città. Il sindaco di Milano ha fatto sapere che o sono le Olimpiadi di Milano o Milano si tira fuori.  Perché andrebbe anche bene la candidatura Milano-Cortina-Torino per i Giochi del 2026, ma poi deve essere chiaro che il marchio di qualità sarà Milano. La forma e la sostanza del ragionamento del sindaco Sala evidentemente va di traverso ai piani alti del Movimento 5 Stelle. Primo perché i ricatti non sono mai piacevoli da subire, poi perché a Torino c’è il sindaco Chiara Appendino. E dunque hanno già fatto sapere i grillini che Sala se vuole può anche andare, perché “così non è possibile procedere”.

Beppe Sala forte della arroganza di rappresentare Milano, invece di fare un passo in direzione della buona educazione istituzionale, senza fare ricatti, ha preso carta e penna ed ha scritto una lettera al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport, Giancarlo Giorgetti. Che sì, è leghista. Ma è pur sempre un milanese di adozione nato a Cazzago Brabbia vicino Varese e diciamo che da sempre è ben disposto verso Milano, la città degli affari e della finanza. Non c’entra quasi nulla ma Giorgetti è cugino del banchiere Massimo Ponzellini ed ha molte amicizia in comune con il sindaco Pd di Milano. Che continua a chiedere che Milano sia indicata come primo nome nel brand e, in caso di “tridente”, la responsabilità amministrativa dell’evento dovrà ricadere in toto sul Governo. Tradotto: altri miliardi soprattutto per Milano.

In sintesi, Milano non si tira indietro dal cosiddetto ‘tridente’, ma la città, secondo il primo cittadino, deve essere la più visibile. Quindi, no all’ipotesi ‘Italia 2026’, ok invece a una candidatura Milano-Cortina-Torino purché la scritta ‘Milano’ campeggi al di sopra delle altre due o in prima posizione. Una richiesta che contrasta con le velleità di Torino, la cui sindaca Chiara Appendino aveva chiesto “pari dignità per tutte le tre città candidate”, e che in breve ha destato la reazione di Simone Valente, sottosegretario della presidenza del Consiglio per i rapporti con il Parlamento e responsabile sport per il M5S: “Le parole di Sala – fa sapere Valente – non sono allineate con quanto emerso nel recente incontro a Palazzo Chigi. Mettiamo un punto fermo a questo paradosso: non è possibile procedere quando le condizioni proposte da Coni e Governo non sono sostenute da una città importante come Milano”. L’ultima parola spetta a Giorgetti. Che dice “il governo non ritiene che una candidatura fatta così possa avere ulteriore corso. Questa proposta non ha il sostegno del governo e come tale è morta qui”. Parole che  il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport, usa in audizione al Senato. Vuol dire che è tutto finito? Che dopo le Olimpiadi di Roma non parteciperanno manco a quelle invernali del 2026? No. La candidatura è morta come tridente, ma in giornata si dovrebbe sapere di un piano B e domani il Coni sarà a Losanna dal Cio per presentare una candidatura alternativa:

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Cronache

Poliziotto ferito, l’ira di Sala: governo inadempiente, l’accoltellatore doveva essere espulso

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“I delinquenti acclarati devono essere rimpatriati e intendiamoci, il punto è chi fa che cosa. Quindi anche il nostro governo, visto che qualche esponente dei partiti di maggioranza butta la croce addosso a Milano e a me, faccia un esame di coscienza e si chieda perché non fa il suo dovere”. Così il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha commentato il ferimento di un agente di Polizia avvenuto questa notte in città, sottolineando che “se c’è un provvedimento di espulsione il dovere è eseguirlo. Altrimenti chi ci rimette sono le forze dell’ordine o i cittadini” e in questo caso è “chiaro di chi è la responsabilità”.

“Vediamo questo caso nella sua dinamica e nella sua storia – ha detto Sala a margine di Orticola, la mostra mercato di fiori -. La persona che ha colpito” l’agente “era stata fermata qualche giorno fa su un treno con una lama, eppure era in giro. Aveva ricevuto un provvedimento di espulsione da tempo, firmato dal prefetto di Avellino ed era ancora in Italia. Se c’è un provvedimento di espulsione il dovere è eseguirlo”. “Altrimenti chi ci rimette sono le forze dell’ordine o i cittadini. Quindi in questo caso la responsabilità è chiaro di chi è – ha concluso -. Questo non è un caso isolato qui ormai l’idea è che tanto non succede nulla e che tanto si può delinquere. Quindi ci deve essere certezza della pena e chi sbaglia deve pagare. Altrimenti sono sempre le città e i cittadini a pagarne le conseguenze e non va bene”.

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Cronache

Milano, diciottenne ucciso a colpi di pistola nella notte

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Nella notte scorsa assurdo delitto alla periferia di Milano. Un giovane diciottenne, di origine slava, è stato brutalmente ucciso con tre colpi d’arma da fuoco al torace in via Varsavia, vicino all’ortomercato. Secondo quanto emerso da una prima ricostruzione, il ragazzo si trovava a bordo di un furgone quando è stato avvicinato da un gruppo di individui che hanno aperto il fuoco.

I dettagli dell’aggressione dipingono un quadro di violenza e paura. La vittima, evidentemente ignara del pericolo, stava riposando all’interno del mezzo insieme a una donna, forse la sua compagna. Gli assassini hanno infranto i vetri del furgone per accertarsi della presenza di persone all’interno, prima di aprire il fuoco. Il giovane è stato soccorso tempestivamente dagli operatori del 118, ma purtroppo i loro sforzi sono stati vani: è spirato poco dopo il suo arrivo all’ospedale Policlinico.

La compagna del ragazzo, fortunatamente, è sopravvissuta all’attacco, ma è stata portata in ospedale in stato di choc, testimone impotente della tragedia che si è consumata sotto i loro occhi.

Le indagini sono ora nelle mani degli agenti della Polizia di Stato, impegnati a cercare di gettare luce su questo terribile crimine. La zona intorno all’ortomercato, come riportato dalle autorità, è nota per essere frequentata da roulotte e furgoni abitati, soprattutto da comunità nomadi. Tuttavia, quanto accaduto stanotte ha scosso la comunità locale e ha sollevato interrogativi su quanto sicure siano realmente queste aree.

Mentre la città si ritrova a piangere la perdita di un giovane vita spezzata troppo presto, ci si interroga anche su quali misure possano essere prese per prevenire simili tragedie in futuro. In un momento in cui la sicurezza pubblica è al centro delle preoccupazioni di tutti, è fondamentale che le autorità agiscano con fermezza per garantire la protezione di tutti i cittadini, indipendentemente dal loro status sociale o dalle loro abitudini di vita.

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Cultura

Da Picasso a Tim Burton, a Milano una mostra a settimana

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Da Pablo Picasso a Dolce e Gabbana, da Edvard Munch a Mike Bongiorno, fino al regista Tim Burton con il suo straordinario universo creativo. Sono quasi cinquanta le mostre in programma nel 2024 a Milano, a Palazzo Reale e nelle altre sedi del Comune, in pratica una a settimana a conferma di un’offerta varia. Il 2023 del resto è stato un anno da numeri record con oltre 3 milioni di visitatori nelle mostre e nei musei del Comune, mentre nelle sedi espositive delle mostre temporanee sono arrivati 1.475.776 visitatori (oltre il 40% in più rispetto al 2022).

Sono “dati positivi che non sono un punto di arrivo, ma uno sprone per proseguire con la collaborazione tra arte, turismo e mostre”, ha osservato l’assessore alla Cultura del Comune Tommaso Sacchi. Mentre il sindaco Giuseppe Sala ha parlato di “numeri che ci danno fiducia e ci permettono di rilanciare in modo convinto sul 2024”, ha sottolineato. Il 2024 e il 2025 saranno all’insegna dell’arte moderna e soprattutto contemporanea, protagonista assoluta del programma espositivo, nel segno del rapporto tra l’Italia e la Francia, tra Milano e Parigi, che inizia con il grande ritorno di Pablo Picasso.

Sono ben due le esposizioni a lui dedicate: una a Palazzo Reale da settembre, in collaborazione con il Musée national Picasso-Paris, che seguirà il filo rosso del suo status di “eterno straniero” in Francia; e l’altra al Mudec, in collaborazione con i principali musei spagnoli e gli eredi di Picasso. In maggio, sempre a Palazzo Reale, l’artista Ercole Pignatelli reinterpreterà invece in chiave performativa Guernica, il capolavoro di Picasso, dipingendo nell’arco di sei giorni una tela della stessa dimensione, in occasione dei settant’anni dalla straordinaria esposizione di Guernica in Sala delle Cariatidi.

Ad inaugurare le mostre del 2024 sarà, il 24 febbraio, ‘Giuseppe De Nittis artista europeo’, la più completa monografica sul pittore che conquistò Parigi, con in esposizione ben 90 opere. Da febbraio sempre a Palazzo Reale è in programma una mostra dedicata a Brassaï, il fotografo ungherese di nascita e francese d’adozione con immagini iconiche dal 1930 al 1958. Grazie alla collaborazione con la Francia dal 19 marzo aprirà sempre nella stessa sede ‘Cézanne e Renoir. dalle collezioni del musée d’Orsay e dell’Orangerie’. E nasce da una collaborazione con il musée d’Orsay e con il Getty Museum di Los Angeles la monografica di Paolo Troubetzkoy in programma nel 2026 alla GAM-Galleria d’arte moderna. Dall’arte alla moda con la mostra ‘Dal cuore alle mani. Dolce e Gabbana’ che animerà Palazzo Reale ad aprile, mentre nel 2025 sarà la volta di Dalì e il suo legame con la moda. In concomitanza con i 70 anni della Rai a settembre spazio, a Palazzo Reale, all’esposizione che ripercorre la vicenda personale e professionale di uno dei suoi principali protagonisti, Mike Bongiorno, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. Mostra del centenario anche per Enrico Baj, mentre l’anno di Palazzo Reale si chiuderà con Edvard Munch con opere provenienti dal Munch Museet di Oslo e una dedicata alla fotografia di Ugo Mulas.

Alla Fabbrica del Vapore nel 2024 arriverà il genio di Tim Burton con la mostra “Labirynth”, un viaggio nell’universo creativo del regista di Beetlejuice, Batman, Edward mani di forbice, Nightmare Before Christmas. Anche i musei civici contribuiscono alla proposta espositiva temporanea. Al Museo del Risorgimento, ad esempio, in occasione dei 100 anni dell’anniversario dell’omicidio di Giacomo Matteotti, la Fondazione Anna Kuliscioff realizzerà in autunno, in collaborazione con le Civiche Raccolte Storiche, una mostra storico-documentaria per indagare a fondo la figura di Matteotti e la sua relazione con la città di Milano. Già in programma, invece, nel 2025 alla Gam-Galleria d’Arte Moderna di Milano la mostra dedicata a Giuseppe Pellizza da Volpedo, che dialogherà con il Quarto Stato, capolavoro protagonista della collezione permanente del Museo.

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