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Nuova operazione Ue in Libia, niente sbarchi in Italia

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 Accordo raggiunto in Europa per l’avvio dell’operazione militare europea Irini (‘Pace’ in greco), per il controllo dell’embargo Onu sulle armi alla Libia. Il comando sara’ a Roma, ma eventuali migranti che dovessero essere soccorsi in mare non saranno sbarcati nei porti italiani. L’intesa prevede infatti che i Paesi partecipanti definiscano un meccanismo di ripartizione ad hoc, su base volontaria, con lo sbarco nei porti della Grecia. Una soluzione accettata da Atene in cambio di compensazioni politiche ed economiche. Anche perche’, come e’ stato fatto notare – alla luce dell’emergenza coronavirus – non sono pensabili gli sbarchi nei porti nazionali o la partecipazione italiana alla ridistribuzione. I dettagli comunque sono trapelati in via confidenziale, perche’ l’intesa e’ stata trovata alla riunione degli ambasciatori dell’Ue e deve essere ancora ufficializzata con una procedura scritta, che prevede il silenzio assenso, e sara’ lanciata domani. La nuova missione, destinata a sostituire l’attuale operazione antiscafisti Sophia, il cui mandato scadra’ a fine marzo, dovrebbe partire gia’ da aprile e avra’ un mandato di un anno, con verifiche sulla sua operativita’ ogni quattro mesi. Il ‘core business’ di Irini sara’ concentrato sulla vigilanza dell’embargo delle Nazioni Unite sulle armi alla Libia. Un nuovo segnale dell’Ue di voler far avanzare il processo di pace, in linea con lo spirito della conferenza di Berlino, per arrivare presto ad un cessate il fuoco tra le due parti in conflitto, il tripolino Serraj e l’uomo forte della Cirenaica Haftar. E proprio in questi giorni il portavoce dell’Alto rappresentante, Josep Borrell, ha parlato di “segnali positivi” in questa direzione. Vari nodi per trovare una quadra erano stati sciolti nelle settimane scorse, quando dopo lunghe trattative a meta’ febbraio era stata trovata un’intesa politica per un’operazione navale e aereo-satellitare per il pattugliamento nel quadrante di mare ad est della Libia, lontano dalla costa ovest, dove invece si intercettano le rotte dei migranti, e dove gia’ opera la Guardia costiera libica. Le navi di Irini, e’ stato spiegato, incroceranno percio’ in un’area dove e’ improbabile imbattersi nei barconi alla deriva. Tra l’altro, per arrivare all’accordo e’ stata determinante l’introduzione di una clausola che prevede il ritiro delle navi in caso di ‘pull factor’, nel caso cioe’ dovesse essere rilevato che la presenza europea in mare attrae flussi migratori. Alla missione, oltre all’Italia, parteciperanno Paesi come Francia, Spagna, Germania e Finlandia. E come gia’ avvenuto per Sophia, si potranno svolgere attivita’ di intelligence ed eventuali pattugliamenti sul territorio, ma solo dopo le necessarie intese con le autorita’ locali.

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Esteri

Caos eredità Maradona: le figlie accusano l’ex avvocato Morla di frode e chiedono la restituzione di 13 milioni di dollari

Le figlie di Diego Maradona accusano l’ex legale Morla di frode: spariti 13 milioni dai conti esteri. Al centro del caso la società Sattvica e i diritti d’immagine.

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Dove sono finiti 13 milioni di dollari? È la domanda che oggi agita il tribunale di Buenos Aires e infiamma lo scontro tra gli eredi di Diego Armando Maradona e l’avvocato Matías Morla (nella foto con Diego), il rappresentante legale e uomo di fiducia del Pibe de Oro negli ultimi anni della sua vita. A portare la questione in tribunale sono state Dalma e Gianinna, figlie di Diego e di Claudia Villafañe, che accusano Morla di aver sottratto fondi e di aver agito alle spalle degli eredi legittimi.

Secondo le figlie dell’ex campione, il patrimonio occultato ammonterebbe a oltre 13 milioni di dollari, presenti su conti bancari esteri a nome del padre. Le accuse non si fermano qui: Morla avrebbe anche trasferito in modo sospetto il controllo della società Sattvica – che gestisce i diritti commerciali sul nome e sull’immagine di Maradona – alle sorelle di Diego, Rita e Claudia Norma Maradona, eludendo così il passaggio naturale ai figli eredi.

La frode secondo le figlie

Nel dossier presentato in tribunale, i legali di Dalma e Gianinna parlano apertamente di frode post mortem, sostenendo che la firma apposta da Maradona sui documenti che affidavano pieni poteri a Morla potrebbe essere stata falsificata. La società Sattvica, secondo la loro ricostruzione, sarebbe stata solo formalmente intestata a Morla e al cognato Maximiliano Pomargo, ma in realtà sottostava alla volontà di Diego, che ne era il socio occulto. Dopo la morte del Pibe, il rifiuto di Morla di riconsegnare ai figli il controllo della società rappresenterebbe un’ulteriore violazione dei loro diritti.

Conti bancari e attività commerciali

Nel programma argentino “Intrusos”, sono stati resi noti i dettagli dei presunti conti esteri:

  • 1,6 milioni presso Bank Caribbean

  • 1,9 milioni presso la North National Bank di Abu Dhabi

  • 5 milioni presso Paribas

  • 5 milioni presso HSBC

Fondi che, secondo l’accusa, Morla avrebbe occultato e che ora gli eredi chiedono di recuperare e suddividere tra i cinque figli riconosciuti di Maradona: Dalma, Gianinna, Diego Jr, Jana e Diego Fernando.

Il ruolo controverso di Morla

Morla, attraverso il suo legale Rafael Cuneo Libarona, ha rigettato ogni accusa, sostenendo che la gestione dei diritti d’immagine fu affidata alle sorelle di Diego su esplicita volontà del Pibe, che aveva interrotto ogni rapporto con l’ex moglie Claudia e le figlie. Nonostante ciò, la sua figura resta al centro delle polemiche. Nel 2021, in occasione di una manifestazione a Buenos Aires per chiedere giustizia sulla morte del campione, Morla fu duramente contestato, insieme al neurochirurgo Luque, rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio con dolo eventuale.

Il marchio Maradona e Sattvica

Intanto Sattvica, la società al centro della disputa, continua a gestire le licenze commerciali legate a Maradona: abbigliamento, tequila, caramelle, palloni e gadget firmati dal campione. La società ha sede sia in Argentina che in Spagna, e a oggi Morla avrebbe confermato di avere rapporti quotidiani solo con le sorelle del Pibe.

La battaglia legale, appena iniziata, si preannuncia lunga e complessa. Sul piatto non ci sono solo soldi e proprietà, ma anche il controllo del nome e del mito di Diego Armando Maradona, che continua a vivere nei cuori dei tifosi e nei tribunali.

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Esercito Usa crea nuova zona militare a confine Messico

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L’esercito statunitense ha creato una seconda zona militare lungo il confine con il Messico, aggiungendo un’area in Texas dove le truppe possono trattenere temporaneamente migranti o intrusi, dopo che un’altra area simile era stata designata nel New Mexico il mese scorso. Lo scrive l’agenzia Reuters sul suo sito web. Il mese scorso l’amministrazione Trump aveva designato una prima striscia di 440 km quadrati lungo il confine del New Mexico come “Area di Difesa Nazionale”. Ora arriva la “Texas National Defense Area”, una striscia lunga 101 km che si estende a est dal confine tra Texas e New Mexico a El Paso.

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Ok Usa a equipaggiamenti F-16 per l’Ucraina

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Il Dipartimento di Stato americano ha approvato la potenziale vendita di parti e equipaggiamenti del caccia F-16 all’Ucraina per 310 milioni di dollari: lo ha reso noto il Pentagono. Tra i principali appaltatori figurano Lockheed Martin Aeronautics, Bae Systems e Aar Corporation. (

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