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Cronache

Netturbino “esaurito” va in malattia nel villaggio turistico, la denuncia sui social del sindaco di Marcianise

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Torna dalla malattia dopo circa due anni ma è “esaurito” ed ha bisogno di un mese di riposo, certificato da tanto di attestazione medica. Dopo proverà a ritemprarsi dal sui male oscuro? Non nella sua abitazione di Marcianise ma al mare, a Capaccio/Paestum.

A denunciare la situazione è stato il sindaco di Marcianise Antonello Velardi che racconta della depressione di un dipendente della Marcianise Servizi, l’azienda che si occupa della raccolta rifiuti nella cittadina del casertano. Dal certificato medico redatto dalla psicologa si apprende come il lavoratore soffra di “disturbo di ansia con attacchi di panico innestato su un disturbo depressivo atipico”.

La patologia, secondo la professionista, ha radici sistemico-familiari ed ha preso forma di forti somatizzazioni fisiche inquadrate come “cervicalgia” per la quale è stata condotta una terapia farmacologica. Ma la causa del suo male era psichica e per questo dopo essere rientrato al lavoro dal mese di febbraio ha bisogno di un “periodo di riposo di almeno un mese”. E poichè siamo ad agosto la degenza meglio passarla al mare: la reperibilità durante la malattia è stata indicata a Capaccio/Paestum, “all’indirizzo di un villaggio turistico”, riferisce Velardi.

Il sindaco non nasconde la propria “incazzatura” per “un mese di riposo, di malattia, ma in un villaggio turistico sul mare. Ad agosto. Pagato nel frattempo 1.600 euro al mese, quota piena. Per la cronaca i soldi li mette l’Inps, cioè li mettiamo noi, cioè io e voi. Chi se ne frega dei rifiuti da raccogliere? L’importante è riposarsi in riva al mare, regolarmente retribuito. Massimo rispetto e massima comprensione per chi è davvero ammalato – prosegue – massimo disprezzo per chi prende i soldi e si mette di malattia andando a fare le vacanze. E massimo disprezzo per quei medici che certificano queste malattie”.

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Cronache

Tentativo di evasione con le lenzuola ieri notte ad Avellino

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Hanno tentato di scappare utilizzando un lenzuolo i due detenuti che ieri hanno provato a evadere dal carcere di Bellizzi, ad Avellino. I due carcerati sono stati però bloccati dalla polizia penitenziaria, mentre cercavano di superare il muro di recinzione. Un terzo, che come gli altri due si era allontanato dalla sezione di isolamento, sentendosi braccato, ha invece deciso di rientrare. Nel frattempo, all’esterno, era già scattato il piano predisposto per il contrasto alle evasioni dai penitenziari: il carcere è stato cinturato dalle forze dell’ordine e il funzionario della Polizia di Stato delegato dal questore di Avellino Pasquale Picone, raggiunto il complesso penitenziario, ha coordinato la “macchina organizzativa” tenendo costantemente informati sia il questore, sia l’autorità giudiziaria. Sono state anche fatte arrivare ulteriori pattuglie per presidiare le vie di fuga dalla città. I due detenuti, identificati, sono posti in altra cella sotto stretto controllo della polizia penitenziaria. Solo a notte fonda la situazione è rientrata.

“Il sistema penitenziario campano oramai è allo sbando – commentano il presidente e il segretario regionale dell’Uspp Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio – oramai tra i detenuti si è diffuso un senso di impunità perché non vengono applicati criteri sanzionatori. Chiediamo ai vertici del dipartimento nonché alla politica di valutare l’operato del provveditore della Campania perché a tutt’oggi non è riuscito neanche a mandare un supporto al carcere di Avellino”. “Oramai in Campania la situazione è fuori controllo”, dichiara il segretario regionale del Sappe in Campania Tiziana Guacci. Siamo molto preoccupati per la situazione del carcere di Avellino ma anche degli altri istituti penitenziari campani. Da tempo aspettiamo segnali dai vertici dipartimentali: abbiamo richiesto un tavolo di confronto con il prefetto al fine di trovare soluzioni condivise visto che la situazione rischia di compromettere l’ordine pubblico”.

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Cronache

Incendio in negozio a Milano, morti tre giovani cinesi

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È di tre morti il bilancio di un incendio avvenuto ieri sera intorno alle 23.00 a Milano in un emporio di articoli cinesi in via Ermenegildo Cantoni 3. Le vittime sono tutte giovani e di nazionalità cinese: si tratta di due fratelli di 19 e 17 anni ed un’altra di 24 anni. Sul posto sono intervenuti cinque mezzi del Comando di Milano che hanno lavorato tutta la notte per domare le fiamme e poi procedere alla messa in sicurezza del magazzino.

Carabinieri e polizia scientifica stanno indagando per capire le dinamiche dell’evento. Sul posto anche 118 e polizia locale. I Vigili del fuoco stanno ancora lavorando per procedere al raffreddamento degli ambienti ed al conseguente smassamento.

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Cronache

Incidente sul lavoro, operaio muore schiacciato nel Bresciano

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Nuova vittima sul lavoro in provincia di Brescia. Un operaio di 55 anni è infatti morto travolto da un carico. È accaduto nei capannoni della Bettoni Plastiche di Torbole Casaglia. L’uomo stava movimentando un carico quando ha perso l’equilibrio e il peso lo ha schiacciato.

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