La politica e la giustizia. Torna lo scontro a tutto campo. Una volta il motivo del contendere erano i conflitti di interesse di Berlusconi, i guai giudiziari del Cavaliere poi condannato per evasione fiscale e cacciato dal Parlamento grazie alla legge Severino. Oggi il nemico è il capo leghista Matteo Salvini, che dell’ex premier ha preso il posto nel centrodestra e nelle istituzioni. Oggi, al Viminale, la Procura di Palermo ha trasmesso attraverso i carabinieri l’avviso di garanzia, peraltro già ampiamente annunciato, relativamente al presunto sequestro di migranti sulla nave Diciotti. L’inchiesta è della procura di Agrigento, con il capo degli uffici giudiziari Luigi Patronaggio. Gli atti di indagine e le contestazioni dei reati sono stati poi spediti da Palermo perchè essendo l’indagato un ministro, va portato davanti al Tribunale dei Ministri. E questo lo può fare la procura della città capoluogo. Come ha risposto il ministro Matteo Salvini alla iniziativa della magistratura? Con estrema durezza, profilandosi così uno scontro ruvido tra istituzioni. Matteo Salvini ha aperto in diretta sul suo profilo Facebook il plico della procura di Palermo dopo aver annunciato prima su Instagram e poi su Facebook, di aver ricevuto l’avviso di garanzia.
L’arma usata dal leader leghista, in diretta dal suo ufficio del Viminale, è quella della ironia, ma a ben guardarlo non sembra particolarmente tranquillo e sereno. Dietro il suo sorriso beffardo sembra celarsi amarezza. “Grazie ai magistrati, grazie al procuratore di Genova, grazie a tutti: mi date solo più forza”. L’accenno a Genova è relativo alla richiesta di 49 milioni che i magistrati liguri devono sequestrare alla Lega per riprendersi i 49 milioni di contributi per rimborsi elettorali truffati da Umberto Bossi quand’era capo della Lega Nord. Se i pm di Genova dovessero sequestrare fino all’ultimo centesimo dalla casse della Lega, la chiuderebbero per mancanza di fondi. Nell’atto recapitato a Matteo Salvini non c’è il capo di Gabinetto del Viminale, Matteo Piantedosi, che evidentemente non risulta indagato in questo contesto perchè non è un ministro ma quasi sicuramente sarà indagato dalla procura di Agrigento in via ordinaria con la contestazione, forse, degli stessi reati addebitati al suo capo Salvini. Il tribunale dei ministri ha ora 90 giorni per svolgere le indagini “sollecitate” dalla Procura. Al termine dei tre mesi i giudici, che potranno modificare i reati ipotizzati dai pm e disporre anche nuove iscrizioni nel registro degli indagati, potranno archiviare il fascicolo oppure rimandare gli atti in Procura perché chieda al Senato l’autorizzazione a procedere a carico del ministro.
Salvini davanti ad accuse così gravi non convoca una conferenza stampa, salta a piè pari ogni confronto con i media, e si rivolge al Tribunale dei social, dove sicuramente ha più amici dei giudici. “Non mi ritengo né un sequestratore né un eversore. E magari mi assolvono”, dice, “ma sono indagato e rischio fino a 15 anni di carcere, senza contare le aggravanti”. “Per me è un’esperienza nuova e ci tengo a condividerla con noi” racconta Salvini su Fb, interloquendo con chi, migliaia di persone, lo segue. Poi legge il contenuto dell’atto giudiziario, con le contestazioni, le indagini preliminari avviate nei suoi confronti. “Dovrebbe essere il sequestro di persona aggravato dal fatto che io sia un pubblico ufficiale, dal fatto che ci fossero dei minori a bordo e dal fatto che si sia protratto per diversi giorni”. Il ministro dell’Interno non vuole mostrarsi turbato dall’atto: “Sui 100 immigrati che avrei sequestrato – prosegue – pare che 75 siano spariti. A fronte dell’accoglienza che è stata loro garantita hanno risposto sparendo, non si sono fatti identificare”. Non c’è alcun dubbio che anche queste contestazioni, questa inchiesta sarà utilizzata dal ministro e capo leghista a fini di propaganda politica, polarizzando sempre più il consenso verso una forza di maggioranza che quattro mesi fa vantava non più del 10 per cento del consenso, alle elezioni ha incamerato oltre il 17 per cento ed oggi, secondo molti sondaggi, addirittura è, o sarebbe, la forza politica che gode di maggiore consenso nel Paese. La Lega sarebbe oltre il 33/34 per cento.