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Cronache

Natale a Napoli, ecco tutte le iniziative per turisti e per i Napoletani per godersi buone vacanze in città all’insegna della cultura

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Un mese di eventi dal 6 dicembre al 6 gennaio: ha inizio il Natale a Napoli. La città si veste di luci ed accoglie mostre d’arte di grande interesse che arricchiscono i luoghi della cultura. Musica, teatro, performance, eventi compongono una agenda fittissima, dimostrazione plastica di una città in costante ed incontenibile fermento. Il programma dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo per queste festività di Natale e di fine anno, presentato questa mattina a Palazzo San Giacomo, è dedicato non solo ai napoletani residenti in città ed alle migliaia di turisti che da ogni parte del mondo affolleranno le nostre strade e le nostre piazze, ma anche a tutte quelle napoletane e quei napoletani che sono dovuti andar via e che durante il periodo natalizio ritornano a casa. Il programma degli eventi è stato realizzato con i giovani dell’Accademia di Belle Arti della specialistica in Comunicazione pubblica e d’impresa, indirizzo Editoria, Illustrazione, Fumetto coordinati dalla professoressa Enrica D’Aguanno, docente di Design della comunicazione; il design grafico scelto per la manifestazione “Natale a Napoli 2019” è di Giordana Rega. Anche il programma generale è frutto di un lavoro partecipato e collettivo grazie alla ‘comunità culturale’ che ha risposto alla manifestazione di interesse dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo che richiamava all’opera artisti, associazioni, enti, guide turistiche e a loro chiedeva di mettersi in gioco per i cittadini di ritorno in città per il Natale. Per i turisti, invece, è stato realizzato un decalogo che vuole essere una guida alle buone pratiche per un turismo responsabile. Il decalogo sarà distribuito nei siti museali di gestione comunale nonché nei due infopoint comunali riattivati a partire da domenica 8 dicembre in previsione della stagione natalizia che, anche quest’anno, si preannuncia caratterizzata da alti flussi di visitatori. Si tratta dei punti informativi di piazza Cavour nei pressi del Museo Archeologico Nazionale e di Piazza Capuana, che resteranno aperti nei giorni feriali dalle ore 9.00 alle ore 16.00 e nei giorni festivi dalle ore 9.00 alle ore 14.00.

Evento emblematico di questa edizione è la kermesse “Bentornati a casa”, in programma domenica 22 dicembre nel cortile del Convento di San Domenico Maggiore con un cast tutto al femminile: si esibirà per l’occasione Teresa De Sio, la cui storica canzone Voglia ‘ e turnà ha ispirato il titolo della manifestazione, il duo Ebbanesis e la giovane rapper Leslie. A condurre la serata saranno gli artisti di Casa Surace, testimonial della manifestazione che hanno declinato da tempo i temi del Sud e del Natale al Sud con garbo e ironia. Questo evento sarà anticipato da un workshop promosso dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo e dall’Assessorato al Lavoro del Comune di Napoli che si terrà a Palazzo Venezia il 21 dicembre dalle 17.00 che affronterà, con il supporto di esperti del settore, la tematica dell’emigrazione meridionale e delle sue ricadute socioeconomiche e culturali. E poi c’è una rassegna di 12 concerti per la direzione artistica di Enzo Avitabile, con artisti provenienti da diverse parti della Terra, ognuno con la propria cultura, ognuno con la propria forma devozionale, uniti in un’unica rassegna, ospitati da un territorio che tradizionalmente è luogo di accoglienza, incrocio e accrescimento reciproco, rappresentano le peculiarità che conferiscono a questa rassegna la forte vocazione a divenire una fucina di aggregazione di culture e fedi, sotto la bandiera della fratellanza e della condivisione.

La programmazione natalizia si compone inoltre di un altro importante festival dedicato alla scuola musicale napoletana del Settecento: il Festival internazionale del ‘700 musicale napoletano, che quest’anno realizza la sua ventesima edizione. Il Festival è diretto dal Maestro Enzo Amato e organizzato dalla associazione Domenico Scarlatti. La Scuola del Settecento Musicale napoletano è un tassello importante della nostra identità culturale. Uno dei tanti tesori sviliti dell’immenso patrimonio partenopeo. Il musicista Marco Zurzolo e l’operatore culturale Mimmo Matania hanno regalato alla città uno spot sulla musica napoletana con la partecipazione straordinaria dell’attore Gianfranco Gallo. Lo spot, destinato a cittadini e turisti, sarà ampiamente diffuso da gennaio. Nelle Municipalità II e III, invece, ci saranno due ‘Notti bianche’ in programma l’8 dicembre e il 14 dicembre: Notte d’arte Break Napoli e Sanità tà tà per vivere la città all’insegna della cultura, della musica, delle eccellenze dei territori con eventi gratuiti e diffusi. (Ami/Ad

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Vincenzo Nibali: «Ero un carusu dannificu. La bici mi ha salvato dalla strada»

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Messina, la Sicilia, la fatica, la gloria. Vincenzo Nibali si racconta al Corriere della Sera, tra ricordi di un’infanzia ribelle, il riscatto sulla bicicletta e la consapevolezza maturata solo dopo il ritiro. Un’intervista intensa, autentica, a cuore aperto.

Una giovinezza a rischio: «Compagni con la pistola nello zaino»

«Ero un carusu dannificu», dice Nibali, usando l’espressione siciliana per “bambino disastroso”. Uno che attirava guai: sassate alle vetrate, petardi nelle cassette postali, motorini lanciati contro i muri. Una giovinezza vissuta in un quartiere difficile di Messina, dove alcuni compagni portavano la pistola a scuola. Nessuna mafia organizzata, ma il pizzo sì: «Colpì anche la cartoleria dei miei genitori».

La salvezza arriva su due ruote: «Sempre in salita, come da Messina»

La svolta arriva con la bici, a 12 anni, grazie al padre e ai suoi amici cicloturisti. Le prime gare, l’ammiraglia della Cicli Molonia, il traghetto per Villa San Giovanni che diventava un passaggio simbolico verso il sogno. A 15 anni vince a Siena e non torna più: «Mai avuto nostalgia. I miei genitori mi dissero: se ti impongono cose sbagliate torna, qui avrai sempre un lavoro. Mi ha aiutato a non cedere al doping».

L’ascesa, la gloria, il peso della vittoria

Nibali è uno dei pochi ciclisti ad aver vinto tutti e tre i grandi Giri. Il Tour de France del 2014 è stato l’apice, ma anche l’inizio di un incubo: «Non potevamo camminare con la carrozzina di nostra figlia senza essere assaliti. Solo adesso che ho smesso, vivo davvero». E confessa: «Mai provato e mai pensato di doparmi. Ma ho pagato il sospetto solo perché vincevo ed ero italiano».

La caduta che fa crescere: l’Olimpiade sfumata

Nel 2016 era lanciato verso l’oro olimpico, ma cadde in curva. «Scelsi io di rischiare, e sbagliai. Nessuna scusa». Parla anche del secondo posto alla Liegi-Bastogne-Liegi, “scippato” da un dopato, ma senza rancore: «Non mi chiedo mai quanto ho perso per colpa del doping».

Il ritorno da turista: «Messina è ‘u megghiu postu nto munnu’»

Oggi Nibali è ambasciatore del Giro e padre presente. Ha visitato la Sicilia con le figlie per farla conoscere da turista: «Antonello da Messina, i templi di Agrigento, i boschi dei Peloritani… È il posto più bello del mondo». Un campione che, a distanza di anni, può guardarsi indietro con orgoglio: «A testa alta, sempre».

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Guerra dei cassonetti ai Parioli: scompaiono i bidoni davanti a casa Castellitto

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Nel quartiere elegante e silenzioso dei Parioli esplode una singolare guerra urbana, fatta di strisce gialle, rifiuti e cortili privati. Oggetto del contendere: un set di cassonetti della raccolta differenziata, misteriosamente spariti dalla carreggiata davanti alla villa dell’attore Sergio Castellitto.

I cassonetti finiscono nel cortile dell’attore

La miccia si accende nella notte tra il 20 e il 21 aprile. I bidoni che servivano i residenti della zona vengono spostati oltre il cancello della villa in cui vive Castellitto, allineati ordinatamente nel cortile. Una rimozione anomala che di fatto priva della raccolta l’intero isolato. Le strisce gialle, predisposte per accogliere i cassonetti, rimangono desolatamente vuote.

Secondo indiscrezioni, l’attore avrebbe più volte manifestato il suo malcontento per la presenza dei contenitori davanti all’ingresso della sua abitazione, considerandoli poco decorosi. I vicini, al contrario, li ritengono un servizio essenziale, invocandone semmai una manutenzione più frequente.

Denuncia in arrivo e reazione dei residenti

A seguito dell’episodio, il quartiere insorge. I residenti, costretti a girovagare per il quartiere con buste e cartoni, scattano foto e si interrogano sul destino dei contenitori. Tra loro anche il regista premio Oscar Paolo Sorrentino, recentemente trasferitosi nella zona.

Dopo poche ore, i cassonetti scompaiono anche dalla visuale del villino: né davanti al cancello né sul marciapiede. Ma non vengono ricollocati nella loro sede originaria. La vicenda, lungi dal concludersi, potrebbe ora avere conseguenze legali.

Ama pronta a sporgere denuncia

La municipalizzata dei rifiuti, Ama (foto Imagoeconomica), non intende lasciar cadere il caso. I vertici dell’azienda starebbero preparando una denuncia ai carabinieri per la scomparsa dei contenitori. Anche l’assessore al Verde del Municipio, Rosario Fabiano, si è attivato per fare luce sull’accaduto.

Il comitato Le Muse: “I cassonetti tornino al loro posto”

Dal comitato di zona Le Muse l’appello è chiaro: «Speriamo che quei cassonetti tornino al più presto al loro posto. Sarebbe grave se così non fosse. Si tratta di oggetti che appartengono alla collettività, ricordiamolo».

Intanto, nel quartiere ovattato dei Parioli, il decoro urbano si trasforma in una guerra di nervi, tra privacy e servizio pubblico, in attesa che si ristabilisca un fragile equilibrio tra rifiuti e rispetto.

 

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La madre del 17enne condannato per l’omicidio di Santo Romano: «Non è lui l’autore dei post provocatori»

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Ha deciso di rivolgersi alla polizia postale la madre del 17enne condannato a 18 anni e 8 mesi per l’omicidio di Santo Romano, ucciso nella notte tra l’uno e il due novembre scorsi a San Sebastiano al Vesuvio. Lo fa per chiedere chiarezza su una vicenda che – a suo dire – rischia di danneggiare ulteriormente il figlio.

La denuncia: «Quei post non li ha scritti mio figlio»

«Mio figlio è detenuto ad Airola, non ha accesso ai social e non è stato mai segnalato per l’uso di telefoni cellulari in modo clandestino», spiega la donna, assistita dall’avvocato Luca Raviele. E chiarisce: «Non può essere lui l’autore dei messaggi comparsi in rete dopo la sentenza». Messaggi che – accompagnati da immagini del ragazzo risalenti a mesi fa – contengono frasi provocatorie e offensive, come: «Io 18 anni e 8 mesi me li faccio seduto su un cesso».

Una pioggia di messaggi offensivi

Quei post, circolati in modo virale sui social, hanno fatto riesplodere le tensioni tra i familiari delle due fazioni coinvolte nella tragica vicenda. E la madre del minore condannato prende le distanze: «Non c’entriamo nulla. Né io, né parenti o conoscenti abbiamo scritto o condiviso quei contenuti. Spero che la polizia postale indaghi per risalire ai veri responsabili».

La notte dell’omicidio: una lite per una scarpa sporca

Tutto è iniziato in piazza Capasso, cuore della movida di San Sebastiano. Un banale litigio per una scarpa pestata ha innescato lo scontro tra due gruppi di ragazzi. Dopo un primo alterco, la situazione sembrava rientrata, ma secondo quanto ricostruito dagli inquirenti – anche grazie a un video – Santo Romano sarebbe tornato indietro rivolgendosi all’auto dove si trovava L.D.M. Un gesto, forse un lancio, e poi il dramma: due colpi di pistola al petto, esplosi dal 17enne. Santo muore sul colpo.

Un processo doloroso e una sentenza pesante

Martedì scorso è arrivata la condanna in primo grado: 18 anni e 8 mesi di reclusione per omicidio, tentato omicidio e detenzione di arma da fuoco. L’indagine è stata condotta dal pm Ettore La Ragione della Procura per i Minori. Una sentenza che ha alimentato il dolore dei familiari di Santo Romano, un ragazzo di 19 anni, portiere di una squadra di calcio, noto nel suo gruppo per essere sempre un paciere.

Il timore di nuove tensioni

I post emersi nelle ultime ore rischiano di avvelenare ulteriormente il clima. «Non voglio neanche ripetere il contenuto di certi messaggi – spiega la madre del ragazzo – sono offensivi, gratuiti, e danneggiano mio figlio. Non possiamo permettere che a una tragedia come questa si aggiungano nuove ingiustizie». Per questo è stata sporta una formale denuncia contro ignoti: sarà ora compito degli investigatori della polizia postale stabilire chi si nasconde dietro quegli account.

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