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Cronache

Nadia Toffa, in migliaia alla camera ardente per ricordarla con commozione

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Un viavai continuo, incessante. Accompagnato dalle lacrime di chi Nadia Toffa l’ha conosciuta e apprezzata attraverso la tv. “Era come una di famiglia. La guardavo e vedevo una di noi”, racconta una signora che con gli occhi lucidi lascia la camera ardente al Teatro Santa Chiara di Brescia. Anche oggi meta di tantissima gente comune che ha voluto salutare la presentatrice tv morta a 40 anni dopo una lunga battaglia con il tumore. Ornella, giovane partita dal Trentino, ha tatuato sul braccio sinistro l’autografo di Nadia Toffa. “L’avevo incontrata per strada anni fa le ho chiesto l’autografo e poi me lo sono tatuato. Avevo una grandissima stima di lei. E’ stata un esempio di forza e di combattivita’. Ho apprezzato molto la sua scelta di raccontare la malattia. Di mettersi a nudo. Manchera’ a questa Terra”, ha detto. Sulla bara candida, esposta sul palco del piccolo teatro in centro citta’, qualcuno ha lasciato una maglia bianca con il logo delle Iene e una scritta a pennarello: “Nadia sarai sempre nei nostri cuori”. Ai lati del feretro la mamma, il papa’, le sorelle e lo storico ex fidanzato Emanuele. “Ci sta guardando da lassu’ anche in questo momento”, ha ripetuto la madre Margherita stringendo centinaia di mani per tutta la giornata. La famiglia ha affidato ai social un pensiero. “Cara piccola grande Nadia, figlia amata, adorata sorella, dolcissima zia, guerriera potente in ogni sfida, coraggiosa anche nell’ultima, la piu’ difficile. Non ci sono parole per dire il vuoto che lasci in tutti noi – si legge -. Si spegne con te una luce calda, cristallina, ma rimane tutto l’amore che ci hai donato, resta cio’ che hai costruito con tanta dedizione e determinazione per noi, per tanti. Siamo forti della tua forza”. In lacrime anche Giulio Golia, collega della redazione delle Iene. “Per me era una sorella, e’ come aver perso una sorella. Io e lei abbiamo condiviso tante cose insieme. Entrambi abbiamo scelto di essere dalle parte dei piu’ deboli”, ha detto con la voce rotta dalla commozione. In mattinata era stato l’ex allenatore della Nazionale Cesare Prandelli ad abbracciare la famiglia Toffa. “Ha dimostrato una grande dignita’ nella malattia e non ha mai mollato fino all’ultimo”, ha detto Prandelli che ha poi aggiunto: “Restera’ un esempio”.

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Cronache

Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Cronache

Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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