Collegati con noi

Economia

Piersilvio Berlusconi: Mediaset, nei primi 6 mesi raccolta pubblicitaria +6%

Pubblicato

del

Mediaset chiuderà i primi 6 mesi dell’anno con una crescita della raccolta pubblicitaria del 6%. Lo annuncia l’amministratore delegato Piersilvio Berlusconi sottolineando che si tratta di “una piccola bella notizia per il mondo dell’editoria”. “Prima di Natale dicevo quanto fosse dura stare in Italia da editori – spiega – ma il mercato che stiamo affrontando nei primi 6 mesi del 2024 è veramente tonico”. “Stiamo facendo meglio del mercato come raccolta – sottolinea – sia in Italia che in Spagna”.

“Abbiamo chiuso molto bene i primi 3 mesi dell’anno – ricorda l’amministratore delegato di Mediaset Piersilvio Berlusconi – con una crescita complessiva intorno al 6% tra Italia e Spagna”. “Vi posso dire – prosegue – che parlando di stime, e con tutta la prudenza del caso anche i primi 6 mesi del 2024 ci vedranno registrare una crescita dei ricavi pubblicitari del 6% circa”. “Lo possiamo scrivere senza eccedere – argomenta – ed essendo prudenti teniamo il passo, questa è un’ottima notizia anche perché i 6 mesi hanno giugno con gli europei di calcio, e questo è un bel risultato se verrà confermato”.

Advertisement

Economia

Ghio (PD): giornalisti della Dire da oltre 2 mesi senza stipendio

Pubblicato

del

“Solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici dell’Agenzia Dire da più di due mesi senza stipendio. La ‘Dire’ rappresenta un mezzo di informazione molto importante per i cittadini che va tutelato e promosso. La professionalità e la competenza dei giornalisti garantisce il diritto dei cittadini di essere informati e la pluralità dell’informazione. Il governo intervenga e metta in campo in campo ogni azione possibile affinché l’editore provveda al pagamento, soprattutto se, come appreso dai lavoratori, c’è stato lo sblocco dei fondi. Il diritto di cronaca si tutela a partire dal sostegno a chi ogni giorno racconta cosa succede fuori e dentro le istituzioni”. Lo ha scritto in una nota la vicepresidente del gruppo PD alla Camera Valentina Ghio in solidarietà ai giornalisti di Dire per il mancato pagamento degli stipendi.

Continua a leggere

Economia

L’Ue media con Trump sui dazi e tende la mano alla Cina

Pubblicato

del

“Non ci siamo ancora. Per ballare il tango bisogna essere in due”. Ormai da mesi in bilico sull’orlo della guerra commerciale, nei giorni scorsi Maros Sefcovic ha usato l’ironia per descrivere i complessi negoziati sui dazi tra Bruxelles e Washington, lasciando tuttavia intendere che le prove d’intesa sono all’inizio. Il commissario europeo al Commercio lavora sotto traccia per scongiurare lo scontro frontale e raggiungere un compromesso prima del fatidico 2 aprile, la data annunciata da Donald Trump per far calare la sua scure e “liberare l’America”.

Messi per ora da parte i toni più infuocati, la squadra di Ursula von der Leyen è alla ricerca di un equilibrio spinta anche dal pressing di Italia e Francia, in prima linea per salvare prosecco e champagne. Le contromisure – appena rinviate – restano comunque pronte all’uso e la Commissione tesse la sua tela alternativa guardando a Oriente, dove intanto Cina, Giappone e Corea del Sud si sono compattate per sfidare il tycoon. A metà settimana Sefcovic volerà a Pechino con un mandato chiaro in tasca: raffreddare le tensioni sulle auto elettriche e strappare garanzie su una concorrenza leale utile a tenere a bada dumping e sovraccapacità industriale, nodi destinati ad aggravarsi con la possibile linea dura Usa.

Annotate le pur vaghe aperture di “flessibilità” da parte della Casa Bianca, il primo segnale di dialogo dell’Ue è arrivato con la decisione di rinviare – dal primo aprile al 13 – l’entrata in vigore del primo pacchetto di dazi sui beni americani dal valore di 4,5 miliardi di euro annunciato per rispondere alle sovrattasse Usa su alluminio e acciaio che rischiano di colpire duramente anche l’automotive e la difesa. Un elenco di contromisure già utilizzato da Bruxelles nello scontro commerciale con la prima amministrazione Trump, che colpisce le icone a stelle e strisce Harley-Davidson, yacht e il bourbon.

Ma proprio sul whiskey americano le tensioni interne ai Ventisette si sono riaccese: Parigi è insorta, temendo la rappresaglia su champagne e cognac, mentre Roma osserva la situazione con apprensione soprattutto per i possibili contraccolpi su prosecco e vino. Tanto che il ministro degli Esteri Antonio Tajani ne ha discusso di persona con Sefcovic.

L’impegno di Bruxelles, nelle parole del portavoce Olof Gill, è “trovare il giusto equilibrio tra i prodotti” in vista anche della seconda maxi-lista di misure – da sfoderare sempre il 13 aprile – messa a punto per colpire 18 miliardi di beni americani tra industria e agroalimentare, puntando dritto alle roccaforti repubblicane. Il cantiere della nuova strategia Ue per la sicurezza economica – da misure protezionistiche a nuove partnership globali – resta aperto, con le fondamenta gettate già ai tempi dell’amministrazione Biden, ben prima che lo spettro di Trump tornasse a far tremare i mercati. Oltre alla diversificazione delle alleanze, Bruxelles ha però un nodo ben chiaro sul tavolo: la sovracapacità cinese destinata a peggiorare – inondando il mercato continentale di merce a basso costo – con i dazi Usa.

“Rischiamo una massiccia deviazione degli scambi commerciali”, è stato l’avvertimento di Sefcovic che, dal 27 al 29 marzo a Pechino cercherà di negoziare con l’omologo Wang Wentao per rafforzare le condizioni di parità di mercato. Alla ricerca anche di un’intesa che potrebbe portare Bruxelles a rimuovere le sovrattasse sulle e-car cinesi, al centro di un duello da mesi pendente al Wto.

Continua a leggere

Economia

Pasqua amara per i rincari, uova e colombe costano il 30% in più

Pubblicato

del

Uova di Pasqua e colombe a peso d’oro. L’aumento delle quotazioni del cacao e la crisi del burro spingono al rialzo i listini dei dolci tipici della festa. Lo afferma il Codacons sulla base di una indagine sulle marche più note di questi dolci venduti nelle catene della grande distribuzione. Prezzi alle stelle, dunque, più alti di quelli dell’anno scorso. Che sia di cioccolato al latte o fondente, i rincari dei prezzi per le marche più note di uova, al netto di offerte o promozioni dei supermercati, si attestano a quota +30% rispetto al 2024, ma possono superare il 40% se il prodotto è di gamma medio-alta: il prezzo a singola confezione può superare i 22 euro (oltre 70 euro al chilogrammo).

Non vengono risparmiate di certo le uova di cioccolato destinate ai più piccoli, con aumenti che partono da +8,3% e arrivano a +33% per le marche che hanno in licenza loghi legati società sportive, cartoni animati, bambole, serie tv amati dai bambini. Anche le colombe, che siano tradizionali o farcite, registrano incrementi di prezzo non indifferenti: l’indagine del Codacons rivela che per le marche più commercializzate in Italia i rincari sono nell’ordine del 21% rispetto allo scorso anno, ma con dei distinguo. Se il prezzo della colomba classica sale, a seconda della marca e del punto vendita, tra il 6% e il 9% rispetto al 2024, quelle farcite al cioccolato (con gocce di cioccolato, glasse o creme al cacao), segnano aumenti più pesanti, tra il 18% e il 36%. La spiegazione si trova nella crisi delle materie prime, sottolinea il Codacons.

Le quotazioni del cacao hanno raggiunto il record di 12mila dollari la tonnellata a fine 2024, e viaggiano attualmente attorno agli 8mila dollari, contro i 2.900 dollari del marzo 2023, con un incremento di oltre il 175% e impatti diretti sui prezzi al dettaglio di tutti i prodotti a base di cacao. Anche il burro, materia prima base della colomba, ha registrato aumenti astronomici, pari a +83% su base annua secondo gli ultimi dati della Commissione europea, con le quotazioni che hanno superato gli 8.300 dollari a tonnellata, fa notare l’associazione. Le tensioni sul fronte energetico, che appesantiscono i costi di produzione a carico dell’industria, si aggiungono alle cause dei rincari e si riflettono sui prezzi al dettaglio, “senza considerare che produttori e grande distribuzione possono contare sul fatto che uova di cioccolato e colombe non possono mancare a Pasqua sulle tavole degli italiani, perché parte della tradizione di festa”, conclude il Codacons.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto