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Cronache

Morto Paul Baccaglini, ex presidente del Palermo ed ex inviato de “Le Iene”

Paul Baccaglini, ex presidente del Palermo e volto de “Le Iene”, è stato trovato morto nella sua casa di Milano. Aveva 41 anni. I Carabinieri ipotizzano il suicidio.

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Paul Baccaglini, 41 anni, ex presidente del Palermo, è stato trovato senza vita nella sua abitazione di Milano dalla compagna. Secondo i primi accertamenti dei Carabinieri, l’uomo si sarebbe tolto la vita.

La carriera tra comunicazione e finanza

Nato a Pittsburgh nel 1984 da padre americano e madre italiana, Baccaglini aveva trascorso gran parte della sua vita in Italia. Dopo un passato nello sport, si era avvicinato al mondo della comunicazione: dapprima in radio a Radio Padova e successivamente a RTL 102.5, dove lavorò per tre anni, fino all’approdo televisivo come inviato del programma “Le Iene”.

Negli anni successivi si era dedicato al settore finanziario, diventando trader.

L’esperienza a Palermo

Il 6 marzo 2017 Baccaglini fu nominato presidente del Palermo, incarico che mantenne fino al 4 luglio dello stesso anno. La sua esperienza alla guida del club rosanero durò pochi mesi, ma lo rese noto anche al grande pubblico sportivo.

Il cordoglio delle “Iene”

Dalla redazione del programma di Italia 1 è arrivato un messaggio di saluto: “Ciao Paul. Martedì mattina è venuto a mancare Paul Baccaglini, un nostro inviato che ha fatto parte della squadra de Le Iene qualche anno fa. Abbracciamo forte tutta la sua famiglia”.

Un ricordo affettuoso per un volto che aveva saputo lasciare il segno sia nel mondo dello spettacolo che in quello del calcio.

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Cronache

Baby Gang resta in carcere: arrestato con pistola clandestina, respinta ogni misura alternativa

Il trapper Baby Gang resta in carcere: trovato con una pistola clandestina in un hotel di Milano, la gip respinge misure alternative. In casa del 24enne scoperte altre armi.

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Il trapper Baby Gang, 24 anni, rimane detenuto a San Vittore. La gip di Milano, Fiammetta Modica, ha convalidato l’arresto e respinto ogni misura alternativa dopo il ritrovamento di una pistola clandestina con matricola abrasa in un hotel di via Vallazze. Il giovane era sotto sorveglianza speciale, ma era stato autorizzato a trascorrere una notte a Milano per esibirsi come ospite a un concerto di Emis Killa ad Assago.

Le motivazioni della giudice

Secondo la gip, Baby Gang ha dimostrato «assoluta indifferenza ai provvedimenti dell’autorità giudiziaria» e sussiste un «elevatissimo rischio di reiterazioni criminali connesso all’impiego e alla detenzione di armi». La magistrata ha escluso la possibilità di applicare braccialetto elettronico o altre misure, ricordando le precedenti violazioni delle prescrizioni cautelari e della sorveglianza speciale.

La difesa del trapper

Assistito dal legale Niccolò Vecchioni, Baby Gang ha dichiarato di aver portato con sé l’arma per paura di essere derubato, spiegando di indossare una collana dal valore di oltre 200mila euro e di essere stato vittima di un furto in passato. Ha aggiunto che la pistola sarebbe stata una “scacciacani” modificata e che molti oggetti usati nei videoclip musicali provengono da fornitori di materiale cinematografico.

Le armi e l’inchiesta

Oltre alla semiautomatica sequestrata a Milano, a Calolziocorte, nel Lecchese, i carabinieri hanno trovato altre due pistole nella sua abitazione. L’indagine, condotta dalla Procura di Lecco e in corso da oltre un anno e mezzo, ha portato anche all’arresto di Zilbehar Hetem, 50 anni, suo figlio Mevljudin Hetem, 23 anni – già coinvolto nella “faida tra trapper” insieme a Simba La Rue – e Rasim Dali, 42 anni.

La posizione della Procura

Per la giudice milanese, l’unica misura idonea a garantire le esigenze cautelari resta la detenzione in carcere, alla luce della recidiva del trapper e della pericolosità connessa al possesso di armi clandestine.

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Cronache

Omicidio di Chiara Poggi, nuove impronte nell’incidente probatorio: indagato l’amico del fratello

Otto impronte rilevate nell’incidente probatorio riaprono il caso dell’omicidio di Chiara Poggi. Nel mirino della procura di Pavia c’è Andrea Sempio, amico del fratello della vittima.

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Otto impronte parziali sono state fotografate e riprodotte su file durante l’incidente probatorio disposto dal gip di Pavia, Daniela Garlaschelli. Sei sono state individuate su un sacchetto con cereali e due su un sacchetto della spazzatura. Le tracce, rilevate con strumenti avanzati, saranno ora analizzate per stabilirne l’utilizzabilità nelle comparazioni.

Il contesto dell’indagine

La nuova inchiesta della procura guidata da Fabio Napoleone ipotizza il coinvolgimento di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, in concorso con altre persone. Il procedimento si innesta su una vicenda giudiziaria già definita con la condanna definitiva a 16 anni per Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima.

Le prossime tappe processuali

Le immagini acquisite saranno trasmesse all’ufficio di polizia scientifica di Torino per le valutazioni tecniche. L’invio del materiale è previsto dopo il 26 settembre, quando la gip deciderà sull’eventuale proroga dell’incidente probatorio e sulla prosecuzione delle analisi. Resta ancora da chiarire il nodo del Dna rilevato sotto le unghie della vittima, uno dei quali per l’accusa sarebbe riconducibile a Sempio, tesi contestata dalla difesa per insufficienza del materiale genetico.

Le pressioni sull’indagato e la famiglia

Il clima intorno al caso resta teso. Daniela Ferrari, madre di Sempio, ha raccontato di aver ricevuto una lettera anonima con insulti e minacce: «Il diavolo è entrato nella vostra casa, poveri voi». La busta, senza timbro postale, era stata imbucata nella zona del Santuario della Bozzola, già in passato legato a suggestioni mai provate sul delitto. «In questo momento per gran parte dell’opinione pubblica siamo gli assassini di Garlasco», ha aggiunto la donna.

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Cronache

Cassino, 15enne morto in casa: indagine per istigazione al suicidio, sequestrati i dispositivi

La Procura di Cassino indaga sulla morte di Paolo, 15 anni: ipotizzata l’istigazione al suicidio. Sequestrati smartphone e dispositivi per verificare eventuali episodi di bullismo.

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La Procura di Cassino, guidata da Carlo Fucci, ha aperto un fascicolo sulla morte di Paolo, 15enne originario della città e residente a Santi Cosma e Damiano. L’ipotesi di reato è la violazione dell’articolo 580 del codice penale, “istigazione o aiuto al suicidio”.

Il ritrovamento e i primi accertamenti

Il ragazzo è stato trovato morto in casa l’11 settembre. Dalle prime ricostruzioni dei carabinieri si tratterebbe di un gesto volontario. Per chiarire le cause, la Procura ha disposto l’autopsia e il sequestro dello smartphone e degli altri dispositivi elettronici usati dal giovane.

Il sospetto del bullismo

Gli inquirenti intendono accertare se dietro il gesto possano esserci episodi di bullismo o pressioni esterne. Le verifiche riguarderanno in particolare le comunicazioni più recenti. Alcuni messaggi emersi nella chat di classe mostrano il disagio di Paolo: poco prima del rientro a scuola aveva scritto «Se dovessi arrivare tardi tenetemi il posto».

Le difficoltà intercettate dalla famiglia

La famiglia del ragazzo era consapevole delle difficoltà che stava vivendo e si era attivata per sostenerlo. La Procura vuole ora capire se il decesso sia frutto esclusivo di un malessere personale oppure se sia stato determinato da condizionamenti esterni.

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