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Cronache

Morte di Michele Noschese a Ibiza, il legale di parte: “Segni e fratture, la storia può essere riscritta”

Il dj napoletano Michele Noschese è morto a Ibiza il 19 luglio. L’autopsia a Roma evidenzia segni e fratture. Il medico legale di parte ipotizza una ricostruzione diversa dei fatti.

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Un segno di ginocchiata nella parte bassa della schiena e fratture rilevate durante l’esame autoptico. Sono questi i dettagli emersi dall’autopsia condotta ieri a Roma sulla salma di Michele Noschese, in arte dj Godzi, morto a Ibiza il 19 luglio in circostanze ancora da chiarire. L’indagine, coordinata dalla Procura di Roma, mira a fornire una ricostruzione obiettiva dopo che l’autopsia svolta in Spagna aveva lasciato dubbi alla famiglia e agli stessi inquirenti italiani.

Le parole del medico legale di parte

Raffaele Zinno, nominato dalla famiglia come medico legale, ha dichiarato di essere convinto che “si possa riscrivere la storia per come è stata raccontata finora”. L’esperto ha spiegato che sarà fondamentale stabilire se le lesioni riscontrate siano avvenute prima o dopo la morte e che occorreranno ulteriori esami per chiarire la tempistica di eventuale assunzione di sostanze stupefacenti.

Le ipotesi investigative

Secondo Zinno, la versione della Guardia Civil ha un carattere anche “difensivo” e restano aperte diverse ipotesi investigative. Gli accertamenti tossicologici, avviati ieri, saranno determinanti per stabilire eventuale uso e tempi di assunzione di droga. I risultati completi sono attesi per metà settembre.

Funerali e tempi dell’inchiesta

La salma di Noschese, tecnicamente liberabile in qualsiasi momento, sarà tumulata dopo i funerali previsti lunedì prossimo in piazza del Plebiscito a Napoli, dove è attesa una folla numerosa. Per le risposte definitive della Procura si dovrà attendere almeno trenta giorni, quando saranno disponibili i riscontri agli accertamenti concordati tra magistrati e parti coinvolte.

Una vicenda ancora aperta

“Questa è una storia ancora tutta da scrivere – ha concluso Zinno – e ci sono molti elementi che fanno pensare che non tutto sia stato spiegato”. L’inchiesta proseguirà nei prossimi mesi, alla ricerca di una verità completa sulle ultime ore di vita del dj napoletano.

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Cronache

Donna uccisa da barca, indagato carabiniere che la guidava

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La Procura di Bergamo ha aperto un fascicolo con l’accusa di omicidio nautico (analogo all’omicidio stradale per gli incidenti su strada) e indagato a piede libero un carabiniere di 42 anni, bresciano di Gardone Val Trompia, per la morte di Frisca Lisa Laygo, la donna di 64 anni, di Predore, che ieri pomeriggio è stata investita e uccisa dalla barca guidata dal militare proprio a Predore, sul lago d’Iseo.

Sul natante c’era anche il figlio di quest’ultimo, mentre l’imbarcazione, un modello tipo motoscafo, è di proprietà di un amico del carabiniere, che gliel’aveva prestata. Il pubblico ministero titolare del caso, Emanuele Marchisio, oggi ha aperto il fascicolo quale atto dovuto. La barca è stata posta sotto sequestro. Dopo l’incidente il carabiniere alla guida, sconvolto, è stato sentito dai suoi colleghi e dalla Guardia di finanza e ha spiegato di non essersi accorto della presenza in acqua della donna. È stato anche sottoposto alle analisi per l’assunzione di alcol e droghe, ma gli esiti non sono ancora arrivati: si tratta anche in questo caso di un atto dovuto. L’incidente è avvenuto dopo la partenza dal ‘Molo 31’. Per ricostruire nei dettagli l’accaduto sono state acquisite le immagini delle telecamere della zona, che avrebbero ripreso l’incidente.

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Lampedusa, ancora una tragedia: due barconi si ribaltano, almeno ventisei morti

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Il Mediterraneo si macchia ancora di sangue. Due barconi carichi di migranti si sono ribaltati uno dopo l’altro a circa 15 miglia a Sud di Lampedusa, in acque internazionali. Il bilancio provvisorio è drammatico: almeno 26 vittime, tra cui una neonata e tre adolescenti. All’appello mancano ancora una decina di dispersi, mentre le operazioni di ricerca e soccorso proseguono in condizioni difficili.

La Guardia Costiera e altre unità impegnate nelle operazioni hanno tratto in salvo circa sessanta persone, molte delle quali in stato di shock e con segni di ipotermia. I superstiti provengono principalmente da Pakistan, Sudan e Somalia, e hanno raccontato di aver affrontato un viaggio estenuante, prima del naufragio in mare aperto.

La premier Giorgia Meloni ha espresso “sgomento” per l’accaduto, puntando il dito contro i trafficanti di esseri umani, definiti “inumani”: “La tragedia – ha detto – dimostra che i soccorsi non bastano: non risolvono le cause profonde del problema”.

Quello di oggi è stato solo l’ultimo di una lunga serie di naufragi nel Mediterraneo centrale, una rotta che continua a essere tra le più pericolose al mondo per chi cerca di raggiungere l’Europa in fuga da guerre, povertà e persecuzioni. Le condizioni del mare, le imbarcazioni precarie e la mancanza di un sistema di soccorso coordinato contribuiscono a rendere il viaggio un rischio mortale.

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Cronache

Delitto Garlasco, escluso l’“Ignoto 3”: era contaminazione del Dna con altro cadavere

A 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, la Procura di Pavia esclude la pista dell’“Ignoto 3”: il Dna era contaminato. Restano i profili di Stasi e Sempio.

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A diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, la Procura di Pavia chiude la porta all’ipotesi di un misterioso “Ignoto 3”. Il Dna rilevato su una garza utilizzata durante l’autopsia nel 2007, inizialmente attribuito a un terzo soggetto sconosciuto, è risultato appartenere a uno dei cinque corpi maschili sottoposti a esame necroscopico prima della giovane. Una contaminazione, secondo gli inquirenti, che cancella definitivamente la pista di un altro possibile indagato.

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I profili genetici rimasti

Restano così due i profili genetici sulla scena del delitto di via Pascoli: quello di Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara, condannato in via definitiva, e quello di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, oggi indagato. Gli accertamenti, condotti al di fuori dell’incidente probatorio in corso, hanno confermato la concordanza degli alleli con il soggetto identificato come “153E”, ora riconosciuto come una contaminazione di laboratorio.

Un nuovo consulente per la Procura

La Procura ha nominato come ulteriore consulente Cristina Cattaneo, ordinario di Medicina legale all’Università di Milano e figura di riferimento internazionale, già impegnata in casi come l’omicidio di Yara Gambirasio. Il compito sarà quello di fornire una valutazione più ampia sugli elementi medico-legali raccolti in questi anni, sia sul corpo della vittima sia sulla scena del crimine.

La reazione della difesa di Stasi

Gli avvocati di Stasi, Giada Bocellari e Antonio De Rensis, parlano di “gravissimi fatti” che “minano in radice le valutazioni svolte nel processo” e che, di per sé, potrebbero giustificare una richiesta di revisione della condanna. “La totale inaffidabilità degli accertamenti del 2007 – sostengono – si aggiunge agli errori emersi negli ultimi mesi”.

Il dolore della famiglia Poggi

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