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Modello Riace, il Viminale chiude l’esprienza per “illegalità accertate dalla magistratura”. Per le opposizioni è “deportazione di persone da fermare”

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I duecento migranti ospitati a Riace saranno trasferiti e si chiuderà così il modello di accoglienza e integrazione messo in campo dal sindaco Mimmo Lucano, il sindaco agli arresti domiciliari per alcune illegalità commesse nella gestione dei fondi per l’accoglienza. Sostiene il Viminale che si tratta di un atto dovuto proprio in osservanza delle leggi e dei regolamenti. Dunque poco o nulla importa capire se vale la pena continuare sui risultati di convivenza e integrazione in un piccolo paese destinato allo spopolamento e alla decrescita e invece ripopolato grazia all’arrivo dei migranti, quelli in regola con i permessi e dunque destinati alla integrazione.

Modello Riace. In tanti non vorrebbero fosse chiuso

Il Dipartimento delle libertà civili e immigrazione del Viminale ha messo sotto accusa la gestione dei rifugiati “inventata” da Mimmo Lucano alla quale attribuisce 34 punti di penalità, ossia inosservanze rispetto alle pratiche previste dalla burocrazia ministeriale. Questa la spiegazione della burocrazia ministeriale circa la chiusura dell’esperienza Riace. Poi però arriva ance la dichiarazione del ministro Matteo Salvini e la questione assume anche connotazioni politiche. “Chi sbaglia, paga. Non si possono tollerare irregolarità nell’uso di fondi pubblici, nemmeno se c’è la scusa di spenderli per gli immigrati”, ha detto il ministro degli Interni Matteo Salvini. Già dal 2016- quando il leader leghista era ancora ben lontano dal governo – un’ispezione ministeriale aveva puntato i riflettori sulle prassi “creative” usate nel paesino calabrese per organizzare la permanenza dei rifugiati ovviando ai ritardi nell’arrivo dei fondi statali. Al Comune di Riace si contesta di aver fatto cattiva gestione e scarso controllo e 34 punti di penalità significano blocco dei fondi, trasferimento dei migranti, obbligo di rendicontazione delle spese sostenute. Le ispezioni condotte nel 2016 e 2017 dal servizio centrale e dai referenti della prefettura di Reggio Calabria – si legge nella circolare di 21 pagine – hanno accertato gravi anomalie che riguardano in particolare il pocket money, il bonus sostitutivo dei soldi e l’adeguatezza delle strutture che accolgono i migranti in maniera diffusa. Che cosa dicono a Riace?  “Vogliono soltanto distruggerci. Nei nostri confronti é in atto ormai un vero e proprio tiro incrociato. I nostri legali, comunque, stanno già predisponendo un ricorso al Tar contro la decisione del Viminale”, ha fatto sapere Lucano che dal due ottobre è agli arresti domiciliari. È accusato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio raccolta dei rifiuti urbani, ed è stato sospeso dal Prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari, a seguito dell’inchiesta della Procura di Locri che lo ha fatto arrestare. “La persecuzione nei nostri confronti – aggiunge Lucano che il 16 ottobre attende l’esito del riesame – é cominciata già da qualche anno. Ci sono state due relazioni della Prefettura di Reggio Calabria che si sono contraddette l’una con l’altra, una positiva ed un’altra negativa. Prima ci hanno elogiati e poi criticato. Tutto questo é assurdo”.

Per i Verdi, la circolare di Salvini “ricorda episodi dei regimi totalitari che non avremmo mai più voluto vivere. È arrivato il momento di ribellarci alla protervia di questa maggioranza” sostiene il leader dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale in Campania. E l’eurodeputato dem Andrea Cozzolino fa un appello diretto al presidente della Camera Roberto Fico: “fermate Salvini, se avete la forza e il coraggio, altrimenti non sarete più credibili”. Ci va giù durissimo anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris che parla di “deportazione dei migranti da Riace” e lo definisce “un atto violento e disumano.Chi è stato a Riace sa che il Sindaco ha reso vivo e gioioso un luogo desertificato da migrazioni di calabresi. Riace non si tocca!Invece di cacciare i mafiosi deportate le vittime dei trafficanti di morte.Vergogna”

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Nave da Capri contro la banchina, sale ancora il bilancio: 44 feriti, uno in codice rosso

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Il bilancio di feriti e contusi nell’incidente che ha visto coinvolta la nave veloce Isola di Procida della Caremar, proveniente da Capri e finita contro la banchina del molo Beverello a Napoli, continua ad aggravarsi: nell’ultimo bollettino della Asl 1 di Napoli si evidenza che in 44 hanno fatto ricorso alle cure dei sanitari. Urtata probabilmente a causa del forte vento durante la manovra di attracco, la nave veloce trasportava più di 100 persone, molti appartenenti alle forze dell’ordine in servizio a Capri per il G7 dei ministri degli Esteri.  Solo una persona è stata ricoverata in codice rosso ma non. è in pericolo di vita. La Asl 1 ha allestito un PMA, posto medico avanzato pe rprestare i primi soccorsi direttemante sulla banchina dove è avvenuto l’incidente : il personale sanitario intervenuto valutava le condizioni dei feriti e li smistava negli ospedali cittadini. Nel comunicato della direzione il ringraziamento a tutti gli intervenuti per soccorrere e curare i passeggeri coinvolti

 

Napoli, nave da Capri contro la banchina: 18 feriti, donna grave

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Nuovo identikit per Giovanni Motisi diffuso dalla Polizia: è caccia al latitante dell’ala stragista di Cosa Nostra

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La Polizia di Stato ha diffuso il nuovo identikit di Giovanni Motisi, latitante dal lontano 1998 e inserito nell’elenco dei fuggitivi di “massima pericolosità” del “programma speciale di ricerca” del Ministero dell’Interno. Motisi è noto come uno degli ultimi grandi latitanti protagonisti della fase stragista di Cosa Nostra, e le indagini per la sua cattura sono in corso senza sosta.

Le autorità di Palermo stanno coordinando le indagini, con l’obiettivo di rintracciare e arrestare Giovanni Motisi. A tal fine, la Polizia di Stato ha adottato anche le più moderne tecnologie investigative, tra cui la tecnica della “Age progression”, che consente di elaborare un’immagine del volto dell’individuo invecchiato nel tempo.

La tecnica dell’Age progression si basa sull’analisi e l’attualizzazione di specifici profili antropometrici che caratterizzano la famiglia di appartenenza del ricercato. Utilizzando le competenze e le avanzate tecnologie del Servizio di Polizia Scientifica della Polizia di Stato, sono state rielaborate e aggiornate alcune immagini del latitante, risalenti agli anni ’80 e ’90.

Questo lavoro tecnico ha consentito di creare un nuovo identikit con alcune possibili variazioni dei tratti attuali del volto di Giovanni Motisi. Si tratta di un ulteriore sforzo per stringere il cerchio delle indagini e arrivare alla cattura del pericoloso latitante.

“Il nuovo identikit faciliterà il lavoro degli investigatori del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile di Palermo, ma potrà anche incoraggiare la collaborazione dei cittadini”, sottolineano le autorità della Polizia di Stato.

L’appello alle persone è quindi chiaro: ogni informazione che possa aiutare a individuare Giovanni Motisi e a portarlo di fronte alla giustizia è preziosa e fondamentale per garantire la sicurezza della comunità e per contrastare il fenomeno della criminalità organizzata.

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Napoli, incidente traghetto da Capri, bilancio aggiornato: una trentina le persone medicate

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 La nave veloce trasportava oltre 100 passeggeri tra uomini delle forze dell’ordine impegnati a Capri in questi giorni in turni per i servizi predisposti per la sicurezza del G7 dei ministri degli Esteri, e turisti. Le persone che hanno fatto ricorso alle cure dei medici o sono passate per un pronto soccorso sono una trentina, 21 i feriti in ospedale, una donna è la più grave, gli altri – questo il bollettino della Asl 1 – sono ‘policontusi’.

Lo squarcio nell’ Isola di Procida

il bollettino dell’Asl 1 di Napoli

 

Napoli, nave da Capri contro la banchina: 18 feriti, donna grave

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