Collegati con noi

Cultura

Milano capitale degli affari culturali grazie alla deportazione di aziende e lavoratori dal resto d’Italia

Pubblicato

del

I dati della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi dicono che a guidare in Italia la crescita del settore dell’arte, della cultura e dell’ editoria è Milano che ha registrato un incremento dell’1,3% nei primi sei mesi dell’anno e del 6% in cinque anni. Su 323mila imprese dell’economia creativa in Italia, 66mila si trovano in Lombardia e la metà a Milano. Il settore preso in esame comprende imprese editoriali e cinematografiche, uffici stampa, radio, televisione. In particolare, le attività creative, artistiche e di intrattenimento, compresi musei e luoghi di cultura hanno registrato nell’intera regione una crescita del 3% . Tutte le aziende che producono cultura sono a Milano. Si sono trasferite a Milano, stanno deportando loro dipendenti da altre città a Milano perchè così è l’andazzo. L’ultimo trasferimento coatto di una intera azienda che produceva cultura è Sky che da Roma ha portato centinaia di suoi dipendenti a Milano. Un trend che se dovesse andare in porto anche in Rai e Mediaset impoverirebbe ulteriormente Roma con la esportazione di altre funzioni a Milano.

Milano Capitale degli affari sulla cultura. Pinacoteca di Brea e Galleria

Nel capitolo “Geografia della cultura” la grande area metropolitana di Milano risulta al primo posto nelle graduatorie provinciali per incidenza di ricchezza e occupazione prodotte con il 9,9% e il 10,1%. Roma è seconda per valore aggiunto con il 9,8 % e terza per occupazione con l’ 8,6% mentre Torino si colloca rispettivamente terza (8,8%) e quarta (8,4%).
A livello regionale, invece, a guidare la classifica è il Lazio che conquista il primo posto per ruolo del sistema produttivo culturale e creativo nell’economia locale (8,8%) seguito dalla Lombardia (7,2%).
Posizioni mantenute anche sul fronte dell’occupazione con il Lazio (7,7%) tallonato dalla Lombardia (7,4%). Una posizione che Roma regge grazie alla presenza della Rai nella Capitale e di un pezzo consistente di Mediaset.
Secondo i dati 2016 della Camera di commercio di Milano tratti dal rapporto Symbola Unioncamere, la cultura a Milano attiva una spesa turistica stimata in oltre 1,3 miliardi di euro e in Lombardia in 3,7 miliardi, rispettivamente pari al 5% e 13% circa di tutta la spesa annuale dei turisti in Italia.
Fondamentale, in questa crescita virtuosa, è la collaborazione con il privato e a questo scopo la Camera di commercio ha avviato per esempio l’ iniziativa “The Bridge” che aiuta 40 nuovi progetti culturali, attraverso formazione gratuita e networking per creare un ponte con le imprese sponsor. Ci sono poi i progetti di Fondazione Cariplo, Generali Italia, Intesa Sanpaolo; i grandi spazi come la Fondazione Prada o l’Hangar Bicocca Pirelli; o ancora spazi innovativi come Base che offre laboratori, aree espositive, residenze d’ artista, laboratori. Nel resto d’Italia ovvero lontano da Milano, dove ci sono giacimenti culturali di valore inimmaginabile per Milano, arrivano solo le briciole. Perchè? Questione strutturale, infrastrutturale e politica. L’Italia deve evidentemente fermarsi a Milano. Che si loda e si imbroda con i rapporti sull’economia della cultura.

Advertisement

Cultura

Museo di Capodimonte, il fotovoltaico invisibile e l’organico in aumento

Pubblicato

del

È il primo grande museo nazionale con i tetti in fotovoltaico invisibili, Capodimonte, a Napoli, ha fatto da apripista per altri siti, altri musei per avviare un progetto di efficientamento energetico: Federico Mollicone, presidente della Commissione cultura della Camera ha aperto il suo giro di visite nei musei italiani proprio con Capodimonte. Con lui la commissione che sotto la guida del direttore del museo, Sylvain Bellenger, lo ha girato in lungo e in largo.

“Mostriamo vicinanza a Capodimonte, spiega Mollicone, che sta diventando anche luogo di narrazione e di diplomazia culturale con la prossima mostra al Louvre di Parigi. E’ un’eccellenza ma sappiamo anche che ci sono criticità strutturali che vengono dal passato. Con il ministro Sangiuliano e con la Commissione oggi qui il Parlamento sostiene l’indirizzo in corso che ha delle esigenze di bilancio, ad esempio sul personale e sui restauratori. C’è stato già un grande lavoro su questo e dalle prossime settimane si può rafforzare l’organico. Le criticità nei grandi musei, ha infine detto il deputato, ci sono, nonostante la passione di direttori come Bellenger e altri, ma ci sono limiti di finanza pubblica in strutture meravigliose che hanno problemi di riqualificazione e manutenzione. Il ministro ha presentato politiche attive di defiscalizzazione che estendano il bonus per portare veri sostegni strutturali, dopo il tanto che è stato già fatto con i fondi Ue”.

 

Continua a leggere

Cultura

È morta Bice Biagi, figlia di Enzo, giornalista e scrittrice

Pubblicato

del

La giornalista Bice Biagi, figlia di Enzo,  è morta: aveva 75 anni. Lo ha reso noto Articolo 21, associazione alla quale la giornalista e scrittrice nata a Bologna contribuiva nel ruolo di garante. “Ha sempre avuto come impegno – ricorda Articolo 21 – la difesa dei diritti delle donne e come baluardo di riferimento la Costituzione”, coerente con l’insegnamento di suo padre Enzo. Fin da giovane del resto era stata protagonista di battaglie di libertà.

 

Continua a leggere

Cultura

Schiava la madre di Leonardo, trovato atto liberazione

Pubblicato

del

Un documento originale, ritrovato dallo studioso Carlo Vecce nell’Archivio di Stato di Firenze, riscrive la storia di Caterina, madre di Leonardo da Vinci: una giovane originaria dell’antica Circassia, regione del Caucaso, arrivata come schiava a Firenze e liberata con un atto scritto dal notaio Piero da Vinci, padre di Leonardo, il 2 novembre 1452. A renderlo noto lo stesso Vecce che proprio da questo atto ha fatto partire la sua ricerca che lo ha portato poi a pubblicare con Giunti ‘Il sorriso di Caterina’, biografia romanzata della madre del Genio da Vinci.

“La madre di Leonardo era una ragazza della Circassia – rivela Vecce, professore dell’Università di Napoli e studioso della civiltà del Rinascimento – che a un certo punto della sua vita è stata rapita e venduta più volte come schiava fino ad arrivare da Costantinopoli a Venezia e poi a Firenze dove ha incontrato il padre di Leonardo da Vinci”. L’ipotesi che Caterina potesse essere una schiava girava però da tempo.

“Un po’ per caso, qualche anno fa, sono venuti fuori questi documenti e ho iniziato a studiarli per dimostrare che questa Caterina schiava non fosse la madre di Leonardo, ma alla fine tutte le evidenze andavano in direzione contraria, soprattutto questo documento di liberazione”. Con le parole “filia Jacobi eius schlava sue serva de partibus Circassie”, l’atto ritrovato attesta la liberazione della schiava Caterina, figlia di Jacob, da parte della sua padrona di Firenze, monna Ginevra. Nel suo romanzo poi Vecce arriva a immaginare che Jacob fosse un principe del Caucaso, ma questo rientra tra le licenze letterarie che l’autore si concede tra un documento storico e l’altro. “Quello che c’è nel libro è reale – ha precisato l’autore .- Nel libro la fiction interviene solo per connettere le loro storie e integrare le lacune”.

Tra i punti fermi della narrazione c’è il fatto che Caterina sia arrivata a Firenze grazie a un avventuriero fiorentino di nome Donato che prima di morire, nel 1466, lascia i suoi soldi al convento di San Bartolomeo a Monte Oliveto per la realizzazione della cappella di famiglia. Il notaio che scrive il suo testamento, anch’esso custodito dall’Archivio di Firenze, è sempre Piero da Vinci. Proprio per quella chiesa Leonardo dipinse la sua prima opera, l’Annunciazione in cui, secondo Vecce si vede l’influsso della madre. “Nel dipinto ci sono una montagna e una città marina – spiega Vecce -, Caterina potrebbe avergli raccontato i luoghi della sua infanzia”. Per l’autore “Caterina ha lasciato a Leonardo una grande eredità, sicuramente lo spirito di libertà, il desiderio più grande di una schiava. Nell’opera di Leonardo, infatti, troviamo l’idea di libertà prima di ogni altra cosa”. Oltre a questo, il romanzo, anche se incentrato sulla figura della madre, cambia anche la storia dello stesso Leonardo. Il genio, ha detto Vecce, “non è italiano, lo è solo per metà. È figlio di un notaio, ma per l’altra metà Leonardo è figlio di una straniera, di una schiava, di una donna al più basso gradino sociale di quell’epoca, una donna scesa da un barcone”. Vecce infine racconta che recentemente a Milano, dietro Sant’Ambrogio, nei lavori per la nuova sede dell’Università Cattolica, sta ricomparendo la cappella dell’Immacolata Concezione, nella cui cripta sono stati trovati resti umani di antiche sepolture. Forse, ipotizza Vecce, anche i resti di Caterina, morta a Milano tra le braccia del figlio Leonardo nel 1494, e sepolta in quel luogo.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto