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Michael Bublé torna con “Love”, canta l’amore per il figlio Noah che oggi sta bene: “Ritirarmi? Mai detto e mai pensato, una scorrettezza del Daily Mail”

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Come si fa a capire che sta per arrivare il Natale? Quando vediamo Michael Bublé in tv che pubblicizza il suo ultimo album. Bublé è il volto e la voce del Natale oltre ad essere un arrista inarrivabile per serietà e professionalità. Quest’anno non sarà un Natale come tanti. Con la malattia di suo figlio Noah, ha reagito come ogni padre reagisce, mollando tutto il resto e pensando solo al figlio. La fama? Il successo? Il denaro? Tutto è  passato in secondo piano e abbandonando la vita dorata della star si è ritirato in silenzio con la sua famiglia. Oggi, diciotto mesi dopo, le cose vanno meglio, suo figlio sta bene, e lui è tornato alla musica. Con un album intitolato Love, che esce a breve in tutto il mondo.  Il 16 novembre. “C’è chi potrebbe pensare che l’album canti l’amore romantico, ma non è così,  è stato una terapia, mi ha permesso di entrare nelle canzoni e diventare il personaggio che le canta, come in un film. Si può cantare l’amore in molti modi, e in queste canzoni non c’è solo la passione, c’è la pena, la disperazione, il senso della perdita” spiega Bublé che parla del suo vissuto in questi mesi.


C’è meno allegria in queste canzoni, ma non meno passione o speranza. È che ad essere cambiato, nel modo di cantare, è soprattutto lui: “Canto in maniera diversa? Sì, e penso alla musica in maniera diversa. Penso anche che nella sfortuna ho trovato una fortuna, perché oggi so di essere un artista in grado di toccare anche l’altro lato dell’amore, quello carico di pena e di fatica. Sono parte di una storia che non sarei mai stato capace di raccontare prima. La mia vita era leggera, non ho mai dovuto affrontare una cosa così difficile. E oggi so di essere non solo il narratore, ma il personaggio delle canzoni” racconta Bublé.


L’ esempio migliore di quello che Bublé racconta è la sua bellissima versione di When I fall in love: “Non è canzone romantica ma è  una storia terribilmente triste. C’è un uomo che è solo, che non ha l’amore, che vuole averlo e sa che se un giorno avverrà, lui non lo lascerà mai andare. Ma mentre canta la canzone guarda la gente attorno a lui nel bar che parla, si bacia, ma non con lui. È una canzone di speranza, ma con una immensa malinconia. Questo, secondo me, è il modo giusto di portare la vita nella musica, che così diventa vera”.

Michael Bublé. L’artista canadese esce col nuovo album “Love”

Dolori, amori, storie di vita e di sentimenti: Bublé ha un solo scopo, oggi, celebrare le emozioni e la vita. E non ha intenzione di ritirarsi dalle scene, come hanno scritto sul Daily Mail. No, “non ci pensò proprio, han preso una frase fuori contesto, stavo parlando di mio figlio. Sapevano che io non avevo detto una cosa simile, ma l’hanno usata, hanno cercato di vendere più copie, una scelta di cattivo gusto. Certo, cose di questo tipo vorresti non accadessero, ma se sei una persona celebre sai che può succedere”. Amen. Michael Bublé, Love. E felice Natale.

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Poker al Wydad, Yldiz lancia Juve a ottavi Mondiale Club

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Un Yildiz ‘mondiale’ trascina la Juventus, che batte 4-1 i marocchini del Wydad AC e, dopo il 5-0 contro l’Al Ail, è a punteggio pieno nel Gruppo G del Mondiale per Club: per gli ottavi manca solo la matematica. Il numero 10 è il ‘man of the match’ ed anche il capocannoniere del torneo: propizia il vantaggio iniziale, una autorete, e segna due gol d’autore che permettono ai bianconeri di proseguire l’avventura americana a punteggio pieno e di vedere la qualificazione al turno successivo.

Un’altra buona prestazione, impreziosita anche dal rigore realizzato allo scadere da Vlahovic, che fa ben sperare i tifosi bianconeri per il proseguimento della competizione. Sotto la leggera pioggia di Philadelphia la Juventus, in campo con la stessa formazione dell’esordio, parte subito forte. Dopo poco più di un quarto d’ora la squadra di Tudor è già in vantaggio di due reti, grazie all’autorete di Boutouil al 6′, che devia in rete una conclusione di Yildiz dopo una bella combinazione con Thuram, e al gol del tedesco naturalizzato turco al 16′. Un potente destro dal limite dell’area, di controbalzo, che si incassa sotto l’incrocio dei pali dopo la bella percussione dalla sinistra di Cambiaso.

Tutto facile, ma al 25′ gli avversari la riaprono con il sudafricano Lorch, che sorprende la difesa bianconera e sul filo del fuorigioco batte Di Gregorio in uscita con uno scavetto, dopo il bel passaggio filtrante dell’ex Verona e Fiorentina Amrabat. Colpiscono in contropiede i marocchini, che non riescono però a tornare in partita. La Juventus non cambia infatti atteggiamento e continua a macinare gioco. Quantità, ma anche grande qualità, soprattutto sulla fascia sinistra, dove il Casablanca è costretto alle maniere forti per fermare le giocate dell’ispiratissimo Yildiz. Nella ripresa iniziano i cambi, ma lo spartito è sempre lo stesso. Soltanto il palo nega al 12′ la gioia del gol a Cambiaso, ma l’appuntamento con la rete è soltanto rimandato di una manciata di minuti.

A segnare la rete del 3-1 è di nuovo Yldiz, con una giocata che fa impazzire lo stadio: Kolo Muani, in ombra rispetto al resto della squadra, vede l’inserimento del 2005, che dopo una sterzata al centro punisce Benabid con un rasoterra a giro imprendibile. Esulta in panchina Tudor, che oltre alle motivazioni sembra aver dato un gioco e una precisa fisionomia alla Juventus, che in pieno recupero segna la nona rete in due partite con Vlahovic. Sacrosanto il rigore concesso per il fallo di Ferreira sull’attaccante, che dal dischetto non sbaglia e fissa il punteggio finale sul 4-1. In attesa della sfida contro il Manchester City, la Juve vede gli ottavi di finale con una prova di forza e qualità. E puo’ dare sostegno alle parole dell’ad Scanavino prima della partita: “La Juve dovra’ essere competitiva per lo scudetto”.

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Esteri

Attacchi all’Iran, rivelazione di Amwaj: «Washington ha avvertito Teheran in anticipo»

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Secondo quanto riportato dal sito Amwaj.media, vicino a un think tank guidato da un analista iraniano con base nel Regno Unito, gli Stati Uniti avrebbero avvertito preventivamente l’Iran degli attacchi avvenuti il 21 giugno. Lo ha riferito una fonte politica iraniana di alto rango, rimasta anonima, che ha confermato l’avvenuta comunicazione da parte dell’amministrazione Trump.

L’intento della Casa Bianca sarebbe stato quello di chiarire la natura mirata dell’azione militare, per evitare una reazione spropositata da parte della Repubblica islamica. Secondo la fonte citata da Amwaj, gli Stati Uniti hanno precisato di non voler innescare uno scontro militare su larga scala ma di voler colpire esclusivamente tre obiettivi nucleari specifici: i siti di Fordow, Isfahan e Natanz.

La strategia Usa: colpire e disinnescare

L’indiscrezione apre scenari interessanti sulla strategia americana: l’intenzione di agire sì con fermezza, ma senza provocare una guerra diretta. Il messaggio a Teheran sarebbe stato una sorta di “avviso diplomatico” finalizzato a preservare un canale di comunicazione, nonostante le tensioni. Non è chiaro se l’avvertimento sia stato trasmesso direttamente o attraverso intermedi diplomatici.

Il contenuto della comunicazione e la scelta di bersagli altamente simbolici e sensibili – i siti nucleari – indicano un’azione mirata più sul piano del messaggio politico-militare che su quello della distruzione strategica.

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Ambiente

Inizia lunga ondata di caldo africano, 35-38 gradi su tante città

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Inizia la lunga ondata di caldo africano: 35-38°C su tante città Roma, domenica 22 giugno 2025 Dopo gli ultimi e forti temporali che hanno colpito parte delle nostre regioni, lo scenario meteorologico sul nostro Paese è destinato a cambiare; l’anticiclone africano scalpita sempre più e, nel corso della prossima settimana, tornerà a imporsi con prepotenza con il suo carico di caldo rovente. Mattia Gussoni, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma l’arrivo di una nuova fase meteo climatica anomala che avrà delle conseguenze dirette su buona parte del bacino del Mediterraneo con temperature ben oltre le medie attese in questo periodo.

La causa di questa impennata dei valori termici va ricercata nella zona da cui partiranno le masse d’aria: l’arroventato deserto del Sahara (zone interne di Marocco, Algeria e Tunisia) già in questi giorni registra temperature con punte di 46-48°C. Il clima della zona tra il Tropico del Cancro e i 37° di latitudine Nord (la fascia più settentrionale dell’Africa) prende il nome di ‘clima subtropicale’: per questo motivo si parla di ondata di caldo dalle caratteristiche subtropicali. Da Domenica 22 giugno questa bolla calda si espanderà verso il bacino del Mediterraneo e l’Europa provocando, oltre ad una maggior stabilità atmosferica con tanto sole, anche un deciso aumento delle temperature.

Queste condizioni ci terranno compagnia anche nel corso della prossima settimana quando il caldo anomalo si farà sentire in particolare sulle pianure del Nord e sulle regioni tirreniche dove i valori termici si porteranno diffusamente oltre i 34-36°C durante le ore pomeridiane. In Sardegna, Puglia e Basilicata si potranno toccare punte massime fino a 42°C.

Le ondate di caldo, un tempo considerate eccezionali, oggi si presentano con cadenza settimanale e colpiscono con maggiore intensità e durata: un recente studio de iLMeteo.it ha confermato che la stagione estiva dura ormai 4 o 5 mesi con afa e caldo a tratti insopportabile, dal sapore più tropicale che europeo. Negli anni ’70-’80 in molte aree d’Italia si contavano 10-15 giorni di ‘caldo intenso’ all’anno, cioè giornate con Temperatura Percepita >=32°C (combinazione di temperatura dell’aria, velocità del vento e umidità) e/o con Temperatura >=35°C. Oggi, in media, se ne contano 35-40 o più, con punte superiori in aree urbane e nelle regioni del Centro Sud o della Pianura Padana.

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