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Economia

Stangata su sigarette e gioco di azzardo ma la batosta più dura arriverà da Comuni e Regioni che potranno aumentare le imposte locali

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La nuova legge di Bilancio non ferma i rialzi delle imposte che entrano nelle casse di Comuni e Regioni. Ciò vuol dire che gli enti locali avranno mano libera su Imu e addizionali enti locali. E così quei comuni che vorranno fare cassa avranno via libera ad aumenti. 

Col nuovo anno aumenterà anche il prezzo delle sigarette e saliranno le tasse sulle slot. Con la manovra il governo sterilizza però gli aumenti di Iva e le accise ma non disinnesca completamente questi rincari.

Imu e Tasi

In pratica Regioni e Comuni potranno aumentare le aliquote fino ai livelli massimi. Ovvero sino al 3,3% per l’ addizionale Irpef regionale, lo 0,8% per quella comunale (con l’ eccezione di Roma che è già allo 0,9%) e lo 10,6 per mille per Tasi e Imu. Oggi sono ben 6782 Comuni che potrebbero rivedere al rialzo le addizionali perché non hanno ancora raggiunto il tetto massimo, mentre altri 6516 possono rialzare l’ Imu.

Sigarette.

È un classico delle manovre economiche. Il pacchetto da 20 sigarette con l’ anno nuovo sarà più caro di 10 centesimi a prescindere dalle fasce di prezzo dei vari prodotti. Per il 2019 sono infatti previsti rincari della tassazione sulle sigarette per 108 milioni, altri 22,5 per il tabacco trinciato e 1,8 per i sigari.

Azzardo di Stato.

Anche questa misura è troppo semplice. Dal prossimo anno scatta anche un nuovo aumento della tassazione sui giochi che porterà 239 milioni di euro in più nelle casse dello Stato: 120,1 milioni aumentando il prelievo erariale unico sulle slot e 119 milioni sulle cosiddette «videolottery».

IVA.

Nessun problema per il 2019, perché come è noto il governo aumentando il deficit sterilizzerà ben 12,5 miliardi di aumenti dell’Iva. Questo intervento avrà un trascinamento anche sul 2021 ed il 2012 ma non risolverà il problema. Anzi. In base ai calcoli fatti dai tecnici nel 2020 sono previsti altri aumenti per 13,6 miliardi che salgono a 15,6 miliardi nel 2021 e 2022. L’aliquota agevolata Iva che il prossimo anno resterà al 10% nel 2020 dovrebbe infatti salire all’ 11,5%, mentre l’ aliquota ordinaria oggi al 22% senza ulteriori interventi salirà al 24,1% e dal 2021 al 24,5%. Sono stati invece cancellati in via definitiva gli aumenti dell’accisa su benzina e gasolio.

Accise

Su questo versante il Governo ha fatto un passo avanti. Ma si sa, sulla benzina gli italiani pagano ancora accise per foraggiare l’invasione dell’Abissinia da parte delle truppe italiane.

Tagli ai ministeri.

Per fare cassa il governo ha messo in conto tagli da 435 milioni alla spesa ai ministeri ed un calo della spesa in conto capitale, che finanzia gli investimenti, per 822 milioni più altri 790 “riprogrammati”.

Bonus Lode

Col nuovo bonus potrà aspirare ad un posto fisso un “cervellone” su 10. Lo sconto fino a 8 mila euro consente di incentivare l’assunzione di laureati in corso con 110 e lode under 30 e dottori di ricerca under 34 anni che abbiano conseguito il titolo tra gennaio 2018 e giugno 2019. Nell’ultimo anno i giovani «eccellenti» sono stati circa 60 mila ed in base alle risorse stanziate sono possibili 6000 assunzioni.

Nella manovra economica non c’è nulla su reddito di cittadinanza e superamento della legge Fornero perchè saranno oggetto di appositi disegni di legge

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Economia

Giorgetti conferma il taglio del cuneo ai ‘redditi medio-bassi’

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Nel Def “noi abbiamo ribadito che sarà prioritario tra gli interventi del prossimo piano strutturale in base alle nuove regole esattamente garantire e confermare la riduzione del cuneo fiscale e abbattimento dell’imposizione per questi redditi medio-bassi”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti rispondendo in question time alla Camera. “Per quanto riguarda le coperture potranno essere definite esattamente in quella sede, che è quella che le regole contabili prevedono”, ha aggiunto. “Le stesse polemiche che lei porta qui oggi venivano additate l’anno scorso nei confronti del governo dicendo che non avremmo mai potuto fare le misure che poi abbiamo fatto. Io sono sono confidente, ho fiducia che riusciremo ad andare incontro, a favore di queste categorie che sono state oggettivamente aiutate”, ha detto il ministro.

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Economia

Faro imprese sull’intelligenza artificiale, in crescita del 30%

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Il mercato italiano dell’intelligenza artificiale è stimato per il 2023 a 570 milioni di euro con un tasso di crescita di oltre il 30%, che prosegue anche quest’anno e che nel 2026 arriverà a 1,2 miliardi di euro. Lo dice il Rapporto ‘Il Digitale in Italia 2023′ di Anitec-Assinform, al centro del convegno organizzato – presso l’Innovation Center di Intesa Sanpaolo a Torino – da Confindustria Piemonte con Anitec-Assinform, Digital Innovation Hub Piemonte e Fondazione Piemonte Innova. “E’ necessario stimolare un dibattito aperto con al centro un utilizzo consapevole e costruttivo dell’IA per migliorare la vita delle persone e far progredire economia e società. In questa prospettiva, dobbiamo valorizzare la collaborazione pubblico-privato anche in questo comparto.

La recente inaugurazione della Fondazione Ai4Industry – Centro Nazionale per l’Intelligenza Artificiale qui a Torino, è un eccellente segnale in questa direzione, così come il lavoro che svolgono ogni giorno imprese e talenti per una applicazione concreta di questa tecnologia” ha sottolineato Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte e di Anitec-Assinform. “È importante riconoscere come l’intelligenza artificiale sia già oggi una realtà imprescindibile per tutte le imprese che aspirano a competere a livello nazionale, europeo e globale. Ma è cruciale un utilizzo consapevole, etico e sicuro. Per questo è fondamentale la collaborazione pubblico-privata, una governance collaborativa e multistakeholder di soggetti abilitanti che garantiscano un approccio responsabile e costruttivo a questa tecnologia” ha affermato Massimiliano Cipolletta, presidente della Fondazione Piemonte Innova.

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Economia

Per Fs ricavi trimestre in crescita di quasi il 20%

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Il gruppo Ferrovie dello Stato ha chiuso il primo trimestre con ricavi in crescita “di quasi il 20%”. Lo ha detto l’amministratore delegato Luigi Ferraris a margine della ‘Influence Relevance & Growth Confernce’ organizzata a Milano da NeWest Corp insieme a Sda Bocconi, Aspen e Cnbc. “Come investimenti – ha sottolineato il manager – siamo addirittura in crescita rispetto al 2023, che è stato un anno record”. “Nell’intero trimestre – ha spiegato Ferraris – abbiamo numeri positivi rispetto al 2023 soprattutto con i passeggeri, un po’ meno invece sulle merci a causa delle criticità legate ai valichi di frontiera che sono chiusi e al fatto che la Germania è ancora in sofferenza rispetto a dei cantieri che stanno portando avanti”. A tutt’oggi infatti la linea ferroviaria del Frejus è chiusa dallo scorso agosto sul versante francese a causa di una frana, con una perdita stimata dal gruppo di 8 milioni al mese, di cui 5 per il comparto merci e 3 per quello passeggeri. Quest’ultimo, legato all’Alta Velocità, è parzialmente in funzione grazie a un servizio automobilistico sostitutivo tra le stazioni di di Oulx (Torino) e Saint Jean de Maurienne (Francia).

Il problema sarà risolto entro l’anno, come annunciato al bilaterale tra il ministro francese dei trasporti Patrice Vergriete e l’italiano Matteo Salvini al G7 dei Trasporti a Milano lo scorso 12 aprile. Escluso invece un interesse delle Ferrovie italiane per il mercato Usa. “Abbiamo molto da fare in Italia prima di pensare agli Stati Uniti”, ha detto il manager rispondendo a una domanda e ricordando che “negli Usa siamo già presenti con la società di ingegneria Italferr, ci guardiamo intorno, siamo partner potenziali di progetti e dialoghiamo con Amtrack, ma non abbiamo nessun coinvolgimento diretto”. Le Fs operano già attraverso società controllate o partecipate in Germania, Regno Unito, Francia, Spagna, Grecia e Olanda, oltre che in Columbia, India, Qatar e Turchia. Ferraris ha parlato anche di Europa, sottolineando la necessità per il Vecchio Continente di dotarsi di una “rete integrata ad alta velocità” che unisca tuti i Paesi. Al momento infatti ne sono dotati soltanto “Spagna, Francia e Italia, in Germania ce n’è poca e nell’Europa Orientale è da costruire”. Poi c’è il tema del trasporto merci. Secondo Ferraris “L’Italia – è uno hub naturale logistico nel Mediterraneo, ma se non è ben connessa alla rete centro-europea è un problema”.

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