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Roma

Mamma Rai intitola a Fabrizio Frizzi gli studi televisivi Dear Nomentana

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Mamma Rai non dimentica i suoi uomini migliori. E tra questi c’è sicuramente Fabrizio Frizzi. Quello della Rai è un ricordo bello e significativo: la intitolazione alla memoria del conduttore buon degli studi televisivi della Dear Nomentana, a Roma.

Studi che da si chiameranno dunque “Studi Fabrizio Frizzi”. L’ha annunciato, in occasione della presentazione dei palinsesti autunnali 2018 della Rai, il direttore generale dell’azienda di viale Mazzini, Mario Orfeo. Al suo fianco c’erano la presidente Rai Monica Maggioni e il conduttore Carlo Conti, storico amico e collega del presentatore scomparso. L’Eredità, prossima stagione, sarà condotta da Flavio Insinna, che rientra in pista dopo lo scivolone denunciato da “Striscia la Notizia” sui difficili rapporti con alcuni dipendenti Rai.

La proposta di dedicare al conduttore scomparso a marzo alcuni studi della televisione pubblica era già stata lanciata ad aprile, quando alcune associazioni avevano chiesto di dare il suo nome agli studi dove viene registrata l’ultima trasmissione che aveva condotto, L’Eredità. Ora quel desiderio, almeno in parte, è stato accontentato. Altro segno di attenzione della Rai per Carlotta Mantovan, moglie dell’amato Fabrizio Frizzi, ora sola con la loro bambina. La giornalista, che aveva scelto di restare accanto al marito quando stava male e dunque di lasciare SkyTg24, sarà a “Tutta salute”, programma in onda tutte le mattine su RaiTre e condotto da Michele Mirabella. Carlotta darà conto di tutte le ‘bufale’ che hanno a che fare con il mondo della medicina e che si trovano sul web.

Conduttore buono. La Rai intitola a Frizzi gli studi Dear di Roma

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Cronache

Teneva in casa 660 mila euro e altri beni ma non presentava dichiarazione redditi dal 2006

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Aveva in casa 660 mila euro in contanti, assegni post-datati per altri 130 mila e reperti archeologici, orologi di lusso ed altro: un tesoretto trovato dai finanzieri di Napoli in casa di un 59enne di Portici, Napoli. I finanzieri erano lì, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma, per eseguire un’ordinanza applicativa della misura cautelare personale del divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi da essa abitualmente frequentati, emessa dal G.I.P. del Tribunale Ordinario di Roma.

Il provvedimento è stato adottato all’esito di indagini, delegate dalla Procura capitolina ai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, che hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza nei confronti dell’uomo per il reato di tentata estorsione.

Il predetto soggetto, già gravato da una condanna definitiva per associazione per delinquere finalizzata alla consumazione di più reati di truffa e falso, avrebbe posto in essere atti di violenza e minaccia nei confronti del direttore commerciale di un consorzio di Roma a seguito di un investimento di oltre 1,5 milioni di euro in un’operazione immobiliare nella provincia di Messina che prevedeva la costruzione di 5 villette.

A seguito dell’infruttuoso investimento, l’indagato avrebbe richiesto, in più occasioni, alla persona offesa, la restituzione di una somma (7 milioni di euro) di gran lunga superiore a quella investita, con minacce proferite in presenza di altre persone e anche con l’uso di una pistola all’interno di un bar della Capitale.

Contestualmente all’esecuzione della misura, militari del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Napoli hanno eseguito perquisizioni delegate dalla Procura della Repubblica di Roma in due abitazioni e in un’autovettura di proprietà dell’indagato, che non risulta aver presentato dichiarazioni dei redditi dal 2006.

Nel corso delle perquisizioni sono state sequestrate anche 2 pistole semiautomatiche modificate, comprensive di caricatore con cartucce, 3 pistole revolver comprensive di cartucce, di cui una con matricola abrasa e una modificata, e circa 200 munizioni di vario calibro per arma corta. Conseguentemente, l’indagato è stato tratto in arresto (poi convalidato) per detenzione abusiva di armi clandestine e ricettazione e tradotto nel carcere di Poggioreale.

Si è proceduto, altresì, a sequestrare 660.000 euro in contanti, assegni post-datati per 130.000 euro, 3 reperti archeologici, 15 orologi di lusso di note marche e 2 telefoni cellulari. Sono in corso ulteriori approfondimenti e analisi di tipo balistico sulle armi sequestrate e sulla documentazione di interesse investigativo reperita nel corso delle perquisizioni.

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Cronache

Colossale truffa informatica, clonavano carte di credito e biglietti della Roma: 6 indagati

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Sei persone indagate per frodi informatiche: i militari della Guardia di Finanza di Roma e di Napoli hanno notificato un’ordinanza cautelare su richiesta della Procura di Napoli di arresti domiciliari nei confronti di tre persone e di obbligo di presentazione alla p.g. nei confronti di altre tre persone. I sei, in tutta Italia, avrebbero commesso numerose frodi informatiche e clonato strumenti elettronici di pagamento e titoli di accesso.
Con il medesimo provvedimento è stato altresì disposto, nei confronti degli indagati, il sequestro preventivo – anche per equivalente – di disponibilità finanziarie e beni del valore di circa 250.000,00 euro, quale profitto del reato.
Le indagini hanno avuto inizio nel gennaio 2020, a seguito del sequestro di alcuni titoli di accesso, contraffatti, per un incontro di calcio tenutosi nello stadio Olimpico di Roma e, successivamente, degli smartphone delle persone ipotizzate quali responsabili della commercializzazione dei biglietti.


Dall’esame degli apparecchi emergevano, in particolare, numerose chat indizianti l’esistenza di una più vasta rete, radicata nella provincia di Napoli, dedita alla commissione di frodi informatiche.
I successivi approfondimenti condotti dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma hanno permesso di tracciare circa 40 episodi di truffa perpetrati dagli indagati nei confronti di ignari clienti di istituti di credito.
Attraverso evoluti sistemi di clonazione delle carte di credito e delle credenziali per i servizi di internet banking, in particolare, i truffatori si sostituivano al legittimo titolare del rapporto finanziario, trasferendo rapidamente le somme depositate in conti correnti intestati a prestanome. Il denaro così sottratto veniva poi prelevato in contante ovvero frazionato e inviato – mediante ulteriori bonifici anche di importo non significativo – su numerosi altri conti correnti.
Per attuare le frodi, si accertava che gli indagati in primo luogo acquisivano sul dark web informazioni sulle banche presso cui le vittime erano intestatarie di conti correnti. Successivamente, gli stessi sottraevano alle vittime le informazioni utili a garantirsi l’accesso al loro conto attraverso una telefonata o SMS originati da un numero apparentemente riconducibile all’istituto di credito, segnalando presunte movimentazioni anomale registrate sugli stessi.
Infine, le somme illecitamente sottratte venivano prelevate in contanti da soggetti incaricati della “monetizzazione”, i quali a riscontro inviavano agli ideatori della truffa il filmato dell’avvenuta operazione.
L’utilizzo dei proventi illecitamente acquisiti venivano poi utilizzati per pagare soggiorni in hotel, residenze di lusso e per l’acquisto di beni preziosi, tra cui orologi di lusso e dispositivi elettronici di ultima tecnologia.
L’attività d’indagine – diretta dalla Procura della Repubblica di Napoli – è stata indirizzata dunque a salvaguardare, da un lato, l’integrità dei circuiti di pagamento e della rete internet e, dall’altro, a tutelare i risparmiatori, soprattutto le fasce più deboli, dall’indebita sottrazione di risorse finanziarie dai propri conti correnti.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.

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In Evidenza

Ultrà sotto casa di Zaniolo, arriva la Polizia

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È intervenuta la polizia, allertata dal team manager della Roma:  una quindicina di persone si erano presentate, dopo la mezzanotte, sotto casa di Nicolò Zaniolo, nella zona di Casal Palocco, urlando cori e insulti.

Adesso sono in corso indagini da parte della polizia per rintracciare e identificare gli autori del blitz. Dopo lo striscione esposto dai tifosi nei pressi del Colosseo (“Traditore m… senza onore”), a Trigoria è apparso un altro messaggio all’indirizzo del classe 1999: “Via uomini di poco conto, codardi e approfittatori… Sostegno incondizionato solo per chi rispetta i nostri colori!”. Dopo la richiesta di essere ceduto a parte del calciatore, alcune frange di tifosi lo hanno preso di mira.

Insulti anche alla mamma del calciatore, Francesca Costa: su uno dei muri di Trigoria  è apparsa una scritta offensiva a lei indirizzata: “Troppo odio nei confronti di mio figlio”, ha detto. E la sorella di Zaniolo,  Benedetta, è intervenuta sui social: “Non servono parole, solo tanta pena per voi”, ha scritto in una storia Instagram, allegando anche alcuni messaggi offensivi ricevuti in privato.

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