Alla conferenza sulla “Sicurezza e la Legalità” di Napoli c’è il Procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, magistrato che ha sconfitto assieme ad altri pm come Catello Maresca e Antonello Ardituro la mafia casalese, quella che è diventata miliardaria con l’affare della monnezza. Ne aveva l’esclusiva nazionale assoluta, versava solo un obolo ai Corleonesi di Totò Riina e alla ‘Ndrangheta in cambio del via libera su ogni decisione. “Ogni volta si crea un problema di emergenza rifiuti c’è un’omissione e un ritardo della politica. I soggetti che devono provvedere devono smetterla di arrivare a queste situazioni, la responsabilità è di chi deve provvedere e non lo fa” spiega Cafiero De Raho a margine della conferenza. Commentando le polemiche sulla proposta del ministro Salvini di nuovi termovalorizzatori in Campania, preferito evitare commenti che possano sembrare politici e ha risposto con parole di buonsenso: “Una soluzione va trovata, abbiamo un problema di emergenza rifiuti ciclica che ha determinato scelte che purtroppo nelle stagioni passate si sono rivelate infauste, ci sono strumenti diversi usati in Paesi esteri come Svezia, Norvegia e vanno fatte scelte per evitare di portare fuori i rifiuti e pagare il doppio del prezzo che chiunque altro al mondo paga e continuare così a indebitarci.
Dobbiamo pensare alla salute dei cittadini con soluzioni effettive e quali siano dovrà stabilirlo chi sa quali possono essere gli effetti sul territorio degli impianti che bruciano i rifiuti”. Pochi giorni fa, proprio il Procuratore nazionale antimafia Cafiero de Raho e il Commissario straordinario alle bonifiche e discariche abusive, il generale dei carabinieri Giuseppe Vadalà, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per la prevenzione delle infiltrazioni della criminalità organizzata nei lavori di bonifica e messa in sicurezza del territorio, e contro il traffico illecito dei rifiuti. Il protocollo consentirà di realizzare, per ogni sito da regolarizzare, una ‘mappa di legalità’ volta a monitorare società, mezzi e manodopera impegnate nei cantieri, al fine di bloccare per tempo le possibili infiltrazioni criminali.
Ambiente. Il ministro Sergio Costa alla guerra dei veleni nella Terra dei Fuochi
Ma torniamo al disastro rifiuti in Campania. Se ne parlerà a Caserta, in Prefettura, lunedì 19. Saranno presenti mezzo governo. Come spiega Sergio Costa, ministro dell’Ambiente in quota M5S. “Noi lunedì ci vedremo a Caserta, in Prefettura, per firmare un piano di azioni non sull’emergenza dei rifiuti ma sulla sofferenza dei roghi tossici. L’incendio dei siti di stoccaggio e di quei rifiuti abbandonati o depositati in modo incontrollato nelle campagne” dice Costa che evidenzia come la Campania “si assesta al 52% di differenziata e il trend ci dirà che salirà ancora. Guardate che è tanto, perchè è nella media nazionale (la media nazionale è il 60 per cento, dunque non è vero quello che dice Costa) e di più della media di tutto il Sud Italia (questo è vero, come è vero che la Campania fa molto meglio anche di molte regioni del centro nord). Più differenziata si fa e più non serve un inceneritore. Quanto alle esternazioni del ministro dell’Interno Matteo Salvini sulla necessità di fare inceneritori in ogni provincia, a costo anche di imporli, Costa sostiene che quella di “Salvini credo sia stata una dichiarazione di pancia: non abbiamo alcun nuovo disastro in essere. Non torneremo indietro alle emergenze del passato”. E poi, ospite al telefono di radio Marte, alla trasmissione La Radiazza di Gianni Simioli si abbandona alle solite dichiarazioni di principio come “l’ecomafia di qui non passa. Io sono contrario agli inceneritori. Non ideologicamente. Questi impianti rappresentano il fallimento della gestione integrata dello smaltimento rifiuti. Nell’economia circolare dove non si brucia più nulla l’inceneritore a che mi serve? Dalla Campania si deve partire per un nuovo modello di smaltimento, da una terra che ha dato troppo, ora dev’essere un vero laboratorio del futuro”, ha concluso Costa. Tutte cose belle che necessitano però di programmazione e risorse. Le diagnosi nella terra dei fuochi le conoscono un po’ tutti, anche le cure. Il problema è cominciare. A parlare di bonifiche, ad esempio. Di monitoraggio della salute delle persone. Di lotta senza quartiere allo sversamento abusivo degli scarti di lavorazione industriale, all’interramento dei rifiuti e alla bonifica delle discariche legali e di quelle illegali. In alcuni casi trovate proprio da Costa quando faceva il lavoro di comandante della Forestale. Insomma la gente si aspetta fatti.
Hanno tentato di scappare utilizzando un lenzuolo i due detenuti che ieri hanno provato a evadere dal carcere di Bellizzi, ad Avellino. I due carcerati sono stati però bloccati dalla polizia penitenziaria, mentre cercavano di superare il muro di recinzione. Un terzo, che come gli altri due si era allontanato dalla sezione di isolamento, sentendosi braccato, ha invece deciso di rientrare. Nel frattempo, all’esterno, era già scattato il piano predisposto per il contrasto alle evasioni dai penitenziari: il carcere è stato cinturato dalle forze dell’ordine e il funzionario della Polizia di Stato delegato dal questore di Avellino Pasquale Picone, raggiunto il complesso penitenziario, ha coordinato la “macchina organizzativa” tenendo costantemente informati sia il questore, sia l’autorità giudiziaria. Sono state anche fatte arrivare ulteriori pattuglie per presidiare le vie di fuga dalla città. I due detenuti, identificati, sono posti in altra cella sotto stretto controllo della polizia penitenziaria. Solo a notte fonda la situazione è rientrata.
“Il sistema penitenziario campano oramai è allo sbando – commentano il presidente e il segretario regionale dell’Uspp Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio – oramai tra i detenuti si è diffuso un senso di impunità perché non vengono applicati criteri sanzionatori. Chiediamo ai vertici del dipartimento nonché alla politica di valutare l’operato del provveditore della Campania perché a tutt’oggi non è riuscito neanche a mandare un supporto al carcere di Avellino”. “Oramai in Campania la situazione è fuori controllo”, dichiara il segretario regionale del Sappe in Campania Tiziana Guacci. Siamo molto preoccupati per la situazione del carcere di Avellino ma anche degli altri istituti penitenziari campani. Da tempo aspettiamo segnali dai vertici dipartimentali: abbiamo richiesto un tavolo di confronto con il prefetto al fine di trovare soluzioni condivise visto che la situazione rischia di compromettere l’ordine pubblico”.
È di tre morti il bilancio di un incendio avvenuto ieri sera intorno alle 23.00 a Milano in un emporio di articoli cinesi in via Ermenegildo Cantoni 3. Le vittime sono tutte giovani e di nazionalità cinese: si tratta di due fratelli di 19 e 17 anni ed un’altra di 24 anni. Sul posto sono intervenuti cinque mezzi del Comando di Milano che hanno lavorato tutta la notte per domare le fiamme e poi procedere alla messa in sicurezza del magazzino.
Carabinieri e polizia scientifica stanno indagando per capire le dinamiche dell’evento. Sul posto anche 118 e polizia locale. I Vigili del fuoco stanno ancora lavorando per procedere al raffreddamento degli ambienti ed al conseguente smassamento.
Nuova vittima sul lavoro in provincia di Brescia. Un operaio di 55 anni è infatti morto travolto da un carico. È accaduto nei capannoni della Bettoni Plastiche di Torbole Casaglia. L’uomo stava movimentando un carico quando ha perso l’equilibrio e il peso lo ha schiacciato.