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Tecnologia

L’era del 5G parte da Torino con Tim che consente di viaggiare in auto gestita da remoto, Droni e robot intelligenti

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Tra un mese la prima auto senza pilota comincerà a circolare per le strade di Torino. Prima hanno dovuto allestire un circuito con semafori intelligenti e soprattutto con una rete 5G, essenziale per mettere in rete i sistemi di bordo dei veicoli, rendendoli capaci di dialogare tra loro e con la strada. Sarà dunque un giretto attraverso un percorso “protetto” perchè l’auto c’è, manca la smart city, la città intelligente con la quale la vettura può dialogare. In ogni caso è un assaggio di quel che sarà il futuro: un’auto a guida remota, strumenti di realtà virtuale, soluzioni per migliorare i servizi pubblici, accessori per la robotica industriale, droni, Internet delle Cose. È la prima volta che accade in un centro urbano e fuori da un laboratorio. E avviene a Torino perché è la città capofila in Italia della sperimentazione del 5G insieme con Tim, che si è aggiudicata per 2,4 miliardi le frequenze messe in gara dal ministero per lo Sviluppo economico.


Per ora siamo alla fase di test, frutto di un percorso avviato a gennaio dello scorso anno e culminato negli ultimi mesi: ad aprile si è dato il via all’ ecosistema Torino 5G, a giugno è stata effettuata la prima videochiamata olografica, a luglio è stato mostrato il primo braccio robotico ad alta precisione controllabile da remoto. Infine è stata accesa la prima antenna: entro un anno tutta Italia sarà coperta da una tecnologia, capace di trasmettere dati a 20 Giga al secondo, 10 volte rispetto a oggi e di gestire un milione di oggetti per chilometro quadrato. “È una rivoluzione che presto tutti sperimenteranno nella vita quotidiana con applicazioni e servizi resi possibili grazie alla qualità della rete”, spiega Elisabetta Romano, Chief technology officer di Tim. Una bella notizia che fa però a pugni con aree del paese ancora non servite dal 4G o peggio dove non c’è copertura di rete. In ogni caso se rivoluzione sarà, sarà per i centri urbani. Non a caso Torino si è gettata nella sperimentazione, concordando con Tim di sviluppare alcune direttrici che, potenzialmente, potrebbero avere un impatto sui servizi pubblici o, come minimo, sviluppare filiere industriali sul territorio: l’auto senza pilota, i droni impegnati nel monitoraggio ambientale delle stazioni Radio Base Tim, l’industria d’avanguardia con la sperimentazione sui bracci robotici in Comau, la nuova Control room che monitora illuminazione pubblica, strade, parcheggi, e in tempo reale mette i dati a disposizione delle forze dell’ ordine, i tour virtuali del museo Pietro Micca per chi soffre di claustrofobia o esplorare le aree attualmente non accessibili.

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13 Paesi Ue per i mini reattori nucleari, anche Roma firma

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Tredici Paesi Ue, tra i quali anche l’Italia, chiedono “un quadro industriale e finanziario favorevole per i progetti nucleari”, promuovendo “la ricerca e l’innovazione in particolare per i piccoli reattori modulari e i reattori modulari avanzati”. Lo si legge in una nota congiunta diffusa da Parigi, a capo dell’alleanza sul nucleare, al termine di una riunione con la Commissione europea. Il documento è stato sottoscritto da Bulgaria, Croazia, Finlandia, Francia, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia e Slovenia. L’Italia, insieme a Belgio e Paesi Bassi, ha firmato in qualità di Paese osservatore.

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Da AI e realtà virtuale il primo ologramma 3D dell’embrione umano

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Intelligenza artificiale (AI) e realtà virtuale hanno permesso di vedere per la prima volta come l’embrione si sviluppa nell’utero durante la gravidanza, riproducendone l’ologramma in 3D. Pubblicato sulla rivista Human Reproduction, il risultato si deve al gruppo della ginecologa Melek Rousian, dell’Università di Rotterdam, nei Paesi Bassi, e indica che più lentamente avviene lo sviluppo embrionale, più aumenta il rischio di un aborto. Di conseguenza, la nuova tecnica fornisce un indicatore utile per prevedere se una gravidanza è a rischio, oppure se ha alte probabilità di concludersi con la nascita di un bambino.

“Abbiamo scoperto che, più è lungo il tempo che l’embrione impiega a svilupparsi, più aumenta il rischio di un aborto”, ha osservato Rousian, riferendosi alle osservazioni fatte con il suo gruppo sulle prime dieci settimane di gravidanza. I ricercatori hanno utilizzato le tecniche più avanzate della diagnosi per immagini e della realtà virtuale per ottenere ologrammi in 3D degli embrioni e in questo modo hanno potuto osservare con un dettaglio senza precedenti ogni fase dello sviluppo, compresa la formazione di braccia e gambe, il modo in cui si modella il cervello e hanno potuto anche misurare il volume e la lunghezza complessive dell’embrione. Grazie a queste nuove tecniche, rileva Rousian, in futuro sarà possibile stimare la probabilità che una gravidanza vada a termine e segnalare un eventuale rischio di aborto.

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Nyt, parte del codice sorgente di Twitter trapelato online

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Nuova grana per Twitter nell’era di Musk. Parti del codice sorgente della piattaforma, il codice del computer su cui gira il social network, sono trapelate online, secondo un’azione legale intentata da Twitter. Lo scrive il New York Times, sottolineando che si tratta di una rara e importante esposizione di proprietà intellettuale, in un momento in cui la società fatica a ridurre i problemi tecnici e a risollevarsi dalle debacle commerciali sotto Elon Musk.

Venerdì Twitter si è mossa per rimuovere il codice trapelato inviando un avviso di violazione del copyright a GitHub, una piattaforma di collaborazione online per sviluppatori di software dove è stato postato il codice. GitHub ha rispettato la diffida e ha rimosso il codice il giorno stesso. Non è chiaro da quanto tempo il codice trapelato fosse online, ma sembra che fosse pubblico da almeno diversi mesi, anche se Twitter se ne sarebbe accorta solo recentemente.

La compagnia che cinguetta ha anche chiesto al tribunale distrettuale degli Stati Uniti del distretto settentrionale della California di ordinare a GitHub di identificare la persona che ha condiviso il codice e qualsiasi altra persona che lo ha scaricato. E ha avviato una indagine interna, dove si suppone che chiunque sia stato abbia già lasciato la società lo scorso anno, quando Musk ha lanciato licenziamenti di massa. Una delle preoccupazioni è che il codice, generalmente custodito nella massima segretezza, includa vulnerabilità di sicurezza che potrebbero fornire agli hacker o ad altre parti motivate i mezzi per estrarre i dati degli utenti o mandare in tilt il sito.

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