Ve lo ricordate quello che diceva Giovanni Falcone: per capire dove investe la mafia, bisogna seguire il flusso di denaro degli investimento nell’economia legale. Ed è quello che ha fatto il Corriere della Sera che ha approfondito la complessa strategia criminale del clan D’Amico di Ponticelli, una cosca camorristica che ha esteso la sua attività a Milano. Questa organizzazione, nel periodo successivo all’emergenza Covid, ha adottato una tattica consolidata ma efficace: il ripianamento dei debiti di ristoranti e pizzerie senza entrare direttamente negli organigrammi societari, spesso mantenendo i vecchi titolari o utilizzando prestanome incensurati. A Milano nel settore della ristorazione ci sono molti imprenditori napoletani sui quali fare leva con risorse fresche.
Il clan D’Amico, originario della zona orientale di Napoli, ha avviato la sua ascesa nella gestione dei finanziamenti per la costruzione di aree popolari dopo il terremoto del 1980. Inizialmente utilizzati per agguati e attentati, i D’Amico sono stati coinvolti in un’operazione dei carabinieri tra il 2018 e il 2020, che ha portato a condanne significative, decapitando l’organigramma del clan e innescando la necessità di nuovi capitali.
La nuova generazione del clan, composta da ventenni e trentenni, ha adottato una strategia più manageriale, ampliando le attività al di fuori del quartiere di dominio, incluso Milano. La presenza di affiliati istruiti all’università e l’arruolamento di professionisti come notai, commercialisti e dirigenti di banca hanno contribuito a questa nuova direzione.
L’analisi del Corriere della Sera evidenzia anche il coinvolgimento delle donne del clan in ruoli apicali, confermando una tendenza a rinnovare e diversificare le strategie criminali. L’apertura di nuovi locali, principalmente pizzerie, sembra essere parte di un piano più ampio per riciclare denaro sporco, complicando ulteriormente le indagini finanziarie.
La discoteca di cui si parla nel documento potrebbe essere soggetta a un’attenzione più approfondita da parte degli investigatori a seguito di cambiamenti societari sospetti. La mancanza di trasparenza nelle operazioni finanziarie complica ulteriormente la tracciabilità di somme di denaro, e il controllo effettivo dei locali offre opportunità di riciclaggio.
La questione della droga è centrale in questo contesto criminale, con i proventi dello spaccio che contribuiscono al peso economico del clan. Milano, essendo una delle principali piazze continentali per lo spaccio di droga, offre anche la possibilità di stabilire legami con altri attori del crimine organizzato, creando nuovi scenari di sviluppo al di fuori dei confini italiani.
L’inchiesta giornalistica del Corriere della Sera fornisce uno sguardo dettagliato sulla complessa rete criminale dei D’Amico, sottolineando la necessità di un’approfondita collaborazione tra autorità investigative e soggetti coinvolti per smantellare questa organizzazione e prevenire la proliferazione delle sue attività illegali.