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Guerra Ucraina

L’assurdità della guerra, Russia e Ucraina si scambiano i corpi di decine di caduti

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La Russia e l’Ucraina si sono restituite reciprocamente decine di corpi di soldati rimasti uccisi nel conflitto. Lo riferiscono responsabili di entrambi i Paesi citati dalla testata Rbc. Sono 94 i corpi di soldati ucraini restituiti al loro Paese, secondo quanto ha fatto sapere il quartier generale ucraino per i prigionieri di guerra sul suo canale Telegram. Mentre alla Russia sono stati consegnati i corpi di 80 caduti, secondo quanto ha detto a Rbc il deputato della Duma Shamsail Saraliev, membro del gruppo di coordinamento parlamentare per le operazioni militari. La parte ucraina ha fatto sapere che lo scambio è avvenuto con l’assistenza e la partecipazione attiva dei rappresentanti del Comitato internazionale della Croce rossa.

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Guerra Ucraina

Ucraina: Poroshenko bloccato alla frontiera, doveva vedere Orban

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Le guardie di frontiera ucraine hanno impedito all’ex presidente Petro Poroshenko di lasciare il Paese venerdì perché aveva intenzione di incontrare il primo ministro ungherese Viktor Orban, hanno detto i servizi di sicurezza di Kiev (Sbu). Poroshenko, al potere dal 2014 al 2019, aveva programmato una serie di incontri di alto livello all’estero, ma venerdì ha detto che il suo viaggio doveva essere annullato perché era stato respinto alla frontiera. In una dichiarazione, la Sbu ucraina ha affermato che l’ex leader è stato respinto a causa del suo incontro programmato con Orban, un leader dell’Ue criticato da Kiev per la sua posizione filo-russa.

L’Sbu ha affermato che Orban “esprime sistematicamente una posizione anti-ucraina” e che Mosca intendeva utilizzare l’incontro “nelle sue operazioni informative e psicologiche contro l’Ucraina”. In risposta alla dichiarazione della Sbu, il portavoce del governo ungherese Zoltan Kovacs ha scritto su X che l’Ungheria “non desidera svolgere alcun ruolo nelle lotte politiche interne del presidente Zelensky”. “Notizie come questa e certe epurazioni politiche sono un’altra indicazione che l’Ucraina non è ancora pronta per l’adesione all’Unione Europea”, ha aggiunto.

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Esteri

Kiev: russi hanno ucciso soldati ucraini che si arrendevano

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Un video che circola sui social nel quale si vedono quelli che sembrano soldati ucraini che si arrendono, disarmati e con le mani in alto, che vengono uccisi a sangue freddo da soldati russi è da ieri oggetto di indagine da parte della giustizia in Ucraina, che accusa la Russia di un nuovo “crimine di guerra”.

Il video, che circola su Telegram, non ha data ma viene collocato nella zona di Avdiivka, nel Donetsk, dove da mesi i russi stanno tentando uno sfondamento con un elevato numero di perdite. La sua autenticità non può al momento essere verificata, aggiunge l’Afp.

In esso due soldati ucraini tengono le mani alzate in segno di resa e vengono fatti stendere a terra da militari russi, che poi sembrano sparare loro contro, subito prima che il filmato s’interrompa bruscamente. “La Russia di nuovo ha violato le leggi e le usanze di guerra oltre alle norme del diritto internazionale (…) sparando, ancora una volta a tradimento, su soldati disarmati”, si legge in una nota diramata dal centro di comunicazione strategica delle forze armate di Kiev, che afferma di basare le proprie affermazioni su “informazioni confermate”. Il commissario ucraino per i diritti umani, Dmytro Lubinets, ha evocato anch’egli “crimini di guerra” da parte delle forze di Mosca.

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Guerra Ucraina

Putin rafforza l’esercito e aumenta i soldati del 15%

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A quasi due anni dall’inizio dell’invasione in Ucraina, Vladimir Putin ha firmato un decreto per aumentare del 15% il numero dei soldati dell’esercito russo a causa delle “crescenti minacce” legate “all’operazione militare speciale e “alla continua espansione della Nato”. Una misura che riguarderà 170 mila nuovi effettivi ma che, si è affrettato a precisare il ministero della Difesa, non si tradurrà in una mobilitazione generale.

“L’aumento del numero del personale militare delle Forze Armate della Federazione Russa verrà attuato gradualmente con i cittadini che esprimono il desiderio di prestare servizio militare sotto contratto”, hanno spiegato da Mosca, accusando l’Alleanza atlantica di “attività aggressive” e di “dispiegare ulteriori armi di difesa aerea e d’attacco” vicino ai confini russi, compreso un potenziamento delle capacità nucleari in Europa e in Turchia. Il documento firmato da Putin fissa ora l’organico delle forze armate a 2.209.130 persone, di cui 1.320.000 militari. Nel precedente decreto, invalidato da questo nuovo documento, la cifra era di 2.039.758 persone, di cui 1.150.628 militari.

Mentre la guerra sul terreno continua a mietere vittime senza grandi avanzamenti da una parte o dall’altra (i russi hanno annunciato che dall’inizio della controffensiva, nel giugno scorso, gli ucraini hanno perso oltre 125 mila soldati), oggi il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha sostenuto che c’era un accordo per porre fine al conflitto ma non se ne fece nulla per l’opposizione dell’allora premier britannico Boris Johnson. Parlando a Skopje in un’affollata conferenza stampa a margine del vertice dell’Osce, Lavrov ha ricordato come alla fine di maggio del 2022 a Istanbul, al termine di varie sessioni negoziali, fosse stata raggiunta un’intesa. “Tre sessioni di trattative in Bielorussia, e l’ultima a Istanbul. L’accordo era stato raggiunto, come ha confermato uno dei partecipanti al negoziato per la parte ucraina, David Arakhamija.

Ma arrivò Boris Johnson che disse: no, dovreste continuare la guerra”, ha affermato Lavrov. David Arakhamija, al quale ha fatto riferimento Lavrov, è capogruppo nel parlamento ucraino del partito Servitore del Popolo del presidente Volodymyr Zelensky. In un’intervista televisiva nei giorni scorsi, Arakhamija ha ammesso effettivamente che la guerra poteva finire nella primavera del 2022 se l’Ucraina avesse accettato la neutralità. “L’obiettivo della Russia era indurci ad accettare la neutralità, sul modello della Finlandia degli anni scorsi, con la promessa di non aderire alla Nato, e su questo Mosca era pronta a porre fine alla guerra”, ha detto Arakhamija. Alla domanda sul perché Kiev non accettò, il politico ucraino ha risposto affermando che per questo serviva modificare la costituzione ucraina, e che inoltre non si fidavano dei russi.

Sulla decisione negativa di Kiev, sempre secondo Arakhamija, influì al tempo stesso il veto posto da Boris Johnson, che si disse contrario alla firma di un qualsiasi documento di accordo con Mosca, mostrandosi invece favorevole alla prosecuzione del conflitto armato. Nell’incontro con i giornalisti Lavrov, sul quale si sono concentrate buona parte delle attenzioni al summit Osce di Skopje, è poi tornato ad accusare Kiev e i suoi sostenitori in Occidente di non mostrare “alcun segnale di disponibilità a una qualche soluzione politica” del conflitto armato in Ucraina, sottolineando che per l’avvio di un processo di composizione politica si debba essere necessariamente in due, “come nel tango”, mentre “dall’altra parte sembra che ballino la breakdance”. Sempre sulla crisi ucraina, il capo della diplomazia del Cremlino ha poi denunciato quelli che ha definito piani dell’Occidente di installare una base militare americana nel Mar Nero e un’altra britannica nel Mar d’Azov.

“Se guardate la mappa potrete capire che si tratta di un qualcosa di inaccettabile per la Russia”, ha affermato, stigmatizzando i tentativi dell’Occidente di creare una minaccia diretta per Mosca proveniente dal territorio ucraino. L’Ucraina resta peraltro tra i temi dominanti dell’agenda europea, con la chiara presa di posizione del premier ungherese Viktor Orban, decisamente contrario alla prospettiva di un’adesione di Kiev all’Ue. “Non coincide con gli interessi nazionali dell’Ungheria”, ha detto oggi Orban, per il quale su questo tema è a rischio l’unità europea. A suo avviso, sarebbe opportuno stralciare dall’agenda del prossimo vertice Ue di metà dicembre la discussione sull’avvio del negoziato con Kiev. Meglio, per Orban, un accordo di partenariato strategico.

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