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Guerra Ucraina

La Wagner via da Bakhmut. 007 Kiev, ‘uccidere Putin’

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La Wagner consegna Bakhmut all’esercito regolare e, come promesso, si ritira dalla città del Donbass che i russi hanno detto di aver conquistato fin da sabato scorso. Ma Mosca si sente sempre più sotto attacco sul suo territorio. L’ultimo campanello d’allarme sono i sabotaggi di agenti ucraini a due centrali nucleari che i servizi di sicurezza interni dicono di avere sventato. E intanto i servizi segreti di Kiev affermano che il loro “obiettivo primario” è lo stesso presidente Vladimir Putin, anche se poi fanno marcia indietro dicendo di volerlo consegnare alla Corte penale internazionale.

La Russia mantiene intanto alta la sfida sul piano militare con l’Occidente. Mosca, ha fatto sapere il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, ha già avviato le operazioni per trasferire in territorio bielorusso armi nucleari tattiche, come annunciato lo scorso marzo da Putin. E il ministero della Difesa russo ha annunciato che aerei da caccia Su-35 e Su-27 si sono alzati in volo per intercettare due bombardieri americani sul Mar Baltico che minacciavano di violare i confini russi. Stessa accusa ha rivolto Tokyo a Mosca, affermando di aver intercettato due aerei da ricognizione russi lungo le coste giapponesi. Continua nel frattempo a far discutere l’incursione nella regione di Belgorod rivendicata da due gruppi di miliziani russi anti-Cremlino, la Legione per la Libertà della Russia e il Corpo dei Volontari russi.

Ormai non passa giorno senza qualche loro nuovo proclama su Telegram, con la promessa che presto porteranno nuovi attacchi. Ma i russi su questo non hanno dubbi: per loro si tratta di uno schermo dietro al quale si muovono le forze ucraine per cercare di portare scompiglio nelle retrovie nemiche e costringere Mosca a distogliere truppe dalla prima linea. Il tutto finalizzato alla controffensiva ucraina. In questo disegno potrebbero rientrare anche altre clamorose azioni delle ultime settimane. Come i due droni esplosi tre settimane fa sul Cremlino dietro ai quali, secondo fonti americane citate dal New York Times, ci sarebbero i servizi ucraini, nonostante le smentite di Kiev. Anche le ultime dichiarazioni del consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak sembrano corroborare queste ipotesi.

La controffensiva, ha spiegato, non è “un singolo evento che inizierà a un’ora specifica”. Si tratta piuttosto di “decine di diverse azioni” in diverse direzioni “che si sono già svolte ieri, si stanno svolgendo oggi e continueranno domani”. Gli Usa – ufficialmente – continuano a dirsi contrari agli attacchi ucraini sul territorio russo, e hanno fatto sapere che stanno indagando per accertare se tra le armi usate dagli incursori di Belgorod ve ne siano alcune arrivate proprio da Washington. Il capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, si è mostrato in un video mentre si rivolge ai suoi uomini a Bakhmut per annunciare loro il ritiro con parole ironiche nei confronti dell’esercito di Mosca: “Lasciate loro anche lenzuola e sapone – dice – portatevi via solo gli spazzolini da denti”. Prigozhin ha assicurato anche che sarà restituita ai legittimi proprietari la locale fabbrica di spumante Artyomovsky, con le sue cantine ricolme di bottiglie ancora intatte, perché “la proprietà privata è inviolabile”.

Poi si è scagliato contro il canale Telegram Telegam Online, finanziato da un istituto sotto l’egida del Cremlino, che ha licenziato un giornalista, Konstantin Dolgov, che in una lunga intervista nei giorni scorsi aveva raccolto i nuovi sfoghi di Prigozhin contro i vertici militari e il suo avvertimento su una possibile “rivoluzione che potrebbe scuotere la Russia”. “Provate un po’ a chiudere la bocca a me – è la nuova sfida lanciata dal capo della Wagner -. Siete cretini, pensavate di fare un piacere al potere, ma bisogna difendere e salvare il Paese. Nella mia intervista non ho attaccato il potere ma la burocrazia”. I servizi dell’intelligence interna russi (Fsb) hanno intanto detto di aver arrestato due agenti ucraini che con altri complici intendevano far saltare 30 linee elettriche delle centrali nucleari di Leningrado e Kalinin. I sabotatori sarebbero riusciti ad abbattere un traliccio. Ma a provocare maggiore scalpore sono state le dichiarazioni di Vadim Skibitsky, numero due dei servizi segreti militari ucraini, secondo il quale Kiev intende uccidere Prigozhin e considera anche Putin un “obiettivo primario”. Qualche ora dopo l’Ucraina ha cercato di correggere il tiro. Il presidente russo è da intendersi appunto come obiettivo primario “per la sua detenzione e consegna all’Aia”, ha affermato Andrii Yusov, un rappresentante della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa, assicurando che “l’Ucraina è uno Stato civile e agisce in modo civile”.

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Guerra Ucraina

La Cina gela Kiev, ‘le regioni annesse restino a Mosca’

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Al Vaticano, alla Cina e infine al presidente brasiliano Lula, Mosca ribadisce di essere aperta a negoziati per arrivare alla pace in Ucraina. Ma nel concreto non si vedono veri spiragli, almeno al momento. A confermarlo sono indiscrezioni raccolte dal Wall Street Journal, secondo le quali il tanto atteso piano di pace della Cina consisterebbe in nient’altro che nel proporre a Kiev un cessate il fuoco con la cessione alla Russia delle parti del territorio ucraino che ha occupato. Una resa, in sostanza. La posizione di Pechino, secondo la ricostruzione del Wsj, sarebbe stata trasmessa agli europei dall’inviato cinese per l’Ucraina Li Hui, che oggi era a Mosca dopo la tappa di ieri a Bruxelles a conclusione di un tour che lo ha portato anche a Kiev. Dalla Cina non è arrivata alcuna conferma delle indiscrezioni, ma neanche una smentita.

Non stupisce il rifiuto di Kiev: “Qualsiasi scenario di compromesso che preveda la non liberazione di tutti i territori dell’Ucraina” equivarrebbe ad “ammettere la sconfitta della democrazia”, ha tuonato il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak. La controproposta ucraina, avanzata dal capo dell’ufficio presidenziale Andriy Yermak, è un “vertice per la pace”, da tenere magari a luglio, che dovrebbe partire dal piano a suo tempo avanzato da Kiev, con il ritiro totale delle truppe russe. Tra queste posizioni inconciliabili si muove anche l’iniziativa di pace del Vaticano, affidata al presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Zuppi, che intende incontrare di persona i due presidenti, Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin. Mosca, ha fatto sapere il ministero degli Esteri, “valuta positivamente” l’iniziativa del Papa, di cui riconosce “il sincero desiderio di promuovere il processo di pace”.
Anche se il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, riconosce le difficoltà dell’impresa sottolineando che, come annunciato da Papa Francesco nel viaggio di ritorno dalla visita in Ungheria, quella in cantiere è una “missione di pace” che “non ha come scopo immediato la mediazione ma di creare un clima favorevole e aiutare ad andare verso una soluzione pacifica”. Lo stesso Pontefice, del resto, è tornato oggi sul rifiuto di una mediazione vaticana espresso da Zelensky nel loro incontro del 13 maggio. “Loro non sognano tanto le mediazioni – ha osservato Francesco in un’intervista a Telemundo – perché il blocco ucraino è davvero molto forte. Tutta l’Europa, gli Stati Uniti. In altre parole, hanno una forza propria molto grande”. Fin dall’ottobre scorso, inoltre Zelensky ha firmato un decreto che vieta per legge negoziati con Putin. E una posizione speculare è stata assunta dall’ex presidente russo Dmitry Medvedev, secondo il quale “finché ci sarà l’attuale regime e il clown Zelensky al potere a Kiev, i colloqui saranno impossibili”. Ricevendo a Mosca l’inviato di Xi Jinping, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha addossato ancora una volta la colpa delle mancate trattative alla parte ucraina, che ha accusato di creare “seri ostacoli” insieme ai suoi “gestori occidentali”. Da parte sua la Russia continua a dire di essere aperta a negoziati.

Lo ha ribadito Lavrov, e lo ha ripetuto Putin in una conversazione telefonica con il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, partner di Mosca nell’organizzazione dei Paesi Brics insieme con Cina, India e Sudafrica, e che come loro non ha alcuna intenzione di schierarsi con il fronte occidentale. Da questa posizione Lula ha detto di aver manifestato “la disponibilità del Brasile, insieme a India, Indonesia e Cina, a dialogare con entrambe le parti in conflitto alla ricerca della pace”. Buoni propositi che per ora non sembrano potersi concretizzare. Mentre invece si alza il livello dello scontro tra Russia e Usa. Mosca ha detto oggi di non credere, giudicandole “ipocrite e false”, le assicurazioni degli Stati Uniti di non volere incoraggiare gli attacchi ucraini sul territorio russo, specie con le armi fornite dalla stessa America. Le relazioni tra Russia e Usa sono in una “crisi profonda e pericolosa” che rischia di portare a “conseguenze imprevedibili”, ha avvertito il ministero degli Esteri di Mosca.

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Esteri

Nord Stream, ‘sempre più indizi portano a Kiev’

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Le indagini sono avvolte da un alone di mistero, ma der Spiegel rivela adesso che nell’inchiesta sugli attacchi ai gasdotti Nord Stream aumentano gli indizi che porterebbero all’Ucraina. In un’anticipazione del numero in uscita il prossimo weekend, il settimanale cita dettagli emersi dalle investigazioni dell’Anticrimine federale tedesco. Appena due giorni fa il capo dei servizi segreti della Repubblica federale Bruno Kahl aveva affermato che nessun servizio segreto del mondo è ancora in grado di attribuire con certezza gli attacchi ai gasdotti sostenendo che “gli indizi portano in direzioni diverse”. Tuttavia nei colloqui off the record, a Berlino, ci sono fonti che si espongono un po’ di più ammettendo di ritenere plausibile una mano ucraina dietro le esplosioni del 26 settembre, che hanno danneggiato irreparabilmente Nord Stream 1 e 2. I russi non avrebbero avuto alcun interesse a compiere un gesto simile, mentre gli ucraini lo avrebbero fatto per colpire la Germania e renderle impossibile, anche in futuro, l’approvvigionamento di gas dalla Russia bypassando il loro Paese, è il ragionamento a registratori spenti. Solo speculazioni, per ora, si sottolinea sempre. Secondo Spiegel, invece, dalle indagini dell’anticrimine federale sarebbe emerso che i metadati di una e-mail inviata al momento del noleggio della barca a vela “Andromeda”, presumibilmente utilizzata per trasportare gli esplosivi, indicherebbero prove della responsabilità ucraina.ù

Nella cabina della imbarcazione, partita da Rostock, sono stati trovati resti di un esplosivo subacqueo distribuiti su un’ampia superficie, scrive il magazine. E si aggiungono anche indiscrezioni sulla sostanza: si tratterebbe di ottogene, ampiamente utilizzato in Occidente come nell’ex blocco orientale. “Le tracce trovate dall’Ufficio Federale di Polizia criminale coincidono con le valutazioni di diversi servizi di intelligence, secondo i quali gli autori sarebbero da localizzare in Ucraina”, si legge ancora nel settimanale, che poi aggiunge: “Nel frattempo, ci si chiede se il crimine possa essere attribuibile a un commando incontrollato o ai servizi segreti ucraini, e in che misura eventualmente parti del governo di Kiev possano essere state coinvolte”. Ulteriori indizi che puntano in direzione dell’Ucraina sarebbero i proprietari ucraini di una società polacca che pare fosse coinvolta nel noleggio della barca. Inoltre, c’è una foto su documenti presumibilmente falsificati che porta a un profilo ucraino sui social media. Persone che hanno familiarità con la questione hanno recentemente espresso dubbi interni sul fatto che questa prova debba essere considerata una pista calda, rammenta ancora Spiegel. Nessun commento dalla Procura federale né dal governo tedesco, per ora.

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Esteri

007 Kiev, russi preparano una provocazione a Zaporizhzhia

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 La Russia “sta preparando una provocazione su larga scala alla centrale nucleare di Zaporizhzhia con una simulazione di incidente”. Lo ha riferito l’intelligence militare ucraina, riporta Ukrinform. “A tal fine, verrà effettuato un attacco direttamente sul territorio dell’impianto nucleare. Successivamente, sarà annunciata una fuga di emergenza di sostanze radioattive. L’Ucraina sarà come sempre incolpata dell’incidente”, ha affermato il Gur, secondo cui l’obiettivo dei russi far scattare “un’indagine dettagliata durante la quale tutte le ostilità saranno interrotte”, in modo da avere tempo per “riorganizzarsi”.

Secondo l’intelligence di Kiev, per nascondere il più possibile le loro azioni, gli occupanti hanno interrotto la rotazione del personale della missione di monitoraggio permanente dell’Aiea. “Lo scopo di questa azione è spingere la comunità internazionale a condurre un’indagine dettagliata, durante la quale tutte le ostilità saranno interrotte. In questo modo, i Rashisti sperano di ottenere la tanto attesa pausa, che servirà a riorganizzare il contingente di occupazione e fermare la controffensiva ucraina”, afferma la direzione principale dell’intelligence e il ministero della Difesa dell’Ucraina.

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