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Esteri

La Svezia si prepara a seppellire i morti in guerra

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La Chiesa di Svezia a Goteborg è stata incaricata dall’Agenzia nazionale per le emergenze civili (Msb) di prepararsi alla possibilità di seppellire 30.000 persone in caso di guerra o di un grave disastro. La notizia è stata data da Sveriges Radio, la radio del servizio pubblico svedese, e indica come il Paese si stia preparando, dopo l’adesione alla Nato, a uno scenario di guerra che inquieta sempre di più i Paesi europei, specie quelli del Nord più vicini ai confini con la Russia. “Dobbiamo essere pronti a seppellire i soldati caduti. Questa per noi è una novità”, ha detto Katarina Evenseth, responsabile per i cimiteri presso la Chiesa luterana di Svezia, che gestisce la maggior parte dei cimiteri nel comune di Goteborg. La Msb ha chiesto alla città di predisporre dieci ettari di terreno in modo da poter seppellire in poco tempo l’equivalente del 5% della popolazione.

“La particolarità delle tombe di guerra è che le salme dei soldati caduti dovrebbero poter essere eventualmente trasferite nei loro Paesi d’origine o nelle loro città di provenienza quando la situazione sarà di nuovo calma”, ha detto ancora Evenseth. Dopo la fine della guerra fredda, la Svezia aveva ridimensionato le proprie infrastrutture di difesa e ora sta lavorando per ricostruirle, mentre la vicina Finlandia le ha mantenute per tutto il tempo. A seguito dell’invasione dell’Ucraina, entrambi i Paesi hanno chiesto di unirsi alla Nato e i politici locali hanno iniziato a parlare apertamente di uno scenario di guerra come di una prospettiva possibile.

“In Finlandia non hanno mai dimenticato che la guerra era una possibilità effettiva mentre in Svezia le autorità lo hanno dovuto spiegare e ricordare alla popolazione ” ha detto Lmari Käihkö, professore presso l’università di difesa svedese Försvarshögskolan. Ad ogni modo, dal 1931 in Svezia è attivo un sistema di difesa totale di cui è parte integrante il sistema d’allarme della popolazione che quattro volte l’anno, nel primo lunedì del mese e alle 15 in punto, fa risuonare le sirene per verificare che tutto sia perfettamente funzionante. La popolazione è tenuta a sintonizzarsi sui canali FM della radio pubblica per capire il tipo di crisi e seguire le istruzioni dalle autorità. Inoltre, l’Agenzia Msb provvede alla distribuzione di opuscoli in cui sono contenute raccomandazioni dettagliata sul da farsi in caso di emergenza, prima tra tutte quella di avere in casa riserve di acqua potabile e cibo per essere autosufficienti per almeno 72 ore.

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Esteri

Ex brigatista Leonardo Bertulazzi torna ai domiciliari in Argentina: attesa per lo status di rifugiato

La Cassazione argentina ha disposto i domiciliari per l’ex brigatista Leonardo Bertulazzi, 73 anni, per motivi di salute. In attesa della decisione sullo status di rifugiato, resta sospesa l’estradizione in Italia.

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La Corte Federale di Cassazione argentina ha annullato la custodia in carcere per Leonardo Bertulazzi, ex membro delle Brigate Rosse di 73 anni, disponendo il ritorno agli arresti domiciliari a Buenos Aires. La misura è stata motivata dall’età avanzata e dalle sue condizioni di salute, segnate da problemi cardiaci, visivi e da un precedente ictus.

Le condizioni della sorveglianza

Bertulazzi sconterà la misura nella casa della moglie, con cui convive da oltre 32 anni, e sarà dotato di cavigliera elettronica. La sorveglianza sarà garantita da una pattuglia della Polizia Federale, attiva 24 ore su 24, con la possibilità di accedere a controlli medici.

La posizione della difesa

Secondo l’avvocato Rodolfo Yanzón, la giudice Maria Servini ha riconosciuto la sussistenza del diritto di Bertulazzi ai sensi della Convenzione ONU, in attesa della decisione finale sul suo status di rifugiato politico. La difesa sottolinea che, con la protezione attualmente vigente, non sarebbe possibile procedere con l’estradizione.

Le conseguenze in caso di estradizione

Se in futuro venisse autorizzata l’estradizione in Italia, l’ex brigatista non finirebbe comunque in carcere, ma avrebbe diritto a un nuovo processo. La Corte d’Appello di Genova dovrebbe riesaminare da capo le accuse relative al sequestro dell’imprenditore Pietro Costa e alla partecipazione a banda armata negli anni ’70. L’accusa sarebbe quindi chiamata a provare la sua colpevolezza quasi cinquant’anni dopo i fatti, secondo le garanzie di un processo equo previste dalla normativa italiana attuale.

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Esteri

Lil Nas X arrestato a Los Angeles: accusato di aggressione e resistenza alla polizia

Il rapper americano Lil Nas X è stato arrestato a Los Angeles e accusato di aggressione a pubblico ufficiale e resistenza. Cauzione fissata a 75.000 dollari, nuova udienza il 15 settembre.

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Il rapper americano Lil Nas X, noto al grande pubblico per il successo mondiale Old Town Road, è stato arrestato a Los Angeles dopo un episodio che ha destato scalpore. La polizia lo ha fermato mentre camminava di notte completamente nudo nella zona di Studio City, dando luogo a una serie di accuse gravi.

Le accuse contro il rapper

Il vero nome dell’artista è Montero Hill e al suo arrivo in tribunale si è dichiarato non colpevole di tre capi d’accusa per aggressione a pubblico ufficiale e di uno per resistenza. La cauzione è stata fissata a 75.000 dollari, con obbligo di comparizione al processo fissato per il 15 settembre.

I video sui social

Sui social sono circolati diversi filmati che hanno amplificato il caso: in uno, Lil Nas X appare con stivali da cowboy e biancheria bianca, in un altro diffuso da Tmz, viene ripreso senza vestiti mentre cammina lungo una delle strade principali della città californiana.

Le prossime tappe giudiziarie

Il caso ha suscitato grande attenzione mediatica negli Stati Uniti e non solo. Se riconosciuto colpevole, il rapper potrebbe rischiare una pena severa. Per ora, la prossima udienza rappresenta il momento decisivo per chiarire le responsabilità e il destino giudiziario dell’artista.

 

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Economia

Korean Air acquista 103 aerei Boeing per 50 miliardi di dollari

Korean Air annuncia l’acquisto di 103 aerei Boeing per un valore di 50 miliardi di dollari. La consegna è prevista entro il 2030, nell’ambito del più grande accordo della storia dell’aviazione sudcoreana.

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La compagnia aerea sudcoreana Korean Air ha annunciato l’acquisto di 103 aerei di nuova generazione dalla Boeing, con un’intesa che rappresenta il più grande accordo nella storia dell’aviazione del Paese.

Un affare da 50 miliardi di dollari

L’operazione, che include anche motori di ricambio forniti da GE Aerospace, ha un valore stimato di 50 miliardi di dollari. Secondo quanto comunicato dalla compagnia, le consegne dei nuovi velivoli sono previste entro la fine del 2030.

Il contesto politico ed economico

L’annuncio è arrivato poche ore dopo l’incontro bilaterale a Washington tra il presidente americano Donald Trump e quello sudcoreano Lee Jae-myung, rafforzando ulteriormente i legami strategici ed economici tra i due Paesi.

Un investimento per il futuro dell’aviazione

Con questa commessa, Korean Air punta a rinnovare la propria flotta e a consolidare il ruolo della Corea del Sud come hub centrale per i collegamenti aerei internazionali. Un passo che segna una svolta per la compagnia e per l’intera industria aeronautica della regione.

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