Cristiano Ronaldo. Le vicissitudini attuali di un campioni dieci anni dopo una storia con una donna a Las Vegas
Alla luce degli ultimi fatti di cronaca, un numero sempre più rilevante di persone mi chiede come tutelarsi e come evitare di trovarsi in situazioni turbolente, difficili da gestire. I ricatti, purtroppo, rappresentano un tema ricorrente, antico quanto moderno nella propria evoluzione. Molte persone, famose come non celebri, subiscono l’incessante attacco dell’opinione pubblica per scappatelle o amori proibiti, con il rischio di veder danneggiata l’immagine per una semplice forma di delazione. Non occorre banalizzare il caso mediatico dell’anno la “Ronaldo story “ per comprendere la natura giuridica ibrida che avvolge, da diverse settimane, il giocatore portoghese . Un po’ come si fa con il pesce fresco lungo le coste del mare campano: lo si incarta con i fogli di giornale. Non necessariamente vecchi, non obbligatoriamente già letti. L’informazione regna sovrana quando informa, non quando specula. Una buona stampa dovrebbe suggerire ad una buona giurisdizione un protocollo di intesa sul male peggiore: la calunnia. Ciò che è accaduto a Cristiano Ronaldo non deve essere considerato lontano dal cittadino comune. Chiunque può essere “vittima” di una denuncia per molestie, magari non supportata da prove a corredo di un racconto più o meno fascinoso. Per essere chiari, chiunque eserciti un atto violento nei riguardi di donne, bambini ed anziani meriterebbe una pena esemplare, tale da scomodare il motto maoista del “colpirne uno per educarne cento”. Nessuno osi strumentalizzare, dunque, questi concetti espressi nella loro semplicità e schiettezza. La violenza deve essere condannata, sempre. Nel contempo, da uomo di legge, per la facilità di cadere in situazioni equivoche spesso pericolose , in assenza di una giustizia rapida ed efficace e di un contraddittorio corretto da parte della stampa che dovrebbe sviscerare determinate tematiche senza romanzare su storie pepate e scabrose, suggerisco una analisi su di un problema che rischia di annichilire ed ingolfare la macchina burocratica. In una società libera, al netto di un dissenso valoriale, l’occasionalità di taluni rapporti sessuali è statisticamente rilevante. Ogni problema rilevante, in democrazia, è un problema del popolo e come tale va risolto. Qualsiasi cittadino può, ad oggi, essere additato della più atroce delle oscenità, finendo in una rete assai difficile da dirimere. Piaccia o meno occorre una soluzione per evitare il peggio. Il consenso informato nell’esercizio di un rapporto occasionale non deve dunque essere considerato come un audace e “gossipparo” richiamo provocatorio ma come una reale e dignitosa forma di tutela e forse di rispetto fra le parti. In assenza di una giustizia che sappia garantire tutela a chi, in un margine analitico sempre più rilevante, viene accusato di aver approfittato di una donna o violentato il proprio partner, senza aver procurato danni psicologici o fisici all’altrui parte nella realtà dei fatti, occorre dunque prestare attenzione ad un obbligo formale che potrebbe tutelare non soltanto la figura maschile ma anche quella femminile. La violenza è priva di sessualità, perché a compierla può essere chiunque. Il consenso” all’esercizio sessuale” in un mondo sempre più moderno e tutelante dovrebbe dunque essere considerato come un fondamento della libertà intima, come un baluardo della realtà dei fatti. La scelta di donare liberamente il proprio corpo è alla base del principio dell’autodeterminazione, la scelta di tutelare la propria dignità è alla base del principio dell’etica e della legalità.
L’autore di questo commento è Angelo Pisani, avvocato e presidente dell’associazione NoiConsumatori
Brilla Sofia Raffaeli all’Unipol Forum di Milano, dove si è svolta la quarta e ultima tappa stagionale della Coppa del Mondo di ginnastica ritmica. In uno degli ultimi test internazionali prima dei mondiali in programma in Brasile a Rio de Janeiro dal 20 al 24 agosto, la campionessa azzurra, bronzo olimpico e vincitrice del titolo iridato nel 2022, ha chiuso al primo posto il concorso generale individuale, bissando il trionfo nella tappa di Baku. La marchigiana classe 2004, già al comando sul giro completo venerdì al termine degli esercizi con il cerchio e la palla, ha completato l’opera con le clavette ed il nastro, chiudendo le sue qualificazioni con il punteggio complessivo di 118.250.
Niente da fare sia per l’olimpionica tedesca Darja Varfolomeev (117.450) sia per l’ucraina Taisiia Onofriichuk (114.150), rispettivamente seconda e terza. Buon quinto posto per l’altra azzurra Tara Dragas (110.500). “Mi sono sentita molto bene in questi due giorni di qualifiche e meglio rispetto alle altre tappe. Non ho aggiunto nulla di nuovo ma sono riuscita a pulire gli esercizi ed entrare più convinta e sicura sugli elementi – le parole di Raffaeli -. Questo ha fatto sì che l’esecuzione fosse più alta. Sono contenta di aver portato a termine quattro routine senza errori. Allenarmi con Tara mi aiuta molto. Il fatto di avere una ginnasta di alto livello vicino mi dà la forza di andare avanti, vedere che lei cresce sempre di più mi sprona, così come lo è stato a stretto contatto con la squadra in questi giorni all’Accademia internazionale di Desio”.
Ottavo posto, invece, per il gruppo d’insieme delle Farfalle formato da Laura Paris, Giulia Segatori, Chiara Badii, Sofia Sicignano, Lorjen D’Ambrogio e Laura Golfarelli nel concorso generale a squadre. Le azzurre, quarte dopo l’esercizio con i 5 nastri (22.900), hanno commesso qualche errore nella routine mista con le 3 palle ed i 2 cerchi (24.550), chiudendo con 47.450. Vittoria del Brasile (primo con 52.850) davanti a Giappone e Cina.
E’ il Canada l’avversario dell’Italia nella finale di Hopman Cup 2025 in programma domani. Lucia Bronzetti (n.64 WTA) e Flavio Cobolli (n.19 ATP), che battendo la Francia per 2-1 avevano chiuso al primo posto nel Gruppo B conquistando la prima finale nella storia della competizione mista di tennis per nazioni, si giocheranno il trofeo con il team nordamericano di Bianca Andreescu (n.185 WTA) e Felix Auger Aliassime (n.28 ATP), al quale è bastato vincere il primo singolare (il match femminile) contro la Grecia di Despina Papamichail (n.267 WTA) e Stefanos Tsitsipas (n.27 ATP), per chiudere in testa il Gruppo A e staccare il pass per la finale.
Oleksandr Usyk è il campione del mondo dei pesi massimi (titolo riunificato WBA, WBC, WBO, IBF), L’ucraino a Londra ha battuto per KO al quinto round il britannico Daniel Dubois. Il pugile trentottenne originario della Crimea rimane imbattuto nella massima categoria dopo la sua 24esima vittoria: prima di questo incontro di riunificazione, deteneva le cinture WBA, WBC e WBO. A Wembley ha strappato la cintura IBF al suo avversario, diventando campione indiscusso. “Ringrazio Gesù, la mia squadra, Wembley”, ha detto Usyk, che in passato ha ripetutamente dichiarato di combattere anche per il popolo ucraino. “Stasera, questa vittoria è per le persone di tutto il mondo”, ha aggiunto, prima di spiegare che ora si sarebbe preso qualche mese di pausa. Dubois, da parte sua, “ha riconosciuto la superiorità” del suo avversario, nonostante lo abbia ripetutamente mandato giù prima di essere atterrato due volte al quinto round.