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La Lazio rifila tre gol ad una Juventus molto nervosa, la Supercoppa italiana va ai biancocelesti

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Dall’Italia all’Arabia, la Lazio si conferma bestia nera della Juventus. La sfida di Supercoppa finisce come in campionato: con il trionfo della squadra biancoceleste, che replica il 3-1 dell’Olimpico e alza il primo trofeo stagionale. Un successo meritato, frutto di una prestazione di grande concretezza e solidità e che conferma il gran momento di Immobile e compagni. Ed è, ovviamente, la grande vittoria di Inzaghi, ancora una volta capace di incartare i campioni d’Italia azzeccando ogni mossa, cambi compresi. A Riad sblocca la contesa il devastante Luis Alberto, Dybala risponde prima dell’intervallo. Poi nella ripresa è decisivo l’uomo delle finali, Lulic. Nel recupero, il neo entrato Cataldi chiude i giochi. E’ la quinta Supercoppa nella storia dei capitolini. Altro stato d’animo in casa Juve, con Sarri che manca il primo obiettivo stagionale. Ma a far riflettere il tecnico dev’essere la prestazione dei suoi, messi a durissima prova dalle incursioni biancocelesti. Non ha funzionato la manovra, apparsa a tratti lenta e macchinosa e incapace di accendere a dovere la potenza di fuoco dell’attacco. Perché sì, Sarri se la gioca da subito con il tridente nobile, confermando Dybala-Ronaldo-Higuain dal primo minuto. In difesa Demiral viene preferito a De Ligt. A destra De Sciglio batte la concorrenza di Cuadrado e Danilo mentre a sinistra rientra Alex Sandro. Szczesny ritrova il suo posto tra i pali. Nessuna novita in casa Lazio, con Inzaghi che si affida all’undici tipo, trainato in avanti dal collaudato tandem Correa-Immobile.Start positivo per i biancocelesti. Luis Alberto fa subito la voce grossa con un gran destro dal limite che sfiora la traversa. Preludio al gol del vantaggio, siglato dallo stesso spagnolo al termine di un’azione avvolgente dell’orchestra di Inzaghi. Gran spunto e cross di Lulic – ma De Sciglio viene saltato con troppa facilità – verso il secondo palo per Milinkovic-Savic, che appoggia all’indietro per il numero 10: Szczesny non ha scampo. E’ il 17′ e la Juve è già costretta a rincorrere. I bianconeri provano a riorganizzarsi aumentando i giri nel motore, arriva il primo squillo di Ronaldo su servizio di Higuain: tentativo che manca lo specchio. Ci prova quindi Dybala, con una punizione che fa venire qualche brivido alla difesa di Inzaghi. La Lazio non sta a guardare e si rende di nuovo pericolosa con un diagonale di Correa, lanciato dalla ‘spizzata’ di Immobile: Szczesny c’è. Nel complesso la manovra bianconera non partorisce veri pericoli di fronte ad una difesa compatta e ordinata, anche se il tridente di Sarri, nel quale Higuain resta un po’ in ombra, dà sempre l’impressione di potersi accendere. E prima dell’intervallo la Juve trova il varco: Ronaldo carica il mancino dal limite, sulla respinta in tuffo di Strakosha si avventa Dybala che deposita in rete in totale libertà. C’è il via libera del Var: l’argentino è in posizione regolare. Il primo ritocco di Sarri all’undici arriva al 10′ della ripresa, con l’ingresso di Cuadrado per De Sciglio. Il baricentro laziale si alza a allora il tecnico bianconero richiama Higuain per rafforzare la trequarti con Ramsey. Juve che passa al 4-3-1-2 con il gallese alle spalle di CR7 e Dybala. Inzaghi invece richiama gli ammoniti Lucas Leiva e Luis Alberto e getta nella mischia Cataldi e Parolo. Tre minuti di fiammata portano a due occasioni per parte – un pericolosissimo colpo di testa di Correa sugli sviluppi di un angolo e una conclusione potente ma imprecisa di Ronaldo, liberato da Ramsey – e al nuovo vantaggio della Lazio. Parolo fa sponda su cross di Lazzari trovando Lulic, che con un preciso piatto al volo supera Szczesny (73′). Sarri si affida a Douglas Costa sperando peschi il jolly, fuori Matuidi. Nelle file della Lazio Imobile lascia il posto a Caicedo. La Juve è chiamata al massimo sforzo, la missione biancoceleste è proteggere il vantaggio e sfruttare gli spazi lasciati dai bianconeri. E sugli sviluppi di una ripartenza, Correa piazza il colpo del ko sulla verticalizzazione di Caicedo: ma è solo un’illusione, l’argentino è in offside. Finale prevedibilmente incandescente: i bianconeri hanno una chance con un blitz aereo di Bonucci, poi vengono salvati da Szczesny che neutralizza il tiro di Correa e restano in dieci per il secondo giallo a Bentancur, che stende Parolo pronto al tap-in. E con la Juve in dieci, la Lazio fa calare il sipario al quarto minuto di recupero con la punizione perfetta di Cataldi, che piazza la palla all’incrocio. Finisce con la grande festa della Lazio, che si porta pure in vantaggio nei confronti con i bianconeri: tre vittorie a due. E ora il duello si trasferisce in Italia.

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Cronache

Vincenzo Nibali: «Ero un carusu dannificu. La bici mi ha salvato dalla strada»

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Messina, la Sicilia, la fatica, la gloria. Vincenzo Nibali si racconta al Corriere della Sera, tra ricordi di un’infanzia ribelle, il riscatto sulla bicicletta e la consapevolezza maturata solo dopo il ritiro. Un’intervista intensa, autentica, a cuore aperto.

Una giovinezza a rischio: «Compagni con la pistola nello zaino»

«Ero un carusu dannificu», dice Nibali, usando l’espressione siciliana per “bambino disastroso”. Uno che attirava guai: sassate alle vetrate, petardi nelle cassette postali, motorini lanciati contro i muri. Una giovinezza vissuta in un quartiere difficile di Messina, dove alcuni compagni portavano la pistola a scuola. Nessuna mafia organizzata, ma il pizzo sì: «Colpì anche la cartoleria dei miei genitori».

La salvezza arriva su due ruote: «Sempre in salita, come da Messina»

La svolta arriva con la bici, a 12 anni, grazie al padre e ai suoi amici cicloturisti. Le prime gare, l’ammiraglia della Cicli Molonia, il traghetto per Villa San Giovanni che diventava un passaggio simbolico verso il sogno. A 15 anni vince a Siena e non torna più: «Mai avuto nostalgia. I miei genitori mi dissero: se ti impongono cose sbagliate torna, qui avrai sempre un lavoro. Mi ha aiutato a non cedere al doping».

L’ascesa, la gloria, il peso della vittoria

Nibali è uno dei pochi ciclisti ad aver vinto tutti e tre i grandi Giri. Il Tour de France del 2014 è stato l’apice, ma anche l’inizio di un incubo: «Non potevamo camminare con la carrozzina di nostra figlia senza essere assaliti. Solo adesso che ho smesso, vivo davvero». E confessa: «Mai provato e mai pensato di doparmi. Ma ho pagato il sospetto solo perché vincevo ed ero italiano».

La caduta che fa crescere: l’Olimpiade sfumata

Nel 2016 era lanciato verso l’oro olimpico, ma cadde in curva. «Scelsi io di rischiare, e sbagliai. Nessuna scusa». Parla anche del secondo posto alla Liegi-Bastogne-Liegi, “scippato” da un dopato, ma senza rancore: «Non mi chiedo mai quanto ho perso per colpa del doping».

Il ritorno da turista: «Messina è ‘u megghiu postu nto munnu’»

Oggi Nibali è ambasciatore del Giro e padre presente. Ha visitato la Sicilia con le figlie per farla conoscere da turista: «Antonello da Messina, i templi di Agrigento, i boschi dei Peloritani… È il posto più bello del mondo». Un campione che, a distanza di anni, può guardarsi indietro con orgoglio: «A testa alta, sempre».

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Rudi Garcia e Francesca Brienza, nozze da favola a Roma tra Caravaggio e vip

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Dopo il matrimonio segreto a Cannes, Rudi Garcia e Francesca Brienza hanno deciso di celebrare il loro amore con una cerimonia solenne e romantica nel cuore della Capitale, tra arte, amici e petali bianchi. Il 1° maggio si sono detti sì per la seconda volta, stavolta davanti a decine di invitati nella splendida cornice della chiesa di San Luigi dei Francesi.

Una cornice unica tra i capolavori di Caravaggio

San Luigi dei Francesi, celebre per custodire il ciclo di tele di Caravaggio dedicate a San Matteo, è uno degli scenari più ambiti da chi desidera un matrimonio indimenticabile. E proprio lì, tra vocazione, angeli e martiri, Francesca Brienza, ex volto noto di programmi come Quelli che il calcio e Tiki Taka, è arrivata in abito bianco firmato Antonio Riva, accompagnata dalle emozioni e dagli applausi.

Petali, applausi e amici celebri

Ad accoglierli all’uscita, una pioggia di petali bianchi e l’abbraccio di tanti amici. Tra gli invitati l’étoile Eleonora Abbagnato con il marito Andrea Balzaretti, Max Giusti con la moglie Benedetta, il dentista delle star Daniele Puzzilli, il preparatore atletico Guido Nanni e l’imprenditrice Maria Rosito. Assente Francesco Totti, ancora in vacanza ai tropici. Superospite, la piccola Sofia, nata in Francia nel 2023, terza figlia per Francesca e quarta per Garcia, già padre di Carla, Eva e Lena.

Una dedica in musica e lacrime di gioia

Al ricevimento, nella scenografica Villa Miani a Monte Mario, Garcia ha commosso tutti con la dedica alla sposa sulle note di Come nelle favole di Vasco Rossi: «Io e te, dentro un bar a bere e a ridere…». Commozione anche per le figlie ormai adulte del tecnico francese, che in quell’istante ha mostrato il lato più tenero e familiare, lontano dalle telecamere degli stadi.

Una storia cominciata a Trigoria

Il loro amore è nato nel 2014, quando lui allenava la Roma e lei lavorava per Roma Tv. «Mi corteggiava in modo elegante – racconta Francesca – ma prima di accettare il suo invito avvisai il mio direttore. Non volevo mischiare lavoro e sentimenti». Poi tutto è cresciuto lentamente, fino alla nascita di Sofia e alla scelta di costruire una famiglia insieme.

Viaggio di nozze a giugno, tra Sardegna e sogni tropicali

La luna di miele è rimandata a giugno. Destinazioni probabili? Sardegna e Thailandia, le mete del cuore di Francesca, detta “Brienzina”, da sempre appassionata di viaggi. Sarà l’ennesima tappa di un amore che ha saputo resistere a sfide e distanze, costruito con pazienza, eleganza e determinazione.

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Inter a caccia del Napoli, big match in volata Champions

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Non sarà l’aria di casa a distogliere Antonio Conte dalla missione scudetto. Il Napoli sente di poter sfruttare l’assist confezionatogli dalla Roma per mantenere i tre punti sull’Inter, con la mente, il cuore e le energie assorbiti dall’operazione Barca. L’amarcord col Lecce e l’impegno in casa col Verona non dovrebbero cambiare il +3 che il Napoli ha capitalizzato sull’Inter. I match clou della 35/a giornata riguardano però la volata per il quarto posto Champions, che coinvolge cinque squadre distribuite in tre punti. Quattro si scontreranno tra di loro: Bologna contro Juventus, le due favorite per lo sprint, e Roma e Fiorentina, che solo vincendo potranno continuare a sperare. Il calendario favorisce la Lazio, chiamata però a rendere visita alla pericolante Empoli. Dal canto suo l’Atalanta prova a blindare il terzo posto in casa del Monza, la cui retrocessione sta per diventare ufficiale. Nell’ora più buia, dopo tre ko micidiali, l’Inter resuscita a Barcellona, tiene testa ai giocolieri Yamal e Raphinha, sfonda una difesa approssimativa, si giova dei 120′ del Clasico, mantiene intatte le sue chance di approdare in finale grazie alle prodezze di Thuram e Dumfries.

Ora bisogna ricaricare le pile per superare un’altra difesa rivedibile (quella del Verona e’ la peggiore della serie A). Inzaghi, che non ci sarà per la squalifica di un turno dopo il patteggiamento con la Figc per l’inchiesta sugli ultrà, darà spazio a De Vrij, Asslani, Frattesi, Carlos Augusto, Arnautovic e Correa. Spera che bastino per tenere viva la corsa scudetto, a tre giorni dal ritorno al Meazza col Barca. Pochi pensieri ha invece Antonio Conte, maestro nella gestione della tensione, che insegue il record degli scudetti conquistati con tre squadre diverse. A Lecce c’è già tornato da ‘nemico’ quando allenava il Bari, e il suo Napoli dovrà fare a meno ancora di Buongiorno e Neres. In attacco Raspadori farà coppia con Lukaku ma l’uomo squadra è sempre Mctominay, centrocampista con l’istinto del gol (sono 11). Giampaolo recupera Krstovic e Berisha ma il margine della zona salvezza è ridotto a due punti. Il pari di Udine è costato caro al Bologna, nuovamente scavalcato al quarto posto dalla Juve. La sfida del Dall’Ara ha l’aria della resa dei conti: una vittoria di Tudor può chiudere i giochi, un pari è il risultato gettonato dalle inseguitrici, ma Italiano vuole sfruttare il fattore campo per tornare a sognare.

Orsolini suona la carica, i bianconeri suppliranno con Conceicao al doppio ingenuo turno di squalifica rimediato da Yildiz. Ancora più definitivo sarà il responso di Roma-Fiorentina. Dopo l’impresa del Meazza la Roma, sospinta da Soulè vice Dybala, cerca il risultato utile n.19, anche per riscattare l’umiliante 1-5 dell’andata, ma il pari servirebbe a poco. La Fiorentina è presa dagli onori e oneri della semifinale col Betis, e spera in una prodezza di Gudmundsson o Kean. Il pari col Lecce ha rimandato la blindatura del terzo posto, ma Gasperini sa che manca poco a conquistare la quinta qualificazione Champions in sette anni. Con Retegui e Lookman pronti a colpire, il tecnico spera di avere un pronto riscontro in casa del Monza. Un ostacolo più consistente troverà la Lazio in casa dell’Empoli che ha una delle ultime chance per evitare la serie B. La Lazio è alterna e dopo la brutta figura col Parma spera di tornare al successo, magari con un’altra prodezza del 37/enne Pedro. Ridotte al lumicino le speranze di tornare in corsa per l’Europa con la serie A, e in attesa della finale di Coppa Italia col Bologna, il Milan gioca in casa del tranquillo Genoa per dare continuità ai successi con Inter e Venezia. Cagliari e Parma hanno l’occasione casalinga con Udinese e Como per conquistare la salvezza matematica. Molto attesa è la sfida tra emiliani e lombardi perché Chivu e Fabregas hanno a disposizione due delle squadre più in forma del campionato.

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