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La Juventus batte il Valencia e già pensa al campionato che sta dominando, Allegri: con Fiorentina e Inter sarà dura

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La qualificazione alla fase a eliminazione diretta di Champions e la vittoria con il Valencia per 1 a 0 non intaccano il perfezionismo di Allegri, contento per la nona qualificazione ottenuta nella sua carriera agli ottavi e per la mentalità mostrata dalla Juventus, ma sempre critico nell’evidenziare pregi e difetti della sua squadra. Ronaldo come sempre il migliore in campo. Ogni sua giocata era un pericolo per gli spagnoli. Da una sua giocata è nato il gol di Mandzukic e la vittoria.

Ronaldo e Mandzukic. Da loro il gol vittoria della Juventus

“Il primo obiettivo della stagione in Champions l’abbiamo centrato. E ora dobbiamo concentrarci su due partite difficili in campionato: a Firenze – là per loro contro di noi è sempre la partita dell’anno- e l’Inter. Il Valencia è in grande condizione e l’ha dimostrato, è la miglior difesa della Liga, non è stato semplice – il bilancio del tecnico bianconero -. Nel primo tempo eravamo spaccati, velocizzavamo troppo la manovra: nel secondo siamo diventati più aggressivi, abbiamo meritato la vittoria”. Se da un lato la Juventus non si è assopita come contro il Manchester United, dall’altro le occasioni per gli spagnoli non sono mancate, brividi sulla schiena di Allegri e dei tifosi bianconeri: “Abbiamo rischiato degli uno-due, abbiamo fallito dei contropiede e in occasione del loro gol di mano abbiamo regalato la punizione. Su questo dobbiamo essere piu’ bravi, loro concedono poco o niente, sono simili all’Atletico Madrid pur essendo meno fisici: per questo dobbiamo essere piu’ bravi a portare avanti la palla, senza indietreggiare”. Una delle poche note stonate è stato l’infortunio di Alex Sandro, uscito al 45′ per un problema fisico: “Ha accusato un fastidio al flessore, abbiamo preferito non rischiarlo”. Se a Torino la qualificazione è stata accolta con soddisfazione, l’eliminazione del Valencia, relegato in Europa League, ha lasciato il rammarico in bocca al tecnico Marcelino: “Siamo tristi, siamo usciti dalla Champions, anche se sono orgoglioso della prestazione della mia squadra. La partita e’ stata decisa da una grande giocata di Cristiano, ma la squadra ha dato tutto, dimostrando grande spirito contro una delle migliori squadre d’Europa. Rammarico? Sì, non abbiamo vinto contro il Manchester United, quando meritavamo di farlo, e abbiamo deluso nel secondo tempo con lo Young Boys. Il calcio è così”.

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Festa per azzurri al Maradona, ma Napoli è blindata

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 Una Napoli già tutta azzurra, aspettando la festa scudetto, che per due giorni declina il colore del cuore a sostegno dell’Italia, che domani sera esordisce al Maradona contro l’Inghilterra nel girone di qualificazione, da campione in carica, degli Europei 2024. Un match atteso per lo spettacolo in campo ma anche super protetto, con la Prefettura che ha chiesto rinforzi: a Napoli sono giunti 760 nuove unità tra polizia, carabinieri e guardia di finanza, che insieme a tutte le forze dell’ordine già presenti blinderanno la città. Napoli ritrova la Nazionale dopo 10 anni in un Maradona che si annuncia sold out, con 2500 inglesi che stanno arrivando a Napoli in queste ore. Le ferite per la guerriglia urbana con gli ultras tedeschi dell’Eintracht sono ancora aperte, e si temono nuovi scontri tra le frange estreme delle due tifoserie. La maggioranza dei tifosi inglesi è pacifica, ma si teme che, sia stasera sia domani dopo il match, ci possano essere contatti a rischio in pub, ristoranti e bar della città. Nel pomeriggio la situazione è stata calma, con i due alberghi sul lungomare già blindati in attesa dell’arrivo delle squadre: recinzioni e furgoncini della polizia davanti all’Hotel Excelsior, che aspetta l’Italia, e all’Hotel Vesuvio, che ospita l’Inghilterra. Intanto vince il sorriso con il sole di Piazza Dante che nel pomeriggio ha illuminato un grande campo di calcetto allestito da Adidas per presentare la nuova maglietta della Nazionale di calcio, portando tanto entusiasmo nel cuore della città con palleggiatori che danno spettacolo dopo aver toccato in mattinata il lungomare di Napoli. La nuova maglia azzurra è sbarcata anche nei vicoli dei Quartieri Spagnoli, dove già da settimane non si contano magliette del Napoli e bandiere dei calciatori partenopei. Di Lorenzo, Bonucci e Donnarumma sono invece andati al Santobono per una visita ai piccoli pazienti dell’ospedale pediatrico di Napoli.

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MotoGP: c’è la Sprint Race, Bagnaia “cambia l’approccio”

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Metà giri e metà punti per il doppio delle emozioni. Così si potrebbe sintetizzare lo spirito con il quale Fia e Dorna hanno introdotto da questo anno la Sprint Race nella classe MotoGP. Una mini gara (al sabato pomeriggio), antipasto di quella domenicale, con punti assegnati ai primi nove. Ma – ecco la grossa differenza rispetto alla F1 – senza influire sulla griglia, che sarà stabilita dalle qualifiche. Il prossimo “sarà il primo GP nel quale correremo la gara sprint, perciò dovremo abituarci ad affrontare il fine settimana con un approccio diverso” ha sottolineato Francesco Bagnaia, che da Portimao inizia la difesa del titolo di campione del mondo. Il nuovo format chiederà uno sforzo supplementare a team e piloti, in un mondiale che è già il più lungo di sempre, con 21 appuntamenti in otto mesi. “La Desmosedici GP 23 per certi aspetti mi piace di più rispetto alla moto dello scorso anno – ha aggiunto Bagnaia – Ci sono tutti i presupposti per poter iniziare bene”. L’adozione della Sprint Race prima di ogni GP (altra differenza con la F1) ha fatto discutere i piloti, ai quali sarà richiesto un impegno fisico e mentale doppio. L’obiettivo, dopo un 2022 quanto mai coinvolgente grazie al duello Bagnaia-Quartararo, è evitare cali di tensione dello spettacolo, specie per il pubblico dei circuiti in Kazakistan e India, dove la velocità su due ruote arriva per la prima volta. Le novità iniziano già dal venerdì, dedicato alle prove. Due sessioni, di 45 e 60 minuti, la cui classifica combinata determina i partecipanti diretti a Q1 e Q2. Il sabato della classe regina si aprirà con una sessione di 30 minuti, simile alla precedente FP4. Poi via alle qualifiche: la Q1 alle 10:50, la Q2 alle 11:15 (orari locali) per stabilire la griglia. Quindi spazio allo show. I piloti saliranno su un inedito palco per alcune interviste dal vivo di fronte ai fan. La domenica MotoGP protagonista assoluta. Non sono previsti warm up per Moto2 e Moto3. Sarà quindi la massima cilindrata ad aprire e chiudere il giorno del GP. Alle 9:45 una sessione di riscaldamento di 10 minuti, prima di una parata dei piloti di fronte alle tribune. Questi ultimi faranno un giro di pista e un paio di soste ai box prima di tornare alla ‘Hero Walk’ per un ulteriore contatto con gli appassionati. La gara MotoGP inizierà alle 14, con il tradizionale podio alle 15. L’ordine Moto3-Moto2-MotoGP sarà mantenuto per tutta la stagione.

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MotoGP: tutti contro Ducati, Marquez realista “sarà dura”

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La vigilia del Mondiale MotoGP 2023 non è uguale per tutti. Se in casa Ducati sembrano essere decisamente positivi dopo i riscontri avuti nei test sulla GP23, le altre dietro invece arrancano, anche se in maniera diversa. L’unica vera rivale che può dirsi soddisfatta è l’Aprilia, che sembra aver ancora una volta fatto un ulteriore passo in avanti verso la piena competitività della sua moto. La Yamaha si ritrova a che fare con un progetto della M1 ancora una volta deficitario, con il solo Fabio Quartararo chiamato a salvare la situazione, mentre soffre terribilmente la Honda, con Marc Marquez che è tornato a mandare segnali allarmanti per il futuro suo e della casa giapponese. Lo spagnolo infatti ha ribadito che al momento può ambire ad avvicinarsi alla top-5 ma non tanto da poter lottare per la vittoria nè tantomeno per il titolo.

“La mia intenzione – ha detto Marquez – è lottare per il massimo in questa stagione, ma anche essere un po’ realista. L’anno è molto lungo e all’inizio sarà dura, devi essere realista in ogni momento. E la prima gara non sembra delle migliori, ma vedremo”. Per Marquez la priorità assoluta è remare tutti insieme nella stessa direzione per uscire fuori dal tunnel e abbandonare l’ultimo posto nella classifica costruttori maturato nel 2022. “In questo momento bisogna essere uniti, dare il 100% con quello che abbiamo, continuare a lavorare ognuno nel proprio campo. L’elettronica, il motore, la ciclistica, per ottenere qualcosa in più. Non è il momento di arrabbiarsi, ma di essere più uniti che mai per ottenere il massimo”. Una situazione complicata quella della Honda, generata dalla sua lunga assenza per l’incidente di Jerez 2020.

La squadra sembra aver accusato uno stato di shock tecnico e non solo, neppure il suo rientro è bastato a ritrovare la bussola dello sviluppo. Dopo una lunga scia di vittorie, record e ben sei titoli iridati con il marchio dell’Ala dorata è tempo di stringere i denti e provare a dare un colpo di coda. “Sei anni fa – ricorda Marquez – non mi era mai passato per la testa di non riuscire a vincere. Adesso in Moto GP dipendi ogni volta un po’ di più dalla moto perché è entrata in gioco l’aerodinamica. Dobbiamo adattarci e arrivare al 100%, sono disposto a soffrire. La stagione è molto lunga e bisogna fidarsi fino alla fine, l’obiettivo è lottare per le posizioni davanti”. Da 11 anni il numero 1 non ornava la carena del campione del mondo della MotoGP. L’ultimo era stato Casey Stoner con la Honda nel 2012. Poi Marc Marquez, Jorge Lorenzo, Joan Mir e Fabio Quartararo sono rimasti fedeli ai rispettivi numeri. Francesco Bagnaia, invece, ha deciso di ‘indossare’ il simbolo del suo primato perché “rappresenta chi sei, era giusto omaggiare lo scorso anno”.

Alla faccia della scaramanzia: per trovare l’ultimo pilota capace di confermarsi campione con l’1 sulla moto bisogna tornare al 1998, quando Mick Doohan vinse il quinto titolo consecutivo della 500cc. Un altro segnale di quanto la maturità raggiunta dal campione torinese, adottato da Borgo Panigale, sia ormai consolidata. I cinque giorni di test tra Sepang e Portimao hanno detto che Bagnaia e la GP23 sono l’accoppiata da battere nel mondiale 2023 al via sabato in Portogallo, con la prima Sprint Race. Pecco ha stracciato il record della pista con un 1’37″968 mai visto sul tracciato portoghese. Anche per Enea Bastianini, sesto, bilancio positivo. Nel solco di uno strapotere Ducati, con sette moto nelle prime otto posizioni.

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