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Guerra Ucraina

Kiev, abbattuti 24 droni su tutta l’Ucraina nella notte

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Le forze di difesa ucraine hanno abbattuto la notte scorsa 24 droni kamikaze Shahed lanciati dalla Russia su tutto il territorio nazionale: lo ha reso noto su Facebook il Comando aeronautico delle forze armate di Kiev, come riporta Ukrainska Pravda. “Nella notte del 26 gennaio, gli occupanti russi hanno ripreso gli attacchi contro l’Ucraina con droni kamikaze Shahed-136/131 di fabbricazione iraniana”, scrive l’Esercito precisando che i droni sono stati lanciati dalla costa orientale del Mar d’Azov. “Tutti e 24 sono stati distrutti da unità missilistiche antiaeree, aerei da combattimento, gruppi mobili dell’Aeronautica Militare in collaborazione con unità di difesa aerea di altri componenti delle Forze di Difesa dell’Ucraina”, sottolinea il Comando. L’amministrazione militare di Kiev aveva riferito dell’abbattimento di circa 15 droni nello spazio aereo della capitale.

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Esteri

Zelensky: i leader in pericolo il 9 maggio a Mosca

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Nessuno è immune alla guerra se si trova a Mosca, nemmeno i leader mondiali invitati alla parata del Giorno della Vittoria del 9 maggio. Perché l’Ucraina “non può garantire la sicurezza” degli ospiti di Vladimir Putin per gli 80 anni della vittoria sovietica nella Seconda Guerra Mondiale: le parole sono di Volodymyr Zelensky e aprono l’ennesimo fronte di scontro con il Cremlino. Perché se da una parte Kiev respinge la proposta russa di tregua di tre giorni, segnalando il pericolo di episodi ‘false flag’ russi agli eventi della prossima settimana per poter incolpare gli ucraini, dall’altra i russi accusano il leader ucraino di una “minaccia diretta” alla parata.

Promettendo, “nel caso di una vera provocazione nel Giorno della Vittoria, che nessuno può garantire che il 10 maggio arriverà a Kiev”, ha tuonato il superfalco di Putin, Dmitry Medvedev. Quest’anno si prevede che i leader di circa 20 Paesi saranno ospiti di Putin per le celebrazioni del 9 maggio, tra cui il presidente cinese Xi Jinping, quello brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, oltre a quelli dei tradizionali alleati di Mosca, come il Kazakistan, la Bielorussia, Cuba e il Venezuela. Per il presidente ucraino la questione “è molto semplice: non possiamo assumerci la responsabilità di ciò che sta accadendo sul territorio della Federazione Russa”, perché in quel caso “sono loro a garantire la vostra sicurezza”. E “non si sa cosa Mosca intenda fare in quella data. Potrebbe prendere varie misure come incendi o esplosioni, per poi accusare noi”, ha detto il leader ucraino che è tornato a respingere la proposta di cessate il fuoco di 72 ore, rilanciando quella di 30 giorni di tregua promossa dagli Usa.

L’Ucraina infatti “non intende giocare, creando un’atmosfera piacevole per permettere a Putin di uscire dall’isolamento il 9 maggio”. Le dichiarazioni di Zelensky hanno trovato la reazione velenosa di Mosca. Dopo Medvedev, anche per la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova Kiev “sta minacciando l’incolumità fisica dei veterani che parteciperanno alle parate e alle celebrazioni in quel giorno sacro”. Più misurate le parole del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, per il quale Mosca “aspetterà dichiarazioni definitive, anziché ambigue, e, soprattutto, azioni volte alla de-escalation del conflitto” in quei giorni. Perché la reazione ucraina al cessate il fuoco di 72 ore “rappresenta un test della disponibilità di Kiev a cercare percorsi verso una pace duratura tra Russia e Ucraina”.

Ma visti i risultati della tregua di Pasqua, con centinaia di violazioni e nessun cambiamento sul terreno, Kiev insiste sulla necessità di un vero cessate il fuoco duraturo. Ed è forte anche di un miglioramento dei rapporti con Washington, culminato con la sigla dell’accordo sui minerali e che fa seguito all’incontro con Trump nella Basilica di San Pietro, dove “abbiamo avuto la migliore conversazione tra tutte quelle che l’hanno preceduta”, ha detto Zelensky, come per archiviare definitivamente lo scontro dello Studio Ovale a febbraio. Dopo il colloquio a due del Vaticano, infatti il tycoon “ha iniziato a vedere le cose in modo un po’ diverso”, ha aggiunto il leader di Kiev.

Un segnale in questa direzione è sicuramente l’approvazione da parte dell’amministrazione Usa della potenziale vendita di parti ed equipaggiamenti del caccia F-16 all’Ucraina per 310 milioni di dollari. Per l’Ucraina resta infatti vitale il sostegno militare occidentale, mentre il fronte da tempo è a favore dei russi e continuano i bombardamenti su tutte le città. Nella notte, i raid su Kharkiv hanno provocato 51 feriti, con la procura regionale che ha denunciato l’uso di droni e anche di micidiali bombe termobariche contro il capoluogo. Da parte sua, l’Ucraina ha rivendicato un nuovo successo sul fronte del Mar Nero, dove ha annunciato di aver abbattuto “per la prima volta nel mondo” un caccia russo Su-30 utilizzando un drone marino, il Magura V5.

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Esteri

Mosca: da Zelensky minaccia diretta alla parata del 9 maggio

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La Russia ha accusato Volodymyr Zelensky di aver minacciato la sicurezza delle commemorazioni della Seconda Guerra Mondiale del 9 maggio, dopo che il presidente ucraino ha dichiarato che l’Ucraina non si sarebbe “assunta la responsabilità” di garantire la sicurezza in quel giorno. “Sta minacciando l’incolumità fisica dei veterani che parteciperanno alle parate e alle celebrazioni in quel giorno sacro”, ha dichiarato su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova (nella foto in evidenza). “La sua dichiarazione… è, ovviamente, una minaccia diretta”.

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Esteri

Russia, creiamo una ‘zona cuscinetto’ in regione ucraina di Sumy

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Il ministero della Difesa russo sostiene che le sue truppe stiano creando nella regione ucraina di Sumy quella che definisce “una zona di sicurezza”. Lo riporta l’agenzia Interfax. Le dichiarazioni di Mosca non sono al momento verificabili. L’annuncio arriva dopo che le autorità russe hanno detto di aver ripreso per intero il controllo della regione russa di Kursk, che confina con quella ucraina di Sumy, e dove la scorsa estate i soldati ucraini avevano lanciato un’offensiva a sorpresa. Kiev respinge le affermazioni di Mosca sostenendo di avere ancora dei capisaldi nella regione di Kursk, dove però ha perso gran parte dei territori di cui si era impossessata l’anno scorso.

Pochi giorni fa, il governatore della regione di Sumy, Oleg Hryhorov, aveva dichiarato che le truppe russe stavano cercando di creare una zona cuscinetto nell’oblast dell’Ucraina nordorientale ma, a suo dire, senza “alcun successo significativo”. Allora il governatore ucraino sosteneva che quattro villaggi di confine – Zhuravka, Veselivka, Basivka e Novenke – si trovassero in una “zona grigia” a causa degli attacchi russi, ma non fossero sotto il controllo dei soldati del Cremlino. Il mese scorso, il ministero della Difesa russo sosteneva invece di aver preso Zhuravka e Basivka, cosa che le autorità ucraine negano.

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