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Cronache

Investì e uccise l’ex fidanzata ballerina, il pm aveva chiesto 30 anni: condannato a 4 anni e 8 mesi

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Il pm aveva chiesto 30 anni di reclusione , il  Tribunale di Napoli ha condannato Giuseppe Varriale alla pena di 4 anni e 8 mesi di reclusione per la morte dell’ ex fidanzata Alessandra Madonna, la 24enne di Melito (Napoli) che perse la vita tra il 7 e 8 settembre del 2017. Il gip ha ritenuto Varriale colpevole di omicidio stradale, discostandosi così dalla tesi sostenuta dalla Procura che aveva chiesto la condanna per l’imputato per il reato di omicidio. Alessandra venne Investita a Mugnano (Napoli), dopo essere stata trascinata dall’auto guidata dall’ex. Varriale è stato difeso dagli avvocato Raffaele Chiummariello e Nicola Pomponio. I genitori di Alessandra, si erano costituiti parte civile assistiti dagli avvocati Celestino Gentile, Giovanni Battista Vignola e Alessandro Caserta.

Ad emettere la sentenza è stato il gip Antonino Santoro del Tribunale di Napoli Nord. Alessandra e Giuseppe, che si erano lasciati da tempo, quella tragica notte di inizio settembre 2017 ebbero un’accesa discussione, davanti l’abitazione del ragazzo. Una discussione al termine della quale Giuseppe mise in moto il suo Suv per andare via non accorgendosi che Alessandra si era aggrappata all’esterno della vettura. Alcuni metri dopo si rese conto di quanto stava accadendo: ha fermato l’auto e quando è sceso ha visto Alessandra a terra priva di sensi. L’ha presa in braccio e trasportata nel vicino ospedale San Giuliano di Giugliano in Campania (Napoli), dove la giovane è deceduta per i gravi traumi riportati.

Momenti di tensione nel Tribunale di Napoli Nord, ad Aversa (Caserta), dopo la lettura della sentenza con la quale è stato condannato a 4 anni e 8 mesi, per omicidio stradale, Giuseppe Varriale, ex fidanzato di Alessandra Madonna, la 24enne di Melito (Napoli) che perse la vita tra il 7 e 8 settembre 2017 travolta e uccisa dall’auto guidata da Giuseppe: il padre della vittima, dopo il verdetto, si è scagliato contro il giudice: “questa non è giustizia, me l’hanno uccisa due volte”. La madre di Alessandra, Olimpia Cacace, invece, si è chiusa in una stanza del tribunale e ha poi tentato di lanciarsi da un balcone. A intrattenerla è stata una cronista di Mediaset a cui la donna ha detto: “Questa non è giustizia, deve venire il magistrato qui e mi deve chiedere scusa”. La giornalista si è subita attivata chiedendo ad un avvocato di cercare il magistrato. “Io mi butto, 4 anni e 8 mesi gli hanno dato, – ha detto ancora la donna alla cronista – neanche a una bestia”. Nel frattempo alcuni agenti della polizia penitenziaria sono riusciti a sfondare la porta e bloccare la donna prima che si lanciasse nel vuoto.

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Curia di Napoli a parroci, a Pasqua niente allestimenti maestosi

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Per le cerimonie della Settimana Santa l’ufficio liturgico della diocesi di Napoli ha scritto una sorta di vademecum che è stato pubblicato sul sito. Ai parroci viene ricordato, ad esempio, che per l’altare della Deposizione, che viene allestito in occasione del triduo pasquale “non servono dunque fioriture e allestimenti maestosi, né eccessivi segni, spesso frutto di estrosa fantasia, che finiscono per distogliere lo sguardo e l’attenzione dal ‘Segno'”. “È piuttosto necessaria la preparazione di un luogo accogliente e consono alla preghiera, senza elementi di disturbo. Risulta pertanto assolutamente inopportuno dare “un tema” all’altare della reposizione. Esso non è dunque il luogo dove ostentare la solennità e gareggiare alla realizzazione più bella, né delle rappresentazioni scenografiche con le quali stupire i fedeli: l’unico stupore è dato dal dono dell’Eucaristia da parte del Signore stesso alla sua Chiesa”.

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Cronache

È morta Sofia Sacchitelli la ragazza che combatteva le malattie rare come la sua

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Aveva solo 23 anni Sofia Sacchitelli, la ragazza genovese affetta da un raro tumore al cuore : non ce l’ha fatta ed è morta. Sofia aveva dato vita a una associazione per raccogliere fondi per la ricerca scientifica per le malattie rare, come la sua. Lei stessa aveva parlato in pubblico per spingere questa missione e in tanti la stavano sostenendo. Sofia studiava Medicina ma l’angiosarcoma cardiaco, un tumore rarissimo al cuore, l’ha ucciso. Parliamo di una malattia che colpisce una persona ogni 2-3 milioni. Anche le società calcistiche di Genoa e Sampdoria hanno sostenuto la onlus che si chiama ‘Sofia nel cuore’. In tanti hannopvoluto ricordare il coraggio della giovane Sofia, fra questi il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti: “Ti ricorderemo con il sorriso sul viso e il coraggio di chi sa trasformare le difficoltà in solidarietà e speranza per gli altri. Addio Sofia. Tutta Genova e la Liguria oggi pregano per te e si stringono alla tua famiglia, ai tuoi amici, a chi ti vuole bene e porterà avanti il percorso che hai iniziato”.

 

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Valanga su Courmayeur, sono due giovani svedesi le sciatrici morte

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È stata trovata anche la seconda sciatrice morta dopo essere stata travolta dalla frana caduta su Courmayeur, in val Veny. Si tratta di una ragazza svedese di 25 anni, faceva parte di un gruppetto di 4 giovani “freerider” tra 20 e 25 anni, giunti a Courmayeur per sciare fuori pista. E mentre facevano questo sono stati travolti dalla frana: le due ragazze non sono riuscite a ripararsi e sono state travolte in pieno trovando la morte sulle nevi valdostane, i due ragazzi sono riusciti a mettersi in salvo. A trovare gli sciatori sono stati i soccorritori del Soccorso alpino, nel caso dell’ultima giovane ritrovata, hanno individuato il corpo sorvolando la zona in elicottero quando il maltempo ha concesso una pausa

 

 

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