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Cronache

Il ring della boxe nella Basilica, così il prete del rione Sanità salva i giovani dalle insidie della camorra

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Prima la musica. Poi la lettura dei giornali. Il doposcuola. Il canto. Ora c’è pure la palestra di boxe. Nella basilica di Santa Maria, nel rione Sanità, qualunque cosa si può  fare per strappare i ragazzi alla strada e al crimine, comune o organizzato, si fa. È così, con il protagonismo della chiesa e della associazioni, che rinasce il quartiere che fino a dieci anni fa era ostaggio dei clan. Dove si sparava un giorno sì e un giorno pure. Dove si uccideva, si facevamo stragi, dove le forze dell’ordine entravano o in forze oppure con molte timidezze. Ora se entrate nella Basilica, dal soffitto della ex Cappella del Tesoro, vedete pendere quattro o cinque sacchi da pugilato. Era un locale murato da anni. Padre Antonio Loffredo, un prete ma soprattutto un sant’uomo che ha rivoluzionato il quartiere, ha restituito all’uso della comunità facendo abbattere il muro della sacrestia. Il ring è montato a pochi metri dal chiostro della basilica. E i pugni, stavolta sono secchi e professionali: da tirare con i guantoni. È boxe, è la nobile arte, è uno sport, non lo si fa per vendetta.

Rione Sanità. Un ring per fare boxe nella Basilica

Una lezione per ragazzi del rione Sanità. Molti dei quali hanno pochissime chance e troppe ore passate in strada: come Genny Cesarano, l’innocente 17enne massacrato di proiettili, per sbaglio, proprio a un passo dalla Basilica. Molti suoi coetanei avevano confidato al sacerdote e al manager Ernesto Albanese (associazione l’Altra Napoli – gli stessi che hanno già messo in piedi un’orchestra, un coro, un B&b, una coop per guide turistiche alle catacombe di San Gennaro, attività artigianali e di laboratorio, pur di allontanarli dalla strada – che avevano un sogno: il pugilato. E loro li hanno esauditi: avranno per maestri i grandi campioni delle Fiamme Oro della polizia. Così, di fronte all’ennesima corale innovazione al rione Sanità, il questore Antonio De Iesu: «Bello che siano gli sbirri a venire in un chiostro a dar lezioni di correttezza e lealtà».

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Media: Putin chiede stop invio armi a Kiev durante tregua

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Il presidente russo Vladimir Putin chiede la sospensione di tutte le consegne di armi all’Ucraina durante un cessate il fuoco proposto dal presidente statunitense Donald Trump: lo scrive l’agenzia di stampa Bloomberg, che cita persone a conoscenza della questione. A poche ore dall’attesa telefonata tra i due leader, due delle fonti hanno affermato che se da una parte la Russia vuole lo stop a tutte le consegne di armi all’Ucraina, il suo obiettivo minimo è la sospensione degli aiuti militari da parte degli Stati Uniti.

Il leader russo, che ha incontrato un inviato di Trump la scorsa settimana, ha reso l’interruzione delle forniture di armi un prerequisito per la firma del cessate il fuoco, hanno affermato un alto funzionario europeo e tre persone a Mosca a conoscenza della posizione russa. Né il portavoce de Cremlino, né Il Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca hanno risposto a richieste di commento. L’alto funzionario europeo ha aggiunto che l’Europa è estremamente riluttante ad accettare la richiesta della Russia di bloccare le consegne di armi all’Ucraina da parte dei suoi alleati durante qualsiasi tregua. Ciò rischierebbe una situazione in cui la Russia sarebbe in grado di riarmarsi durante una cessazione delle ostilità, mentre all’Ucraina sarebbe impedito di farlo, ha spiegato il funzionario.

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Legnini, senza fondamento affermazioni io coinvolto in Equalize

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“Le affermazioni degli indagati nel procedimento Equalize che mi riguardano sono destituite di ogni fondamento. Non ho mai conosciuto, neanche indirettamente, gli appartenenti alla società Equalize. Conosco l’ingegner Sbraccia da oltre 20 anni, con il quale ho un rapporto di cordialità che non ha mai riguardato l’esercizio delle mie funzioni pubbliche di Commissario alla ricostruzione e di vice presidente del Csm, incarico peraltro cessato da quasi sette anni. Le società a lui collegate non hanno mai lavorato nelle ricostruzioni di cui mi sono occupato. Essendo totalmente estraneo alle vicende oggetto di indagine, non appena potrò visionare gli atti proporrò querela al fine di tutelare la mia reputazione”. Lo dichiara, in una nota, il Commissario Straordinario alla Ricostruzione sull’isola di Ischia, Giovanni Legnini, in merito a quanto riportato da alcuni organi di stampa.

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Istat: oltre 30% alunni non dispone di ausili didattici

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Il 31% degli alunni con disabilità avrebbero bisogno di ausili didattici a supporto della didattica, ma non ne dispone, percentuale che aumenta al 33% nella scuola primaria. Il 69% degli alunni usa a scuola un pc/tablet, che nel 14% dei casi è fornito dalla famiglia. E’ quanto certifica l’Istat nel report sull’integrazione scolastica degli alunni disabili. Inoltre, è ancora poco diffusa la formazione in tecnologie: solo in una scuola su quattro (23%) tutti gli insegnanti per il sostegno hanno frequentato, nel corso della loro carriera, almeno un corso di formazione sulle tecnologie educative necessarie per predisporre una didattica personalizzata, nel 69% delle scuole la frequenza si è limitata ad alcuni insegnanti, mentre nel restante 7,5% delle scuole nessun insegnante per il sostegno ha frequentato un corso di questo tipo.

Anche l’utilizzo di questi strumenti da parte degli insegnanti per il sostegno risulta poco frequente: solo nella metà delle scuole tutti gli insegnanti utilizzano la tecnologia a supporto della didattica inclusiva, nelle restanti scuole l’utilizzo è limitato a pochi insegnanti o è completamente assente. E se la formazione non dovrebbe riguardare esclusivamente gli insegnanti per il sostegno, ma rivolgersi anche ai docenti curricolari che nella predisposizione del materiale didattico devono tenere conto delle specifiche esigenze degli alunni con disabilità, solo nel 7% delle scuole tutti gli insegnanti curricolari predispongono materiale accessibile avvalendosi di nuove tecnologie.

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