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Cronache

Il “prete di strada” Cardinale Matteo Zuppi alla guida della Cei

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Sogna una Chiesa che “sta per strada” che “parla a tutti e vuole raggiungere il cuore di tutti” e “parla l’unica lingua che e’ quella dell’amore” per farsi capire “nella babele del mondo”. Sono le prime parole che il cardinale Matteo Zuppi pronuncia come neopresidente della Conferenza episcopale italiana davanti ai giornalisti ai quali, con una battuta, chiede di “essere clementi e misericordiosi”. Misericordia e sostegno la chiede pero’ innanzitutto alla Madonna di San Luca che “a Bologna qualche volta viene prima del Padreterno”. Poi ringrazia il Papa “per la fiducia” e i vescovi dei quali sente “il sostegno”, e allora questa nuova responsabilita’, quella di guidare la Chiesa italiana, pesa un po’ meno. Tra i tanti auguri arrivati, Zuppi riceve anche quelli del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, riconoscendo “la gia’ rilevante e riconosciuta azione pastorale svolta come arcivescovo di Bologna”, confida in questo nuovo ruolo “alla guida e al servizio della Chiesa nel nostro Paese, confermandola quale prezioso punto di riferimento per la societa’ italiana”. Con Zuppi la Cei volta pagina e si appresta ad incarnare quel modello di ‘Chiesa in uscita’ tanto cara a Papa Francesco . Oggi il saluto, a tratti un po’ commosso, del cardinale Gualtiero Bassetti che ha guidato la Chiesa italiana in anni complicati, specialmente gli ultimi segnati dalla pandemia che lo ha toccato anche di persona. Torna a parlare anche della necessita’ di un rinnovato impegno dei cristiani in politica, un impegno “laico” e non clericale, auspica l’arcivescovo di Perugia-Citta’ della Pieve che si appresta a lasciare anche la guida della diocesi. Bassetti tocca nell’introduzione anche un tema delicato, quello della pedofilia: “Confermiamo il nostro impegno per la tutela dei minori e la prevenzione degli abusi. Vogliamo ambienti sicuri e a misura dei piu’ piccoli e vulnerabili. Per questo, come gia’ ribadito in altre occasioni, intendiamo promuovere una migliore conoscenza del fenomeno degli abusi per valutare e rendere piu’ efficaci le misure di protezione e prevenzione”. Un impegno, a dire il vero, ancora vago e generico, che forse non sara’ ritenuto sufficiente dalle associazioni delle vittime che proprio questa settimana hanno indetto una campagna per sollecitare la Chiesa italiana ad una indagine indipendente, come fatto da altri episcopati nel mondo. Zuppi, una vita nelle periferie della Capitale, prima di arrivare a Bologna, si e’ formato nella Comunita’ di Sant’Egidio ed e’ pensabile che anche da presidente Cei terra’ fisso lo sguardo sugli ultimi ma anche sui conflitti. Parla della “terribile” guerra in Ucraina ma sottolinea che “non bisogna dimenticare tutti gli altri pezzi delle altre guerre” che fanno parte di quella terza guerra mondiale a pezzi di cui parla sempre il Papa. L’attesa e’ che imprimera’ una svolta ma mantenendo anche una continuita’ del cammino della Chiesa italiana: per questo ringrazia Bassetti e cita i defunti Antonio Poma e Ugo Poletti che guidarono in passato la Cei. Vedra’ nei prossimi giorni anche Camillo Ruini e Angelo Bagnasco, annuncia subito dopo l’elezione, lasciando intendere che la sua presidenza non vuole essere di rottura con il passato. Camminare insieme nella Chiesa e andare per strada dove e’ la gente. “Ascoltare”, e’ l’altro verbo che ripete avvertendo che “l’ascolto ferisce ma ascoltando si fanno proprie e si capiscono le tante sofferenze” che la Chiesa come “madre” e’ chiamata a sanare. Nella terna erano stati indicati anche il cardinale di Siena Paolo Lojudice e il vescovo di Acireale monsignor Antonino Raspanti. E’ da vedere se questo gradimento arrivato dai vescovi sara’ considerato da Papa Francesco per altri ruoli.

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Cronache

Il 19 giugno parte il processo per l’omicidio di Aurora

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Si svolgerà il 19 giugno al Tribunale per i minorenni di Bologna, con rito abbreviato, il processo per il 15enne accusato dell’omicidio di Aurora Tila, la ragazza di 13 anni, morta dopo essere precipitata dal terrazzo sopra casa a Piacenza, il 25 ottobre. Ne dà notizia il quotidiano Libertà. Il processo era stato inizialmente fissato per il 9 luglio, con rito ordinario. L’avvocato difensore del ragazzo ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato. Oltre agli atti raccolti dalla procura saranno presi in esame in aula i risultati delle perizie dei consulenti di parte. Aurora Tila, studentessa dell’Istituto Colombini, morì la mattina del 25 ottobre precipitando da un terrazzo al settimo piano del palazzo dove viveva con la madre e cadendo poi su un balcone tre piani più in basso. Con lei, sul terrazzo, c’era l’ex fidanzatino, di due anni più grande: le telecamere del condominio hanno ripreso il loro incontro nell’atrio, prima di salire in casa.

È stato lui a dare l’allarme e qualche giorno dopo è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario. Lui ha sempre negato queste accuse, sostenendo una versione diversa dei fatti rispetto alla ricostruzione della Procura. Il processo si svolgerà secondo il rito abbreviato (ovvero sulla base degli atti raccolti dalla procura, con il beneficio di uno sconto di un terzo della pena) ma “condizionato”, ovvero con l’ascolto in aula dei periti, e quindi con il confronto fra le due perizie, dagli esiti divergenti, che potrebbero rappresentare il cuore del processo. I medici legali di parte della difesa, infatti, contestano radicalmente le conclusioni alle quali era arrivata la perizia disposta dalla procura dei minorenni, che sostanzialmente attribuiscono al 15enne la volontà di far cadere Aurora dal terrazzo, da un’altezza di nove metri.

Una ricostruzione che la difesa ha sempre negato. Il punto cruciale su cui ci sarà battaglia sarà la dinamica della caduta, che secondo la perizia del consulente della procura, è incompatibile con un suicidio. Conclusioni, che come riferisce il quotidiano piacentino, secondo il medico legale Mario Tavani (che insieme al collega Attilio Maisto ha curato la perizia per la difesa) “risultano indubbiamente criticabili”, mentre “quelle sulla ricostruzione dinamica della precipitazione del corpo per alcuni versi inaccettabili”. Saranno prese in esame anche alcune testimonianze oculari: il racconto di alcune persone che hanno riferito di aver visto i due giovani litigare sul terrazzo sono state infatti cruciali per le indagini.

E’ stata una di queste testimonianze, in particolare, secondo cui il ragazzo avrebbe spinto Aurora oltre il parapetto e l’avrebbe colpita sulle mani per farla cadere, a risultare cruciale nella decisione di arrestare il 15enne. Un dettaglio, quello dei colpi sulle mani, che sarà messo a confronto con gli esiti delle perizie: quella dell’accusa ritiene le ferite che Aurora aveva sulle dita compatibili con i colpi ricevuti per farla cadere, mentre secondo la perizia della difesa sono state procurate dall’impatto a terra.

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Napoli: si ripete ‘miracolo’ di San Gennaro, sangue è sciolto

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Si è ripetuto il prodigio della liquefazione del sangue di San Gennaro. All’apertura della teca, poco prima delle 17 nella Cappella di San Gennaro all’interno del Duomo di Napoli, il sangue contenuto nell’ampolla è apparso già liquido. La teca è stata aperta dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, presidente della Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro, dall’abate della cappella monsignor Vincenzo De Gregorio, e dai vescovi ausiliari di Napoli monsignor Francesco Beneduce e monsignor Michele Autuoro, in vece dell’arcivescovo don Mimmo Battaglia, impegnato a Roma in vista del Conclave. Per l’annuncio “ufficiale” dell’avvenuto miracolo di maggio bisognerà aspettare l’arrivo nella basilica di Santa Chiara della processione in partenza dal Duomo. Il corteo si snoderà nelle strade del centro antico di Napoli e alle 18 avrà inizio la celebrazione eucaristica nella trecentesca basilica di Santa Chiara.

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Incidente nel Ragusano, conducente muore nel rogo dell’auto

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Un grave incidente stradale si è verificato nel pomeriggio nei pressi di Playa Grande, lungo la circonvallazione di Donnalucata, frazione di Scicli, nel Ragusano. Una delle due auto coinvolte ha preso fuoco e il conducente, rimasto incastrato tra le lamiere, è morto carbonizzato nonostante i tempestivi soccorsi. Sono intervenute due squadre dei vigili del fuoco, ambulanze del 118 e gli agenti della polizia municipale di Scicli. Le operazioni di messa in sicurezza e rilievi sono in corso.

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