Rispunta l’idea di una patrimoniale ed è subito polemica, con una spaccatura a sinistra. Il leader della Cgil, Maurizio Landini, rilancia la proposta di quello che chiama “contributo di equita’”, che intervenga – afferma in una intervista a Repubblica – sulle ricchezze per la lotta contro le diseguaglianze e finanzi il piano straordinario di investimenti pubblici e privati, che il sindacato da tempo invoca per rilanciare crescita e occupazione. Ma la proposta trova il no netto non solo del Movimento 5 stelle ma anche del Partito democratico.
“Non so se è una proposta del sindacato, certo non è una proposta del Pd”, replica il segretario dem, Nicola Zingaretti, che proprio ieri ha incontrato i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. Al contrario dai fuoriusciti di Articolo uno-Mdp, Arturo Scotto del coordinamento nazionale “sottoscrive dalla A alla Z” la proposta della Cgil, perche’ “chi ha di piu’ ha il dovere di dare di più”. Secca la presa di posizione del vicepremier e capo politico del M5s, Luigi Di Maio: non ci sarà “mai una patrimoniale, mai fino a quando il Movimento 5 Stelle è al governo!”, assicura. Spostando invece l’obiettivo sul salario minimo “subito. Lo approviamo presto, con o senza il Pd!”. Tuttavia il tema della riforma del fisco – in vista della definizione del prossimo Def – trova banco tra più parti, non solo tra i sindacati ma anche tra le imprese. Sulla patrimoniale “siamo un po’ critici, ma e’ evidente che quello che pone Landini e’ un aspetto che va usato come termine di confronto. Occorre una riforma fiscale che aiuti il mondo del lavoro e le imprese italiane”, afferma il numero uno di Confindustria, Vincenzo Boccia. Respinge al mittente Confedilizia con il presidente Giorgio Spaziani Testa, che replicando al leader della Cgil “lo informa che molti dei suoi iscritti la patrimoniale la pagano già, si chiama Imu-Tasi e pesa 21 miliardi di euro l’anno”. Cgil, Cisl e Uil rivendicano da tempo una riforma fiscale “vera”, che riduca le tasse ai lavoratori dipendenti e ai pensionati. Obiettivo che, come sollecita la Uil, il prossimo Def “deve indicare chiaramente”.
Punta anche sul sostegno alla famiglia la Cisl: il sindacato, ricorda la segretaria generale Annamaria Furlan, da tempo propone un nuovo assegno familiare (Naf) che unifichi detrazioni per figli e assegno al nucleo familiare, che cresca in base al numero dei componenti e alla presenza di invalidi o non autosufficienti e si riduca, invece, all’aumentare del reddito. Scenario diverso quello prospettato dall’ex premier Matteo Renzi: “Dopo le Europee c’è o la patrimoniale o l’aumento dell’Iva o tutte e due” o “può darsi che eliminino gli 80 euro” da lui stesso introdotti nel 2014.