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Il derby d’Italia lo vince la Juve, Inter sconfitta amara

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Vittoria e sorpasso, la Juve gode due volte: Rabiot e Fagioli abbattono l’Inter, i bianconeri mettono la freccia sui nerazzurri e agganciano la Roma al quinto posto. La squadra di Inzaghi mette paura ad Allegri per i primi 50′, poi i due centrocampisti mettono la firma sul poker di vittorie con la porta inviolata. Vlahovic non ce la fa, ma riceve comunque gli applausi dello Stadium: il serbo viene premiato come ‘Mvp of the Month’ powered by Fifa 23, i suoi sorrisi mentre riceve il riconoscimento sono piuttosto tirati perché i problemi muscolari continuano a tormentarlo.

Allegri ritrova Bremer, piazzato al centro della difesa tra Danilo e Alex Sandro, e Di Maria, il quale parte dalla panchina. Il tecnico riprova l’esperimento Miretti seconda punta dietro a Milik, in mediana viene confermato Fagioli con Locatelli e Rabiot e la coppia Cuadrado-Kostic sulle corsie. Inzaghi recupera Brozovic ma propone Calhanoglu e Mkhitaryan a centrocampo con Barella, il tandem offensivo è formato da Dzeko e Lautaro. De Vrij guida la difesa completata da Skriniar e Acerbi davanti a Onana, sulle corsie ci sono Dumfries e Dimarco.

E’ Szczesny a vivere il primo brivido della serata, al 5′ osserva uscire di poco il sinistro di Lautaro. I bianconeri rispondono con Bremer, che in spaccata colpisce l’esterno della rete. Non è un derby d’Italia particolarmente spumeggiante, l’Inter ci prova da calcio d’angolo e costruisce l’occasione migliore: la traiettoria di Dimarco è allungata da Lautaro, Dzeko colpisce di testa disturbato regolarmente da Alex Sandro e il pallone finisce sul fondo. Ed è ancora più clamorosa quella che si divora Dumfries in chiusura di tempo, con l’olandese che non riesce a deviare in rete il passaggio di Barella da pochi passi con la porta spalancata. I nerazzurri chiudono il primo tempo in crescendo, il muro difensivo della Juve tiene. E anche nella ripresa parte meglio l’Inter, con Calhanoglu che prova la botta dalla distanza e Szczesny che si salva in corner con l’aiuto della traversa.

Al primo, vero affondo, passa la Juve: da corner per l’Inter parte il contropiede di Kostic, che si fa tutto il campo e serve a Rabiot il pallone del vantaggio. I bianconeri prendono coraggio e i nerazzurri patiscono il contraccolpo, lo Stadium spinge la squadra di Allegri e arriva il raddoppio con Danilo, ma al Var ravvisano un tocco di mano dello stesso brasiliano e si resta sull’1-0.

I primi cambi arrivano dopo il 72′, Allegri concede altro minutaggio a Chiesa inserendolo per Milik e Inzaghi cerca la scossa da Gosens e Correa al posto di Dimarco e Calhanoglu. Proprio l’argentino manda in porta Lautaro al primo pallone toccato, è bravo Szczesny a respingere con i piedi. La Juve risponde con Kostic per chiuderla a un quarto d’ora dalla fine, il sinistro è respinto dal palo. Allegri concede l’ultimo scampolo a Di Maria, mentre Inzaghi cerca freschezza da Bellanova, Brozovic (al rientro dopo oltre un mese) e Darmian.

L’Inter si sbilancia troppo, la Juve colpisce ancora in contropiede: la chiusura decisiva di Bremer lancia Di Maria in campo aperto, il pallone passa da Kostic a Fagioli e il classe 2001 realizza il secondo gol consecutivo tra i grandi. La Juve vince ancora ed è alla quarta gara consecutiva senza subire reti, l’Inter colleziona la quinta sconfitta in 13 giornate e scivola settima. 

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Conte vede il traguardo scudetto: chi vince scrive la storia gli altri la leggono

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“Chi vince scrive la storia gli altri la vanno a leggere. Nessuno si ricorderà di noi se arriviamo secondi, la storia va scritta vincendo”. Così Antonio Conte, ai microfoni di Dazn , dopo la vittoria del suo Napoli a Lecce. “Oggi è stata una vittoria importante ma non la più importante – aggiunge – Temevo questa partita, venivano da un pari con l’Atalanta. Poi c’è stata questa disgrazia che ha colpito una persona che io conoscevo, sono vicino al Lecce e ai leccesi. Noi abbiamo fatto la nostra gara, dovevamo mandare un segnale positivo e lo abbiamo fatto. Nel primo tempo abbiamo giocato bene poi siamo stati meno propositivi”.

A tre giornate dal termine il suo Napoli è saldamente al comando: “E’ una tappa importante questa. Siamo arrivati gestendo un’emergenza – le parole di Conte – Sembra tutto normale, oggi ha giocato Olivera centrale per la prima volta. La squadra ha risposto con tutti i suoi effettivi, tutti vogliono fare qualcosa di straordinario. Oltre all’unità d’intenti ci devono essere dei valori, siamo cresciuti tantissimo dalla partita con il Modena. Partita stressante? Sono partite che ti sfiniscono, comprendi l’importanza. Pareggiare o vincere oggi ci cambiava la vita, ecco perché sono rientrato prima, dovevo scaricarmi”.

“Oggi si è fatto male Lobotka – ha proseguito il tecnico – mi auguro che possa recuperare perché stiamo continuando a perdere dei pezzi, però non molliamo. E questa è la dote principale di questa squadra. Stiamo sul pezzo e vogliamo continuare fino alla fine. Ho perso e vinto degli scudetti all’ultima giornata, ho l’esperienza giusta per far capire ai ragazzi l’importanza. La storia la scrive chi vince, non si ricorderà nessuno se arriviamo secondi”.

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Nuoto: nuovo record mondo 100 metri farfalla per Gretchen Walsh

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La nuotatrice americana Gretchen Walsh ha battuto due volte il record mondiale dei 100 metri farfalla in vasca lunga, fissando il tempo a 54,60 secondi a Fort Lauderdale, in Florida. Walsh ha dapprima migliorato il suo record scendendo a 55,09 secondi nelle batterie, per poi scendere a 54,60 nella finale della Tyr Pro Swim Series. L’atleta ventiduenne deteneva già il record mondiale, conquistato il 15 giugno scorso con il tempo di 55,18 secondi, poche settimane prima di vincere la medaglia d’argento nella disciplina ai Giochi di Parigi dietro la connazionale Torri Huske.

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Inter, vittoria di misura e testa al Barcellona: 1-0 contro il Verona con il rigore di Asllani

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Una vittoria preziosa, ottenuta con pragmatismo e ampio turnover: l’Inter supera il Verona per 1-0 a San Siro grazie a un rigore trasformato da Asllani e può ora concentrarsi con serenità sulla sfida decisiva contro il Barcellona.

Simone Inzaghi, squalificato e sostituito in panchina da Massimiliano Farris, rivoluziona la formazione rispetto alla gara europea: l’unico titolare confermato è Bisseck. Con lui in difesa De Vrij e Carlos Augusto, mentre sugli esterni agiscono Darmian e Zalewski. In mezzo al campo, Asllani in regia, affiancato da Frattesi e Zielinski. In avanti, spazio a Correa e Arnautovic.

L’inizio è tutto nerazzurro. Carlos è tra i più ispirati e già al quinto minuto propizia l’episodio chiave: imbucata per Arnautovic e fallo di mano netto di Valentini in area. L’arbitro Manganiello, dopo revisione al VAR, assegna il rigore. Dal dischetto si presenta Asllani: esecuzione impeccabile e primo gol in campionato per il centrocampista albanese, che spiazza Montipò e firma l’1-0.

Il Verona fatica a reagire. Il 5-3-1-1 di Zanetti punta sulla densità e sul gioco sporco, ma l’Inter controlla senza affanni. Zalewski è particolarmente attivo sulla sinistra, mentre l’unica vera occasione per gli ospiti è un destro potente di Sarr, respinto con attenzione da Martinez. L’illusione del raddoppio arriva ancora da Asllani, ma il suo tiro colpisce solo l’esterno della rete.

Nella ripresa, il copione non cambia subito: il Verona prova timidamente ad alzare il baricentro, ma l’Inter gestisce il possesso senza forzare. L’ingresso di Dimarco e Mkhitaryan prima, poi di Taremi e Acerbi, porta forze fresche, ma l’atteggiamento rimane conservativo. I nerazzurri badano a contenere, Martinez si fa spesso coinvolgere nel giro palla per addormentare il ritmo e spegnere le iniziative dell’Hellas.

Nel finale qualche brivido, ma nessun vero pericolo per la porta nerazzurra. L’Inter archivia la pratica con un 1-0 di sostanza, senza entusiasmi ma con pieno controllo. Tre punti pesanti in ottica campionato e una spinta in più verso l’attesissimo ritorno con il Barcellona. Ora, sì, la testa può andare tutta lì.

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