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Il Comandante Sarri è dentro il Palazzo, ora vediamo se lo cambia o se sará lui a cambiare

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Scendete in piazza, bruciate gli abbonamenti, non pezzottate le card Sky e il canone pagatelo solo per il pacchetto cinema e cartoni per i bambini. Alla fine di tutto, il “Comandante” al Palazzo ci è arrivato, ora bisogna vedere se cambia lui o cambia il palazzo.

L’ultimo post “sparato” nell’etere dalla pagina Fb che si ispira a Sarri, profeta del comunismo e della libertà applicata al calcio, affare capitalista (e spesso mafioso) per eccellenza

 

Dalla macchinetta contasoldi di una filiale di banca, dove computava i soldi per altri, ora li valuta per se. Da Bagnoli, quartiere operaio, passando per la rossa Figline è riuscito in poco tempo ad arrivare al Palazzo, dove tutti quelli che ci sono stati c’erano arrivati per bravura, talento e preparazione (alcuni) ma tanti soltanto per servilismo, paraculaggine o perché sopravalutati dalla stampa e dagli speculatori.  Ora sulla panchina dei senza colore c’è lui, che forse darà voce a tanti che nel corso di questi ultimi anni hanno dovuto far silenzio. Un silenzio imposto dalla prepotenza che si è impadronita di quello che alla fine resta un semplice sport.

Tanti in questi anni, ai quattro angoli del pianeta, non la pensavano come quelli che dagli spalti gridavano a squarciagola “NEGRO” o inneggiavano al Vesuvio per una calda lavata ai napoletani e ai meridionali in generale e mai hanno avuto spazio sui media o negli stadi. Lui è arrivato dove altri hanno pensato che doveva esser fatta giustamente solo tabula rasa.

Tanti dicono oggi che si sia venduto e abbia venduto i suoi valori, ma se siamo cosi sicuri che una svendita ci sia stata, allora ragionevolmente non dovremo far lavorare il comandante inscenando proteste e blocchi e scontri e barricate, come non avremmo dovuto far lavorare tanti governi che sappiamo bene dove ci hanno portato e dove ci porteranno. E’ questo tipo di diversità di valutazione che mi ha sempre sconcertato e fatto pensare che alla fine chi a gran voce reclama l’etica, forse eticamente non si comporta in maniera etica. Per ora il vincitore è lui, per ha vinto l’Europa League al primo anno su una panchina difficile in un paese straniero. L’ha vinta lui.

Per ora nel Palazzo ci è entrato lui, vedremo se lo cambierà. Magari ritirerá la squadra al primo “sporco Negro” o Vesuvio lavali col fuoco” che ululeranno le bestie dagli spalti, oppure quando gli chiederanno quanti scudetti hs vinto la squadra che allena. Per ora il gioco è suo. Tutto il resto sono chiacchiere.

Fotogiornalista da 35 anni, collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani. Ha raccontato con le immagini la caduta del muro di Berlino, Albania, Nicaragua, Palestina, Iraq, Libano, Israele, Afghanistan e Kosovo e tutti i maggiori eventi sul suolo nazionale lavorando per agenzie prestigiose come la Reuters e l’ Agence France Presse, Fondatore nel 1991 della agenzia Controluce, oggi è socio fondatore di KONTROLAB Service, una delle piu’ accreditate associazioni fotografi professionisti del panorama editoriale nazionale e internazionale, attiva in tutto il Sud Italia e presente sulla piattaforma GETTY IMAGES. Docente a contratto presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli., ha corsi anche presso la Scuola di Giornalismo dell’ Università Suor Orsola Benincasa e presso l’Istituto ILAS di Napoli. Attualmente oltre alle curatele di mostre fotografiche e l’organizzazione di convegni sulla fotografia è attivo nelle riprese fotografiche inerenti i backstage di importanti mostre d’arte tra le quali gli “Ospiti illustri” di Gallerie d’Italia/Palazzo Zevallos, Leonardo, Picasso, Antonello da Messina, Robert Mapplethorpe “Coreografia per una mostra” al Museo Madre di Napoli, Diario Persiano e Evidence, documentate per l’Istituto Garuzzo per le Arti Visive, rispettivamente alla Castiglia di Saluzzo e Castel Sant’Elmo a Napoli. Cura le rubriche Galleria e Pixel del quotidiano on-line Juorno.it E’ stato tra i vincitori del Nikon Photo Contest International. Ha pubblicato su tutti i maggiori quotidiani e magazines del mondo, ha all’attivo diverse pubblicazioni editoriali collettive e due libri personali, “Chetor Asti? “, dove racconta il desiderio di normalità delle popolazioni afghane in balia delle guerre e “IMMAGINI RITUALI. Penitenza e Passioni: scorci del sud Italia” che esplora le tradizioni della settimana Santa, primo volume di una ricerca sui riti tradizionali dell’Italia meridionale e insulare.

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Mondiale per club, Juve debutta in silenzio all’Audi Field: Tudor rilancia il nuovo corso bianconero

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Lontano dai riflettori del glamour hollywoodiano e dagli 80.619 spettatori del Rose Bowl per Psg-Atletico, la Juventussi prepara al suo esordio nel nuovo Mondiale per club in uno scenario ben più raccolto: l’Audi Field di Washington, stadio da 20mila posti che ospita i DC United di MLS. I biglietti? Ancora disponibili per tutti i settori a poche ore dalla partita, con prezzi oscillanti tra 76 e 263 dollari. Ma non sarà certo la cornice a fermare la Juve.

Tudor: “Qui per vincere, non per partecipare”

Igor Tudor, uomo della rinascita bianconera, è stato chiaro: «La Juve gioca sempre per vincere». L’obiettivo è doppio: alzare il trofeo e rilanciare l’immagine internazionale del club dopo anni difficili, in campo e fuori. Non è un dettaglio: l’accesso a questo torneo garantisce almeno 20 milioni di euro, ma andando avanti nel tabellone, il bottino può crescere notevolmente.

Il tecnico croato ha ritrovato il gruppo negli USA, lavorando a fondo tra i monti degli Appalachi, nel silenzio di White Sulphur Springs, in West Virginia. Una preparazione lontana dai clamori, ma con la mente fissa sul campo e sulla costruzione di un’identità precisa: aggressività, verticalità, spirito. Il tutto racchiuso nel suo 3-4-2-1.

Una sfida che ha il sapore della memoria

L’avversario sarà l’Al Ain degli Emirati Arabi, squadra che nel 2018 arrivò in finale del vecchio Mondiale per club, perdendo dal Real Madrid, e che nel 2003 batté la Juve in un’amichevole di lusso per 1-0. In campo allora c’erano Buffon, Del Piero, Trezeguet e… lo stesso Tudor. Un ricordo che alimenta la fame di rivincita, anche se sulla carta la differenza di livello tecnico è netta.

Dentro il nuovo cantiere Juve

Nel match d’esordio, davanti a Di Gregorio, ci sarà il ritorno di Kalulu dopo la squalifica, insieme a Gatti e uno tra il giovane Savona e il rientrante Rugani. Dietro a Kolo Muani, spazio possibile a Koopmeiners, con Tudor deciso a valorizzare un gruppo giovane e motivato.

Ma non solo tattica. Il croato ha investito sul dialogo, sullo spirito di squadra, sugli abbracci e sulle parole forti nei momenti chiave. La Juve riparte anche da qui.

“Follow the money”: la Juve riparte anche dai conti

A Washington i bianconeri alloggiano al suggestivo Watergate Hotel, storico teatro dello scandalo politico che travolse Nixon. Ironia della sorte, mentre lì scoppiarono i guai per le intercettazioni, oggi la Juve cerca solo la via del profitto. Con il motto di “Follow the money”, la dirigenza bianconera sembra sulla strada giusta: dopo i nuovi accordi con Jeep e Visit Detroit, è in arrivo un maxi rinnovo con Adidas da 40 milioni l’anno fino al 2038. Un cammino lungo, ma già ben tracciato.

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Inzaghi già promesso agli arabi prima della finale di Champions, Gasperini pensa già allo scudetto

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Gian Piero Gasperini ha scelto la Roma. E ha detto no alla Juventus. Il nuovo allenatore giallorosso si è presentato ieri con parole forti, consapevole della sfida che lo attende: «So che qui potrò incidere. È una strada difficile, ma sentivo di doverla percorrere». Accanto a lui Claudio Ranieri, fautore dell’operazione, ma assente il d.s. uscente Florent Ghisolfi, ormai in rotta con la società.

Un progetto ambizioso, con i piedi per terra

«I Friedkin sono entusiasti, presenti, vogliono costruire qualcosa di forte», ha spiegato Gasperini, che punta tutto su identità, fame e lavoro. L’obiettivo minimo è la Champions, ma Gasp non chiude alla sorpresa scudetto: «Se il Napoli ha vinto due volte in tre anni, non è impossibile».

Niente rivoluzioni ma ricostruzione paziente: «Pochi top player in giro, servono emergenti che crescano qui. I miei giocatori devono voler fare la stagione migliore della loro carriera». Il mercato, condizionato dal fair play finanziario, sarà oculato. Ma Gasp vuole creare uno “zoccolo duro”.

Roma, cambio anche fuori dal campo

Con l’addio di Ghisolfi — accelerato dalla gestione Svilar e dai contrasti interni —, il nome in pole per la successione è Frederic Massara, ex d.s. nella Roma di Pallotta. In corsa anche Federico Balzaretti. E non è l’unico cambio: Jason Morrow, uomo di fiducia dei Friedkin, prende il posto di Lorenzo Vitali come Chief Administrator Officer, accentrando sempre più deleghe operative. La Roma cambia pelle, dentro e fuori.

Inzaghi, l’Al Hilal e una verità scomoda

Intanto da Los Angeles, arriva la conferma dell’ad dell’Al Hilal, Esteve Calzada: Simone Inzaghi aveva già un accordo col club saudita prima della finale di Champions. «Ci ha solo chiesto di aspettare per rispetto», ha dichiarato a BBC Sport, smentendo di fatto la versione offerta pubblicamente dal tecnico.

Durante il media day, Inzaghi aveva dichiarato: «Ho offerte dall’Arabia, ma anche dall’Italia e dall’Europa». Ma la notizia dell’accordo era nota nello spogliatoio interista, e secondo molti avrebbe potuto condizionare l’approccio mentale alla finale. «Mourinho nel 2010 partì per il Real, ma prima vinse tutto», è l’amara riflessione di chi si interroga sul finale della stagione nerazzurra.

L’Al Hilal rilancia: “Inzaghi per vincere tutto”

Ora per Inzaghi c’è un solo obiettivo: vincere. «Non siamo qui per scambiare maglie col Real. Abbiamo talento e vogliamo il massimo», dice Calzada. Il club saudita, che ha perso la finale 2022 proprio contro il Real Madrid, punta alla rivincita nel nuovo Mondiale per club. Inzaghi ha poco tempo e molte pressioni: dopo l’addio discusso all’Inter, ora tocca a lui dimostrare di meritare la fiducia araba.

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Il Napoli resta a Castel Volturno: salta il trasloco per la stagione 2025-2026

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Il centro sportivo di Castel Volturno sarà ancora per un’altra stagione la casa del Napoli. Il club ha comunicato ufficialmente all’Uefa che l’impianto resterà la base operativa della squadra almeno fino a giugno 2026. Una scelta che non sorprende, anche in assenza di una proroga formale del contratto con la famiglia Coppola, proprietaria dell’area dell’ex Holiday Inn: non c’è alcuna intenzione di interrompere bruscamente il rapporto.

Gli interventi voluti da Conte sui campi

Proprio in questi giorni sono stati avviati lavori radicali sui terreni di gioco. Come ogni fine stagione, è prevista una nuova semina, ma stavolta le indicazioni sono arrivate direttamente da Antonio Conte, che ha richiesto miglioramenti strutturali per adattare i campi alle sue esigenze. Il club sta anche valutando un potenziamento delle aree di riposo, così da favorire il recupero della squadra nelle giornate con doppia seduta.

Il progetto della nuova cittadella è fermo

La conferma di Castel Volturno è legata anche allo stallo del progetto per il nuovo centro sportivo. Il piano per l’area di Qualiano, che sembrava in pole, è bloccato: il Comune è favorevole, ma manca ancora un accordo con i privati proprietari dei terreni. De Laurentiis ha spiegato che ci sono 18 opzioni sul tavolo, e i tecnici del club stanno ancora esaminando ciascuna soluzione.

Nel frattempo, le altre aree candidate – da La Piana a Monterusciello – sono state scartate, mentre alcuni tecnici del Napoli sono tornati a visionare l’ex area della Raffineria Mobil a Napoli Est, in via Nuova delle Brecce. Restano sotto osservazione anche i terreni di Marianella e altre zone a nord della città.

L’obiettivo: nuova sede entro il 2026

De Laurentiis punta a inaugurare la prima parte della nuova casa del Napoli nel 2026, anno del centenario del club. L’obiettivo minimo è avviare i primi tre campi da gioco, la foresteria e l’area degli spogliatoi. Ma per ora, mentre il mercato azzurro infiamma l’estate, la priorità resta la stabilità logistica: si continua a Castel Volturno, senza interruzioni, e si rimanda il trasloco a data da destinarsi.

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