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I leader dell’America Latina condannano l’attacco a Trump

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I leader dell’America Latina condannano l’attacco all’ex presidente americano Donald Trump, avvenuto nel corso di un comizio elettorale in Pennsylvania. Nonostante le divergenze politiche, numerosi capi di Stato e di governo progressisti non hanno mancato di reagire con post pubblicati su X. Il presidente argentino ultraliberista Javier Milei si è invece scagliato contro la sinistra, mentre il leader brasiliano di destra Jair Bolsonaro (entrambi politicamente vicini a Trump) ha salutato il leader Usa, affermando che si vedranno “all’insediamento” dopo le elezioni.

Il presidente progressista brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva afferma che “l’attacco all’ex presidente Donald Trump deve essere ripudiato con forza da tutti i difensori della democrazia e del dialogo. Quello che abbiamo visto oggi – dichiara – è inaccettabile”. “In ogni caso, condanniamo quanto accaduto. La violenza è irrazionale e disumana”, commenta il presidente progressista messicano Andres Manuel Lopez Obrador, mentre per il cileno Gabriel Boric “la violenza è una minaccia per le democrazie e indebolisce la nostra vita in comune. Dobbiamo rifiutarla tutti”. “Nonostante le nostre profonde divergenze ideologiche e politiche, la violenza da qualsiasi parte provenga deve essere sempre respinta da tutti”, rileva il presidente socialista boliviano Luis Arce. E dall’Avana, pur senza citare Trump per nome, Miguel Diaz-Canel evidenzia: “Vittima di attentati e terrorismo da 65 anni, Cuba ratifica la sua posizione storica di condanna di ogni forma di violenza.

Il business delle armi e l’escalation della violenza politica negli Usa portano a incidenti come quello avvenuto oggi”. Milei attacca: “Non sorprende la disperazione della sinistra internazionale, che oggi vede scadere la sua nefasta ideologia ed è pronta a destabilizzare le democrazie e a promuovere la violenza pur di abbarbicarsi al potere. Presa dal panico per aver perso alle urne – indica – ricorre al terrorismo per imporre la sua agenda retrograda e autoritaria”. Bolsonaro, già vittima di un attacco durante una campagna elettorale nel 2018, invia la sua “solidarietà al più grande leader mondiale del momento. Speriamo in una sua pronta guarigione”, scrive Bolsonaro, sottolineando che si vedranno “all’insediamento”, alludendo ad una possibile vittoria repubblicana alle elezioni presidenziali di novembre.

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Esteri

Caos eredità Maradona: le figlie accusano l’ex avvocato Morla di frode e chiedono la restituzione di 13 milioni di dollari

Le figlie di Diego Maradona accusano l’ex legale Morla di frode: spariti 13 milioni dai conti esteri. Al centro del caso la società Sattvica e i diritti d’immagine.

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Dove sono finiti 13 milioni di dollari? È la domanda che oggi agita il tribunale di Buenos Aires e infiamma lo scontro tra gli eredi di Diego Armando Maradona e l’avvocato Matías Morla (nella foto con Diego), il rappresentante legale e uomo di fiducia del Pibe de Oro negli ultimi anni della sua vita. A portare la questione in tribunale sono state Dalma e Gianinna, figlie di Diego e di Claudia Villafañe, che accusano Morla di aver sottratto fondi e di aver agito alle spalle degli eredi legittimi.

Secondo le figlie dell’ex campione, il patrimonio occultato ammonterebbe a oltre 13 milioni di dollari, presenti su conti bancari esteri a nome del padre. Le accuse non si fermano qui: Morla avrebbe anche trasferito in modo sospetto il controllo della società Sattvica – che gestisce i diritti commerciali sul nome e sull’immagine di Maradona – alle sorelle di Diego, Rita e Claudia Norma Maradona, eludendo così il passaggio naturale ai figli eredi.

La frode secondo le figlie

Nel dossier presentato in tribunale, i legali di Dalma e Gianinna parlano apertamente di frode post mortem, sostenendo che la firma apposta da Maradona sui documenti che affidavano pieni poteri a Morla potrebbe essere stata falsificata. La società Sattvica, secondo la loro ricostruzione, sarebbe stata solo formalmente intestata a Morla e al cognato Maximiliano Pomargo, ma in realtà sottostava alla volontà di Diego, che ne era il socio occulto. Dopo la morte del Pibe, il rifiuto di Morla di riconsegnare ai figli il controllo della società rappresenterebbe un’ulteriore violazione dei loro diritti.

Conti bancari e attività commerciali

Nel programma argentino “Intrusos”, sono stati resi noti i dettagli dei presunti conti esteri:

  • 1,6 milioni presso Bank Caribbean

  • 1,9 milioni presso la North National Bank di Abu Dhabi

  • 5 milioni presso Paribas

  • 5 milioni presso HSBC

Fondi che, secondo l’accusa, Morla avrebbe occultato e che ora gli eredi chiedono di recuperare e suddividere tra i cinque figli riconosciuti di Maradona: Dalma, Gianinna, Diego Jr, Jana e Diego Fernando.

Il ruolo controverso di Morla

Morla, attraverso il suo legale Rafael Cuneo Libarona, ha rigettato ogni accusa, sostenendo che la gestione dei diritti d’immagine fu affidata alle sorelle di Diego su esplicita volontà del Pibe, che aveva interrotto ogni rapporto con l’ex moglie Claudia e le figlie. Nonostante ciò, la sua figura resta al centro delle polemiche. Nel 2021, in occasione di una manifestazione a Buenos Aires per chiedere giustizia sulla morte del campione, Morla fu duramente contestato, insieme al neurochirurgo Luque, rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio con dolo eventuale.

Il marchio Maradona e Sattvica

Intanto Sattvica, la società al centro della disputa, continua a gestire le licenze commerciali legate a Maradona: abbigliamento, tequila, caramelle, palloni e gadget firmati dal campione. La società ha sede sia in Argentina che in Spagna, e a oggi Morla avrebbe confermato di avere rapporti quotidiani solo con le sorelle del Pibe.

La battaglia legale, appena iniziata, si preannuncia lunga e complessa. Sul piatto non ci sono solo soldi e proprietà, ma anche il controllo del nome e del mito di Diego Armando Maradona, che continua a vivere nei cuori dei tifosi e nei tribunali.

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Esercito Usa crea nuova zona militare a confine Messico

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L’esercito statunitense ha creato una seconda zona militare lungo il confine con il Messico, aggiungendo un’area in Texas dove le truppe possono trattenere temporaneamente migranti o intrusi, dopo che un’altra area simile era stata designata nel New Mexico il mese scorso. Lo scrive l’agenzia Reuters sul suo sito web. Il mese scorso l’amministrazione Trump aveva designato una prima striscia di 440 km quadrati lungo il confine del New Mexico come “Area di Difesa Nazionale”. Ora arriva la “Texas National Defense Area”, una striscia lunga 101 km che si estende a est dal confine tra Texas e New Mexico a El Paso.

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Ok Usa a equipaggiamenti F-16 per l’Ucraina

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Il Dipartimento di Stato americano ha approvato la potenziale vendita di parti e equipaggiamenti del caccia F-16 all’Ucraina per 310 milioni di dollari: lo ha reso noto il Pentagono. Tra i principali appaltatori figurano Lockheed Martin Aeronautics, Bae Systems e Aar Corporation. (

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