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Cronache

I 13 mila obbligazionisti truffati della Deiulemar si affidano al Padreterno non avendo granchè fiducia nella Cassazione che si esprimerà il 4 luglio

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Giovedì  4 luglio è previsto il verdetto della Suprema Corte di Cassazione sul crac della Deiulemar. È evidente che le migliaia di obbligazionisti truffati della compagnia di navigazione torrese sperano nella giustizia terrena, ma intanto che si compia questo processo lungo e faticoso (e tortuoso), hanno deciso di affidarsi alla giustizia divina. I truffati di Deiulemar si sono affidati alla figura di don Vincenzo Romano, il parroco proclamato santo da Papa Francesco lo scorso ottobre. Una delegazione dei 13.121 truffati che nel crac hanno perso oltre 720 milioni di euro, parteciperà alla messa in programma alle 10.30 presso la basilica di Santa Croce. Non è una messa domenicale come tante. La presenza benvoluta dei truffati Deiulemar diventerà anche un buon viatico, una benedizione per il viaggio verso Roma. Saranno decine quelli che in bus giovedì all’alba  attenderanno all’esterno del Palazzo della Cassazione (il Palazzaccio) il verdetto dei giudici con l’ermellino. Oggi però saranno molti i truffati della Deiulemar che ascolteranno l’omelia del parroco di Santa Croce, don Giosuè Lombardo, che vuole “dedicare” loro una preghiera.

Il crac Deiulemar è tra i più gravi d’Italia. Ci sono 13 mila famiglie, in un piccolo fazzoletto di terra, l’area sud di Napoli, che si sono viste derubate come obbligazionisti di questa compagnia di navigazione un tempo rispettata e rispettosa dei suoi lavoratori e dei suoi creditori, poi fallita. Eppure di questa storia ai limiti dell’assurdo non se n’è mai parlato abbastanza. Non ha quasi mai valicato i confini del golfo di Napoli. È sempre stata relegata dai media main stream nazionali a storiella locale.

 

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Cronache

Garlasco, nuove indagini sul delitto: interrogati Stasi, Sempio e il fratello di Chiara Poggi

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Proseguono le nuove indagini della Procura di Pavia sul delitto di Garlasco. Martedì saranno interrogati Andrea Sempio e Alberto Stasi, già condannato nel 2015 a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi, sua fidanzata all’epoca dei fatti. Entrambi saranno ascoltati a Pavia.

Marco Poggi sentito come testimone

A Venezia, invece, sarà sentito come testimone Marco Poggi, fratello della vittima, trovata morta nella sua abitazione il 13 agosto 2007. Secondo quanto riportato dal Tg1, la sua audizione è ritenuta rilevante per ricostruire le abitudini e i rapporti del gruppo di amici, in cui era inserito anche lo stesso Sempio, figura su cui si sono riaccesi i riflettori investigativi.

Un’indagine ancora aperta

Nonostante la condanna definitiva di Stasi, la Procura ha riaperto l’indagine valutando nuovi elementi e movimenti sospetti. L’interrogatorio di Sempio, già coinvolto in ipotesi alternative di colpevolezza, rientra in questa nuova fase investigativa. Gli inquirenti sembrano voler approfondire eventuali incongruenze o omissioni nel racconto dei protagonisti dell’epoca.

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Cronache

Per amore finito vuole lanciarsi nel vuoto, salvato dai carabinieri

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Era lì, a cavalcioni sul guardrail che costeggia un tratto della strada tra Bisceglie e Trani. Un attimo dopo era a un passo da uno strapiombo. E lui, un carabiniere libero dal servizio che era in auto con sua moglie non ci ha pensato due volte: ha raggiunto quel ragazzo, uno studente meno che trentenne, che evidentemente voleva farla finita. Gli ha parlato per pochi minuti poi è riuscito a tirarlo a sé, immobilizzarlo e salvarlo.

È quanto vissuto, qualche giorno fa, dall’appuntato scelto qualifica speciale Francesco Marcone, in servizio nella tenenza di Bisceglie. Il militare, che ha 50 anni ed è molto stimato in città, era fuori servizio e mentre era in auto, all’altezza del Ponte Lama Torre della Guardia ha notato il giovane. Lo ha raggiunto, cercando di dissuaderlo e lo studente gli ha spiegato che a causa di un amore giunto al capolino, preferiva farla finita. Il carabiniere ha continuato a parargli e approfittando di un momento di distrazione lo ha afferrato, allontanato dallo strapiombo e salvato grazie anche all’aiuto di un passante. Il giovane è stato poi soccorso dal personale del 118 che lo ha portato in ospedale a Barletta per le cure del caso.

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Cronache

Sassi dal cavalcavia a Viterbo, nei guai gruppo di minorenni

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Un gruppo di minorenni è stato individuato dalla polizia dopo che ieri pomeriggio, sulla superstrada che collega Viterbo a Terni, un automobilista che stava viaggiando in direzione Orte, mentre passava sotto un cavalcavia in prossimità del quartiere viterbese Santa Barbara, ha sentito un forte colpo sul parabrezza che, subito dopo si è spaccato. L’uomo, d’istinto, ha alzato la testa e ha visto dei ragazzini che sostavano con il motorino sul ponte sotto cui era appena passato. Subito dopo si è fermato nella prima stazione di rifornimento, dove si è reso conto che il vetro della macchina era stato colpito da un sasso di grosse dimensioni, probabilmente lanciato dal cavalcavia. La polizia, avvertita dal guidatore, ha setacciato la zona e nel giro di pochissimo tempo ha rintracciato il gruppo di minorenni responsabili del lancio del sasso.

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