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Ambiente

Forum Ambrosetti di Cernobbio, Coldiretti mette al centro agricoltura, alimentazione e benessere

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È ormai un appuntamento fisso nel settore dell’agroalimentare il Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione che vede ogni anno riuniti a Cernobbio esponenti del mondo finanziario, economico, sociale e istituzionale italiano ed europeo che vedono questo settore come cruciale per il nostro Paese. Giunto ormai alla 17. edizione il Forum che è organizzato da Coldiretti e The European House – Ambrosetti vede sempre più esperti partecipare ai lavori per approfondire tutti i temi legati al mondo agricolo e dell’agroindustria.

Coldiretti che con il suo milione e mezzo di associati è la principale organizzazione degli imprenditori agricoli a livello nazionale ma anche europeo ha capito da tempo che andava cambiato registro in questo comparto e si è fatta portavoce e capofila di un modo nuovo di concepire il prodotto agricolo.
Reputazione, sostenibilità, tutela del territorio, accesso al cibo, salute e dialogo con il consumatore sono criteri dai quali non si può più derogare.
Nei due giorni del Forum, 20 e 21 ottobre, trova spazio il “Salone della creatività Made in Italy” con le dimostrazioni pratiche dei giovani finalisti al premio per l’innovazione Oscar Green, autori di soluzioni ingegnose utili per celebrare un ritorno alla campagna senza precedenti come emerge dall’indagine Coldiretti illustrata dal presidente Roberto Moncalvo.
Tra gli appuntamenti, la presentazione del Rapporto Coldiretti-Censis su “I trend innovativi dell’alimentazione in Italia” con i nuovi valori del cibo, le dimensioni economiche ed occupazionali, le forme emergenti di consumo e i più recenti orientamenti di acquisto. Nelle sessioni dei lavori si affronteranno temi d’attualità come il contrasto alle frodi a tavola e ambientali con il ruolo del verde urbano nella lotta all’inquinamento e ai cambiamenti climatici. Proprio per questo motivo nel giardino di Villa d’Este saranno esposte le migliori piante “mangiasmog” che saranno esposte per l’occasione nel giardino di Villa d’Este. Nel corso del Forum si discuterà di commercio internazionale con l’indagine Coldiretti – Ixe e gli approfondimenti sui dazi e sulla difesa del Made in Italy e sarà apparecchiata la tavola della vergogna, con prodotti alimentari ottenuti sfruttando i lavoratori e senza rispetto per l’ambiente. Sarà anche presentata Eat original! Umask your food, in favore dell’indicazione d’origine dei prodotti alimentare che coinvolge sette Stati membri dell’Unione europea.

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Ambiente

La Gaiola resta a numero chiuso: il Tar boccia il ricorso, tutela ambientale prioritaria

Il Tar respinge il ricorso contro il numero chiuso alla Gaiola: tutela ambientale prevale. Il Centro Studi Gaiola esulta. Intanto, a Posillipo scoppia il caso concessioni

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La Gaiola non si tocca. L’area marina protetta di Posillipo continuerà ad essere accessibile solo su prenotazione e a numero chiuso, come stabilito dalla gestione del Centro Studi Interdisciplinari Gaiola Onlus, guidato da Maurizio Simeone. Lo ha deciso il Tar della Campania, respingendo il ricorso promosso da alcune associazioni, in particolare Mare Libero, che chiedevano l’accesso libero e illimitato alla piccola baia partenopea.

I giudici danno ragione al sistema di contingentamento

La settima sezione del Tar, presieduta da Maria Laura Maddalena, ha stabilito che il contingentamento degli accessi non lede il diritto al mare libero. Anzi, rappresenta un «delicato e ben adeguato bilanciamento tra diritti costituzionali e tutela del patrimonio collettivo». In particolare, la sentenza sottolinea la specificità della Gaiola come area marina protetta, un luogo in cui la pressione antropica rischia di danneggiare in modo irreversibile ecosistemi, paesaggio e beni culturali.

I giudici chiariscono che «un accesso indiscriminato e senza limitazioni» comprometterebbe la vivibilità e la sicurezza dell’area, con effetti negativi anche sulla fruizione futura del sito. Da qui il via libera alla linea seguita dal CSI, che ha sempre promosso un modello di fruizione sostenibile e regolata.

Simeone: “Una vittoria per tutta Napoli”

Grande soddisfazione da parte di Maurizio Simeone, direttore del Parco Sommerso della Gaiola: «Questa sentenza è una vittoria per tutta la città. Dopo anni di lavoro per recuperare e proteggere questo luogo unico, oggi possiamo proseguire con maggiore serenità il nostro impegno di tutela, garantendo accessi ordinati, sicuri e rispettosi dell’ambiente».

La decisione del Tar rafforza il modello della Gaiola come laboratorio virtuoso per una gestione intelligente del patrimonio naturale, dimostrando che la difesa del mare passa anche attraverso il limite.

Posillipo e le spiagge: la battaglia si sposta sulla costa

La sentenza sulla Gaiola arriva nel pieno di un’estate caldissima, non solo per le temperature. Anche il tema delle spiagge pubbliche e delle concessioni è tornato prepotentemente al centro del dibattito, specie alla luce della direttiva Bolkestein.

Sempre il Tar, infatti, ha accolto il ricorso del ristorante Palazzo Petrucci per la gestione di un tratto di costa a Posillipo, annullando la proroga automatica concessa all’ex Bagno Elena. L’Autorità Portuale è ora obbligata a indire una gara pubblica per l’assegnazione di quella porzione di litorale. Una decisione che potrebbe fare da precedente giuridico importante in vista della riorganizzazione del demanio marittimo.

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Ambiente

Raffaella Giugni, la “Miss Wolf” del mare: la battaglia quotidiana di Marevivo per salvare l’ecosistema marino

Raffaella Giugni racconta al Corriere la storia e le sfide di Marevivo, la fondazione che difende i mari italiani da inquinamento e abusi ambientali.

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Da un barcone sul Tevere, circondata da un team di giovani – in gran parte donne – Raffaella Giugni (foto Imagoeconomica), 54 anni, combatte ogni giorno una guerra silenziosa per il mare. È il segretario generale di Marevivo, fondazione ambientalista fondata da sua madre Rosalba Giugni nel 1985. Una missione ereditata, diventata causa di vita, che la trasforma nella versione positiva e al femminile di Mr. Wolf, il problem solver di Tarantino: una “Miss Wolf” del Mediterraneo che si confessa al Corriere della Sera.

L’eredità di una madre visionaria

Tutto cominciò tra Napoli e la Costiera amalfitana, dove Rosalba – affascinata dal mare ma preoccupata per le prime tracce d’inquinamento – decise di agire. «La chiamavano la casalinga del mare», racconta oggi Raffaella, «ma non si fermò. Si è battuta per la Posidonia oceanica, per vietare le reti spadare, per fermare la pesca dei datteri di mare e delle oloturie». Una pioniera ambientale che ha aperto la strada a un movimento oggi attivo in tutta Italia.

Le leggi ci sono, ma mancano i decreti

Tra le battaglie vinte, la legge Salvamare, che permette ai pescatori di portare a terra la plastica raccolta in mare. Ma il provvedimento è rimasto inapplicato per mancanza dei decreti attuativi. «Potremmo rimuovere 6 mila tonnellate di rifiuti. Invece, ancora oggi, molte plastiche vengono ributtate in acqua», denuncia Giugni.

I danni del surriscaldamento e dell’inquinamento invisibile

Il mare è un ecosistema fragile ma fondamentale: produce il 50% dell’ossigeno e assorbe il 30% dell’anidride carbonica. Ma l’acidificazione, la perdita delle barriere coralline, l’inquinamento da microplastiche – ormai trovate nel sangue, nel cervello e nella placenta umana – mostrano un disastro che è già cominciato. «Sembrano parole astratte», dice Giugni, «ma hanno conseguenze reali sulla nostra vita».

Educazione, comunicazione, aree protette: la sfida resta aperta

Solo il 5% della costa italiana è oggi protetto, contro il 30% previsto dalla direttiva europea. Marevivo lavora alla tutela e al restauro delle barriere coralline in aree come Ustica, Punta Campanella e Tavolara. «Sotto il mare non si vede. È un mondo sconosciuto, più di Marte», ricorda Giugni. Ed è per questo che educazione e consapevolezza restano le prime armi.

Una lotta lunga 40 anni, che non si ferma

Marevivo, finanziata solo da donazioni, aziende e bandi europei, continua a combattere con centinaia di volontari e una rete capillare sul territorio. Tanti successi, molte sconfitte, ma una certezza: «Marevivo non molla».

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Ambiente

Mytilus Fest 2025 celebra la cozza di Bacoli, simbolo di gusto, storia e sostenibilità

La cozza di Bacoli protagonista del Mytilus Fest 2025: due giorni tra degustazioni, cultura e ambiente per riscoprire una tradizione millenaria e a basso impatto ambientale.

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Radici profonde, eleganza naturale e gusto autentico. La cozza di Bacoli, simbolo dell’antica mitilicoltura flegrea, torna protagonista con la seconda edizione del Mytilus Fest, in programma il 12 e 13 luglio 2025, un evento che unisce cultura, enogastronomia, storia e sostenibilità ambientale.

Un viaggio tra le onde di Capo Miseno e i fondali della Baia sommersa, dove la mitilicoltura è molto più di una pratica produttiva: è un’eredità culturale che affonda le sue origini nell’VIII secolo a.C.. Testimonianze numismatiche di Cuma raffigurano già allora il mitile come simbolo economico e identitario, mentre nel Settecento, con Ferdinando IV di Borbone e Carlo Vanvitelli, nasce la moderna mitilicoltura attorno al lago Fusaro, con la splendida Casina Vanvitelliana.

Due giorni di festa tra sapori, scienza e racconto del territorio

Il Mytilus Fest, promosso dal Comune di Bacoli con l’Associazione Culturale MSP guidata da Bruna Manfredonia, è dedicato alla memoria di Tony Scotto, visionario precursore della valorizzazione culturale della cozza flegrea. L’edizione 2025 è stata presentata nel suggestivo scenario del Tempio di Diana a Baia, e si concluderà nel porto della frazione flegrea.

Degustazioni, laboratori, visite guidate, racconti scientifici e storici: un programma ricco per celebrare un prodotto che rappresenta gusto, identità e rispetto per l’ambiente.

Una perla del mare a impatto quasi zero

Come spiega il biologo Francesco Scamardella, le cozze flegree vengono allevate in mare aperto con il sistema delle longline, senza mangimi né antibiotici, in un ciclo di 14 mesi. Il risultato è un mitile con alto contenuto di ferro, salinità marcata e ottimo rapporto carne/guscio.
La cozza di Bacoli è tra gli alimenti più sostenibili al mondo: la sua impronta idrica è pari a zero, e un chilo di prodotto genera meno di 0,25 kg di CO₂, contro i 20 kg della carne bovina. I gusci stessi contribuiscono a sottrarre carbonio all’ambiente, migliorando la qualità dell’acqua.

Cucina d’autore: tradizione e creatività flegrea

Il momento ideale per gustarle? L’estate, da fine maggio ad agosto, quando le cozze raggiungono la loro massima pienezza. E al Mytilus Fest, la creatività degli chef le celebra in ogni forma:

  • Maritozzo con cozze di Capo Miseno – Riccio Restaurant

  • Montanara al vapore con cozze e zucchine alla scapece – Hostaria Bugiarda

  • Zuppetta fredda in tacos – Home Piccola Osteria Alternativa

  • Spaghettino freddo con cozze – Origini

  • Tiramisù salato con crumble al basilico – Armonì Restaurant

Il tutto accompagnato dai vini DOC dei Campi Flegrei, in un perfetto connubio tra territorio e sapore.

Bacoli verso la Capitale Italiana della Cultura 2028

«La cozza è parte della nostra identità e della nostra economia – ha dichiarato il sindaco Josi Gerardo Della Ragione –. Il Mytilus Fest non è solo un evento gastronomico, ma un tassello strategico nella candidatura di Bacoli a Capitale Italiana della Cultura 2028».

Un prodotto semplice, antico e sostenibile che diventa ambasciatore di un’intera comunità. La cozza di Bacoli non è solo buona: è un esempio virtuoso di come il mare, la storia e l’innovazione possano convivere in armonia.

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