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Fiorello mattatore a Premio Satira politica Forte Marmi

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Location cult (la Capannina) e tempi modernissimi e serratissimi per la premiazione della 51/a edizione del Premio nazionale di Satira politica di Forte dei Marmi (Lucca) che nel tempio dell’intrattenimento degli anni ’60 ha celebrato il politicamente scorretto ai tempi dei social. La cerimonia condotta da Fabrizio Biggio ha incoronato Fiorello come personaggio dell’anno e lo showman ha ripagato con 15 minuti di risate e una raffica di battute su politici, Rai, il derby non visto (lui è tifosissimo dell’Inter) e il controverso libro del generale Vannacci che, ha detto, “in realtà ha scritto una trilogia e stasera vi svelo i titoli dei prossimi due: ‘Il mio migliore amico è gay’ e ‘Gli extracomunitari fanno i lavori che non vogliamo fare noi'”. Pochi minuti di ironia, quanto basta ma irriverente ed elegante.

Pure sulla premier Giorgia Meloni che è stata baby sitter di sua figlia. “Niente Barbie, la faceva giocare con il Lego. Era fissata con le costruzioni, tirava su dei gran palazzi… squadrati”, ha detto Fiorello alludendo agli stili architettonici di epoca fascista. Oppure sulla vicenda hot del dirigente Rai ricattato. “Avete letto della storia del dirigente Rai sotto ricatto di una escort? Ecco, noi ora non siamo in onda” con Viva Rai 2, ha affermato facendo capire quasi di rimpiangere l’occasione di aver potuto fare satira in presa diretta anche su questo. Prima di lui, che ha ricevuto il riconoscimento dalle mani della figlia Angelica, sono saliti sul palco tutti i premiati della manifestazione diretta da Beppe Cottafavi.

Per la categoria scienza ha vinto Barbascura X che col suo canale YouTube ha rivoluzionato la divulgazione scientifica mescolandola alla stand up comedy, mentre i comici Daniele Tinti e Stefano Rapone hanno vinto la categoria Podcast con “Tintoria”. Il premio cabaret a Daniele Fabbri e, al femminile, alla comica italogiapponese Yoko Yamada che, riporta la motivazione, con “la sua comicità si radica nel cambiamento generazionale, nell’apertura culturale e nell’evoluzione naturale del pensiero umoristico al passo con la stratificazione sociale: dentro e fuori dai social network, Yamada, senza ombra di dubbio, è la sfaccettata, importante, radicale, nuova stand-up comedy italiana”. Premiati anche due libri: “Poverina” (Blackie edizioni) di Chiara Galeazzi e “La ricreazione è finita” (Sellerio) di Dario Ferrari. E ancora il 51/o Premio Satira politica è andato a Mario Natangelo, in arte Nat, vignettista del Fatto Quotidiano.

“Call my agent” (Sky-Palomar) vince per la serie tv e Giulio Armeni con il suo memeromanzo ‘Filosofia coatta’ prende il premio dei social. In passato il satiro con gli artigli disegnato da Altan, icona della manifestazione, è andato a fior di scrittori, giornalisti, disegnatori, comici: Achille Campanile, Corrado Guzzanti, Cesare Zavattini, Renzo Arbore, Gigi Proietti, Enzo Biagi e Roberto Benigni sono solo alcuni nomi di rango. “La satira politica sembrava evaporata assieme alla politica – ha detto Beppe Cottafavi – e invece ritorna là dove non te l’aspettavi più: sui giornali con vignette che fanno incazzare i politici; alla radio con rassegne stampa molto divertenti; nei teatri e nei club coi monologhi della stand-up”. Per il sindaco Bruno Murzi “la satira è una delle forme più autentiche di libertà e il premio di Forte dei Marmi da 51 anni punta a tutelarla, valorizzarla e tenerla viva. Avanti così”.

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Esteri

Aiuti in cambio di armi, parte smilitarizzazione Karabakh

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S'infiamma il Nagorno-Karabakh, Mosca pronta a intervenire

“Siamo in stretta collaborazione con le forze di pace russe che stanno portando avanti la smilitarizzazione” e stanno dando “sostegno ai civili”. Il portavoce militare azero, il colonnello Anar Eyvazov, parla dal distretto di Shusha, ai margini della roccaforte ribelle Stepanakert, mentre un convoglio umanitario della Croce Rossa attraversa per la prima volta l’enclave contesa da quando l’Azerbaigian ha lanciato l’offensiva lampo nei giorni scorsi, sviluppo possibile solo adesso che si è raggiunto l’accordo. L’impegno per il cessate il fuoco, però – parte dell’intesa – mostra già cedimenti quando Mosca ne segnala già la violazione con un soldato azero rimasto ferito in uno scontro a fuoco nel distretto di Mardakert.

L’annuncio delle forze azere segue di 24 ore quello che Mosca aveva a sua volta diramato affermando che i combattenti separatisti di etnia armena avevano iniziato a consegnare le armi sulla base dell’accordo raggiunto proprio grazie alla mediazione russa: è quindi una conferma ma anche l’intenzione da parte azera di mostrare l’arsenale ribelle adesso preso in consegna. “Abbiamo già sequestrato armi e munizioni”, ha aggiunto infatti Eyvazo, spiegando che il processo di disarmo “può richiedere tempo” perché alcuni ribelli avevano sede in remoti distretti montani. “La priorità è lo sminamento e la smilitarizzazione”, ha quini sottolineato. La politica intanto passa ancora una volta dal Palazzo di Vetro, a New York, nella coda dell’Assemblea Generale in cui interviene l’Azerbaigian, dichiarandosi “determinato a promuovere un’agenda di normalizzazione”.

Jeyhun Bayramov, ministro degli Esteri azero, tiene però soprattutto a sottolineare che “nessuno stato accetterebbe la presenza illegale di un altro stato sul suo territorio e neppure noi lo accettiamo. Ma nonostante le sfide poste dagli armeni ribadiamo la nostra volonta’ per negoziati nel rispetto dei diritti reciproci. Crediamo ci sia un’opportunita’ storica di raggiungere un accordo per far si ‘che i due paesi vivano come vicini nel rispetto reciproco”. E promette quindi di trattare gli armeni del Karabakh come “cittadini uguali”. A Bruxelles parla il presidente armeno, Vahagn Khachaturyan, mentre il Paese si prepara ad affrontare l’arrivo di migliaia di profughi in fuga dall’ultima operazione militare azera nell’enclave del Nagorno-Karabakh, e si dice “preoccupato per la cooperazione militare tra Italia e Azerbaigian e per gli accordi già firmati, o previsti, che arriverebbero fino a 1,2 o 1,5 miliardi di euro”. In una video intervista Khachaturyan sottolinea che “queste armi verranno un giorno utilizzate contro il Nagorno Karabakh e contro la Repubblica di Armenia” e insiste: “Speriamo che questo accordo di cooperazione non venga firmato”, mentre rimarca il “grande potenziale per la cooperazione” tra Italia e Armenia. Poi mette in guardia sulla “minaccia di un escalation” che a suo avviso “non è scomparsa, esiste ancora, da un momento all’altro le attività militari potrebbero riprendere e l’Azerbaigian potrebbe tentare di continuare la sua politica di pulizia etnica del Nagorno Karabakh”. E spiega: “Per questo abbiamo chiesto meccanismi internazionali per la sicurezza degli armeni che vivono nella regione al Consiglio di Sicurezza dell’Onu”. (ANSA). RP 2023-09-23 19:37 S0B QBXB EST

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Esteri

Venezuela mette taglia sul leader del carcere Tocoron El Niño Guerrero

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Il Venezuela mette una taglia su Rusthenford Guerrero Flores, meglio conosciuto come El Niño Guerrero, il leader del Tren de Aragua – il gruppo criminale più temuto del Venezuela – che aveva trasformato il carcere di Tocoron, a sud est di Caracas, in un paradiso per criminali, con piscina, zoo con animali esotici, e persino una stanza per il mining di Bitcoin. “Ricompensa. “Ricercato”, si legge su un manifesto postato sui social media dal ministero dell’Interno e della Giustizia, corredato di fotografia, nome e numero della carta d’identità di Guerrero, 39 anni, condannato a più di 17 di reclusione, per omicidio. Ma nonostante la caccia all’uomo, secondo l’Osservatorio delle carceri venezuelane, i vertici della banda criminale erano stati avvisati con anticipo dell’operazione pianificata per riprendere il controllo del penitenziario, dando loro il tempo di fuggire.

“I prigionieri più violenti, e i capi, avevano già negoziato la loro uscita dal complesso” prima dell’assalto degli 11mila tra poliziotti e militari “ed hanno lasciato il Paese una settimana fa”, affermano dalla ong. Secondo Jeremy McDermott, direttore esecutivo di InSight Crime, fondazione dedicata allo studio delle principali minacce alla sicurezza in America Latina, dal bastione del Tocoron, da anni Guerrero organizzava una serie di attività che gli fruttavano circa tre milioni di dollari l’anno. Il penitenziario – spiega – si era trasformato in una roccaforte per estorsioni, sequestri, rapine, tratta di esseri umani, e traffico di droga, con ramificazioni in vari Paesi dell’America Latina, dal Perù al Cile, dall’Ecuador alla Colombia.

L’osservatore ritiene inoltre che l’operazione per riprendere il controllo della prigione, faccia parte di una strategia del governo di Nicolas Maduro per mostrare il pugno duro contro il crimine in vista delle elezioni del 2024. Stando a indiscrezioni, nel carcere sono stati trovati alcuni tunnel sotterranei che consentivano l’entrata e l’uscita a proprio piacimento. E ci sono immagini che immortalano Guerrero mentre partecipa a feste ed altri incontri mondani. Tra le informazioni circolate, quella che il capo del Tren de Aragua abbia già lasciato il Venezuela e si sia nascosto in Cile. Ma le autorità del Paese sudamericano – che negli ultimi mesi si sono trovate a gestire gravi problemi di sicurezza – negano.

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Esteri

Kiev, 9 morti in attacco a base flotta russa del Mar Nero

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Almeno 9 persone sono morte e 16 sono rimaste ferite in seguito all’attacco di ieri delle forze ucraine contro il quartier generale della Flotta russa del Mar Nero a Sebastopoli, nella Crimea occupata: lo ha detto il capo dell’intelligence militare ucraina, Kyrylo Budanov, a Voice of America. Tra i feriti, ha sottolineato, ci sono anche generali russi.

“Tra i feriti c’è il comandante del gruppo, il colonnello generale (Olexandr) Romanchuk, che è in condizioni molto gravi”, secondo Budanov. “Il capo di Stato Maggiore, il tenente generale (Oleg) Tsekov, non è cosciente. Il numero dei feriti tra i militari regolari che non sono dipendenti del quartier generale è ancora in fase di determinazione. Si tratta del personale militare in servizio, di sicurezza e così via: (questi) non sono inclusi nella lista che ho annunciato” .

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