Claudio Bisio e Virginia Raffaele sul palco dell’Ariston con Claudio Baglioni. L’annuncio ufficiale e’ atteso per mercoledi’ 9 gennaio, alla tradizionale conferenza stampa pre festival (5-9 febbraio), ma non ci sono piu’ dubbi sulla nuova coppia di conduttori che affianchera’ quest’anno il ‘dirottatore artistico’, dopo il binomio vincente Favino-Hunziker dell’edizione 2018. Una coppia che promette scintille, verve, ironia, genialita’ e improvvisazione. Entrambi sono gia’ stati al festival, ma in veste di ospiti. Bisio sorprese l’Ariston nel 2013: nell’anno delle contestazioni a Maurizio Crozza, l’ex volto di Zelig propose nella serata finale un monologo politico: “Finche’ ci sono loro questo Paese non cambiera’ mai, dicono una cosa e ne fanno un’altra, non mantengono le promesse, sono incompetenti, mandiamoli tutti a casa?”. E poi: “Non parlavo degli eletti, ma degli elettori, di noi italiani, perche’ siamo noi i mandanti, noi che li abbiamo votati”. Virginia Raffaele e’ ormai un’habitue’ in Riviera: dopo aver lasciato il segno con le sue parodie, da Belen Rodriguez a Ornella Vanoni, da Carla Fracci a Donatella Versace, ospite dei festival di Carlo Conti, l’anno scorso e’ tornata a Sanremo nei panni di se stessa, stropicciando il perfezionista Baglioni in una performance esplosiva, chiusa da un duetto sulle note di Io canto, in omaggio a Lelio Luttazzi. Il risultato fu un picco di 15,8 milioni di spettatori.
Claudio Bisio. Presenterà San Remo assieme a Virginia Raffaele
A quanto si apprende, anche nelle vesti di conduttrice la Raffaele potrebbe arricchire il festival con grandi performance di musica e varieta’. Un passaggio all’Ariston, comunque, dovrebbero farlo anche Favino e Hunziker, in una sorta di ideale passaggio di testimone con i nuovi conduttori. Mentre quasi sicuramente Pippo Baudo e Fabio Rovazzi torneranno al festival come ‘padrini’ dei due vincitori di Sanremo Giovani, Einar e Mahmood, che hanno conquistato di diritto un posto tra i Big. E chissa’ che anche gli altri due ‘papabili’ per la conduzione, Gianni Morandi e Vanessa Incontrada, possano calcare il palco almeno per una sera: il primo ritroverebbe l’altro ‘capitano coraggioso’ Baglioni; l’attrice, tra i volti piu’ amati della fiction di Rai1, il suo compagno di scorribande comiche a Zelig, Bisio. In un festival ‘Colosseo’ della musica, tra i superospiti piu’ attesi c’e’ Andrea Bocelli, che potrebbe cantare con il figlio Matteo (ma si guarda con interesse anche a Ed Sheeran, superstar britannica che ha duettato con Bocelli nell’album dei record, Si’, che potrebbe essere tra le poche eccezioni in un cast destinato ad esaltare il meglio del made in Italy). All’Ariston dovrebbero arrivare anche Laura Pausini e Biagio Antonacci, in vista del grande tour estivo negli stadi. E ancora Fiorella Mannoia, Ligabue, Eros Ramazzotti, Giorgia, Elisa, Jovanotti, la coppia Raf e Umberto Tozzi che partira’ in tourne’e dopo il festival. Attesa anche Gianna Nannini, forse come ospite del Volo nella serata dei duetti. A Baglioni piacerebbe avere ancora Fiorello (tornato l’anno scorso all’Ariston da mattatore, con ascolti stellari e un picco da 17,2 milioni) e Renzo Arbore, che dopo i successi delle lezioni di musica ai millennial sta per tornare su Rai2 con un programma dedicato a Boncompagni. Tra gli omaggi, un posto d’onore spettera’ a Mia Martini: l’occasione sara’ il lancio della fiction Io sono Mia, interpretata da Serena Rossi, in onda su Rai1 a febbraio dopo un passaggio evento al cinema il 14-15-16 gennaio. Quanto al Dopofestival, Pio e Amedeo potrebbero affiancare Rocco Papaleo.
Kais Saied, il 66enne docente di diritto costituzionale salito al potere come sedicente difensore della Tunisia da asseriti complotti interni ed esteri, ha conquistato un secondo mandato presidenziale. Un voto scontato – vista l’esclusione di quasi tutti gli avversari – che ha visto il presidente, accusato da più parti di “deriva autoritaria”, incassare l’89,2% dei consensi secondo la società Sigma Conseil. Un dato che probabilmente non si discosterà di molto dai risultati ufficiali. Una vittoria schiacciante che gli è stata però consegnata da una minoranza del popolo tunisino: solo il 27,7% si è recato alle urne, secondo l’autorità elettorale Isie. E’ il dato più basso dall’avvento della democrazia nel 2011.
Addirittura i giovani, che si erano fortemente mobilitati cinque anni fa, hanno disertato le urne, con un 6% di votanti nella fascia di età tra i 18 e i 35 anni, rispetto al 65% nella fascia tra i 36 e i 60 anni, sempre secondo l’Isie. Solo due concorrenti — figure di secondo piano — erano stati autorizzati a candidarsi sui 17 aspiranti candidati iniziali, dopo l’eliminazione dei rivali più temibili. Ayachi Zammel, un industriale liberale di 47 anni sconosciuto al grande pubblico fino a poco tempo fa, ha ottenuto il 6,9%, mentre l’altro candidato, Zouhair Maghzaoui, 59 anni, ex deputato della sinistra panarabista, ha ottenuto un misero 3,9%. Zammel, oltretutto, non ha potuto fare campagna elettorale poiché è incarcerato da inizio settembre ed è già stato condannato tre volte a oltre 14 anni di prigione per presunte falsificazioni delle firme a sostegno della sua candidatura.
Ong tunisine e internazionali hanno denunciato già in campagna elettorale l’Isie “che ha perso la sua indipendenza” e un processo “manipolato a favore di Saied”. E’ stato infatti questo organismo a escludere quasi tutti i potenziali avversari dalla corsa elettorale. L’ascesa di Saied, nel 2019, era stata sostenuta da molti tunisini – prese il 73% dei voti con un’affluenza del 58% – stanchi dei continui e sterili conflitti parlamentari e delle difficoltà economiche, che il presidente aveva attribuito regolarmente ai “politici corrotti” finanziati da “potenze straniere”, dominatori del decennio democratico, prendendo di mira soprattutto il movimento islamico-conservatore Ennahdha. Ma invece di rilanciare la crescita per combattere una disoccupazione endemica che alimenta i flussi migratori verso l’Europa, il presidente ha dedicato la sua energia, secondo l’opposizione e le ong, a reprimere la società civile in una “deriva autoritaria”.
Dalla primavera del 2023, infatti, più di una ventina di oppositori, tra cui il leader di Ennahdha Rached Ghannouchi, sono stati incarcerati. Negli ultimi mesi, anche sindacalisti, avvocati, commentatori politici e difensori dei diritti dei migranti si sono ritrovati in prigione. E ora in molti temono che le cose possano addirittura peggiorrare, visto che Saied ha già annunciato di voler “proseguire la rivoluzione del 2011”: “Costruiremo come vuole la gente e ripuliremo il Paese da tutti i corrotti e dai cospiratori, e non esagero quando dico cospiratori”, ha detto trionfante dopo l’uscita degli exit poll.
L’ex cinema Odeon cambia volto e diventa un nuovo polo del beauty targato Rinascente. Si chiamerà Rinascente Odeon beauty hall lo spazio che verrà inaugurato a maggio 2027 nella struttura dello storico ex cinema-teatro meneghino. Saranno Kryalos Sgr, in qualità di gestore del Fondo Aedison e Rinascente a ristrutturare l’edificio, con un investimento complessivo di 40 milioni di euro. Ulteriori dieci milioni arriveranno dai brand che saranno presenti nello spazio, per un totale compreso tra i 50 e i 55 milioni. Sono attesi oltre 3 milioni di visitatori e un turnover di circa 80 milioni di euro già dal primo anno di apertura. La superficie di oltre tremila metri quadrati sarà occupata dai corner di oltre 300 brand, cabine estetiche e circa 700 metri quadrati destinati al food, con un bar al piano terra e un ristorante posizionato al terzo piano.
Il progetto architettonico sarà curato dallo studio Marco Costanzi Architects, mentre della riqualificazione si occuperà la società di progettazione integrata Progetto Cmr. A mitigare i dispiaceri dei milanesi affezionati, non mancherà uno spazio riservato al cinema. Come ha spiegato l’amministratore delegato di Rinascente Pierluigi Cocchini, infatti, il piano interrato sarà destinato all’apertura di 4 o 5 nuove sale. “A oggi non abbiamo ancora definito né operatore né offerta”, ha chiarito. “Auspichiamo di trovare un operatore di qualità che possa pianificare una programmazione per il maggior numero di fruitori”, ha aggiunto. Il progetto non coinvolgerà comunque solo l’ex area del cinema, ma anche anche gli spazi e le vie adiacenti per dare vita al Rinascente-district tra via Santa Radegonda, via Agnello e corso Vittorio Emanuele.
La nuova apertura porterà con sé anche il restyling del piano terra del main building di Rinascente, che sarà completamente dedicato agli accessori, all’orologeria di lusso e gioielleria. Lo spazio porterà a circa 350 nuove assunzioni nel primo anno, seguite da ulteriori ampliamenti fino a un totale di fino a 600-650 nuovi posti nei suoi primi tre anni di vita. La riqualificazione darà a Rinascente a un’ulteriore spinta nei comparti beauty, accessori e gioielli, per cui ci si aspetta un raddoppio del giro d’affari già nel primo anno. Il segmento beauty dovrebbe passare da 45 a 80 milioni di fatturato, per poi crescere a oltre 100, mentre gli accessori che oggi valgono circa 200 milioni, dovrebbero posizionarsi a oltre 350 milioni. Guardando al 2024 il gruppo è fiducioso di chiudere l’anno con un nuovo record di fatturato, dopo aver superato il miliardo di euro nel 2023.
Nella mattinata di oggi a Pompei, i Carabinieri della Compagnia di Torre Annunziata hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura della Repubblica. Il provvedimento ha coinvolto 63 persone, tutte indiziate del reato di invasione, e riguarda 45 strutture abusive, tra chioschi e gazebo, che occupavano illegalmente diverse zone di Pompei, nelle vicinanze degli ingressi del Parco Archeologico, come piazza Esedra, piazza Anfiteatro e via Roma. Inoltre, un 46° chiosco abusivo è stato sequestrato d’iniziativa dai Carabinieri.
Indagine sull’occupazione abusiva del suolo pubblico
Il provvedimento cautelare è il risultato di un’indagine approfondita coordinata dalla Procura della Repubblica e condotta dai Carabinieri di Torre Annunziata. Le indagini, realizzate attraverso sopralluoghi tecnici e supportate da consulenze specializzate, hanno rilevato anomalie significative riguardo all’occupazione del suolo pubblico da parte degli esercizi commerciali. È stato accertato che i chioschi e i gazebo, pur utilizzati per attività di vendita, avevano assunto caratteristiche di strutture non amovibili, stabilmente ancorate al suolo, configurando quindi un’occupazione abusiva e permanente.
Violazioni urbanistiche e mancanza di titoli concessori
Le indagini hanno confermato l’assenza di regolarità urbanistica delle strutture, che erano state realizzate in violazione dei vincoli gravanti sulle aree di interesse archeologico. Inoltre, è emersa la totale assenza di titoli concessori necessari per l’occupazione legittima del suolo pubblico. Questa situazione di illiceità è stata mappata in modo dettagliato dai Carabinieri, che hanno individuato i responsabili delle strutture abusive. Nessuno degli indagati aveva mai ottenuto provvedimenti concessori o di sanatoria per l’occupazione del suolo pubblico, che si è protratta per anni.
Il sequestro e la chiusura delle strutture
Il sequestro preventivo si è reso necessario per far cessare il reato di occupazione abusiva di suolo pubblico. Le operazioni di sequestro hanno portato alla chiusura di tutti i chioschi e gazebo interessati, con l’apposizione dei sigilli e di cartellonistica monitoria. L’obiettivo è ora procedere allo sgombero e alla rimozione delle strutture abusive.