Scarpe da ginnastica, cappotto, maglione e cappellino neri. All’anulare sinistro la fede. Si presenta così Fedez al Circolo dei lettori di Torino, davanti a 370 studenti, per l’incontro organizzato dall’associazione Acmos sul tema ‘La salute mentale è un diritto dei giovani’. “Questa generazione è la cavia dei social – sostiene -. Andrebbero studiate le ripercussioni psicologiche, psichiatriche e sociali degli stessi social network, ma oggi ci sono pochissimi studi, per questo siamo cavie”. Parla nello stesso giorno in cui il tribunale di Milano ha stabilito il sequestro giudiziario delle sue quote, nella vicenda del podcast Muschio Selvaggio, che vede opposti Fedez e il suo ex socio, lo youtuber Luis Sal, anche se in una nota rapper replica che “non è ancora stato deciso nulla” e che “la causa che deciderà sul merito della vicenda non è ancora iniziata”.
Sempre oggi, nel tardo pomeriggio, Chiara Ferragni ha depositato due ricorsi amministrati con i quali chiede di annullare il provvedimento con cui lo scorso dicembre l’Antitrust ha inflitto alle sue società ‘Fenice’ e ‘Tbs Crew’ una sanzione di oltre un milione di euro per una presunta pubblicità ingannevole del pandoro ‘Pink Christmas’. A Torino per Fedez, dopo la sfilata di Donatella Versace alla Milano Fashion Week, è stata la seconda uscita pubblica da quando sono iniziati i rumors sulla sua presunta separazione dalla moglie Chiara Ferragni, ma su questo non risponde. Lo fa invece sul tema dell’incontro, alle domande dalla platea dei giovanissimi del liceo Passoni, di Piazza dei Mestieri e di Immaginazione Lavoro.
“La salute mentale e fisica devono andare di pari passo – aggiunge -. Ma quella mentale in questo Paese non viene minimamente presa in considerazione dai media e dalla politica, perché non porta voti e non porta soldi”. Il cantante si apre con i ragazzi, parlando della sua malattia e della paura di morire. Della sua depressione, da lui definita “farmaco resistente”. “Ho affrontato un tumore al pancreas molto raro e ho dovuto fare i conti con la morte – spiega Fedez -. In quel periodo ho avuto l’esperienza peggiore con gli psicofarmaci. Ne prendevo addirittura sette e il medico che me li dava non comprendeva che stavo male”.
“Ogni volta che ne prendevo uno mi dava reazione avversa e il dottore per curarne la reazione mi prescriveva un altro psicofarmaco – continua -. Ho smesso di prendere tutti i farmaci di botto, senza scalare. Fu terribile: è come ti stessi disintossicando dall’eroina. Ho fatto dieci giorni a letto senza potermi alzare. Non distinguevo la realtà dai sogni. Un’esperienza orribile”. Il rapper invita i ragazzi a curare la depressione, senza abbandonare la terapia, come invece aveva fatto lui. Fedez affida poi a una nota un commento sulla sentenza su Muschio Selvaggio. “Il tribunale di Milano – si spiega – non ha decretato che le quote appartenenti a Doom debbano essere vendute alla società di Sal. L’ordinanza emessa è di natura cautelare e prevede la nomina di un custode per le quote della società Muschio Selvaggio Srl di proprietà di Doom”. “Il giudice – si sottolinea – ha stabilito, sulla base di una valutazione ancora sommaria, propria della fase cautelare, che il custode gestirà le quote di Doom nell’interesse della società Muschio Selvaggio Srl, e non nell’interesse della società di Luis Sal, come richiesto dallo stesso nel suo ricorso”.