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F1: Vasseur, il francese che ha lanciato Hamilton, team manager alla Ferrari

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L’obiettivo è chiaro: riportare la Ferrari agli antichi fasti. Per tornare ai vertici della Formula 1, dal 9 gennaio, il manager francese Frédéric Vasseur sarà impegnato in qualità di nuovo Team Principal e General Manager della scuderia italiana. Sulla scia del celebre connazionale Jean Todt, capace tra il 1993 e il 2007 di vincere sette titoli iridati tra i costruttori e sei tra i piloti per il team di Maranello. Nato il 28 maggio 1968 a Draveil, vicino a Parigi, Vasseur si è formato come ingegnere specializzato negli sport motoristici alla Scuola superiore di tecniche aeronautiche e costruzioni automobilistiche.

Nel 1996 ha fondato il team Asm, poi ribattezzato Art Gp nel 2004, con cui l’anno successivo ha vinto il titolo costruttori e piloti con Nico Rosberg nella GP2 Series, considerata all’epoca l’anticamera della F1. Vittoria bissata l’anno dopo con Lewis Hamilton, che con quel successo si è aperto le porte dell’elite delle corse automobilistiche. Più recentemente Vasseur ha lavorato al ritorno della Renault in F1 e nel 2017 è passato a guidare la Sauber-Alfa Romeo (dove nel 2018 ha esordito Leclerc) che quest’anno ha ottenuto un brillante sesto posto tra i costruttori, miglior risultato nell’ultimo decennio. Volto noto e apprezzato del circuito, è stato spesso autore di divertenti scherzi nel paddock come quando ha spruzzato il suo pilota Valtteri Bottas con una pistola ad acqua durante una conferenza stampa.

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Messi, centesimo gol con la nazionale argentina

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Il capitano dell’Argentina, Lionel Messi, ha segnato il suo centesimo gol con la maglia della nazione campione del mondo. Il sette volte vincitore del Pallone d’Oro ha firmato tre reti nei primi 45 minuti di gioco in un’amichevole con il Curacao disputata a Santiago del Estero. Anche Nicolas Gonzalez ed Enzo Fernandez sono andati a segno.

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Tottenham, Paratici: l’addio di Conte è la decisione migliore

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“Sappiamo quanto sia stata difficile questa stagione per Antonio Conte personalmente, sono morti Gian Piero Ventrone e Gianluca Vialli, poi ha subito l’intervento. La società lo ha sostenuto, siamo stati vicini, ma alla fine siamo arrivati a questo accordo reciproco. Penso che la decisione che abbiamo preso sia quella giusta per tutti”: ai canali ufficiali del Tottenham il ds degli Spurs, Fabio Paratici, parla della separazione tra Conte e il club. “Ora tocca a Stellini che aveva gestito la squadra anche quando Antonio era malato in questa stagione ed è stato bravo – ha aggiunto – Ha molta esperienza come secondo ed è stato anche primo allenatore in passato. Poi abbiamo anche Ryan Mason che può aiutarlo molto, fa parte di questo club da molto tempo e sa tutto della squadra e dei giocatori. Siamo fiduciosi che possono fare un ottimo lavoro. I giocatori non dovranno cambiare abitudini e stile di allenamento – ha aggiunto Paratici – penso che cambiare tutto quando mancano solo 10 partite sia complicato per farli adattare”.

Il ds ha poi fatto un bilancio della sua esperienza: “Vorrei soffermarmi non solo su questa stagione, ma anche su quella passata – ha aggiunto -. Quando sono arrivato qui abbiamo parlato di ‘ricostruire le fondamenta’ e alla fine della stagione abbiamo ottenuto un grande risultato, qualificandoci alla Champions League. Quest’anno abbiamo superato il girone e poi siamo usciti contro il Milan. L’obiettivo è far crescere la squadra e il Club. Credo che siamo cresciuti e abbiamo ottenuto ottimi risultati, poi ovviamente siamo delusi perché potevamo far meglio in FA Cup contro lo Sheffield United. Ogni volta che si perde una partita ci sono dei rimpianti. Vogliamo concludere bene questa stagione ed essere ancora migliori nella prossima”.

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Cio apre su atleti russi, ma Mosca non accetta condizioni

Cio apre su atleti russi,ma Mosca non accetta condizioni Reintegro in gare mondiali da neutrali. Scoppia caso militari.

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Un ritorno con qualche paletto, ma pur sempre un passo verso il reintegro nelle competizioni internazionali, solo sotto bandiera neutrale però e a patto che non siano fan della guerra. Quanto alle Olimpiadi di Parigi resta lo stallo. Ma la polemica invece infuria.

Per gli atleti russi e bielorussi, banditi dallo sport dopo la guerra di Mosca all’Ucraina, si apre qualche spiraglio: il Cio, al termine della riunione dell’esecutivo, ha infatti raccomandato alle federazioni delle diverse discipline il loro reinserimento, a patto che avvenga solo a titolo individuale (quindi resta il bando per le squadre) e senza bandiera. E purché questi campioni non “sostengano attivamente la guerra in Ucraina” e non siano “sotto contratto” con l’esercito o le agenzie di sicurezza dei due Paesi. E comunque ogni possibile apertura è reversibile, perché come ha spiegato lo stesso presidente del comitato olimpico Thomas Bach il Cio raccomanda il ritorno dei russi “solo a condizione che possa essere revocato a discrezione della federazione internazionale interessata”.

Quanto alla partecipazione alle prossime Olimpiadi di Parigi la riunione a Losanna non ha sciolto riserve e dubbi: “La questione non è stata affrontata, il Cio deciderà “al momento opportuno”. Mentre Ucraina, Polonia e Paesi baltici minacciano già di boicottare le Olimpiadi del 2024 in caso di presenza russa e bielorussa, il Cio si limita a dire che deciderà quando sarà il momento, “a suo insindacabile giudizio e senza essere vincolato dai risultati delle gare di qualificazione”. Una decisione che non piace a nessuno però. “Il reintegro dei russi è uno schiaffo all’Ucraina – ha detto il ministro tedesco Nancy Faeser – lo sport deve condannare la guerra e continuare a escludere la Russia”. Che invece reagisce con forte disappunto alla decisione del Cio, giudicata “inaccettabile”.

Perché Mosca ambiva a tornare a pieno titolo nello sport, con inno, bandiera e con le squadre. E invece restano fuori anche gli atleti arruolati. Quello degli atleti militari è un caso nel caso: tanto che i parlamentari di Kiev hanno fatto presente al Parlamento europeo che in alcune discipline (come tiro o scherma) potrebbe scapparci il morto. Nel fronte del no ai russi anche la scherma con la petizione di 300 atleti (soprattutto inglesi e americani, solo due gli italiani, Luigi Samele ed Erica Cipressa) che hanno firmato contro il ‘si’ agli atleti di Mosca per i Giochi di Parigi. Una lettera indirizzata a Bach che già dallo scorso dicembre aveva detto che il Cio valutava sulla situazione dei russi: ma dopo 4 mesi di fatto la responsabilità di invitare o meno gli atleti dei due Paesi sotto accusa devono prendersela le federazioni e gli organizzatori degli eventi.

A difesa del reintegro Bach ha portato ad esempio la partecipazione dei russi nel tennis e nel ciclismo: “Già funziona”, anche quando devono affrontare avversari ucraini, ignorando pero’ che la bielorussa Sabalenka ha raccontato di non aver mai incontrato tanto odio negli spogliatoi. Ma le guerre nel mondo sono tante, sostiene il Cio, e in nessuna delle altre situazioni di conflitto si è chiesta l’esclusione degli atleti dei Paesi nemici. Le federazioni vanno in ordine sparso e se l’atletica di Sebastian Coe ha confermato il no, la scherma al contrario li ha riammessi da aprile. Ma quello che sembra un proposito per seguire il messaggio olimpico di pace ha già scatenato altre barriere: con la minaccia di boicottaggio che aleggia sulle olimpiadi parigine.

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