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Europa League, la Roma di Mourinho soffre a Leverkusen ma vola in finale

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Il 5 maggio di un anno fa la prima finale europea dopo 31 anni e poi la Conference sollevata al cielo. Dodici mesi dopo altra finale, con il salto di qualità. La Roma di Josè Mourinho vola a Budapest dove alla Puskas Arena scenderà in campo alla conquista dell’Europa League: a Leverkusen, in un ritorno di estrema sofferenza, i giallorossi resistono per tutto il tempo all’assedio del Bayer, non fanno un tiro in porta, ma alla fine conquistano un risultato che vale l’intera stagione. Alla Roma basta l’1-0 dell’andata all’Olimpico, firmato da Edoardo Bove. E sul giovane centrocampista lo Special One punta anche per il ritorno in Germania: stavolta il 21enne della cantera giallorossa non segna, ma contribuisce alla resistenza e alla causa. Mourinho manda in panchina Paulo Dybala e Giorgino Wijnaldum, optando per il doppio attaccante con Belotti al fianco di Abraham. Fiducia a Edoardo Bove, il 21enne della cantera giallorossa e protagonista all’andata con il gol-vittoria: a centrocampo anche Pellegrini e Matic.

Cristante centrale nella difesa a tre con Mancini e Ibanez. Sulle fasce Celik e Spinazzola. Tra i tedeschi Xabi Alonso punta su Azmoun nel tridente offensivo con Wirtz e Diaby. Alla Bay Arena il primo tiro è della Roma con Pellegrini, che al 2′ riesce a trovare il varco, conclusione dal limite dell’area e la palla che sfila di poco all’esterno della porta. Ma poi il Bayer prova a prendere in mano la partita: prima con Wirtz che serve Diaby, ma la conclusione è alta. Due iknuti più tardi la Roma trema ancora con Diaby che supera Ibanez, calcia e prende la traversa. La Roma soffre, fatica a ripartire, per mezzora i tedeschi occupano la metà campo giallorossa. Al 34′ Spinazzola chiede il cambio per un problema muscolare, al suo posto Zalewski (ennesimo infortunio in questa stagione per la squadra di Mourinho). Ma la Roma continua a subire la pressione del Leverkusen e Rui Patricio è costretto a intervenire più volte, pericoloso al 36′ il tiro di Azmoun.

La squadra di Xabi Alonso tiene il ritmo molto alto e con qualità ha cercato in ogni modo la rete. L’ultima azione, così come la prima, è di marca romanista: pochi sprazzi in un tempo dominato dai tedeschi, trascinati anche dalle iniziative dei singoli con Wirtz, Demirbay, Azmoun e Diaby. Nella ripresa in campo va Wijnaldum al posto di Belotti (per il Gallo partita di lotta ma senza acuti). Poi un paio di minuti di sospensione per i fumogeni accesi nella curva dei tedeschi. Brutto fallo su Matic da parte di Palacios (ammonito), Mourinho sorride ironico in panchina (“too much” dice il portoghese). La sfida si fa dura anche sul piano fisico, con il Bayer che cerca disperatamente la rete per continuare a sperare. Ci prova al 20′ Azmoun, l’iraniano tra i migliori nel Leverkusen. Al 33′ la Roma perde pure Celik, al suo posto Smalling ancora non al top della forma. Il finale è un assedio, Alonso manda in campo tutti gli attaccanti, la Roma lotta e resiste perché il gol di Bove all’andata è quello che pesa più di tutti in questa stagione. Vale una finale, per la gloria e le casse del club (quasi venti milioni di euro). E anche forse per dare qualche motivo in più allo Special One di rimanere a Roma, lui capace in due stagioni di spingere la squadra a giocarsi un altro trofeo. Ancora a maggio, il 31, a caccia di un altro sogno.

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Inter, vittoria di misura e testa al Barcellona: 1-0 contro il Verona con il rigore di Asllani

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Una vittoria preziosa, ottenuta con pragmatismo e ampio turnover: l’Inter supera il Verona per 1-0 a San Siro grazie a un rigore trasformato da Asllani e può ora concentrarsi con serenità sulla sfida decisiva contro il Barcellona.

Simone Inzaghi, squalificato e sostituito in panchina da Massimiliano Farris, rivoluziona la formazione rispetto alla gara europea: l’unico titolare confermato è Bisseck. Con lui in difesa De Vrij e Carlos Augusto, mentre sugli esterni agiscono Darmian e Zalewski. In mezzo al campo, Asllani in regia, affiancato da Frattesi e Zielinski. In avanti, spazio a Correa e Arnautovic.

L’inizio è tutto nerazzurro. Carlos è tra i più ispirati e già al quinto minuto propizia l’episodio chiave: imbucata per Arnautovic e fallo di mano netto di Valentini in area. L’arbitro Manganiello, dopo revisione al VAR, assegna il rigore. Dal dischetto si presenta Asllani: esecuzione impeccabile e primo gol in campionato per il centrocampista albanese, che spiazza Montipò e firma l’1-0.

Il Verona fatica a reagire. Il 5-3-1-1 di Zanetti punta sulla densità e sul gioco sporco, ma l’Inter controlla senza affanni. Zalewski è particolarmente attivo sulla sinistra, mentre l’unica vera occasione per gli ospiti è un destro potente di Sarr, respinto con attenzione da Martinez. L’illusione del raddoppio arriva ancora da Asllani, ma il suo tiro colpisce solo l’esterno della rete.

Nella ripresa, il copione non cambia subito: il Verona prova timidamente ad alzare il baricentro, ma l’Inter gestisce il possesso senza forzare. L’ingresso di Dimarco e Mkhitaryan prima, poi di Taremi e Acerbi, porta forze fresche, ma l’atteggiamento rimane conservativo. I nerazzurri badano a contenere, Martinez si fa spesso coinvolgere nel giro palla per addormentare il ritmo e spegnere le iniziative dell’Hellas.

Nel finale qualche brivido, ma nessun vero pericolo per la porta nerazzurra. L’Inter archivia la pratica con un 1-0 di sostanza, senza entusiasmi ma con pieno controllo. Tre punti pesanti in ottica campionato e una spinta in più verso l’attesissimo ritorno con il Barcellona. Ora, sì, la testa può andare tutta lì.

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Tennis: Sabalenka batte Gauff e vince Masters 1000 Madrid

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Aryna Sabalenka trionfa a Madrid superando nella finale del Masters 1000 Coco Gauff per 6-3 7-6 in un’ora e 39 minuti di gioco. Per la Sabalenka, n.1 della Wta, è il terzo titolo a Madrid dopo il successo del 2021 su Ashleigh Barty e quello del 2023 su Iga Swiatek, e anche il terzo titolo dell’anno dopo le vittorie a Brisbane e Miami. Complessivamente è il 20esimo titolo della carriera.

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Raspadori, il goleador dai gol pesanti: calmi e gesso, dobbiamo lavorare ancora

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“Penso che di pezzettini ne abbiamo costruiti tanti durante l’anno, siamo alla fine, mancano tre partite, ma dobbiamo pensare solo alla prossima, quella che viene è la più importante. Penso che ci siano dei gol che vengono ricordati, ma quello che rimane a noi è quello che c’è dietro, il lavoro quotidiano per poter vincere queste partite. Siamo riusciti a portarla a casa, non è mai scontato”. Lo ha dichiarato l’attaccante del Napoli Giacomo Raspadori ai microfoni di Dazn dopo il match vinto 1-0 contro il Lecce. “La partita è stata molto difficile, avevamo pressione, l’importante è avere vinto, dobbiamo continuare così. Clean sheet? Parte dagli attaccanti, quando loro fanno bene è più facile anche per noi”, ha aggiunto Amir Rrahmani.

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