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È stata la mano di Dio

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Tony Servillo. Attore protagonista di quasi tutti i capolavori cinematografici di Paolo Sorrentino

Si può fare “Imarricorde” cinquant’anni dopo “Amarcord”? Sì, si può fare, se trovi un ragazzo alla sua prima esperienza cinematografica come Filippo Scotti, che trasformi in un personaggio che poi sei tu stesso adolescente. Anche se nel film si chiama Fabietto Schisa, da cui tiri fuori palpiti e sensazioni vagolanti, traducendoli in gesti e parole che sono realistiche per paradosso, nel loro svolgimento approssimativo.

E se, naturalmente, puoi dirigere un attore immenso come Toni Servillo, il padre di Fabietto, affiancato da due interpreti eccezionali capaci di accettare la sfida, su versanti opposti, di ruoli temerari: quello, altrimenti fin troppo scontato, della moglie innamorata (Teresa Saponangelo, la madre) e quello della zia (Luisa Ranieri) sensuale e trasgressiva e forse perciò, intrinsecamente “disturbata” nella sua psicologia desiderante.

È stata la mano di Dio. Una scena del film

Insomma, puoi farlo “Imarricorde”, ma solo se ti chiami Paolo Sorrentino. Tanto più che devi passare dalla Rimini corale ed esibita di Federico Fellini, ad un’insolita Napoli intimista e pudica che non è tanto dell’io narrante, ma è di tutti.  E decidi, così, di “dire” con tutte le esitazioni del mondo, l’amore forte e delicato per la famiglia, per la città, per Diego Armando Maradona. E per la vita che ti aspetta, qualunque essa sia.  La mano di Dio che, fattasi piede del campione “santo-prima” più che “santo-subito”, ti ha sottratto alla morte che ti aspettava al varco, ti ha dato questa possibilità di raccontare te stesso, se ti chiami Paolo Sorrentino, come intreccio di questi tre amori, salvati, come dice Fellini, il tuo ispiratore, dalla “realtà scadente”. Che in questo caso era forse un mesto e personale “oblio coerente”, che il cinema trasforma nel prezioso ricordo di tutti. 

Non so se è stata già costruita un’ermeneutica del cinema di Sorrentino, ma credo che chi se ne occuperà dovrà passare attraverso la leggerezza per accedere alle profondità del racconto. Ebbene qui, in questo film, si tratta di una leggerezza che si nutre come non mai di vita, e che si stende dunque sui vicoli e sulle cartoline della città, sui suoi rumori, sulle sue figure, da San Gennaro al “monaciello” e al contrabbandiere di sigarette.

Paolo Sorrentino. Regista già premio Oscar con “La Grande Bellezza”

E avviluppa, quella stessa leggerezza, il sorriso del padre e uno scherzo della madre, lo sguardo penetrante della zia Patrizia, la “perseveranza” di Maradona, mescolando ogni niente e ogni dramma, ogni illusione e ogni delusione. Scena grande e delicata quella dell’amplesso di Fabietto e della baronessa. Coinvolgenti le citazioni filmiche: Fellini, si capisce, ma anche Sergio Leone e Antonio Capuano. La scena finale, col ragazzo che si convince di una Napoli che basta a se stessa e forse proprio per questo invece di restare parte per Roma, chiudendo gli occhi, sul treno, nell’ascolto di “Napule è” di Pino Daniele: questa scena, sì, la porteremo nel cuore a lungo.

 

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Esteri

Veto russo a bozza Usa contro armi nucleari nello spazio

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La Russia ha bloccato con il veto la risoluzione elaborata da Usa e Giappone sulla prevenzione delle armi nucleari nello spazio. La bozza intendeva “rafforzare e sostenere il regime globale di non proliferazione, anche nello spazio extra-atmosferico, e riaffermare l’obiettivo condiviso del suo mantenimento per scopi pacifici”. Il testo ha ottenuto 13 voti a favore, il veto della Russia e l’astensione della Cina.

Oltre a ribadire gli obblighi ai 115 Stati parte del Trattato sullo spazio extra-atmosferico – compresi tutti i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza – “di non posizionare in orbita attorno alla Terra alcun oggetto che trasporti armi nucleari o altre armi di distruzione di massa”. Mosca e Pechino volevano un emendamento che riecheggiava una proposta del 2008 delle due potenze, e aggiungeva un paragrafo che vietava “qualsiasi arma nello spazio”, ma e’ stato bocciato avendo ottenuto solo 7 voti a favore.

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Esteri

Blinken: Usa-Cina gestiscano relazioni responsabilmente

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Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha invitato gli Stati Uniti e la Cina a gestire le loro differenze “responsabilmente”, iniziando oggi la sua visita nel Paese asiatico. “Abbiamo l’obbligo nei confronti del nostro popolo, e anzi nei confronti del mondo, di gestire le relazioni tra i nostri due paesi in modo responsabile”, ha detto Blinken a Shanghai incontrando il leader del Partito comunista locale.

Il segretario di Stato americano ha affermato che il presidente Joe Biden è impegnato nel dialogo “diretto e duraturo” tra le due maggiori economie del mondo, dopo anni di crescente tensione. “Penso che sia importante sottolineare il valore e anzi la necessità dell’impegno diretto, del parlarsi l’un l’altro; mettere in evidenza le nostre differenze, che sono reali, cercando di superarle”, ha detto Blinken. Il segretario del Partito comunista cinese per Shanghai, Chen Jining, ha dato il benvenuto a Blinken e ha parlato dell’importanza delle imprese americane per la città. “Sia che scegliamo la cooperazione o il confronto, influisce sul benessere di entrambi i popoli, di entrambi i paesi e sul futuro dell’umanità”, ha detto Chen.

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Cronache

Processo Cospito, sentenza definitiva: 23 anni di carcere

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La Corte di Cassazione ha emesso una decisione definitiva riguardo ai ricorsi presentati dalle difese di Alfredo Cospito e Anna Beniamino, confermando le pesanti condanne per i loro presunti ruoli nell’attentato alla ex caserma allievi carabinieri di Fossano nel 2006. I due sono stati giudicati colpevoli di “devastazione, saccheggio e strage”, oltre ad altri reati connessi all’attività di un’associazione sovversiva.

Alfredo Cospito dovrà scontare una pena di 23 anni di reclusione, mentre Anna Beniamino è stata condannata a 17 anni e 9 mesi di reclusione. Con questa decisione della Cassazione, le condanne diventano irrevocabili, mettendo definitivamente fine a un lungo processo legale che ha coinvolto i due anarchici.

 

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