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È morto Mario Perego, difensore del Napoli di Zoff e di Altafini: aveva scelto di vivere a Ischia che ora è in lutto

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Aveva scelto di vivere a Ischia con la sua famiglia Mario Perego ed ora la “sua” Ischia è in lutto. Il calciatore che nella stagione 1971-72 giocò nel Napoli è morto, aveva 74 anni. Perego ha giocato in serie A e B, venne chiamato in Nazionale quando giocava nel Napoli, quello di Zoff e Altafini, esordì contro l’Austria, poi è stato alla Fiorentina e al Lanerossi Vicenza ma nel campionato ’79-’80, durante la partita Lucchese- Benevento si ruppe i legamenti del ginocchio in uno scontro con il portiere, un incidente di gioco che gli fece dire addio al calcio. Fu allora che Mario Perego, nativo di Corezzano vicino Monza, decise di vivere a Ischia, affascinato dall’isola dove trascorreva le vacanze e sull’isola dagli inizi del 2000 ha allenato i bambini della ASD Futura Ischia.

 

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Brescia presidiata, rabbia Salernitana: alta tensione B

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Una denuncia in Procura e città presidiata. Sale la tensione in Serie B dopo la sospensione dei playout per il rischio penalizzazione del Brescia; il club di Massimo Cellino, finito nella bufera per presunti mancati pagamenti dopo l’indagine Covisoc e in attesa i comparire davanti alla Procura federale, intanto ha presentato una querela per truffa contro una società milanese e prepara il ricorso anche in ambito sportivo. Il caos cresce e coinvolge anche la politica. Su tutte le furie la Salernitana che ha diffidato la stessa Lega dal sospendere gli spareggi e ha chiesto di disputare immediatamente la gara rinviata con il Frosinone.

Sperano, invece, proprio i ciociari (in caso di retrocessione del Brescia sarebbero salvi) e la Sampdoria, a cui è apparsa una seconda chance anti baratro. i blucerchiati, finiti in C dopo una stagione disastrosa, ora sperano nel ripescaggio per giocare i playoff contro la Salernitana. Il Brescia dopo aver respinto le accuse è passato ai fatti denunciando la società terza di cessione dei crediti. Le prossime scadenze sono martedì per la presentazione di una memoria difensiva e giovedì l’udienza in Procura federale, prima tappa del possibile processo al Brescia.

Intanto il caso appassiona la politica. Il governatore della Campania ed ex sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca (nella foto), aveva subito definito “gravissima” la decisione della Lega. Alla sospensione dei playout plaude invece il ministro dello sport Andrea Abodi, definendola “saggia ed equilibrata”: “Per quanto sia soltanto l’apertura di un procedimento, sembra possa determinare una penalizzazione. Sarebbe stato paradossale giocare i playout e poi eventualmente doverla ripetere o modificare in maniera traumatica l’assetto del campionato. Mi confronterò con Lega e Figc, ma mi pare di capire che sia stata una decisione cautelativa”. Naturalmente cresce anche il dissenso tra i tifosi. A Salerno è prevista una manifestazione contro la Lega; mentre a Brescia le forze dell’ordine monitorano la sede del club in centro città, il centro sportivo a Torbole Casaglia e l’abitazione del presidente Cellino che ha ribadito di voler intraprendere una battaglia sul fronte “della giustizia sportiva ed extra sportiva”.

Il tifo organizzato ha programmato una manifestazione fuori dal Palazzo della Loggia, sede del Comune. Si prospetta battaglia nelle aule giudiziarie. La Salernitana rimarca che “sarebbe stato più corretto disputare regolarmente i playout e poi attendere eventuali risvolti dalla vicenda Brescia. Il rinvio non ha alcun fondamento giuridico perché non si è in presenza di provvedimenti sanzionatori formali, né definitivi”, aveva detto a caldo l’ad Maurizio Milan. In caso di successiva squalifica del Brescia, sarebbe stata ripescata in B la squadra sconfitta nei playout. In questo modo, invece, a salvarsi sarebbe una tra Salernitana e Sampdoria. Sul web nelle chat dei tifosi il clima è caldo. Non manca chi parla di “una manovra” per salvare il club ligure o chi immagina una campionato a 21 o 22 squadre. Di certo si attendono settimane di ricorsi e contro-ricorsi in sede giudiziaria.

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Napoli e Inter testa a testa finale venerdì per scudetto

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Uno scudetto di venerdì. Dopo un Consiglio della Lega Serie A in mattinata in cui non sono mancate le tensioni, la decisione è stata che il verdetto finale sul campionato 2024/25 si scoprirà venerdì prossimo in notturna, con il Napoli impegnato in casa contro il Cagliari e l’Inter che sarà ospite del Como. Un incrocio in contemporanea che decreterà il nuovo campione d’Italia, a meno che la situazione non torni tutta in parità (in caso di ko dei partenopei e pareggio dei nerazzurri): in quel caso, a decidere tutto sarà lo spareggio scudetto, che si disputerà lunedì 26 maggio allo stadio Olimpico di Roma.

Ipotesi tutto sommato residuale, ma impossibile da escludere a priori, motivo per cui tra l’altro l’Inter spingeva per un anticipo addirittura al giovedì, tesi che tuttavia non ha trovato una base d’appoggio nel Consiglio di Lega di oggi, con il Napoli che al contrario spingeva per evitare quella data. L’obiettivo era quello di far giocare le due partite il più possibile vicino al weekend, ma al tempo stesso anche “dare all’Inter la possibilità di giocare l’eventuale spareggio con un adeguato riposo prima della Champions, anche se al momento lo spareggio è una condizione difficile”, come spiegato dal presidente della Lega Serie A Ezio Simonelli ospite di Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1.

Intanto, però, le due contendenti per il titolo si presenteranno agli ultimi 90′ senza i rispettivi allenatori, visto che dopo i finali roventi di ieri tra Parma e San Siro, sia Antonio Conte che Simone Inzaghi sono stati sanzionati con una giornata di squalifica (così come il tecnico della Lazio Marco Baroni, quello del Milan Sergio Conceicao e quello del Parma Christian Chivu). Detto quindi delle due sfide di venerdì, per il resto la trentottesima e ultima giornata di campionato si disputerà tra sabato e domenica. Prima si giocheranno le uniche due gare tra squadre senza obiettivi, ovverosia Bologna-Genoa (alle 18, con gli emiliani già sicuri dell’Europa League grazie alla vittoria della Coppa Italia e i liguri salvi) e Milan-Monza (alle 20.45, i rossoneri fuori da tutto e i brianzoli già retrocessi). Infine, domenica sera nuovamente con larga contemporaneità si decideranno gli ultimi posti per le coppe europee e la lotta salvezza, con sei gare tutte alle 20.45: Atalanta-Parma, Empoli-Verona, Lazio-Lecce, Torino-Roma, Udinese-Fiorentina e Venezia-Juventus.

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Rimpianto Inter, verso ultima tappa tra veleni e silenzi

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Il pareggio beffa contro la Lazio ha lasciato in casa Inter molto più di un semplice -1 dal Napoli. La rincorsa scudetto, mai così compromessa, rischia di concludersi tra i veleni e i rimpianti di una stagione altalenante per la squadra di Simone Inzaghi. Il 2-2 di San Siro contro i biancocelesti, segnato dal discusso rigore trasformato da Pedro per il fallo di mano di Bisseck nel finale, ha fatto infatti salire la tensione in casa nerazzurra, mettendo nel mirino in particolare gli arbitraggi nel corso della stagione. Il club ha deciso di chiudersi in un silenzio compatto, a partire dal post-partita: nessun tesserato ha parlato in tv o in conferenza.

Le critiche si sono concentrate sulla gestione arbitrale di Chiffi e, soprattutto, sul Var Di Paolo. Episodi simili, è l’opinione che emerge dal club, sono stati giudicati diversamente in stagione, come ad esempio il tocco di mano di Baschirotto in Lecce-Inter. Senza dimenticare poi altri episodi particolarmente discussi che hanno visto i nerazzurri uscire sfavoriti, dal rigore non dato per la trattenuta di Ndicka su Bisseck nel ko di San Siro contro la Roma fino alla rimessa contestata che innescò il gol del Bologna segnato da Orsolini nella sconfitta del Dall’Ara. Oggi così anche i social sono rimasti sostanzialmente muti.

Nessun giocatore ha rotto il silenzio, a eccezione del capitano Lautaro Martinez, che ha pubblicato soltanto un’immagine della coreografia di San Siro con la scritta “Forza Inter”, simbolo di un orgoglio ferito ma ancora vivo. Anche perché all’orizzonte resta comunque la minima speranza di poter ribaltare tutto all’ultima giornata, seppur ipotesi molto complessa. Considerando soprattutto quello che è stato l’andamento altalenante dell’Inter nell’intera stagione in Serie A, decisamente deludente soprattutto negli ultimi mesi. Perché, oltre alle prestazioni (molto diverse ad esempio da quelle in Champions League), anche i numeri del campionato, però, parlano chiaro: rispetto alla scorsa stagione, dopo 37 giornate l’Inter ha segnato 10 gol in meno, ne ha incassati 15 in più e ha raccolto 15 punti in meno.

Soprattutto, sono ben 12 le reti subite dopo il 76′, che rappresentano il 34% del totale. Errori pesanti, che sono costati ben 10 punti, molti dei quali negli scontri diretti, come il pareggio-beffa contro il Napoli con il gol di Billing nel finale. L’Inter però ora deve trovare nuovamente il modo di reagire. Anche perché all’orizzonte c’è la finale di Champions League contro il PSG, che, al netto di un eventuale miracolo nell’ultima giornata in campionato, potrebbe dare tutt’altro risvolto alla annata interista. Nel frattempo, ad Appiano si è tornati al lavoro con la testa così già a Como (dove non ci sarà Inzaghi, squalificato per una giornata dopo il finale rovente nella gara con la Lazio) e un occhio ovviamente alla finalissima di Monaco di Baviera del 31 maggio, che così può cambiare il senso dell’intera stagione. Frattesi e Lautaro si sono allenati a parte ma sul campo: un segnale positivo, che fa ben sperare in vista della trasferta lariana e, soprattutto, per la sfida europea.

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