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Dolce & Gabbana chiedono “duibuqi” (scusa) ai cinesi per lo spot ritenuto razzista

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«Duibuqi», «Scusateci», dicono Dolce & Gabbana in un video girato per chiedere perdono a tutti i cinesi per uno spot definito razzista che ha gettato nella bufera il brand. Travolti dalle polemiche, i fondatori Stefano Gabbana e Domenico Dolce parlano del loro amore e rispetto per la cultura cinese.

“Facciamo le nostre più sincere scuse al popolo cinese nel mondo intero”, afferma Gabbana. “Speriamo che il nostro fraintendimento della cultura cinese possa essere perdonato”. “Siamo sempre andati pazzi per la Cina, l’abbiamo visitata molto. Siamo stati in molte città. Amiamo la vostra cultura”, afferma Domenico Dolce. Il video si conclude con i due che pronunciano la parola “Scusa” in cinese mandarino.

Le principali piattaforme di e-commerce del Paese, comprese Tmall, JD.com, Xiaohongshu e Secco avevano rimosso dai loro siti i prodotti della casa di moda italiana dopo che lo stilista Stefano Gabbana aveva affermato in una conversazione su Instagram che la Cina è un “Paese di me..a”. Il commento era giunto in reazione alle lamentele suscitate dalla campagna video della casa di moda, ritenuta anch’essa razzista, che mostrava una modella cinese, vestita con un abito Dolce & Gabbana, che tentava di usare i bastoncini per mangiare una pizza, degli spaghetti e un cannolo.

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Reati contro la pubblica amministrazione, arresti

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Travolge anche la Puglia lo scandalo dei falsi titoli formativi e diplomi, che sarebbero stati rilasciati da alcune società in cambio di denaro. La Guardia di finanza di Bari e Barletta sta eseguendo nove misure cautelari e il sequestro di beni per circa 10 milioni di euro, in esecuzione dei provvedimenti firmati dal gip di Trani su richiesta della Procura guidata da Renato Nitti.

L’accusa a carico degli indagati è associazione per delinquere dedita alla commissione di reati contro la fede pubblica, il patrimonio e la pubblica amministrazione. Le misure cautelari sono state eseguite in Puglia e in altre regioni. La Guardia di finanza ha eseguito perquisizioni in tutta Italia.

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Contrabbando di orologi di lusso a Malpensa, maxi sequestro

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Sono accusati di contrabbando aggravato due uomini e una donna finiti nel mirino dei militari della Guardia di Finanza del comando provinciale di Varese. Con loro al centro delle indagini ci sono due società di spedizioni che operano all’aeroporto di Malpensa. Nei loro confronti il Gip del tribunale di Busto Arsizio (Varese) Piera Bossi ha emesso un decreto di sequestro per un valore di 23 milioni di euro. I tre nel novembre scorso erano già stati colpiti da un provvedimento identico per un valore di un milione di euro. Al centro di quello che i finanzieri definiscono un vero e proprio sistema di contrabbando ci sono 64mila orologi di lusso. Rolex, IWC, Bulgari, Chopard e Cartier che in almeno 80 occasioni, così come ricostruito dalla procura bustocca, sono stati importati in Italia da Hong Kong in barba a dazi e Iva dovuti e rivenduti in nero (anche a commercianti del settore) dai tre dipendenti infedeli delle società di spedizione con un volume “d’affari” stimato in 103 milioni di euro. Un giro andato avanti per almeno due anni.

Tutto è partito dalla denuncia di un altro dipendente di una delle società coinvolte che ha segnalato all’autorità giudiziaria quanto stava accadendo. In sintesi gli orologi di lusso, erano accompagnati da false fatture estere, venivano introdotti in territorio nazionale attraverso l’aeroporto di Malpensa formalmente assoggettati al regime doganale del “Transito Comunitario”, ovvero senza applicazione di dazi e Iva, in quanto ufficialmente destinati ad una base militare americana (totalmente estranea alla vicenda) su suolo italiano, che gode dunque di extraterritorialità. I preziosi orologi venivano quindi venduti sotto banco. Il sistema di contrabbando sarebbe ora smantellato e il Gip ha disposto il sequestro milionario.

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Soldi e droga in casa, arrestato 28enne a Ercolano

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Custodiva in casa soldi e droga: un 28enne è stato arrestato a Ercolano (Napoli). Nel corso di perquisizione domiciliare, i Carabinieri della locale tenenza hanno sequestrato 310 grammi di marijuana, 96 grammi di hashish e un bilancino di precisione oltre a 1.585 euro ritenuti provento del reato. A Portici (Napoli) i Carabinieri della locale Stazione hanno denunciato un 17enne di San Giorgio a Cremano perché trovato in possesso di 17 grammi e mezzo di hashish già suddivisa in dosi per la vendita al dettaglio. Il minorenne, affidato ai propri genitori, deve rispondere di detenzione di droga a fini di spaccio.

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