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Cronache

Delitto Garlasco, escluso l’“Ignoto 3”: era contaminazione del Dna con altro cadavere

A 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, la Procura di Pavia esclude la pista dell’“Ignoto 3”: il Dna era contaminato. Restano i profili di Stasi e Sempio.

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A diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, la Procura di Pavia chiude la porta all’ipotesi di un misterioso “Ignoto 3”. Il Dna rilevato su una garza utilizzata durante l’autopsia nel 2007, inizialmente attribuito a un terzo soggetto sconosciuto, è risultato appartenere a uno dei cinque corpi maschili sottoposti a esame necroscopico prima della giovane. Una contaminazione, secondo gli inquirenti, che cancella definitivamente la pista di un altro possibile indagato.

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I profili genetici rimasti

Restano così due i profili genetici sulla scena del delitto di via Pascoli: quello di Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara, condannato in via definitiva, e quello di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, oggi indagato. Gli accertamenti, condotti al di fuori dell’incidente probatorio in corso, hanno confermato la concordanza degli alleli con il soggetto identificato come “153E”, ora riconosciuto come una contaminazione di laboratorio.

Un nuovo consulente per la Procura

La Procura ha nominato come ulteriore consulente Cristina Cattaneo, ordinario di Medicina legale all’Università di Milano e figura di riferimento internazionale, già impegnata in casi come l’omicidio di Yara Gambirasio. Il compito sarà quello di fornire una valutazione più ampia sugli elementi medico-legali raccolti in questi anni, sia sul corpo della vittima sia sulla scena del crimine.

La reazione della difesa di Stasi

Gli avvocati di Stasi, Giada Bocellari e Antonio De Rensis, parlano di “gravissimi fatti” che “minano in radice le valutazioni svolte nel processo” e che, di per sé, potrebbero giustificare una richiesta di revisione della condanna. “La totale inaffidabilità degli accertamenti del 2007 – sostengono – si aggiunge agli errori emersi negli ultimi mesi”.

Il dolore della famiglia Poggi

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Cronache

Donna uccisa da barca, indagato carabiniere che la guidava

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La Procura di Bergamo ha aperto un fascicolo con l’accusa di omicidio nautico (analogo all’omicidio stradale per gli incidenti su strada) e indagato a piede libero un carabiniere di 42 anni, bresciano di Gardone Val Trompia, per la morte di Frisca Lisa Laygo, la donna di 64 anni, di Predore, che ieri pomeriggio è stata investita e uccisa dalla barca guidata dal militare proprio a Predore, sul lago d’Iseo.

Sul natante c’era anche il figlio di quest’ultimo, mentre l’imbarcazione, un modello tipo motoscafo, è di proprietà di un amico del carabiniere, che gliel’aveva prestata. Il pubblico ministero titolare del caso, Emanuele Marchisio, oggi ha aperto il fascicolo quale atto dovuto. La barca è stata posta sotto sequestro. Dopo l’incidente il carabiniere alla guida, sconvolto, è stato sentito dai suoi colleghi e dalla Guardia di finanza e ha spiegato di non essersi accorto della presenza in acqua della donna. È stato anche sottoposto alle analisi per l’assunzione di alcol e droghe, ma gli esiti non sono ancora arrivati: si tratta anche in questo caso di un atto dovuto. L’incidente è avvenuto dopo la partenza dal ‘Molo 31’. Per ricostruire nei dettagli l’accaduto sono state acquisite le immagini delle telecamere della zona, che avrebbero ripreso l’incidente.

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Lampedusa, ancora una tragedia: due barconi si ribaltano, almeno ventisei morti

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Il Mediterraneo si macchia ancora di sangue. Due barconi carichi di migranti si sono ribaltati uno dopo l’altro a circa 15 miglia a Sud di Lampedusa, in acque internazionali. Il bilancio provvisorio è drammatico: almeno 26 vittime, tra cui una neonata e tre adolescenti. All’appello mancano ancora una decina di dispersi, mentre le operazioni di ricerca e soccorso proseguono in condizioni difficili.

La Guardia Costiera e altre unità impegnate nelle operazioni hanno tratto in salvo circa sessanta persone, molte delle quali in stato di shock e con segni di ipotermia. I superstiti provengono principalmente da Pakistan, Sudan e Somalia, e hanno raccontato di aver affrontato un viaggio estenuante, prima del naufragio in mare aperto.

La premier Giorgia Meloni ha espresso “sgomento” per l’accaduto, puntando il dito contro i trafficanti di esseri umani, definiti “inumani”: “La tragedia – ha detto – dimostra che i soccorsi non bastano: non risolvono le cause profonde del problema”.

Quello di oggi è stato solo l’ultimo di una lunga serie di naufragi nel Mediterraneo centrale, una rotta che continua a essere tra le più pericolose al mondo per chi cerca di raggiungere l’Europa in fuga da guerre, povertà e persecuzioni. Le condizioni del mare, le imbarcazioni precarie e la mancanza di un sistema di soccorso coordinato contribuiscono a rendere il viaggio un rischio mortale.

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Cronache

Ospedale del Mare, tre interventi d’urgenza in poche ore: salvati un 16enne e due pazienti con gravi traumi

All’Ospedale del Mare tre interventi chirurgici complessi salvano un 16enne ferito dall’elica di un motoscafo e due pazienti con gravi traumi agli arti. Operazioni riuscite, pazienti salvi.

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All’Ospedale del Mare di Napoli tre interventi chirurgici straordinari sono stati eseguiti in urgenza a poche ore di distanza l’uno dall’altro, tutti con esito positivo. Il primo ha riguardato un ragazzo di 16 anni ferito all’orecchio dall’elica di un motoscafo: operato immediatamente, ha recuperato completamente la struttura e la funzione uditiva.

Nel secondo caso, un uomo con il braccio tranciato da un vetro di una doccia e una grave lesione a vena e arteria omerale è stato sottoposto a rivascolarizzazione con by-pass in vena cefalica autologa e ricostruzione nervosa.

Il terzo intervento ha riguardato un operaio rumeno con una lesione grave dell’avambraccio destro, con sezione dei nervi e delle arterie radiali e ulnari. È stato eseguito un by-pass con vena autologa e ricostruzione del nervo ulnare, con previsione di innesto per il nervo mediano.

Le equipe chirurgiche

Il 16enne è stato operato dall’equipe di Chirurgia Plastica diretta da Alfredo Borriello, con Antonio Zaffiro, Barbara Maisto e Armando Parisi, insieme al team infermieristico di Chirurgia d’Urgenza guidato da Mariano Armellino. “Sono stati ricostruiti tutti i piani anatomici senza sacrificare nulla, ripristinando l’integrità e l’estetica dell’orecchio”, ha spiegato Borriello.

Gli interventi di chirurgia vascolare sono stati eseguiti dal primario Gennaro Vigliotti e dal suo team. Il secondo caso è stato gestito da Viola e Grimaldi con i neurochirurghi Lama e Busco, l’anestesista Coppola e gli infermieri De Rosa e Sorrentino. Il terzo, dall’equipe vascolare composta da R.C. Vigliotti, De Angelis e Viola, con Busco, l’anestesista Stabile e l’infermiera Caccavale.

Impegno e professionalità

Due traumi complessi sono stati operati in contemporanea grazie all’attivazione di due sale di emergenza, anche in turni serali e in pieno periodo di ferie. La continuità assistenziale è stata garantita dalla dottoressa Grimaldi e dalla specializzanda M.G. Vigliotti della Federico II.

Il direttore generale Gaetano Gubitosa ha lodato il lavoro del personale: “Con tempestività e professionalità siamo riusciti a portare a termine interventi delicatissimi, salvando vite e garantendo la piena funzionalità ai pazienti”.

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