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De Laurentiis: se avessi il fatturato della Juve avrei vinto 10 scudetti. Il San Paolo? Cerco una soluzione signorile

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“Siamo la diciannovesima squadra al mondo, non abbiamo debiti con le banche, siamo un modello virtuoso. Forse non riusciremo a battere la Juventus, chi lo sa, ma con quel fatturato, dieci scudetti li avrei vinti anch’io. Noi spesso ci siamo andati molto vicini”. Parola di  Aurelio De Laurentiis, vulcanico presidente del Napoli che si fa prendere dalla passione per il calcio ma che quando discute di cose serie, ferma tutto, riflette e parla solo quando ha cose da dire. A margine di un convegno a Napoli all’Unione Industriali il patron azzurro ha approfondito anche la questione del San Paolo e i diversi rapporti con Regione Campania e Comune di Napoli: “Vedo una Regione molto attiva. Avevo detto che cambiare la pista era inutile, ho pregato il presidente della Regione di mettere a disposizione altri 15 milioni per i bagni e per i sediolini ed è avvenuto. Ora devo andare al San Paolo per la storia dei sediolini, non cambiamoli quando stiamo giocando”. Sui rapporti con l’amministrazione di Luigi de Magitris, De Laurentiis, è meno accomodante. Ma sappiamo che i rapporti tra i due non sono mai stati facili. “Il Comune mi chiede 1 milione e 800mila all’anno e io non ho firmato la convenzione e sono andato a domanda individuale. Non ho firmato perchè non mi sono stati restituiti i soldi dei tornelli. Si è creata una situazione urticante perchè in qualche modo non si è mai voluto trovare un modo signorile di risolvere il problema con una stretta di mano. Mi sembra assurdo che il Comune non faccia mai i lavori e che se io devo invitare a cena i signori del Psg o del Liverpool mi debba inventare una cena facendo venire un camion con la cucina dentro e creare qualcosa in cui non faccio vedere le situazioni del San Paolo” spiega De Laurentiis ai cronisti che lo incalzano sulla questione convenzione e gli chiedono se e quando la firmerà.

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Guerra Ucraina

Ucraina, morto in battaglia Merinov, campione mondiale di kickboxing

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Ancora uno sportivo, un campione che ha dato la vita per il suo Paese, combattendo per l’Ucraina: si tratta di Vitaliy Merinov, atleta ucraino quattro volte campione del mondo e il campione nazionale di arti marziali miste. Colpito in battaglia. Merinov è morto in ospedale per le ferite troppo gravi.

Ad annunciarlo sui social il sindaco di Ivano-Frankivsk, la città d’origine del campione, Ruslan Martsinkiv. Merinov era un volontario ed era tornato sul campo dopo essere stato ferito una prima volta in combattimento.

Merinov lascia la moglie e una bambina di soli 2 anni.

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Cronache

Napoli, gli sparano per uno scooter: le immagini shock della rapina, le parole della mamma

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Una rapina violenta che ha visto la vittima, un giovane ingegnere napoletano, rischiare la vita. Tutto ripreso dalle telecamere di sorveglianza dell’impianto. Una vicenda assurda, accaduta la sera del 29 marzo a San Giovanni a Teduccio, in via di Reggia di Portici. L’ingegnere va fare carburante al suo scooter, quando due rapinatori lo aggrediscono perchè vogliono il mezzo del 32enne. Lo minacciano, lo strattonano, provano a farlo scendere e infine uno dei due estrae la pistola e gli spara alle gambe. Lui cade, ferito, con tutto lo scooter. Trasportato all’ospedale del Mare, per qualche giorno è in pericolo di vita, adesso non lo è più, ma è comunque grave.

Le immagini del video della rapina sono violente, danno l’idea della crudeltà dei rapinatori che sono stati disposti a fare e poi pagare un omicidio per un vecchio SH che gli avrebbe fruttato poche decine di euro. Senza alcuno scrupolo.

 

La mamma della vittima scrive su Facebook, raccontando i momenti di angoscia che ha vissuto: “Mi avevano nascosto tutto, ma mio figlio Fabio, non rispondeva ai messaggi, non volevano darmi altro dolore. Ho realizzato stanotte che qualcosa non andava. Ho appreso solo stamani. Mio figlio è fuori pericolo, il mio cuore è impazzito, abbiamo avuto un miracolo, mio marito Enzo l’avrà protetto dal cielo. Confido che vengano presi questi criminali, e ringrazio il Signore che ha protetto mio figlio da una peggiore disgrazia. Sono distrutta, il dolore nel dolore…”

 

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ChatGpt, OpenAi sospende il servizio in Italia dopo lo stop del Garante della privacy

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OpenAi ha sospeso l’accesso al servizio ChatGpt in Italia, dopo lo stop del Garante della privacy al software d’intelligenza artificiale sviluppato dall’organizzazione di ricerca con sede negli Stati Uniti.

OpenAi ha dichiarato di aver disabilitato ChatGpt per gli utenti in Italia su richiesta del Garante, riportano i media internazionali. Il sito internet dell’applicazione risulta al momento irraggiungibile dal nostro Paese. Un avviso sulla pagina web chat.openai.com. afferma che “il proprietario del sito potrebbe aver impostato restrizioni che impediscono agli utenti di accedere”. “Lavoriamo attivamente per ridurre i dati personali nella formazione dei nostri sistemi di intelligenza artificiale come ChatGpt, perché vogliamo che la nostra intelligenza artificiale impari a conoscere il mondo, non i privati”, spiega OpenAi.

“Riteniamo inoltre che la regolamentazione dell’Ai sia necessaria. Speriamo quindi di poter lavorare al più presto stretto contatto con il Garante per spiegare come i nostri sistemi siano costruiti e utilizzati”, aggiunge l’organizzazione di ricerca sull’intelligenza artificiale.

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