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De Laurentiis: se avessi il fatturato della Juve avrei vinto 10 scudetti. Il San Paolo? Cerco una soluzione signorile

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“Siamo la diciannovesima squadra al mondo, non abbiamo debiti con le banche, siamo un modello virtuoso. Forse non riusciremo a battere la Juventus, chi lo sa, ma con quel fatturato, dieci scudetti li avrei vinti anch’io. Noi spesso ci siamo andati molto vicini”. Parola di  Aurelio De Laurentiis, vulcanico presidente del Napoli che si fa prendere dalla passione per il calcio ma che quando discute di cose serie, ferma tutto, riflette e parla solo quando ha cose da dire. A margine di un convegno a Napoli all’Unione Industriali il patron azzurro ha approfondito anche la questione del San Paolo e i diversi rapporti con Regione Campania e Comune di Napoli: “Vedo una Regione molto attiva. Avevo detto che cambiare la pista era inutile, ho pregato il presidente della Regione di mettere a disposizione altri 15 milioni per i bagni e per i sediolini ed è avvenuto. Ora devo andare al San Paolo per la storia dei sediolini, non cambiamoli quando stiamo giocando”. Sui rapporti con l’amministrazione di Luigi de Magitris, De Laurentiis, è meno accomodante. Ma sappiamo che i rapporti tra i due non sono mai stati facili. “Il Comune mi chiede 1 milione e 800mila all’anno e io non ho firmato la convenzione e sono andato a domanda individuale. Non ho firmato perchè non mi sono stati restituiti i soldi dei tornelli. Si è creata una situazione urticante perchè in qualche modo non si è mai voluto trovare un modo signorile di risolvere il problema con una stretta di mano. Mi sembra assurdo che il Comune non faccia mai i lavori e che se io devo invitare a cena i signori del Psg o del Liverpool mi debba inventare una cena facendo venire un camion con la cucina dentro e creare qualcosa in cui non faccio vedere le situazioni del San Paolo” spiega De Laurentiis ai cronisti che lo incalzano sulla questione convenzione e gli chiedono se e quando la firmerà.

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Cronache

Il sindaco di Sorrento Massimo Coppola tace, parla il suo collaboratore Francesco Di Maio

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Arrivano le prime ammissioni di responsabilità dall’inchiesta sulle presunte irregolarità nell’assegnazione degli appalti al Comune di Sorrento, che nei giorni scorsi hanno portato in una cella del carcere di Poggioreale il sindaco Massimo Coppola e un suo collaboratore, Francesco Di Maio.

I due, entrambi arrestati in flagranza di reato nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza di Torre Annunziata, si sono trovati oggi davanti al gip Emanuela Cozzitorto accompagnati, rispettivamente, dagli avvocati di fiducia Giovanbattista Pane e Alessandro Orsi: il sindco ha accusato un lieve malore e ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, mentre Di Maio, secondo quanto si è appreso, avrebbe fornito delle conferme agli investigatori circa la natura di quei seimila euro che un imprenditore avrebbe consegnato ai due durante una cena, sostengono gli investigatori, era stata appositamente organizzata.

Soldi che per l’accusa sarebbero parte di una “mazzetta” versata per un appalto finito nelle mani dell’imprenditore in questione. E mentre le indagini proseguono, emergono nuovi particolari sugli arresti in flagranza avvenuti la sera di martedì, il 20 maggio: le banconote trovate addosso al sindaco e al suo collaboratore – il primo aveva 4.500 euro, il secondo 1.500 – erano state fotocopiate dai finanziari (per registrane i numeri di serie) prima della consegna. Inoltre, sotto il tavolo dove i tre si sono accomodati per la cena, quella sera, era stata preventivamente sistemata dagli investigatori una microspia che ha captato le parole dei commensali.

Seduti ai tavoli vicini, poi, non c’erano dei normali clienti ma dei finanzieri in borghese. Infine, nei bagni del ristorante, erano state nascoste delle telecamere grazie alle quali gli inquirenti hanno potuto vedere e registrare Di Maio mentre contava il denaro appena ricevuto dalle mani dell’imprenditore. L’inchiesta della Procura di Torre Annunziata (sostituti procuratori Schioppi e De Micheli, procuratore Nunzio Fragliasso) vede indagate ventidue persone, tra cui il sindaco, dirigenti e funzionari comunali di Sorrento, collaboratori del primo cittadino e imprenditori, nei confronti dei quali vengono ipotizzati, a vario titolo, i reati di induzione indebita a dare o promettere utilità, corruzione, turbativa d’asta e peculato.

Tra gli iscritti anche Giuseppe Razzano, assistente territoriale di Pina Picierno e rappresentante legale della società Comunicando, che nel 2021 si è aggiudicato l’appalto per la promozione del “Brand Sorrento”, uno di quelli finiti nel mirino degli investigatori. “Non ho subìto alcuna perquisizione e non mi è stato notificato alcun provvedimento. Sono pronto a tutelare la mia immagine e professionalità in tutte le sedi opportune”, ha detto Razzano. I fatti menzionati nell’inchiesta inoltre risalgono al periodo 2021-2022, mentre “la collaborazione con Picierno inizia a ottobre 2024”, ha aggiunto Razzano.

In quell’occasione, a quanto si apprende, il diretto interessato – come avviene di prassi all’Eurocamera – ha fornito il casellario giudiziario e dei carichi pendenti, che risultavano privi di notizie di reato. Indagato anche il presunto “sensitivo” e cartomante Raffaele Guida, definito dalla procura di Torre Annunziata e dai finanzieri, fiduciario e referente del sindaco di Sorrento, conosciuto come “Lello il sensitivo”. Durante le perquisizioni disposte dagli investigatori, il cash dog Gringo delle fiamme gialle ha trovato 167mila euro nell’incavo del suo tavolo da biliardo.

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Smile Room Neuromed: un’oasi di gioco e cura per i bambini con epilessia

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Oggi l’Associazione “I Colori dell’Autismo” ha donato materiali ludici alla Smile Room dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli. La stanza, inserita nel nuovo Centro per lo Studio e la Cura dell’Epilessia, è pensata per accogliere i piccoli pazienti in un ambiente sereno e su misura. All’incontro erano presenti il direttore sanitario Fulvio Aloj, il professor Giancarlo Di Gennaro e il dottor Alfredo D’Aniello, neuropsichiatra infantile.

Un ospedale a misura di bambino

La Smile Room è una stanza di degenza colorata e accogliente, con letti e comodini adatti ai bambini, pareti vivaci e immagini ispirate al mondo delle fiabe. È uno spazio che non cura solo il corpo ma anche l’animo del piccolo paziente. «Il bambino con epilessia è prima di tutto un bambino – spiega il dottor D’Aniello – e va accolto in un ambiente che rispetti i suoi bisogni emotivi oltre che clinici».

Smile room VIDEO

Il gioco come strumento terapeutico

La scienza conferma che un ambiente ospedaliero sereno e positivo può migliorare gli esiti della cura. La Smile Room nasce proprio per accompagnare i bambini nel loro percorso ospedaliero con un approccio globale, che superi la sola diagnosi medica. Un luogo dove anche un semplice gioco può diventare veicolo di benessere e conforto.

Un centro all’avanguardia

Il nuovo Centro Epilessia, rinnovato a febbraio, accoglie pazienti a partire dai sei anni. È stato aggiornato con tecnologie all’avanguardia ma anche reso più umano, accogliente e funzionale. All’interno di questo progetto, la Smile Room rappresenta un tassello essenziale per garantire un’assistenza completa e rispettosa della persona.

Una rete di solidarietà sul territorio

Il dottor D’Aniello ha ringraziato la Direzione sanitaria e la Fondazione Neuromed per il sostegno, ma anche il professor Di Gennaro, che ha fortemente voluto la realizzazione della Smile Room. «Oggi è una giornata speciale – ha detto – anche grazie alla generosità dell’Associazione “I Colori dell’Autismo”, che ha regalato giochi ai nostri bambini. La loro sensibilità dimostra quanto sia importante essere vicini a tutti i piccoli pazienti, a prescindere dalla patologia».

Una visione nuova della cura

La Smile Room è un simbolo concreto di una sanità che cambia, capace di mettere al centro il paziente, soprattutto quando è un bambino. È un passo verso un ospedale che sa accogliere con un sorriso, dove le terapie si affiancano all’empatia e all’ascolto, e dove anche una stanza colorata può fare la differenza.

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De Luca, trasporti e… monumenti: “Nel Pd per fare carriera bisogna essere imbecilli”

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Altro che venerdì di relax: in Campania il fine settimana inizia col botto, versione social. A premere il grilletto verbale è, come da tradizione consolidata, Vincenzo De Luca, che nella sua diretta Facebook settimanale ha deciso di riscrivere le regole della comunicazione istituzionale: tra mistificazione, miracoli e monumenti immaginari.

Questa volta nel mirino del governatore — ormai più performer che presidente — è finito uno dei suoi bersagli preferiti: il Partito democratico, suo ex amore tossico. E l’argomento, nemmeno a dirlo, è quello dei trasporti.

“Dovrebbero fare un monumento alla Regione Campania per quello che ha fatto in questi anni”.

Un monumento? Forse in ghisa, posizionato tra due treni della Circum in ritardo, con il volto di De Luca scolpito in espressione accigliata, a sgridare i pendolari che osano lamentarsi. Ma attenzione: la statua non deve essere inaugurata da esponenti del Pd, perché — parola di governatore — “nel Pd per fare carriera bisogna essere imbecilli”. Una frase che neanche Totò avrebbe osato scrivere in una sceneggiatura.

L’attacco, come sempre, ha un suo stile: sarcastico, apocalittico, autocompiaciuto. Ma anche molto lucido nel bersagliare “i politicanti di Roma” che, a suo dire, si dividono le regioni come le fette di un panettone di pessima qualità:

“Una Regione a me, una a te, senza pensare alle famiglie e alle imprese”.

Nel frattempo, in Campania — annuncia il presidente — il trasporto pubblico sarebbe “eccellente nel 90% dei casi”. Il restante 10%, ovvero la famigerata Circumvesuviana, viene elegantemente definita ‘una criticità’, come se fosse solo una leggera sbucciatura su un’opera d’arte.

E per chi osa criticare, De Luca ha una domanda semplice e diretta:

“Tu che cosa proponi? Il nulla.”

Il nulla, appunto. Come le coincidenze a Porta Nolana.

Alla fine del sermone settimanale, resta un messaggio chiaro: se vi capita di parlare con uno che osa dire che i treni in Campania non funzionano, fategli presente che ha appena offeso un miracolo. E ricordate: se siete nel Pd e non siete imbecilli, forse state sbagliando partito.

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