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Economia

Dazi Usa al 15%: per l’Italia conto da 11 miliardi nonostante l’accordo Trump-von der Leyen

L’accordo tra Trump e von der Leyen riduce l’impatto dei dazi Usa al 15%, ma per l’Italia il conto resta pesante: quasi 11 miliardi di euro. I settori più colpiti macchinari, agroalimentare e moda.

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Nonostante l’accordo raggiunto tra Ursula von der Leyen e Donald Trump, la tariffa unica del 15% sulle importazioni europee negli Stati Uniti peserà sul Made in Italy per quasi 11 miliardi di euro. Una cifra inferiore ai 19 miliardi temuti a luglio, quando si paventava un dazio fino al 30%, ma comunque un impatto pesante per l’export italiano.

Secondo l’Ice, che ha preso come riferimento i dati del 2024 (oltre 70 miliardi di euro di export verso gli Usa), il settore più colpito sarà quello dei macchinari e apparecchi elettrici, con un aggravio vicino ai 2,5 miliardi. A seguire l’agroalimentare con 1,2 miliardi, le calzature con 564 milioni e l’abbigliamento con 417 milioni.

I rischi per domanda e territori

L’Ice avverte che i dazi potrebbero ridurre la domanda statunitense, soprattutto per i prodotti di fascia bassa facilmente sostituibili. Le ripercussioni territoriali si annunciano pesanti in Abruzzo e Toscana, regioni con forte esposizione verso gli Usa, e nel Mezzogiorno, penalizzato dalla scarsa diversificazione produttiva.

Il compromesso con Washington

Trump dovrebbe firmare a breve l’ordine esecutivo che riduce i dazi sulle automobili dal 27,5% al 15%, misura retroattiva dal 1° agosto. In cambio, Bruxelles ha promesso l’azzeramento delle tariffe su molti beni industriali e volumi agroalimentari americani. Tuttavia, l’accordo necessita del via libera dei governi e dell’Europarlamento, che ha già ammonito von der Leyen a «non firmare assegni in bianco».

Tra i nodi ancora aperti ci sono vino e superalcolici, rimandati a una trattativa in autunno.

Nuovi mercati e alternative

Per limitare i danni, l’Ue accelera sul fronte dei nuovi mercati. Sul tavolo c’è l’intesa con i Paesi del Mercosur, bloccata da mesi per le resistenze di Francia, Italia e Polonia. Parallelamente si rafforzano i contatti con India, Malaysia, Indonesia, Vietnam ed Emirati Arabi Uniti. Con Nuova Delhi, l’obiettivo dichiarato da von der Leyen e dal ministro del Commercio indiano Piyush Goyal è di firmare un accordo di libero scambio entro l’anno.


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Economia

Mediobanca verso la svolta, Mps sfiora il controllo: adesioni al 45,8% e ultimi soci in movimento

L’offerta di Monte dei Paschi su Mediobanca sfiora la maggioranza: adesioni al 45,8%. Dopo Delfin, Caltagirone e Benetton, arrivano i Doris. Sul tavolo il futuro assetto con Vittorio Grilli in pole per la presidenza.

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A meno di due giorni dal termine dell’offerta di Monte Paschi, l’Opas su Mediobanca registra un’accelerazione decisiva. Gli azionisti hanno conferito un ulteriore 5% del capitale, portando le adesioni al 45,8%. Dopo Delfin, Caltagirone e i Benetton, ieri è stata la volta della famiglia Doris, proprietaria di Banca Mediolanum.

«Abbiamo aderito all’Opas con la partecipazione detenuta da Fin.Prog dello 0,96% di Mediobanca, visto come si sono evolute le cose e considerando che a questo punto l’operazione si fa», ha spiegato Sara Doris, vicepresidente di Mediolanum.

Tra conferimenti e vendite: il patto scende al 4,6%

Diversi soci storici hanno invece scelto di monetizzare: Valsabbia Investimenti ha ceduto lo 0,15% del capitale, la famiglia Pittini quasi la metà della sua quota (0,43%), mentre Sinpar e Gilpar dei Lucchini hanno continuato il disimpegno. Trading anche da parte dei Gavio, che attraverso Aurelia hanno ceduto 670mila azioni a oltre 19,2 euro e contestualmente acquistato opzioni call con scadenza 19 settembre.

In uscita anche Clemente Rebecchini, dirigente di Piazzetta Cuccia e consigliere di Generali. Con le recenti vendite della famiglia Ferrero e l’adesione di Pierluigi Tortora, il patto di Mediobanca si è ridotto al 4,6%.

A un passo dalla maggioranza

Con il 50% più un’azione l’accordo di consultazione verrebbe sciolto, e a giudicare dall’andamento delle adesioni il traguardo potrebbe arrivare già lunedì. Vanguard e Fidelity, che ad aprile avevano votato a favore dell’Ops in assemblea Mps, avrebbero iniziato a conferire i propri titoli. Attese a breve anche le decisioni di Unicredit e Anima sgr.

Tajani: «Non contrario al terzo polo»

Sul tema è intervenuto il ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Se nasce un terzo polo perché il libero mercato lo vuole, non sono contrario».

Intanto i titoli di Mps e Mediobanca hanno chiuso in lieve rialzo (+0,29% e +0,23%). Secondo indiscrezioni, per la presidenza della nuova Mediobanca si fa strada il nome di Vittorio Grilli, ex dg del Tesoro e oggi senior advisor di JP Morgan, mentre entro il 22 settembre dovrebbe arrivare l’indicazione sul nuovo ceo. Il cda di Mediobanca si riunirà il 18 settembre.

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Economia

Agenzia delle Entrate, boom di candidature per il concorso: quasi 100mila domande per 2.700 posti

Quasi 100mila domande per il concorso dell’Agenzia delle Entrate: 2.700 posti da funzionario giuridico-tributario. Il 9 settembre saranno rese note le modalità della prova scritta.

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Il concorso per funzionari giuridico-tributari dell’Agenzia delle Entrate ha registrato un vero e proprio boom: 97.367 candidature per 2.700 posti a tempo indeterminato. La prova scritta si terrà nei prossimi mesi e la data ufficiale sarà comunicata martedì 9 settembre sul sito dell’Agenzia e sulla piattaforma InPA.

Per ogni posto disponibile ci sono 36 contendenti, a conferma di quanto la carriera all’interno dell’Agenzia delle Entrate sia oggi tra le più ambite nel settore pubblico.


I dettagli del concorso

Il bando, pubblicato a luglio, era riservato ai laureati e prevedeva la presentazione delle domande entro l’11 agosto. È prevista una sola prova scritta a risposta multipla, con quesiti su diritto tributario, contabilità aziendale, diritto fallimentare e altre materie giuridico-economiche.

I posti sono distribuiti a livello territoriale:

  • 550 in Lombardia

  • 463 nel Lazio

  • 222 in Campania

  • 165 in Puglia

  • 165 in Sicilia

Ogni candidato ha potuto indicare una sola sede di preferenza, centrale, regionale o provinciale.


Il ruolo dei funzionari

I funzionari giuridico-tributari avranno il compito di fornire assistenza e consulenza ai contribuenti sugli adempimenti fiscali, occuparsi della gestione del servizio di riscossione, svolgere analisi e attività di controllo. Un ruolo cruciale per il funzionamento dell’amministrazione finanziaria.


L’Agenzia delle Entrate in crescita

Al 31 dicembre 2024 l’Agenzia contava 34.908 dipendenti, su una dotazione organica di 41.959 posti. Grazie ai concorsi in corso e programmati, entro il 2027 il personale dovrebbe salire a 38mila unità, un aumento consistente rispetto alle 29mila del 2022.

Oltre al concorso per 2.700 funzionari, il 10 settembre saranno comunicate anche le date delle prove scritte per:

  • 250 funzionari tecnici (servizi catastali e cartografici)

  • 350 funzionari specializzati in fiscalità internazionale e adempimento collaborativo.

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Economia

Mps sfiora il 50% in Mediobanca: verso il cambio di controllo a Piazzetta Cuccia

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Monte dei Paschi di Siena porta la sua partecipazione in Mediobanca al 45,8% del capitale, a un passo dalla soglia del 50% che garantirebbe il pieno controllo. Nel penultimo giorno utile per aderire all’offerta, il gruppo guidato da Luigi Lovaglio ha raccolto un ulteriore 5,4% circa di capitale.

A conferire le quote sono stati anche storici aderenti al patto di consultazione, ormai vicino alla dissoluzione. Dopo la famiglia Tortora, anche i Doris hanno scelto di apportare lo 0,96% residuo, mentre altri soci come Valsabbia Investimenti e la famiglia Pittini hanno preferito monetizzare.

Verso la resa dei conti

Il cda di Mediobanca, guidato da Alberto Nagel, che a lungo aveva giudicato l’offerta “inadeguata e priva di razionale industriale”, si prepara ora a prendere atto della vittoria di Siena. Il 18 settembre, in occasione dell’approvazione del bilancio, il board farà il punto sulle adesioni, già tali da garantire al Monte un controllo di fatto.

Il consiglio non potrà che presentarsi dimissionario all’assemblea del 28 ottobre, dove Mps presenterà la propria lista di candidati.

I possibili nomi per la nuova governance

Per la carica di amministratore delegato circolano i nomi di Mauro Micillo (Intesa), Marco Morelli (Bnpp Am) e Fabrizio Palermo (Acea). Per la presidenza, i più accreditati sono Vittorio Grilli (Jp Morgan) e Luigi de Vecchi (Citi).

“È un segnale positivo che la più antica banca del mondo si sia rimessa in sesto e abbia queste opportunità”, ha commentato il presidente di Intesa Gian Maria Gros-Pietro.

Reazioni di mercato

Dopo tre sedute negative, i titoli hanno chiuso in lieve rialzo: +0,3% per Mps e +0,2% per Mediobanca, segnale di un mercato che già sconta l’imminente cambio di equilibri a Piazzetta Cuccia.

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