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Cronache

Corte dei Conti, dopo l’ex sindaco Manfredi anche un docente di Ingegneria dovrà restituire oltre 100 mila euro all’Università Federico II di Napoli

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Dopo il controverso caso di Gaetano Manfredi, ex rettore e attuale sindaco di Napoli, che ha patteggiato la restituzione di 210.000 euro all’Università Federico II, un altro docente di Ingegneria si trova ora al centro di un caso simile. Alfonso Montella, noto non solo nell’ambito accademico ma anche per le sue attività di sensibilizzazione sulla guida sicura, è stato condannato dalla Corte dei Conti a versare all’ateneo la somma di 106.019 euro.

La condanna è il risultato di un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza, che ha fornito una dettagliata relazione alla Procura della Corte dei Conti. Montella è stato accusato di non aver versato all’Università i compensi derivanti da incarichi professionali privati, nonostante svolgesse il ruolo di docente a tempo pieno.

La sentenza, emessa il 23 ottobre, ha individuato ben 21 incarichi esterni svolti da Montella nel periodo compreso tra il 2016 e il 2021. La Corte dei Conti ha sottolineato che ciò è avvenuto in violazione delle norme sul cumulo di impieghi e degli obblighi di servizio, in quanto il docente ha omesso di riversare all’ateneo i compensi percepiti.

Montella, difeso dall’avvocato Andrea Abbamonte, ha cercato di contestare la legittimità costituzionale di alcune norme e ha sostenuto la prescrizione parziale dell’azione risarcitoria per i compensi ricevuti nei primi due anni del periodo considerato. Tuttavia, tali argomentazioni non hanno convinto il collegio giudicante presieduto da Michele Oricchio.

La sentenza ha sottolineato diverse circostanze che pesano a carico di Montella, tra cui la titolarità di una partita IVA ancora attivamente utilizzata, la partecipazione societaria in due aziende e lo svolgimento sistematico di incarichi extraistituzionali. Inoltre, il docente è stato accusato di non aver comunicato o richiesto autorizzazioni per lo svolgimento di attività extrauniversitarie nel periodo preso in esame.

Va notato che Montella ha tentato di giustificare le attività extrauniversitarie sostenendo che avevano carattere scientifico ed occasionale. Tuttavia, la Corte dei Conti ha respinto tale tesi, evidenziando che mancavano prove che le consulenze svolte avessero finalità universitarie e non mirassero a un mero scopo di lucro.

La condanna di Montella rappresenta un ulteriore caso di scandalo finanziario all’interno dell’Università Federico II di Napoli, già segnata dalla vicenda di Gaetano Manfredi. Entrambi i casi sollevano interrogativi sulla gestione finanziaria e sull’osservanza delle norme da parte del personale accademico. Montella ha la possibilità di presentare ricorso in appello, ma la sua situazione potrebbe contribuire a una maggiore attenzione e controllo sull’integrità finanziaria all’interno dell’ateneo.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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