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Lavoro

Concertone del Primo Maggio, Ligabue: fate sentire la vostra voce

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Il rock di Ligabue, tornato in piazza San Giovanni dopo 17 anni, l’entusiasmo di Tananai, la forza coinvolgente di Lazza, la capacità di emozionare di Emma, la leggerezza di Francesco Gabbani, la dolcezza di Mr. Rain. E tanta tanta pioggia nella serata del Concertone del Primo Maggio a Roma. Nell’edizione dedicata dai sindacati alla Costituzione, anche con il lancio dell’hashtag #ildirittochemimanca, in quella che si temeva potesse essere un’edizione di polemiche politiche e attacchi al governo, è stata più un ritorno alla festa in musica e alla rivendicazione dei diritti dei lavoratori e delle donne. Trecentomila le presenze in piazza, che non si sono fatte scoraggiare dalla pioggia che non ha mai dato tregua durante tutto il giorno. Padrona di casa Ambra Angiolini, per la sesta volta consecutiva (ed è record), affiancata da Fabrizio Biggio. Emozionata in apertura ha ricordato Lorenzo Parelli, il 18enne morto nel gennaio 2022, nell’ultimo giorno del suo periodo di alternanza scuola-lavoro. Ancora emozionata ha ricordato i ragazzi che non si sentono supereroi e non reggono le pressioni della vita. Sempre lei si è fatta portavoce dei diritti (negati) delle donne.

“Avvocata, ingegnera, architetta. Tutte queste vocali in fondo alle parole sono, saranno armi di distrazione di massa? Ci fanno perdere di vista i fatti e i fatti sono che una donna su cinque non lavora dopo un figlio, che guadagna un quinto in meno di un uomo che copre la stessa posizione. Riprendetevi le vocali in fondo alle parole, ma ridateci il 20% di retribuzione”. All’Orchestraccia l’onere di battezzare il palco con una versione rivisitata dell’Inno d’Italia prima e con l’immancabile Bella Ciao. Nel pomeriggio si sono alternati artisti come Aiello, Wayne, Rose Villain, Gaia, Alfa, Baustelle. Il clou in serata prima con Ligabue che ha introdotto la sua Il sale della Terra con una tirata contro la sete di potere “la droga più vecchia del mondo”.

“In genere chi più ne ha più ne vuole e spesso, come quasi ogni tossico, è capace di qualunque cosa pur di non andare in crisi d’astinenza. Di fronte alle overdose di un certo potere, agli abusi di cui è capace, serve un altro potere, quello di far sentire la tua voce e non permettere a nessuno, per esempio, di provare a cancellare la tua storia e riscriverla come gli pare, di non permettere a nessuno di provare a toglierti il diritto di amare, certo, sempre in modo consenziente, ma di amare chi ti pare, come ti pare, quanto ti pare e mettere su la famiglia che ti pare e magari riuscire a mantenerla con un salario decente”. Emma, dopo un medley dei suoi successi (Stupida allegria, La mia città, Cercavo amore, Io sono bella), ha letto una poesia di Virginia Woolf, Resta Viva, una dedica al pubblico e a se stessa dopo la recente morte del padre. Lazza e Tananai non si sono risparmiati e hanno cantato sotto la pioggia. Mr. Rain, da sempre sensibile ai temi della salute mentale, ha voluto ricordare sul palco Barbara Capovani, la psichiatria uccisa a Pisa, prima di intonare Supereroi, mentre la star di Mare Fuori Matteo Paolillo (coinvolto in una polemica per qualche foto negata) ha letto una canzone di Pier Paolo Pasolini.

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Economia

Manager dello sport, parte un master alla Federico II di Napoli

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Lo sport è a caccia di nuovi manager, in un settore in cui le competenze sono sempre più fondamentali. Per questo è stato presentato oggi nuovo master di I livello per Sport Manager dell’Università degli Studi di Napoli – Federico II, un percorso che ha come obiettivo quello di formare nuovi dirigenti che possano ricoprire al meglio le principali funzioni nell’ambito sportivo. “La sfida che il Master raccoglie – ha spiegato il professor Vittorio Amato, Direttore Dipartimento di Scienze Politiche – Università degli Studi di Napoli Federico II – è quella di contribuire alla creazione di nuove professionalità per mitigare le criticità derivanti dallo sviluppo del settore in varie direzioni. Lo spontaneismo e l’improvvisazione non bastano più, ma devono dare spazio a competenze e capacità”.

“La nostra iniziativa rappresenta una grande opportunità per i giovani di tutta Italia, in particolare per quelli del centro-sud, che vogliono affrontare le complessità della gestione in ambito sportivo a cifre (1.250 euro per 18 mesi di formazione, con il bando aperto da oggi fino al 23 giugno per poter presentare l’iscrizione) compatibili con la congiuntura economica di questo periodo storico”, ha concluso. Diversi i temi che saranno al centro degli approfondimenti durante il master, dallo studio dei riflessi fiscali fino alla predisposizione dei contratti tra società, atleti ed operatori sportivi passando per le regole di gestione degli impianti, la legacy di un evento sportivo e gli accordi di sponsorizzazione. Un percorso che porterà i nuovi manager, con il titolo conseguito, a poter lavorare in diversi ambiti dello sport, dalle federazioni fino alle società sportive. Protagonista durante la presentazione anche l’artista Lello Esposito, noto per le sue sculture di Pulcinella, che ha disegnato il logo del nuovo master.

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Economia

Sindacati sfilano a Napoli, bocciata l’autonomia

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Cinquantamila, secondo le stime del sindacato, in piazza oggi a Napoli per dire no alle politiche economiche del governo e all’autonomia differenziata. Nel capoluogo partenopeo si sono ritrovati, assieme a quelli campani, i lavoratori e i pensionati provenienti dalle Regioni del centro-Sud: Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia. Dopo le manifestazioni di Bologna e Milano, il terzo sabato consecutivo di mobilitazione di Cgil Cisl Uil ha avuto come scenario il lungomare di Napoli. La Cgil ha sfilato da sola in corteo, con Landini in testa, da piazza Vittoria al palco alla Rotonda Diaz dove sono saliti gli altri leader sindacali. “Noi oggi siamo qui, a Napoli – ha detto Landini – proprio per dire che è il momento di unire il Paese, non di dividerlo. L’autonomia differenziata è la strada sbagliata, c’è bisogno che si fermino, che tornino indietro. Le disuguaglianze sono aumentate e il Mezzogiorno ha pagato un prezzo doppio. Negli ultimi venti anni un milione e 200mila giovani se ne sono andati dal Mezzogiorno per andare in giro per l’Europa o da altre parti a cercare lavoro e in buona parte questi sono anche laureati, quindi, questo ha determinato un processo di impoverimento”.

“La Costituzione va applicata non va cambiata”, sintetizza quindi il leader della Cgil. “Lo diciamo oggi – ha rimarcato Luigi Sbarra – ancora una volta, da una delle capitali più importanti del nostro Sud e del Continente: non accetteremo mai riforme che indeboliscano l’unità e la coesione nazionale. L’autonomia differenziata presuppone risorse certe per infrastrutture, servizi pubblici, sviluppo, energia, coesione. Non è autonomia ma è egoismo, se lascia indietro i più deboli”.

“Questo Paese ha grandi diseguaglianze territoriali, chiediamo al Governo di intervenire prima – ha affermato Pierpaolo Bombardieri – su queste diseguaglianze nel percorso verso l’Autonomia regionale. I cittadini hanno tutti il diritto di avere allo stesso modo l’assistenza sanitaria, l’istruzione, il lavoro. Tutto deve essere allo stesso modo in Campania, Calabria, Puglia, Lombardia e Veneto. Questa è l’emergenza. Poi possiamo parlare dell’autonomia differenziata”. Sull’ipotesi di uno sciopero generale, Landini ha ribadito di non escludere nulla: “l’importante è che il governo cambi queste politiche, se questo non avviene, noi intendiamo proseguire, useremo tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione”.

“Vediamo prima di capire i comportamenti e la disponibilità del governo – ha affermato Sbarra – al centro della nostra mobilitazione abbiamo messo l’intento di riannodare i fili del dialogo e del confronto con l’esecutivo. Se le risposte arriveranno bene, diversamente il sindacato non starà con le mani in mano”. “Chiediamo ancora interventi strutturali, pensiamo – ha precisato Bombardieri – che siano temi su cui il governo deve ancora confrontarsi e decidere. Senza confronto la mobilitazione continua. Lo sciopero non l’abbiamo rimosso dai nostri vocabolari, ma continuiamo a dire che lo sciopero è un giorno, invece noi abbiamo bisogno di una mobilitazione lunga che ci permetta di continuare a parlare con la nostra gente, di avere questi grandi risultati”.

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Lavoro, in caso di assenza ingiustificata per 5 giorni il rapporto si intende risolto per volontà del lavoratore

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In caso di assenza ingiustificata protratta oltre il termine previsto dal contratto collettivo applicato al rapporto di lavoro o, in mancanza di previsione contrattuale, superiore a cinque giorni, il rapporto si intende risolto per volontà del lavoratore. È una delle novità contenute nel ddl Lavoro, approvato dal Cdm il 1° maggio scorso e la cui ultima bozza è stata presa in visione da Public Policy. Il testo – al momento alla bollinatura della Ragioneria dello Stato – fissa quindi un limite per i giorni massimi di assenza ingiusitificata di un dipendente dal lavoro dopo il quale scatta la dimissione volontaria. La stessa norma in bozza specifica che in questo caso non si applica la disciplina del Jobs act sulle dimissioni volontarie ‘standard’ (come per esempio l’invio dei moduli al ministero e non dovrà essere pagato il ticket di licenziamento).

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