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Cincinnati, Sinner costretto al ritiro: Alcaraz vince la finale del Masters 1000 in 23 minuti

Finale amara per Jannik Sinner al Masters 1000 di Cincinnati: costretto al ritiro dopo soli 23 minuti contro Carlos Alcaraz per un malessere fisico. Lo spagnolo conquista il titolo e si prepara agli Us Open.

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Finale amara al Masters 1000 di Cincinnati: il numero 1 al mondo Jannik Sinner è stato costretto al ritiro dopo appena 23 minuti di gioco contro lo spagnolo Carlos Alcaraz, che conduceva 5-0. “Sono sceso in campo per il pubblico ma non ce la faccio. Mi sento troppo male, non posso muovermi”, ha dichiarato l’altoatesino annunciando l’abbandono.

La consolazione di Alcaraz

Il gesto di Alcaraz ha mostrato lo spirito sportivo che contraddistingue la rivalità tra i due: lo spagnolo si è avvicinato a Sinner per consolarlo e ha scritto sulla telecamera “Sorry Jannik”. Poi ha chiesto scusa anche al pubblico di Cincinnati, accorso in massa per assistere al confronto tra i primi due giocatori del ranking mondiale.

Le parole di Sinner alla premiazione

Durante la premiazione, Sinner ha spiegato: “Da ieri non mi sentivo bene, speravo di migliorare ma sono peggiorato. Mi dispiace tanto perché molti di voi avevano altro da fare. Carlos, congratulazioni, non è il modo che volevi, ti auguro il meglio per il resto della stagione”. L’azzurro ha ringraziato il proprio team, il pubblico e gli organizzatori, promettendo di tornare il prossimo anno “in condizioni migliori”.

Il titolo a Carlos Alcaraz

Alcaraz conquista così il suo sesto titolo stagionale, il 14º confronto diretto contro Sinner e punti preziosi in vista degli Us Open. “Non avrei voluto vincere così, mi spiace – ha detto lo spagnolo – ma sono certo che Sinner tornerà più forte: è quello che fanno i grandi campioni, e lui lo è”.

Le speranze italiane ora con Paolini

Con Sinner fuori dai giochi, le speranze italiane a Cincinnati si concentrano su Jasmine Paolini, attesa nella notte italiana nella finale femminile contro Iga Swiatek.

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Calciomercato, Miguel Gutierrez è un nuovo giocatore del Napoli

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Il Napoli accoglie un nuovo rinforzo per la fascia sinistra: Miguel Gutierrez, terzino spagnolo classe 2001, è ufficialmente un calciatore azzurro. Il giocatore si è trasferito dal Girona a titolo definitivo per una cifra vicina ai 20 milioni di euro, confermando l’importanza dell’investimento fatto dalla società partenopea.

Come da tradizione, l’annuncio è arrivato direttamente dal presidente Aurelio De Laurentiis, che con un post su X ha dato il benvenuto al nuovo acquisto: “Benvenuto Miguel!”.

Miguel Gutierrez

Gutierrez, cresciuto nel vivaio del Real Madrid prima di affermarsi nella Liga con la maglia del Girona, ha espresso tutta la sua felicità per l’approdo in Serie A: “Non ho avuto alcun dubbio davanti alla chiamata del Napoli. La città, la gente e i tifosi con la loro passione sono tutto ciò che desideravo”.

Il nuovo terzino azzurro porterà corsa, qualità e freschezza alla squadra, rafforzando un reparto fondamentale nello scacchiere tattico del club. I tifosi lo attendono con entusiasmo, sperando che Gutierrez possa confermarsi subito come protagonista al Diego Armando Maradona.

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Marco Belinelli dice addio: il campione che ha scritto la storia del basket italiano

Marco Belinelli annuncia il ritiro a 39 anni. L’unico italiano campione NBA saluta con un messaggio emozionante, lasciando in eredità un sogno alle nuove generazioni.

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Marco Belinelli (foto Imagoeconomica), il “cinno” di San Giovanni in Persiceto, ha detto basta. A 39 anni, l’unico italiano ad aver vinto un titolo NBA ha annunciato il suo ritiro dal basket, con un post intenso e commovente su Instagram: “Ci ho messo il cuore. Ogni briciolo di me stesso. Non è facile dire addio. Ma è il momento”.

Il messaggio ha scatenato centinaia di reazioni tra nostalgia e gratitudine, con l’azzurro che ha voluto lasciare un’eredità speciale ai giovani: “Ai più giovani, lascio un sogno. Fate in modo che valga la pena”.

Una carriera tra Virtus e NBA

Il viaggio di Belinelli è iniziato e si è concluso con la maglia della Virtus Bologna, con cui aveva debuttato appena sedicenne e con cui ha chiuso vincendo due scudetti e una Eurocup. Nel mezzo, il passaggio alla Fortitudo Bologna, dove ha conquistato un altro scudetto e una Supercoppa.

Il vero salto è arrivato nel 2007 con la chiamata NBA: Golden State Warriors, con la scelta numero 18 al draft. Da lì una lunga avventura americana, che lo ha visto indossare nove maglie diverse – tra cui Toronto, Chicago, Philadelphia e soprattutto San Antonio Spurs, con cui nel 2014 ha vinto il titolo NBA e il celebre Three Point Contest dell’All Star Game.

L’italiano più amato della palla a spicchi

Belinelli è diventato il simbolo del basket italiano nel mondo. Con la Nazionale ha collezionato 154 presenze e 2258 punti, entrando nella storia azzurra. Negli Stati Uniti è stato protagonista di playoff memorabili, fino a essere paragonato a Rocky per grinta e popolarità a Philadelphia.

I saluti e l’eredità

Toccante il messaggio di Achille Polonara, compagno in Nazionale e oggi impegnato nella sua lotta personale contro la malattia: “Onorato di aver fatto parte del tuo viaggio”. La Virtus Bologna, sua prima e ultima casa, ha scritto: “È stato un bellissimo viaggio, concluso con la Virtus sul cuore e uno scudetto sul petto. Grazie di tutto, Beli”.

Belinelli lascia il parquet con la consapevolezza di aver reso il basket italiano grande nel mondo, unendo sacrificio, talento e cuore.

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Esteri

Gaza, Hamas accetta la tregua di 60 giorni ma Israele frena: Trump sostiene la linea dura di Netanyahu

Hamas dice sì a una proposta di tregua di 60 giorni con rilascio parziale degli ostaggi, ma Israele respinge l’accordo. Netanyahu rilancia l’offensiva su Gaza City, mentre Trump sostiene la linea dura.

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Una nuova proposta di cessate il fuoco a Gaza è stata presentata al tavolo del Cairo dai mediatori di Egitto e Qatar. Lo schema prevede una tregua iniziale di 60 giorni per avviare negoziati e il rilascio di parte dei 49 ostaggi israelianiancora nelle mani di Hamas.

Il piano stabilisce la liberazione immediata di 10 ostaggi vivi e 18 morti, con la seconda tranche che includerebbe i rimanenti 12 vivi e 9 morti, seguita da negoziati per un accordo di pace più ampio con garanzie internazionali.

Hamas accetta, Israele frena

Hamas ha dato il suo sì alla proposta, dopo essersi consultata con la Jihad islamica e altre fazioni palestinesi. Ma da Gerusalemme è arrivata la freddezza: il governo guidato da Benjamin Netanyahu ha ribadito che non intende accettare accordi parziali, chiedendo il rilascio simultaneo di tutti gli ostaggi, il disarmo di Hamas e la smilitarizzazione di Gaza.

Il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha ammonito che Netanyahu “non ha il mandato per un accordo parziale”, minacciando di lasciare di nuovo l’esecutivo.

Il sostegno di Trump a Netanyahu

A rafforzare la linea dura del premier israeliano è arrivato il sostegno diretto di Donald Trump. Su Truth Social, il presidente americano ha scritto: “Vedremo il ritorno degli ostaggi solo quando Hamas sarà affrontata e distrutta. Prima accadrà, maggiori saranno le possibilità di successo”.

Preparativi per l’occupazione di Gaza City

Sul fronte militare, il capo di stato maggiore israeliano Eyal Zamir ha approvato il piano per occupare Gaza City, che prevede un’evacuazione della popolazione in meno di due mesi, seguita dall’accerchiamento e dall’entrata dell’Idf nel cuore della Striscia.

Netanyahu, parlando agli ufficiali dell’esercito, ha ribadito che Hamas è “sotto enorme pressione” e che la minaccia di un’invasione totale è l’arma più efficace per forzare la mano al movimento palestinese.

Una tregua ancora lontana

La ministra della Difesa Israel Katz ha sottolineato che Hamas ha accettato di discutere il rilascio degli ostaggi “solo perché teme la conquista di Gaza City”. Ma il clima resta quello di uno scontro crescente: la diplomazia appare sempre più marginalizzata, mentre sul terreno l’invasione israeliana sembra imminente.

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